DiAM♥ i NUM3R1!

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DiAM♥ i NUM3R1!

Pc collegato al proiettore, sullo schermo è aperto un file Power Point con la copertina della Conferenza. In evidenza il titolo del progetto: DiAM i NUM3R1!
Prima che cominci la conferenza, si vede un ragazzo vestito da coniglio che si aggira nei dintorni del palco, trova una carota nascosta e scappa via.

Sale sul palco Alu01:

Alu01: Buonasera a tutti, e benvenuti alla terza conferenza corale di BergamoScienza! Dopo i grandi successi degli scorsi anni, abbiamo scelto di replicare questo momento per chiudere il nostro festival: vedrete i contenuti dei laboratori, rivisitati in una chiave... Beh, lo scoprirete poi!

La prima conferenza è stata dedicata alla topologia, quella dello scorso anno alla prospettiva, e quest’anno, quest’ultimo anno, parleremo... (Si interrompe e guarda la Prof01) No, scusatemi, non ce la faccio. (Torna a guardare il pubblico, commossa) É che terza conferenza, quarta edizione di BergamoScienza, ultimo anno... Sono tante cose da tenere insieme!

Sapete, penso che mi mancherà tutto di questa esperienza, persino i nomi assurdi dei bambini, anche... (Alu02 le lancia una palla pelosa addosso e Alu01 si volta arrabbiata) Alu02, ma insomma! Una volta che faccio un discorso serio, tu mi devi interrompere così!? Ma poi cosa mi hai lanciato? (Vede la palla pelosa e lancia uno sguardo a Alu02) Ecco, signori, Alu02 ha trovato l’unica cosa di BergamoScienza che davvero non mi mancherà, la palla pelosa! (La prende e la abbraccia, dicendo a Alu02:) Questa è meglio che la tenga io, così non farai più danni!

Beh, direi che abbiamo tergiversato troppo, torniamo a noi. Il tema di quest’anno sono i numeri, Diamo i numeri! (Appare sullo schermo la scritta Di i NUM3R1!) Sì, lo so, anche io inizialmente avevo letto Dio i numeri, ma se la Prof01 ha detto di-AMO, c’è scritto di-AMO, ok?

In particolare, so che in Accademia Tadini hanno parlato della storia dei numeri. Hanno chiesto a me di raccontarvela, peccato che io sia un’animatrice del laboratorio di scienze... Vabbè, posso provarci comunque, che sarà mai? La storia dei numeri è... una storia... che parla di numeri... (Si mostra incerta) Mmh, chiediamo un aiuto agli animatori del gruppo Tadini: Alu03, Alu04, potete pensarci voi? (Alu03 e Alu04 salgono sul palco, Alu01 scende dal palco)

Alu04 tiene in mano il librone della mostra e lo apre sulla prima pagina. Cade fuori la foto di un coniglio, che non c’è quasi tempo di vedere. Alu03 comincia a raccontare:

Alu03: La tavoletta Plimpton 322 è uno dei più famosi esempi di matematica Babilonese e si ritiene che sia stata prodotta nel 1800 a.C. Contiene numeri in scrittura cuneiforme disposti in una tabella di 4 colonne per 15 righe. George Plimpton, da cui deriva il nome della tavoletta, la comprò da un antiquario, Edgar Banks, nel 1922, e la lasciò in eredità, con tutta la sua collezione, alla Columbia University a metà degli anni ‘30. La cosa curiosa è che Edgar Banks è stato ritenuto l’ispiratore dell’immaginario Indiana Jones.

Ai bambini non raccontavamo tutta questa storia, ma era importante che facessimo capire il meccanismo che ha permesso agli studiosi di decodificare la tavoletta. Infatti, punto cardine della decodifica è stata la consapevolezza che la tavoletta riportasse delle terne pitagoriche.

Alu04: Terne… cosa?

Alu03: Dai, Alu04, non fare la classica studentessa del classico, che poi pensano che non capiamo niente di matematica! Le terne pitagoriche sono sequenze di numeri che soddisfano il teorema di Pitagora… (Alu04 sbadiglia vistosamente) vabbè, lasciamo perdere! Tanto prima o poi le dovrai studiare visto che, anche al classico, al contrario di quanto si pensi, si studia matematica.

Comunque, dicevo: con i bambini non potevamo parlare di terne pitagoriche ed effettivamente, se non lo sai tu che sei in prima liceo, come potrebbero conoscerle in quarta elementare? Usavamo, perciò, una tavola delle addizioni. (Sullo schermo compare il sistema con i simboli colorati usato durante il laboratorio)Vediamo se il nostro pubblico sa risolvere l’enigma. Direi che possiamo cominciare dal fiore, vero? Che valore assume il nostro fiore? (Risposte a caso degli animatori tra il pubblico: 10, 8, 22, 41)

Temo che qualcuno stia cercando di sabotarci, ma mi pare di aver sentito qualcuno che, timidamente, sussurrava 3. Io ho un udito che funziona benissimo! In effetti, il fiore vale 3. E il cuore?

