TRAMA:
Il romanzo si apre con la fuga di Pietro Leone, impiegato dell’Onu, con il figlio Nico, adolescente ribelle: la moglie di Pietro, Emilia Viñas, direttore di uno degli esperimenti dell’Lhc (Large Hadron Collider) del Cern di Ginevra è scomparsa lasciando un dischetto sul quale sono registrati alcuni dati dell’esperimento. Pietro parte per Barcellona, dove incontra Juan Manuel Fajardo, professore all’Institut de Fisica d’Altes Energies: l’amico potrà forse aiutarlo a decifrare la pista lasciata da Emilia e, in questo modo, magari potranno ritrovarla.
In un incastro continuo tra presente e passato, prima-dopo-durante, Arpaia ha la capacità di presentare più storie in una:
- la vicenda di Nuria Moreno, nota giornalista di uno dei più importanti giornali di Madrid: a Ginevra per intervistare Emilia, scoprirà un nuovo mondo, attraverso le spiegazioni dei più bravi fisici impegnati al Cern. La sua passione per la fisica continuerà anche dopo la stesura dell’articolo e, grazie al suo legame con Nico, aiuterà padre e figlio a trovare una parte della soluzione dell’enigma che ha coinvolto Emilia;
- l’impegno professionale di Emilia Viñas che viene nominata direttore dell’esperimento, ma deve pagare lo scotto di una grave crisi familiare. Inoltre, il suo coinvolgimento in un’indagine di polizia, volta a trovare i responsabili dell’attentato che ha portato alla caduta della Torre Eiffel, complica ulteriormente la sua vita, mettendola in crisi anche dal punto di vista lavorativo;
- le vicissitudini interiori di Pietro, addolorato per il fallimento del matrimonio, preoccupato per la moglie, disorientato dal difficile rapporto con il figlio adolescente, bistrattato dal capo: la sua ricerca di una risposta è un viaggio attraverso l’Europa, in una fuga confusa e disordinata come la sua vita.
Altri personaggi popolano il romanzo: tra i fisici ci sono George Murray, “crociato delle stringhe”, Marcello Milanesi, Eduard, che non si accontenta della risposta più semplice e rischierà di rimetterci la vita; poi ci sono Yusuf Zaman, capo di Pietro all’Onu, usato dagli attentatori come copertura del complotto contro l’acceleratore, Safira, Nirad, Abdulaziz, il misterioso Monsieur Lévy… e l’acceleratore: il principale protagonista e l’obiettivo del complotto. Il modo in cui vengono processati i dati provenienti dagli esperimenti del Cern è la chiave di volta dell’intero romanzo, perché il complotto nasce proprio dalla scelta degli eventi che vengono studiati (con 40 milioni di collisioni al secondo, bisogna setacciare gli eventi più rilevanti attraverso filtri elettronici, trigger, che li riducono a cento per ogni secondo).
«Quando pensiamo di avere qualche nuova idea, siamo molto più simili agli artisti: in quella zona confusa in cui le idee non sono ancora né giuste né sbagliate, ma solo ombre di possibilità, seguiamo, sì, le regole, il rigore matematico, ma ci lasciamo anche guidare dalle sensazioni, dalle nostre intuizioni, o forse solamente dal desiderio che l’universo sia proprio come noi lo immaginiamo. Spesso, poi, andiamo avanti seguendo quel presentimento, e ci restiamo aggrappati anche se i dati dicono che probabilmente stiamo prendendo qualche cantonata. Alla fine, di solito, ci salva la sperimentazione. È giusto, non è giusto: punto. E si prosegue. Almeno, questo era vero fino a poco fa. Oggi abbiamo teorie che non prevedono possibili verifiche e sono in tanti a chiedersi se questa è ancora scienza… Comunque, le assicuro che la fisica è molto divertente. E appassionante, intensa, perché può darti fitte di adrenalina da restarci secco…»
COMMENTO:
Un romanzo avvincente e coinvolgente, con la fisica come sfondo, la fisica moderna dei grandi investimenti del Cern, quella delle grandi collaborazioni – più di ottomila fisici, tecnici e ingegneri di una sessantina di paesi – la fisica che stupisce e impaurisce (come dimostrano i titoli dei giornali che hanno preceduto l’apertura degli esperimenti). Le spiegazioni date a Nuria Moreno aiutano il lettore a capire meglio il funzionamento dell’Lhc, scardinano le convinzioni più diffuse – non conosciamo tutto, ma più o meno il 4 % dell’universo – aprono la mente sulle nuove indagini attualmente in corso. Si inseriscono bene all’interno della storia, il cui ritmo non risente di questi approfondimenti.
All’inizio si fa fatica a destreggiarsi tra il presente, con il viaggio di Pietro e Nico, e i diversi livelli di passato, che ci spiegano l’antefatto, ma la relatività del tempo anche all’interno del romanzo richiama in qualche modo la teoria della relatività di Einstein.
Un po’ insoddisfacente il finale: un po’ affrettato ed inoltre la sua mancata collocazione temporale e i tempi al futuro danno alla vicenda un che di non concluso.