Il 7 aprile del 1997, Ernest Love – nome fittizio per un matematico di rilievo nel campo accademico mondiale – riceve una mail da Eugenio Donecan, un altro matematico, che dichiara di aver dimostrato l’ipotesi di Riemann. Ernest scoppia a ridere e poi comincia a dire frasi senza senso. Viene chiamato il dottor Benedetti, illustre psichiatra, per risolvere quello che sembrerebbe uno sdoppiamento di personalità: Love, infatti, si crede Riemann, pur ricordando ancora molto bene il proprio passato di matematico del XXI secolo. Attorno a lui, alcune persone sembrano avere a cuore la sua reputazione e chiedono al dottor Benedetti di seguire il nuovo paziente con grande riservatezza. Dietro l’ipotesi di Riemann, emergono interessi economici non indifferenti, perché sulla sua mancata soluzione si basano tutti i sistemi crittografici attualmente in uso. “Tutti gli zeri non banali della funzione zeta hanno parte reale 1/2”, recita l’ipotesi. Per il dottor Benedetti è difficile capirne il senso e l’autrice trova il modo di spiegarci, con una storiella, l’enunciato. Nel tentativo di smuovere il suo paziente, Benedetti decide di accompagnarlo nella villa di alcuni amici, dove accade un imprevisto: incontrano Filippo, il nipote del custode, un vero appassionato di matematica. Tra Love e Filippo…