(… si procede giocando con i numeri fino a ricostruire il significato di ogni simbolo. A questo punto si proietta la tavola additiva).

Per i partecipanti ai nostri laboratori, abbiamo pensato di proporre una tavola additiva, vale a dire che nel riquadro in alto a sinistra, anche se nella versione originale non compare, dobbiamo immaginare che ci sia un segno “più”. Con l’aiuto della tecnologia, che non avevamo durante i laboratori, possiamo vedere i simboli che abbiamo già decodificato. Ora dovrebbe essere facile intuire che valore assuma la bandierina! (il pubblico dovrebbe rispondere 4)

(mormorio da parte del pubblico, che parte dagli animatori del gruppo di scienze. Qualcuno alza la voce:

Alu05: Forse sarete preparati sulla storia dei numeri, ma temo che per matematica abbiate ancora qualcosa da imparare. Non vi siete accorti di aver scritto che 3+2=41 e 3+3=42?

Alu03: In realtà, la cosa è voluta. Ma grazie per averlo notato e per avermi dato l’occasione di spiegare meglio questa cosa. Noi leggiamo 41 e 42, perché il nostro cervello è abituato a veder scritti i numeri nel sistema numerico decimale e posizionale. Ma qui abbiamo un sistema numerico a quattro cifre, non dieci, inoltre, mentre nel nostro sistema numerico con questa scrittura vediamo che il 4 vale 40 e l’1 e il 2 valgono effettivamente 1 e 2, il sistema numerico babilonese è addizionale. Significa che, come nel sistema numerico degli antichi Romani, il 41 è da leggersi come 4+1, perciò il 4 non vale 40 ma 4, e il 42, quindi, è 4+2, cioè 6.

Alu05, salendo sul palco: Sì, sì, tutto bello, eh! L’avete spiegato anche abbastanza bene, direi, per essere del classico, ma non serve usare così tanti simboli! Anche con le elementari, noi abbiamo parlato di un semplicissimo e molto intuitivo metodo per scrivere i numeri: il sistema numerico posizionale in base 2, altrimenti detto sistema numerico binario.

Alu03: Binario? Quello dei treni?

Alu05: Ehm… forse è meglio che scendiate dal palco e lasciate la possibilità a me di spiegare qualcosa. Spero non sia troppo difficile per voi, ma farò il possibile per SEMPLIFICARE la spiegazione! (Mentre Alu05 si appresta a spiegare, sale sul palco, e si siede su una sedia, Alu06, che comincia a muovere le dita, concentrata, come se contasse)

Tutti, ovviamente, sappiamo che, prendendo casualmente come esempio il numero 542, noi possiamo scriverlo con questa notazione polinomiale di grado pari al numero delle cifre diminuito di 1:

Ma tutti sappiamo anche che possiamo scrivere attraverso questa notazione un qualsiasi numero naturale a di un numero qualunque di cifre n in un sistema di numerazione posizionale di base b (è facile, lo abbiamo proposto alle elementari ma lo capirebbero anche all’asilo!):

Si può osservare che, in maniera abbastanza ovvia per tutti, per un qualsiasi numero della forma   di n cifre, si ha che .

In particolare, se nella notazione polinomiale di un qualsiasi  sostituiamo il valore b=2, otteniamo il sistema numerico posizionale in base 2…

Alu07: (salendo sul palco): Sei stato bravissimo, Alu05, ma io credo che per spiegare le cose con semplicità sia fondamentale far capire al nostro pubblico il contesto del nostro laboratorio, che si intitolava Codici segreti. Che ne dici se proseguo io?

Alu05 china il capo e, con tristezza, cede il campo ad Alu07

Alu07: Secondo me dobbiamo partire dal contesto del nostro laboratorio così tutti possono capire bene, che ne dici Alu06? (Alu06 abbandona la sedia e si mette vicino ad Alu07). Anche il titolo “Codici segreti” già dice qualcosa, no? Abbiamo esplorato la crittografia, il sistema di numerazione binario, il codice fiscale e la genetica, tutti particolari sistemi di codice ognuno con le proprie regole, proprietà e curiosità! Sono tutti aspetti affascinanti che possiamo trovare anche nella vita quotidiana… 

Alu06: Sì, ma… non la stai prendendo un po’ larga? Direi che devi sbrigarti, se vuoi raccontare cosa facevamo!

Alu07: Hai ragione! Mi stavo già perdendo! Questi temi sono cuciti ad hoc attorno ad una storia che farebbe diventare verdi di invidia i più grandi scrittori di gialli: dovete sapere che, nella finzione del laboratorio, nella nostra scuola non ci sono solo alunni come me e Alu06, ma anche dei veri e propri mostri, con la pelle arancio, tre o quattro occhi, i capelli azzurri, verdi o gialli…

Alu06: Sicuro di non essere uno di loro?

Alu07: Che simpatia! Sicuro al 100%...

Alu06: Di cosa? Di esserlo? Vedi che ho ragione, come sempre?

