La prima dote del matematico è l’immaginazione, la sua fantasia non è in fondo molto diversa da quella del musicista, del pittore, dell’architetto e di ogni altro artista. Naturalmente, come il musicista se vuol comunicare i propri sogni deve esprimerli in un linguaggio ben preciso, tale che ogni esecutore del tempo presente e dei secoli futuri possa esprimere i brani che lui ha composto, così anche il matematico deve tradurre i propri sogni in un linguaggio matematico che può essere compreso senza ambiguità ed equivoci da studiosi d’ogni Paese e d’ogni tempo.