
242 - 18 maggio 2025

Matematica e sport
Cosa hanno in comune il calcio, il tennis e l’ippica? Tolto il fatto che, se fallisci con le prime due, puoi sempre darti alla terza, come si suol dire, la risposta mi viene dal Post: «Il tennis è uno sport su cui si scommette molto: è il terzo per volume di puntate, dopo calcio e ippica». Gli Internazionali d’Italia, che si sono svolti negli ultimi giorni, hanno visto fra il pubblico degli accaniti scommettitori, che hanno tentato di influenzare il risultato delle partite, per poter vincere le proprie scommesse. «Questa possibilità dovrebbe essere vietata agli spettatori presenti fisicamente alla partita, ma le geolocalizzazioni che dovrebbero bloccare le puntate sono aggirabili». Ma è davvero così conveniente scommettere? La risposta arriva da Marco Reho, con la sua Schedina del coniglio: il matematico in classe (così è conosciuto sui social) parla delle scommesse calcistiche e sottolinea come a volte la nostra percezione di una facile vincita si scontri con la realtà della matematica. Vincenzo Mauro, di 3minuticolprof, ci fa notare che la somma delle probabilità, in questo caso, supera il 100% e così, navigando a vista tra una lavagna e un aggio, scopriamo che questo piccolo «sbilanciamento […] nel lungo periodo diventa qualcosa di insostenibile ed è per questo che i bookmaker vincono e gli scommettitori invece no».
Fortunatamente la matematica ha a che vedere con il calcio anche ad altri livelli, come ci racconta Marco Menale nella sua rubrica La lente matematica dalle pagine di MaddMaths! Ci parla di un recente studio che ha analizzato matematicamente le partite, studiando la rete di passaggi adottata: «Questo studio conferma come la scelta della rete di passaggi influenzi sì il gioco, ma anche i risultati di una squadra, che poi è quello a fare la differenza». A chi volesse saperne di più non resta che leggere Matematica in campo di Paolo Alessandrini.
La magia della matematica
IlariaF Math ha pubblicato un video dal titolo Trucco matematico? NO GRAZIE! con il quale sostiene che la parola trucco non dovrebbe mai essere legata alla matematica, anche se molti video, spesso virali, usano questo… ehm… trucco, come una sorta di clickbait. Non solo: parlare di trucchi conferma l’idea di una matematica esoterica e alla portata solo di pochi eletti. Mentre Ilaria spiegava le proprie motivazioni, i miei pensieri hanno preso due direzioni diverse: da un lato, ho riflettuto sul fatto che il ricorso alla magia possa avere due accezioni, perché può essere riferita sia a fenomeni per i quali non abbiamo una spiegazione (razionale), sia all’effetto wow; dall’altro lato, il riferimento al criterio di divisibilità per 3 mi ha ricordato un video del Math-segnale, dove si parlava di criteri di divisibilità e grafi. Cercando il video su YouTube, mi si è palesato invece un video di tre anni fa che non avevo ancora visto e che riguarda un nuovo criterio scoperto da un ragazzo all’epoca in prima liceo, Marco Gianassi. Anche in questo caso, ciò che conta sono i resti, perciò interviene la matematica modulare, ma mi ha colpito che, nel corso del video, anche Davide Calza, proponendo il criterio (così come l’ha applicato Marco) dica: “Ma è magia!”, richiamando, anzitempo, ciò di cui parlava Ilaria, in merito alla matematica esoterica.
Origami, magic and math è il titolo del video condiviso dal MIT sui suoi canali: parla del teorema del professor Erik Demaine e del suo Fold-and-Cut problem (letteralmente Problema del piega e taglia, ma in italiano è il Problema del taglio unico e ne parla Gianfranco Bo nel suo Base 5 già nel 2011 – sempre un passo avanti!). Ho voluto mettermi alla prova con le pieghe e ho realizzato il cigno, esclamando anch’io “wow!” quando l’impresa ha avuto successo (e, se deciderete di mettervi alla prova, scoprirete che non è semplice come sembra!). Erik Demaine racconta che anche, nella traduzione dal suo sito di ChatGPT: «Prima che Houdini diventasse un famoso escapologo, era un mago generico. Il suo libro del 1922 Paper Magic (E. P. Dutton & Company, pagine 176–177) descrive un metodo per realizzare una stella a cinque punte. Secondo David Lister, sembra che questo libro sia stato scritto da un altro mago, Walter Gibson, ma è comunque possibile che Houdini abbia eseguito il trucco.»