Alu07: Certo, certo... Sono sicuro al 100% di NON esserlo… Adesso, però, lasciami continuare! Il mistero del laboratorio ruota attorno alla scomparsa di uno di questi mostri. Peccato che non sappiamo nulla di lui: non sappiamo chi sia, non conosciamo le sue caratteristiche fisiche… insomma: non abbiamo un identikit per avviare le ricerche. È a questo punto che entrano in gioco i bambini: diventano dei veri e propri investigatori!

prende la scatola, mostrando il coperchio

Vedete? La segreteria ci ha fornito alcuni indizi per risolvere il mistero. Sul coperchio della prima scatola è riportato un messaggio cifrato. Dopo averlo decodificato con questa ruota particolare che risale all’epoca di Cesare e aver avuto accesso alla seconda scatola, ai ragazzi è richiesto di accendere una lampadina attivando questi 5 interruttori in una sequenza ben definita, che corrisponde a un numero trovato nei passaggi precedenti. (mostra il circuito). Per capire quali interruttori scegliere, era necessario conoscere almeno le basi del sistema di numerazione binario, che per i bambini io avevo sempre casualmente “imparato il giorno prima”.

Alu06 dando segni di impazienza: Tutte le volte raccontavi questa storia… Ti rende così fiero?

Alu07: Non puoi capire… Sarà meglio iniziare a spiegare che cosa è questo codice binario. Chiederò un aiuto anche a voi dal pubblico: dovete solo sostenermi rispondendo a delle semplicissime domande. Vi assicuro che anche quelli del classico possono riuscirci.

Alu06: Ma oh! Come ti permetti di discriminarci così?!

Alu07: Ah quasi dimenticavo che anche tu fai il classico… Allora: normalmente quante cifre utilizziamo per scrivere i numeri?

Qualcuno dal pubblico dà la risposta corretta: 10

Alu07: Perfetto! Nel sistema binario, come possiamo intuire dal nome, ne vogliamo utilizzare solamente 2.

Alu06: E perché tu ti devi sempre complicare la vita con queste cose strane?

Alu07: Beh è utilissimo poter scrivere qualsiasi cosa con solo 2 cifre (0 e 1), specialmente in un qualsiasi dispositivo elettronico come tutti i cellulari, i tablet, i computer e così via. Tutto questo perché, per esempio, quando c’è 0 possiamo lasciare la lampadina spenta, mentre quando c’è 1 la accendiamo. Esistono un sacco di altri casi nella realtà in cui si possono identificare due stati diversi e possiamo quindi scegliere di associarne uno allo 0 e uno all’1, potendo così scrivere qualsiasi cosa!

Alu06: Io non lo spiegavo così lentamente… ecco perché il tuo gruppo era sempre l’ultimo a finire!

Alu07: Mi lasci continuare, per favore!? Qui sono l’unico che fa l’indirizzo scienze applicate, quindi sono l’unico che ha voce in capitolo! Soprattutto tu che fai il classico, e che non sai nulla dei numeri – l’ha detto anche tuo papà – dovresti stare zitta!

Prof02: Classico dei maschi pretendere che le donne stiano zitte!

Alu07 ignorando l’intervento della professoressa: Adesso, se me lo permettete, vorrei passare al concreto! Quindi: abbiamo detto che ogni lampadina corrisponde a una cifra. Abbiamo cinque lampadine quindi dovremo avere…

Dal pubblico qualcuno risponde: 5 cifre!

Alu07: Perfetto! Però dato che non sappiamo ancora che valore hanno per ora disegniamo solo cinque spazi, cinque caselle. Ora ecco il punto chiave: come ci diceva Alu05 prima, ogni posizione, ogni casella – che per noi è una lampadina – nei sistemi di numerazione con cui siamo abituati a lavorare ha un preciso valore. Per assegnare questi valori del sistema binario partiamo dalla casella di destra che vale 1, poi per ognuna si moltiplica sempre per 2. Quindi nella prima abbiamo 1, nella seconda 2x1, nella terza 2x2x1, nella quarta 2x2x2x1 e nell’ultima 2x2x2x2x1.

Alu06: Non sarebbe stato più semplice indicare la prima, 1, poi la seconda e dire “x2”, poi la terza e aggiungere “x2” e così via?

Alu07: Effettivamente… Adesso che abbiamo tutti i valori delle cinque caselle, per scrivere un numero dovremo attivare, e quindi scrivere 1, nelle caselle che ci interessa sommare. Quindi, per esempio: se scrivo 10110 sto attivando il 16, il 4 e il 2, e quindi ottengo 22. Ora: se volessi scrivere 11 in binario (come alcuni bambini dovevano fare), quali caselle/lampadine attivo? Cominciamo facendo il cammino al contrario rispetto a prima: 11 è la somma di 8, 2 e 1. Di conseguenza, come verrà scritto in binario?

