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Sabato, 02 Febbraio 2019 20:16

135 - 1 Febbraio 2019

Il 18 gennaio sono uscite le materie della seconda prova dell’Esame di Stato 2019: la notizia della prova mista di matematica e fisica ha stupito, anche se in qualche modo era attesa, ma soprattutto ha destabilizzato gli insegnanti – come me – delle quinte liceo scientifico. È quello che ho cercato di spiegare in questo breve post per Redooc, del quale cito una frase, per far capire la direzione dei miei pensieri il giorno stesso della news del ministero: «C’è bisogno di tempo per assimilare i concetti, per dar modo ai contenuti di sedimentare nella nostra mente e di generare una riflessione che ci permetta di capire ancora meglio. Solo in questo modo, nel processo di apprendimento, possiamo passare dalla soluzione di semplici esercizi ripetitivi alla soluzione di problemi complessi.». Un commento più autorevole è quello di Pietro Di Martino, presidente della Commissione Italiana per l’Insegnamento della Matematica dell’Unione Matematica Italiana, rilasciato alla trasmissione Fahrenheit di Radio3 del 18 Gennaio e ripreso da MaddMaths!: si dice molto perplesso per la scelta, soprattutto perché non è stato ascoltato il parere degli insegnanti. Inoltre, le simulazioni prodotte negli anni mostrano uno scollegamento dalla realtà e la probabilità di non essere sufficientemente pronti rischia di diventare certezza, visto che la definizione della prova andrebbe fatta all’inizio del percorso, non a metà dell’ultimo anno. A giugno, rischiamo di avere una prova ipersemplificata o una prova di grande difficoltà, nella correzione della quale sia necessario far intervenire «un’ipocrisia valutativa».

La discutibilità delle simulazioni proposte ha raggiunto il suo apice con la denuncia di alcuni docenti, secondo i quali sei degli otto problemi proposti dal Miur sono stati presi da un volume russo della fine degli anni Settanta, usato per i corsi universitari. Secondo Roberto Natalini, matematico del Cnr e responsabile della comunicazione dell’Unione matematica italiana, questa «è la prova che si è voluto procedere in fretta. […] C'è tempo per recuperare e aggiustare il tiro se solo il Miur volesse ascoltare le associazioni che si occupano di insegnamento» di queste materie scientifiche. Di diverso parere è l’Associazione per l’Insegnamento della Fisica, secondo la quale il testo russo «contiene esercizi di vario livello, da molto facili a molto difficili e diversi possono tranquillamente essere proposti a studenti di Liceo scientifico». Punta il dito sulle questioni reali: «l’esempio diffuso dal MIUR è adatto come prova d’esame – cioè corrisponde alle reali capacità che possiamo aspettarci degli studenti? È formulato in modo chiaro? È corretto dal punto di vista del contenuto scientifico?». Anch’io, dopo la reazione drammatica del primo giorno, concordo con quanto sostenuto dall’Associazione e cioè che «si deve riconoscere che l’esempio – pure inadeguato – non è ora così fuor di proporzione come, invece, lo erano alcuni di quelli diffusi in passato». In particolare, mi piace la conclusione dell’intervento: «Suggerirei, infine, di evitare di insistere con la “contestualizzazione” delle situazioni da analizzare: il mondo reale è molto più complesso del mondo di carta e i contesti di realtà risultano quasi sempre artificiosi o lontani dalle reali possibilità di analisi degli studenti. Nella prefazione di un eserciziario di fisica si paragonavano i problemi alle favole che si raccontano ai bambini. Non sono la realtà, ma ne danno una rappresentazione semplificata che aiuta a familiarizzarsi con essa.».

Riflettendo su quale potrebbe essere la struttura di una prova mista di matematica e fisica, la Mathesis ha deciso di fare un ragionamento collettivo sulle ipotesi e, coinvolgendo gli insegnanti, ha richiesto proposte di problemi e quesiti, proponendole poi in alcuni esempi di prova. La prima proposta prevede tre quesiti di fisica e cinque di matematica, con un problema che dovrebbe contenere qualcosa di matematica e qualcosa di fisica. Il secondo esempio, della Mathesis di Lecce, propone una divisione in parti uguali, come una prova spaccata a metà e in questa direzione va anche il terzo esempio. Tra le simulazioni possiamo evidenziare anche l’articolo di Francesco Daddi pubblicato nel numero di ottobre di “Archimede”, con proposte di esercizi, anche in chiave interdisciplinare, in vista dell’Esame di Stato (l’articolo – Qualche spunto «non standard» per la seconda prova scritta dell’esame di Stato – è liberamente scaricabile).

