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Sabato, 20 Giugno 2020 00:00

158 - 19 Giugno 2020

«La filosofia è scritta in questo grandissimo libro che continuamente ci sta aperto innanzi a gli occhi (io dico l’universo), ma non si può intendere se prima non s’impara a intender la lingua, e conoscer i caratteri, ne’ quali è scritto. Egli è scritto in lingua matematica, e i caratteri son triangoli, cerchi, ed altre figure geometriche, senza i quali mezi è impossibile a intenderne umanamente parola; senza questi è un aggirarsi vanamente per un oscuro laberinto.»

La celeberrima citazione di Galileo Galilei dal “Saggiatore” è probabilmente nota a tutti noi e, in qualche modo, condivisa. Non meno d’impatto, anche considerando i suoi trascorsi, sono le affermazioni di Alfio Quarteroni, raccolte in questo articolo per MaddMaths!: «La matematica è una vite rigogliosa i cui tralci pervadono ogni aspetto della nostra vita. Fin dal XVII secolo, essa ha fornito un complemento essenziale alle scienze fisiche e alla tecnologia. In anni più recenti ha assunto un ruolo analogo nello studio degli aspetti quantitativi delle scienze della vita, delle scienze economiche e sociali.» Sono tantissime le cose che, senza la matematica, non potremmo fare. Che ci piaccia o no, senza la matematica non avremmo potuto prendere tutte le decisioni che sono state prese in merito al Covid, perché la matematica ha permesso di fare previsioni, sulla base dei dati forniti ogni giorno e, quindi, correggere il tiro. Tra i modelli utilizzati ci sono quelli di Ilaria Dorigatti, matematica al lavoro presso il Centro per l’analisi globale delle malattie infettive globali dell’Imperial College, «dove si occupa di modelli matematici della trasmissione delle malattie infettive». «Applicare la matematica all’epidemiologia mi ha permesso di combinare la mia passione per la matematica con il mio sogno nel cassetto di studiare medicina», dichiara nella sua intervista con Roberto Natalini. L’intero articolo è estremamente interessante, soprattutto quando parla del ruolo dei modelli matematici: «I modelli sono come un laboratorio nel quale è possibile fare esperimenti, nello specifico esplorare l’evoluzione di un’epidemia e simulare l’impatto di interventi, senza che questi vengano testati nella popolazione reale. In questo senso i modelli portano razionalità e rigore scientifico nelle decisioni politiche perché offrono scenari. Qualsiasi previsione dipende da molti fattori, incluse le ipotesi (esplicite e implicite) sulle quali il modello è basato, la parametrizzazione (ovvero i valori dei parametri utilizzati nel produrre previsioni) e la quantità e qualità dei dati disponibili. Non c’è da meravigliarsi se le previsioni prodotte da modelli diversi producono previsioni diverse.»

Dopo queste considerazioni non può non stupire quanto Guido Silvestri, virologo docente negli Usa all’Università di Atlanta, avrebbe dichiarato l’8 giugno scorso sulle pagine de La Stampa, visto che «invita a guardare ai numeri per prendere atto del fallimento dei modelli matematici». Le sue dichiarazioni sono state seguite dal comunicato dell’Unione Matematica Italiana, per rispondere alle critiche: gli studi provocano la messa in atto di misure di contenimento e, di conseguenza, le previsioni fatte vengono disattese, ma questo non significa che i modelli abbiano fallito, anche se è vero che «un modello matematico non è una sfera di cristallo». Il chiarimento tra Guido Silvestri e Roberto Natalini, Direttore dell’Istituto per le Applicazione del Calcolo del CNR, è stato ricostruito sulle pagine di MaddMaths!, ma anche nel live Modelli matematici per Covid-19: hanno fallito? di giovedì 11 giugno, sul canale di Renato Sartini, nel quale Natalini richiama la definizione di modello matematico e ricorda che i modelli, dandoci tutti gli scenari possibili, ci invitano alla prudenza. Un modello, per definizione, è limitato, ma rimane uno strumento indispensabile.

 

Durante la stesura di questa newsletter, mi è impossibile non pensare ai ragazzi che stanno affrontando questa speciale maturità, un esame che, dopo l’emergenza Covid, avviene sottotono, senza gli scritti, con un’ora di colloquio, mascherine e distanziamento. Matteo Boero, Chiara Burberi e Marco De Rossi, «protagonisti con le loro piattaforme della scuola del 2020», dopo aver trasformato «l’emergenza in un’occasione per sperimentare e innovare», ci offrono i loro consigli ai maturandi. «Continuate ad imparare, ad essere curiosi, a seguire i vostri talenti, piccoli o grandi che siano, sempre preziosi e unici. Non fatevi derubare del vostro futuro. Il vostro migliore investimento siete voi stessi» sono le parole di Chiara Burberi.

 

Pur nel pieno dell’emergenza Covid, il tema della valutazione resta sempre attuale e Federico Benuzzi, con il suo post Da 1 a 10, ci offre un importante tema di riflessione. Ma non mancano le riflessioni anche sotto forma di video: nel suo canale YouTube, Benuzzi cerca di rispondere alle domande A cosa serve la matematica? e Cosa c’è di bello nella fisica? Nel primo caso, il riferimento è all’azzardopatia e alla probabilità di riuscire a vincere al gioco del Superenalotto, nel secondo caso la giocoleria, e in particolare il Diablo, permette di cogliere la bellezza della fisica.

 

È cominciato, infine, il percorso di avvicinamento al Festival di BergamoScienza: l’11 giugno c’è stata la chiacchierata tra Adrian Fartade e Luca Perri, Parliamo di alieni, un live streaming per raccontare dieci anni di esplorazione spaziale e astrofisica. Il 18 giugno c’è stata invece la prima puntata di Science Soda, dal titolo What do you meme? con il matematico Luca Balletti e con Stefano Bertacchi, biotecnologo industriale. Gli appuntamenti si alterneranno nel corso dell’estate, accompagnandoci al Festival, che si svolgerà, causa emergenza, in una nuova forma.

 

Buona matematica! Ci sentiamo tra TRE settimane!

Daniela

Letto 1189 volte Ultima modifica il Sabato, 03 Ottobre 2020 13:25