Dal pubblico, qualcuno dà la risposta giusta

Alu07: Bene! Dovreste aver capito che i numeri che scrivo sotto la tabella sono, in realtà, le potenze di 2

Alu06: Quante regole! Guarda che puoi farlo anche solo con la mano… È la stessa cosa che hai spiegato tu solo che al posto di avere lampadine accese/spente o 0/1 uso dita alzate/abbassate. Quindi ogni dito corrisponde ad una potenza del 2, partendo con 20 sul pollice. I valori delle dita alzate sommati fra loro possono dare tutti i numeri fino a 31 con una mano. Ed è bellissimo, perché io ho sempre pensato che con una mano si potesse contare solo fino a 5, e invece posso arrivare fino a 31!

Alu07: Stra interessante… Per una volta hai detto qualcosa di intelligente! Quindi da adesso con le mani non mi accontenterò più di contare fino a 10 ma potrò arrivare fino a ben 1023!

Alu06: Hai visto? E tu che sottovaluti sempre quelli del classico!

Prof02: Da come battibeccano sembrano proprio una coppia sposata da tempo!

Da dietro le quinte l’urlo: “Alu06, sono pronti i panni!” e lei che scappa via

Gli animatori della Tadini si consultano tra di loro e sembrano giungere a una decisione

Alu08: Adesso direi che tocca a noi! Visto che sono la più piccola, potrei parlarvi dello zero: sapete che è il più piccolo dei numeri naturali? Sì, è anche il più piccolo in grandezza, ma io intendevo nel senso dell’età, visto che è “nato” (fa il segno delle virgolette) poco prima del 700 d.C. Perciò… vi parleremo dello zero con lo stile di Gianni Rodari, perché “Il trionfo dello zero” è il titolo di una sua filastrocca!

(Personaggi: Alu09 è lo Zero, Alu10 è l’Uno, Alu11 è il 3, Alu12 è il 7)
(Tre ragazze salgono sul palco: Alu08 e Alu12 sono voltate di spalle, mentre Alu09 è al centro): 

Alu09: Buonasera a tutti! Io sono lo Zero e sembro una ciambella, ma… valgo proprio zero! (alle sue spalle, Alu08 e Alu12 ridono). Nessuno vuole stare con me, nessuno vuole buttarsi via con un numero che non vale nulla. Che poi… un numero! Sapete come succede, no? Quando siete l’ultimo arrivato in un gruppo di persone e tutti hanno già fatto amicizia: sembra proprio che nessuno desideri la mia compagnia. Non mi considerano nemmeno un numero: gli alunni appena vedono lo zero scappano disperati, visto che quando ci sono io succedono sempre cose strane: assorbo gli altri numeri nella moltiplicazione e faccio disastri se mi comporto da divisore. Ho proprio una vita infelice! (sembra che stia per mettersi a piangere!)

Arriva sul palco Alu10, nei panni dell’Uno: non guarda nemmeno lo Zero è troppo impegnata con i tappi che tiene in mano

Alu09, incerta: Ciao

Alu10 non la guarda e continua a giocherellare con i tappi

Alu09, a voce più alta: Ciao!

Alu10 alza gli occhi, la vede: Ah… ciao!

Alu09: Qualcosa non va?

Alu10: stavo cercando di contare ma… 

Alu09: Ma?

Alu10: Non riesco

Alu09: Cioè?

Alu10, prendendo un tappo: Uno! (e lo appoggia in terra) Uno! (e ne appoggia un altro in terra) E poi ancora uno! (e ne appoggia un terzo)

Alu09: Ah… 

Alu10: Ancora uno! (appoggia un altro tappo ancora)

Alu09, incerta: Senti… che ne dici di andare a fare un giro? 

Alu10: Un giro? 

Alu09: Sì!

Alu10: Ma sì, dai, così mi distraggo un po’.

Alu09 si volta verso il pubblico e fa un segno di esultanza come a dire: “Ce l’ho fatta!”
Cominciano a girare per il palco a braccetto. Alu08 e Alu12 si voltano, le guardano e fanno un gesto come a mostrare il proprio stupore. Si inchinano addirittura. Alu09 e Alu10 si guardano stupide e tornano indietro

Alu09: Scusate! Ma… perché vi siete inchinati?

Alu12: Be’… guardatevi! 

Alu09 e Alu10 si guardano in viso, si guardano i vestiti e poi insieme: Be’, cosa c’è?

Alu12: Uno a sinistra e Zero a destra fa DIECI!

Alu09: È vero! Non ci avevo mai pensato! Che bello! 

Mentre Alu09 è ancora meravigliata, ferma al centro della scena, Alu12 e Alu08 litigano tra di loro per stare vicino a Zero e così formano 307, 703, 370, 30, 70, 730.

Alu09: Ce l’ho fatta! Mi hanno finalmente accettato! Guardateli! Stanno litigando tra loro per stare vicino a me, guardate: (si sistemano e Alu09 esclama) 307! (poi si sistemano di nuovo e) 703! … Che bello! 

E scendono dal palco, felici!