In ogni caso, se gli alunni di quinta dovessero trovarsi in difficoltà con gli esercizi proposti nel corso dell’anno, potrebbero prendere in considerazione l’idea di chiamare la polizia per farsi aiutare, come ha fatto un bambino di Lafayette, nello stato dell’Indiana, che ha chiamato il 911 perché i compiti erano troppo difficili. Fortunatamente dall’altra parte del telefono c’era una ragazza, Antonia Bundy, che ha deciso di aiutare il bambino, spiegandogli come doveva fare. È andata meno bene a Luca, otto anni, costretto dal padre a recitare tutte le tabelline e picchiato quando non le sapeva (il padre è stato condannato in sede giudiziaria): MaddMaths! riprende la notizia con Anna Baccaglini-Frank, ricercatrice in Didattica della Matematica, che «riflette su questo atteggiamento autoritario di alcuni genitori quando si affronta la matematica». La Baccaglini sottolinea la negatività di un apprendimento “a memoria”: «l’apprendimento della matematica, secondo la comunità internazionale di ricercatori in didattica della matematica, è significativo e coerente con la vera matematica soltanto se consente di capire “i perché” dei fatti; e capire i perché dei fatti è possibile soltanto se spostiamo tutta la nostra attenzione sui processi, anziché focalizzarci sui risultati e basta».

Sandra Lucente, ricercatrice universitaria presso il Dipartimento di Matematica dell’Università degli Studi di Bari, ci offre una visione più “luminosa” della matematica, complice l’anno di Matera capitale della cultura. Con un cubo “dimostra la bellezza” della città: usa un cubo di Yoshimoto e, partendo dalle parole di Carlo Levi, scompone «matematicamente la meravigliosa complessità di Matera. [...] Verso la fine della passeggiata, il cubo nelle mani della matematica si decompone in due dodecaedri rombici stellati, “che a Matera sono uomo e natura”». Un video da non perdere...

Lo scorso 11 gennaio è mancato Sir Michael Francis Atiyah, «da molti considerato il più grande matematico britannico dai tempi di Newton». MaddMaths! propone un profilo scritto da Francesca Arici: insignito della medaglia Fields e del premio Abel, ha «contribuito a rivoluzionare la matematica moderna, e ad influenzare e ispirare generazioni di matematici e fisici in tutto il mondo».

Manca poco più di un mese al Pi-Day e anche quest’anno il MIUR promuove un evento per celebrare la giornata, in collaborazione con Redooc, visto il successo delle scorse edizioni. Chiunque può partecipare alla gara, perché «in contemporanea, sarà possibile per tutte le scuole partecipare alla gara online che viene messa a disposizione gratuitamente da redooc.com. La registrazione alla gara online sarà possibile a partire dal 1° febbraio 2019».

Non può mancare una proposta di lettura: il libro è stato scritto da Lorella Carimali, docente di matematica e fisica alle superiori, e si intitola La radice quadrata della vita. In questo romanzo, Lorella Carimali porta la propria esperienza come insegnante, l’amore per i ragazzi e la passione per la matematica e amalgama i tre ingredienti armonicamente. Il fil rouge di questa narrazione è la matematica, come maestra di vita e come fonte di ispirazione per gestire la complessità dei rapporti umani, visto che la matematica «ti permette di superare anche i problemi personali.». Le protagoniste della storia sono la saggia Donatella, insegnante di matematica ormai prossima alla pensione, e Bianca, docente di italiano alla sua prima esperienza lavorativa.

In conclusione, la notizia della vittoria, da parte di Serenella Brigida Gargiulo, della sfida di Capodanno lanciata sul Guardian da Alex Bellos: il compito era quella di creare diverse espressioni, fino ad arrivare ad un’equazione, usando i numeri da 10 a 1, che desse come risultato 2019. «Sono immensamente felice e onorata di questo riconoscimento» ha dichiarato la vincitrice, «Richard Dawkins una volta ha detto che la scienza è la poesia della realtà: io credo che la scienza sia anche la magia della realtà. Tutti hanno il diritto di studiarla e di esplorarne i contenuti, perché fa sognare ed è tanto meravigliosa e sconfinata da fluire oltre i limiti dell’immaginazione. La scienza e la cultura ci dimostrano che per ottenere risultati è totalmente inutile adottare un atteggiamento prepotente o muscolare, mentre è necessario usare la forza dell’intelletto: per questo ci accompagnano verso l’evoluzione e rendono il mondo un posto migliore.»

 

Buona matematica! Ci sentiamo tra TRE settimane!

Daniela

Letto 1697 volte Ultima modifica il Domenica, 03 Febbraio 2019 11:35