Matematica ad alti livelli
«Da oggi chi caldeggia lo studio della matematica come strumento efficacissimo per una carriera di successo ha almeno altre due frecce al suo arco per sostenere la sua affermazione!». Sono le parole di Chiara de Fabritiis che, dalle pagine di MaddMaths!, parla dei livelli raggiunti dalla matematica, con l’elezione di Papa Leone XIV e con la candidatura di Nicusor Dan alle elezioni presidenziali in Romania. Anche Vincenzo Mulè ne parla dalle pagine di Prisma, il magazine, e, parlando della formazione del Papa di matematico, «inteso etimologicamente come “incline a conoscere”» dice che questo «conferma una predisposizione alla curiosità e al dialogo». Direi che c’è bisogno di entrambi, stando a quanto scrive Daniele Gouthier, direttore editoriale delle Edizioni Scienza Express, che sottolinea come «la destra sovranista e che occhieggia alle democrature ha una particolare attenzione nei confronti della ricerca scientifica». E non si tratta, purtroppo, di un’attenzione positiva, forse per la consapevolezza che la ricerca scientifica non segue uno schieramento politico e diventa spesso una «voce scomoda».
Sono contenta di poter incontrare Daniele Gouthier lunedì 26 maggio: nel pomeriggio, alle 16.30, presso la Sala degli Affreschi dell’Accademia Tadini incontrerà gli insegnanti di matematica della zona, mentre in serata, alle 20.30, incontrerà, nell’Auditorium delle scuole medie di Costa Volpino, i genitori e tutti coloro che abbiano voglia di sentir raccontare come sia possibile amare la matematica.
Carnevali e buone pratiche
Il Carnevale della matematica #187 ha per tema: “La matematica è umanistica o scientifica?” ed è ospitato da Flavio Ubaldini, autore del blog Pitagora e dintorni.
Per quanto mi riguarda, nelle mie ricerche per questo Carnevale, non mi sono limitata a setacciare il web, perché volevo sondare in profondità questa apparente dicotomia tra due mondi che solo in tempi recenti, e soprattutto in Italia, sono posti in contrapposizione, anche perché il tema delle due culture è molto presente nella scuola: è un po’ come se la matematica avesse un ruolo diverso rispetto alle altre discipline, quasi considerata non all’altezza delle discipline umanistiche, ma anche un po’ a sé. Per realizzare l’articolo, mi sono confrontata con un docente di italiano delle medie, con un docente universitario di filosofia e con l’intelligenza artificiale, ma non mancano i riferimenti al mio passato e ai docenti che hanno contribuito a formarmi. Credo che, al di là dell’etichetta che si può scegliere, la matematica appartenga innanzi tutto al regno della cultura, e la cultura non conosce classificazioni.
E non pensa certo a classificazioni Sofia Sabatti, quando propone i suoi laboratori su Problemi per matematici in erba. Questa volta, è il turno della media aritmetica fatta con mattoncini per costruzioni (o qualsiasi cosa sia impilabile), partendo dalle mani «per far sì che il concetto astratto di media si leghi all’idea di distribuire equamente un dato totale tra un certo numero di elementi». Alle attività proposte si aggiunge la riflessione finale sulla valenza didattica del problema che, in questo caso, coinvolge le scelte metodologiche: lo scopo delle attività di laboratorio «è quello di aiutare gli alunni a costruire un concetto astratto, partendo sì da qualcosa di concreto, ma staccandosene man mano che si procede con la comprensione e la conoscenza».
Buona matematica e buon cammino! Ci sentiamo tra DUE settimane!
Daniela
PS: L’immagine della newsletter è stata presa dal Post, che pubblica ogni giorno una striscia!
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