La Prof03 si alza in piedi per far partire l’applauso del pubblico e commenta:

Prof03: Certo che i nostri ragazzi sono proprio nati per recitare! Pensate che sono così portati per il palcoscenico e la letteratura che, anche in un evento dedicato alla matematica, hanno deciso di leggere una poesia! Non poteva che essere un alunno del classico, perché sapete, hanno un livello culturale più alto (fischi e proteste da parte di quelli dello scientifico) a recitarci questa poesia che parla dei numeri! Prego… chi sale del classico?

Nessuno sale… dubbio, sconcerto. Poi, allora, si fa avanti la Prof04 e sale sul palco

Prof04: Non c’è nessuno disponibile del classico. Come al solito sono oberati di studio e lavoro. Perciò posso farlo io in rappresentanza del liceo classico, visto che, sapete, ho studiato al liceo classico! (dice con aria snob) tanto più che è una poesia sui numeri e io sono laureata in matematica! 

La poesia che sto per leggervi è di Trilussa, il cui vero nome era Carlo Alberto Camillo Salustri e potete facilmente notare che Trilussa è proprio l’anagramma di Salustri, ma, visto che la serata deve essere leggera, eviterò di spiegarvi quanti anagrammi si possono fare di ogni singola parola… Trilussa, dicevo, è stato un poeta, uno scrittore e un giornalista, vissuto in Italia tra la fine del 1800 e il 1950. È particolarmente noto per le sue composizioni in dialetto romanesco, e forse tutti ricordate quella sulla statistica e sui polli… (facce dubbiose dal pubblico!) No eh… be’, magari ve ne parlerò l’anno prossimo, che dite? Comunque, ora proverò a rendere l’accento romanesco, anche se io sono in confidenza con lo spagnolo, non con il romanesco, ma quando i cavalli sono zoppi, tocca ai muli. 

 

“Conterò poco, è vero”.

Disse l’Uno ar Zero.

“Ma tu che vali? Gnente, propio gnente.

Sia ne l’azzione come ner penziero,

rimani un coso vòto e inconcrudente.

Io, invece, si me metto a capofila

de cinque zeri tali e quali a te,

lo sai quanto divento? Centomila.

È questione de nummeri. A un dipresso

è quello che succede ar dittatore,

che cresce de potenza e de valore,

più sò li zeri che je vanno appresso.

 

Legge la poesia e scende dal palco

Silenzio…

Nel silenzio, passa di nuovo un ragazzo vestito da coniglio che si aggira nei dintorni del palco, trova un’altra carota nascosta e scappa via

Parte la musica della sfilata di Uomini e donne

La Prof05, scandalizzata e arrabbiata: Ma chi sta usando il cellulare?

Esce Mister0 o Mr BgS e sale sul palco, si inchina e

Alu13: Come vedete: sono alto, ho gli occhi azzurri, sono biondo, e ho un sogno da realizzare: capire quale sia l’origine della mia bellezza! Che fortuna essere tanto bello!

Alu14 sale sul palco: Ma che fortuna! È merito della genetica. Se vuoi te lo spiego, proprio come abbiamo fatto durante i nostri laboratori: non è rigorosamente scientifico, mi scusi Prof02!, ma rende bene l’idea, o perlomeno l’ha resa ai bambini che hanno partecipato ai nostri laboratori. Tutto è cominciato con Alice e Bob, che sono i genitori del mostriciattolo che dobbiamo trovare: come vedete hanno evidenti caratteristiche.

Dal pubblico, un’animatrice della Tadini: Alu08: Hanno entrambi due braccia, due gambe, una bocca… 

Alu14: Sì, è vero, ma c’è qualcosa di più evidente, no?

Dal pubblico, un’animatrice della Tadini: Alu08: Alice ha i codini!

Alu14: sì, diciamo che però quella non è una caratteristica genetica. Vabbè, vi aiuto: cos’hanno di diverso tra loro?

Dal pubblico interviene una bimba: Il colore dei capelli!

Alu14: Bravissima! È proprio quello che volevo sentirmi dire! E quindi… di che colore avrà i capelli il figlio di Alice e Bob?

Dal pubblico, un’animatrice della Tadini: Alu08: Verdi!

Alu14: No, non stiamo giocando con i colori primari e secondari. I colori dei nostri capelli dipendono dai geni dei nostri genitori, che a loro volta dipendono da quelli dei loro genitori… e così via. 

Allora, seguitemi bene. Indichiamo con A il colore azzurro e con g il colore giallo. Il colore azzurro è indicato con la lettera maiuscola, perché è più facile trovarlo tra i mostri (con fare cospiratorio): noi scienziati diciamo che l’azzurro è dominante e il giallo è recessivo, ma per i bambini abbiamo scelto di semplificare la spiegazione e di non fare riferimento a geni dominanti e recessivi.

Quindi, rappresentiamo sulla riga di questa tabella i geni di Bob che, avendo i capelli gialli, non potrà che avere il gene giallo della sua mamma e il gene giallo del suo papà. Per Alice ci sono due possibilità, ma noi stasera ne studiamo solo una, quella più interessante: Alice ha due geni, perché il papà ha i capelli azzurri come lei e la mamma ha i capelli gialli. 

Questo quadrato particolare si chiama quadrato di Punnet (pronunciato Punné, alla francese), dal nome dello scienziato che l’ha ideato. Il quadrato di Punnet aiuta a ricostruire le probabili caratteristiche del figlio. Quindi non facciamo altro che riportare le iniziali nei quadrati centrali.

Leggiamo insieme questo quadrato di Punnet.

Dal pubblico, Alu02 sbotta esasperata: PANNET, è inglese!

Alu14: Io l’ho sempre pronunciato Punnet alla francese

Alu02: E hai sempre sbagliato!

Alu14: Beh, chiediamolo direttamente a lui!

Entra Alu15 che esclama: Have you called me? I’m Punnet. Reginald Punnet (alla James Bond! e aiuta Alu14 a pronunciarlo correttamente:) Listen and repeat: Pun-net! Punnet!

E Alu14 ripete… un po’ imbarazzata, comprensibilmente

Alu14: be’, risolto il problema della pronuncia, chi meglio di lei può aiutarmi a farlo capire al nostro pubblico?

Alu15/Punnet: Tu spieghi, io correggo!

Alu14: Va bene! (durante la sua spiegazione, continua a guardare il professore come alla ricerca di conferma e lui, per tutto il tempo, annuisce con gravità, qualsiasi cosa significhi!) Concentriamoci sulla seconda riga, che è più semplice: leggiamo che in ognuna delle due caselle compaiono due g minuscole. Questo significa che l’eventuale figlio 

Alu16 interviene dal pubblico: O eventuale FIGLIA! 

Alu14, alzando agli occhi al cielo: Ma certo, può essere una figlia! Comunque, l’eventuale prole di Alice e Bob avrebbe i capelli gialli in due casi su quattro. E dalla prima riga cosa possiamo dedurre? Provate a dirlo voi

Dal pubblico, gli animatori della Tadini discutono animatamente tra di loro e poi qualcuno tenta: Sono Azzurri, come è successo alla mamma?

Alu14: Bravissimi! Siete stati attenti! Saranno davvero azzurri. Quindi, non possiamo prevedere il colore dei capelli della prole ed esserne certi al 100%. È come avere quattro scatole diverse: quale volete scegliere? La 1 (e solleva la prima scatola), la 2 (e solleva la seconda scatola), la 3 (e solleva la terza scatola) o la 4? (e solleva la quarta scatola). 

In tre scatole ci sono i tre mostri con i capelli gialli e in una c’è quello con i capelli azzurri. Il pubblico sceglie due scatole – ma qua è fondamentale che gli animatori si accordino in modo da urlare più forte e far uscire giallo/giallo

Alu14: Siete stupiti, vero? Vi aspettavate che sarebbero stati due mostriciattoli diversi, uno con i capelli azzurri e uno con i capelli gialli. Ma 50% non significa che sicuramente uno avrà i capelli gialli e uno i capelli azzurri, potrebbero uscire anche due gialli, come in questo caso, o due azzurri. 

Alu15/Punnet: It’s late. I have a meeting with Mendel… ops, sorry! Ho – un – incontro – con – Mendel – sulla – quarta – legge… (scandendo le parole) I have to go! (scende dal palco e se ne va di corsa)

Alu14 fa per parlare, ma viene interrotta e da fuori scena si sente: Alu14! Ti sei dimenticata che c’è un laboratorio da fare! 

E lei, guardandosi in giro perplessa: Alu14: Ma quale laboratorio?

Dal pubblico: Quello di lunedì! Ti stanno ancora cercando! 

Alu14 mentre se ne va, urla: Qualcuno ha una maglietta di BergamoScienza?!

Alu06 dal pubblico che, lanciandole la maglietta, dice: Ogni riferimento a fatti realmente accaduti NON è puramente casuale!

Mentre se ne va, dal corridoio si sente Alu14 che esclama: Ma cosa ci fa qui un coniglio?

Salgono Alu17 e Alu18

Alu18: Buonasera a tutti! Nel nostro laboratorio prima di realizzare la descrizione fisica del mostriciattolo, abbiamo dovuto individuare i genitori e, per farlo, abbiamo utilizzato il codice fiscale. Sapete tutti cos’è il codice fiscale? 

Alu16: Certo! È il codice che ho dovuto riportare ieri sulla scheda di iscrizione a un POC!

Alu18: Esatto! Proprio quello! Il codice fiscale è unico per ogni persona e durante i nostri laboratori, siamo partiti da quello della nostra amica Zelinda Mangiamele proprio per raccontare ai partecipanti il meccanismo, i matematici dicono l’ALGORITMO, per determinare il codice. Cominciamo dalle prime tre lettere: sono le prime tre consonanti del cognome.

Alu17: La quarta, la quinta e la sesta lettera, invece, rappresentano la prima, terza e quarta consonante del nome.

Alu05 dal pubblico: E se le consonanti fossero meno di tre???

Alu18: Non ci serve parlare di tutte queste eccezioni! Dopo le prime sei lettere, troviamo due cifre numeriche, che corrispondono alle ultime due cifre dell’anno di nascita; mentre il nono carattere è una lettera che…

Alu05 salendo sul palco: Alu18!!! Non vai a casa ad aprire a tua mamma che è rimasta chiusa, di nuovo, sul terrazzo e dev’essere liberata???

Alu18: L’ho fatto ancora una volta? Vabbè, può aspettare un momento… stavo dicendo (cercando di sviare il discorso): il carattere successivo rappresenta la lettera che nell’alfabeto ha la posizione corrispondente al numero con cui si indica il mese di nascita.

Alu05: Sì, ma allora perché io che sono nato a ottobre ho la R? Dovrei avere J! Senti, vai a liberare tua mamma che spiego meglio io! (Alu18 lascia il palco)

È vero che si parte con l’ordine delle lettere nell’alfabeto, ma alcune lettere vengono saltate secondo il seguente algoritmo: “Si consideri l’alfabeto italiano, di 21 lettere, e si escludano, tra questi, i grafemi potenzialmente equivoci: F (simile ad E), G (simile a C), I (simile ad 1), N (simile a M), O e Q (simili a 0).”

Dal pubblico, il gruppo della Tadini dà segni di noia

Alu17: Ma se ai bambini, e anche al nostro pubblico di stasera, lo spieghi così, si addormentano! 

Senti, proseguo io, è meglio (Alu05 sbuffa). Le cifre successive del codice rappresentano il giorno di nascita e, per le femmine, a tale data va aggiunto 40. In questo modo, è facile distinguere il genere.

Alu05 (scocciato dalla spiegazione): Ah, con le mie spiegazioni si addormenterebbero? Con le tue non capirebbero proprio niente! Voi della 4AS non sapete proprio fare nulla!

Alu17 mentre lascia il palco indispettita: Va bene, se ti credi più bravo continua pure tu!

Alu05: I successivi quattro caratteri, dal dodicesimo al quindicesimo, rappresentano il comune, o lo Stato estero, di nascita secondo il codice impropriamente detto Belfiore, composto da un carattere alfabetico seguito da tre numerici, inizialmente attribuito in ordine alfabetico a tutti i comuni, anche soppressi, da A001 a M206, successivamente in ordine cronologico per i comuni neo-istituiti.

Alu19, dal pubblico, sbuffa rumorosamente

Alu05: L’ultima lettera del codice fiscale è detto carattere di controllo, che si ricava dal seguente algoritmo:

Alu19 sale sul palco mentre Alu05 è intento nella spiegazione e prende una sedia. Poi, arrivato all’altezza di Alu05, tenta più volte di mettergli un colapasta in testa

  • Si dividano i caratteri alfanumerici in due macro-aree: da una parte quelli di posizione congrua a 1 modulo 2, e dall’altra quelli la cui posizione ha l’ultima cifra pari.
  • Si assegni un valore ad ogni carattere
  • Si sommino i quindici valori ricavati e si calcoli il rapporto tra la resultanza di tale addizione e il numero delle lettere dell’alfabeto internazionale (26): il resto fornirà il codice identificativo

Potrebbe capitare che ci siano altre eccezioni in caso di omocodia, cioè di… 

Finalmente Alu19 riesce a mettere il colapasta in testa a Alu05

Alu19: Direi che la 4CS non è molto meglio della 4AS. È il 17 ottobre, sono le (guardando l’orologio) 21.25 e, ormai hai l’animo in pace. Lascia spazio alle giovani promesse! Raggiungi il tuo caro Prof05!

A questo punto, Alu05, esasperato, se ne va

Alu05: Va bene, ho capito! Non siete in grado di seguirmi e ve la prendete con me!

Andandosene, restituisce il crivello ad Alu19

Alu19: Buonasera! Finalmente è il mio turno! Mi presento: mi chiamo Alu19! E sono qui per spiegarvi… (si guarda in giro con aria dubbiosa, poi vede di avere in mano il crivello e…) Questo! Sono qui per spiegarvi questo! Come dite? Cosa c’entra un crivello con la matematica? C’entra, c’entra… perché TUTTO ha a che fare con la matematica! Prof05, mi dà 8 dopo quello che ho detto?

Vabbè, io ci ho provato! Stavo parlando del crivello… Durante il nostro laboratorio, parlando dei numeri non abbiamo potuto non citare Eratostene, un grande matematico del passato, ritenuto l’autore del celeberrimo crivello! Ha preso i numeri e li ha riportati in una tabella (così dicendo si volta verso lo schermo e…) non questa tabella con i numeri scritti in greco antico! Scusate, un piccolo errore: questa è la tabella che usavamo con i bambini delle elementari! Ecco, così va meglio! Come vedete, sono riportati i numeri da 1 a 100 e questo crivello serve per individuare i numeri primi. Noi, con i bambini più piccoli, non abbiamo dato un nome a questi numeri, ma li abbiamo riconosciuti dal fatto che, se provate a usare i tappi per rappresentarli e provate a costruire un rettangolo, vi ritrovate un rettangolo che, in realtà, è una fila di tappi, o un rettangolo di altezza 1. Comunque… il crivello serve per individuare i numeri primi!

Si comincia con l’evidenziare nella tavola i numeri pari, tutti tranne il 2! Perché il 2 è il primo primo ed è anche l’unico primo pari! Poi cancelliamo i multipli di…? (dal pubblico: 3) Esatto! I multipli di 3, tranne il 3, il secondo primo, ma il primo primo dispari. Poi? (dal pubblico: i multipli di 5) Coloriamo anche i multipli di 5, tranne il 5! Cosa possiamo togliere ancora? I multipli di 7, no? Ecco! Ora abbiamo tolto tutti i multipli dalla tabella e ciò che resta, evidenziamoli!, sono i numeri primi! Bello, vero?

Direi che ora però è il momento di cedere la parola a una mia compagna di classe, che ha passato l’estate a produrre conigli per il laboratorio, perché uno dei principali protagonisti della nostra storia dei numeri era Fibonacci!

Alu16 sale sul palco portando con sé una scatola di cartone, dove si trovano i conigli: Buonasera a tutti! Ebbene sì, ho passato parte della mia estate a lavorare all’uncinetto per BergamoScienza. Mia mamma aveva promesso di aiutarmi, ma… In ogni caso, poteva andarmi peggio: pensate se Fibonacci avesse scelto di raccontare la sua storia usando le pecore al posto dei conigli! Pare che ci avesse pensato, ma ogni volta che provava a contarle si addormentava, perciò alla fine ha preferito i conigli! In ogni caso, è meglio che mi affretti, altrimenti vi addormentate anche voi. Allora: tutto è cominciato con due conigli! (Alu16 prende dalla scatola una coppia di coniglietti chiari e li appoggia sul tavolo, cercando di metterli bene in vista) Vedete? Sono piccolini! Il primo mese di questa storia, che è una storia bellissima in cui non muore mai nessuno, c’è una coppia di conigli giovani. Al secondo mese, i nostri conigli sono diventati più grandi (Alu16 prende dalla scatola una coppia di coniglietti scuri e più grandi e li appoggia sul tavolo, vicino a quelli chiari). Al terzo mese, i coniglietti sono adulti e cominciano a riprodursi: sono diventati genitori di una nuova coppia di conigli! (Alu16 prende dalla scatola due coppie di conigli…). Al quarto mese, ormai dovreste averlo capito, la coppia di genitori adulti si riproduce ancora una volta, mentre la coppia nata il mese prima diventa adulta, perciò abbiamo tre coppie di conigli. Al quinto mese, la situazione comincia a diventare interessante: la coppia di conigli adulti si è riprodotta ancora una volta, la coppia di conigli nata il mese prima diventa adulta, e quella diventata adulta, si riproduce. Contiamole insieme: abbiamo cinque coppie di conigli! Siamo arrivati al sesto mese e potreste provare a indovinare quante saranno le coppie di conigli. Vi do un aiuto: provate a raccontare la storia con me e vedrete che arriveremo al numero corretto: 

  • La coppia adulta del primo mese, si riproduce ancora una volta e abbiamo due coppie (appoggia i conigli)

  • La coppia che era nata da questa vecchia coppia il mese scorso, ora è adulta (prende una coppia)

  • La coppia che si è riprodotta il mese scorso, lo fa anche questo mese e abbiamo altre due coppie (prende ancora i conigli dalla scatola)

  • Anche la coppia di figli fatta il mese scorso è diventata adulta (prende una coppia)

  • La coppia che il mese scorso era diventata adulta, ora si riproduce, e abbiamo altre due coppie (prende ancora i conigli dalla scatola, ma)… ehi! Dovevano esserci 4 coniglietti, 2 chiari e 2 scuri, ma me ne manca uno chiaro!

Comincia a cercare il coniglio, spostando cose sul palco, cercando in posti improbabili e continuando a ripetere: Dov’è il mio coniglio?

A un certo punto, trova anche la foto caduta all’inizio e la mostra al pubblico: È questo! L’avete visto? 

Alu01 salendo sul palco con in mano la palla pelosa: Io ho trovato la coda! 

Alu16: Ma figurati se quella è la coda del mio coniglio. È più grande del coniglio! 

Alu16 lascia il palco continuando a guardarsi in giro alla ricerca di un coniglio

A questo punto, entra di corsa l’alunno vestito da coniglio: Ridammi la mia coda!

Anche Alu02 sale sul palco

Alu02: Siamo tornati alle origini! Siamo ancora noi tre, come nel lontano 2022! Vi ricordate Tartaglia?

 

E comincia il racconto nostalgico delle edizioni passate, condito da fotografie buffe e lacrime… 

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