«Non sopportavo l’idea che le meraviglie che voi avete realizzato, padrone, restassero ad ammuffire nelle segrete del Palazzo. Volevo che il popolo le ammirasse, che ne condividesse i benefici.» «Vuoi dire “che condividesse il piacere che la visione di quelle macchine aveva dato a me”» corresse Archimede. Assentii. «È così, padrone. Come fate a sapere?» Il maestro abbozzò un sorriso. Un gesto lieve, quasi timido. «Una volta, Dinostrato, io ero proprio come te. Ingenuo, orgoglioso. Credevo fosse mio dovere usare la matematica per donare un futuro roseo agli uomini. Mi illudevo di essere in grado di cambiare il mondo, o almeno di contribuire col mio lavoro a tratteggiare un domani migliore.» «Ma voi potete, padrone!» protestati. Lui scosse la testa. «Ho tentato, anni fa. E ho fallito. Gli uomini, Dinostrato, non vogliono essere aiutati. Meno che mai dalla Scienza. Sai perché? […] Gli uomini, Dinostrato, non credono che il domani possa essere migliore dell’oggi. L’Età dell’Oro, c’insegnano sin da bambini, non è un tempo di là a venire, ma si trova alle nostre spalle. Solo ripetendo pedissequamente le azioni dei nostri avi, ci vien detto, possiamo aspirare a raggiungere la condizione di felicità che abbiamo perduto. Tutto ciò che suona nuovo, che nega in qualche misura la tradizione, dev’essere respinto e disprezzato. […] Fra le mille circostanze della vita, Dinostrato, c’è un frangente in cui il popolo diventa attento ai doni offerti dalla Scienza. Un frangente in cui sono gli uomini stessi a inseguirla in cerca d’aiuto. Ciò dimostra che l’acrimonia verso le innovazioni non è innata nell’essere umano, e che dunque si può rimuovere. Certo, il frangente in questione è una circostanza inconfutabilmente negativa.» «Di che “frangente” parlate, maestro?» ripetei perplesso. Lui carezzò il gatto che gli era saltato in grembo. «Della guerra, Dinostrato.»
Questo brano è tratto dal romanzo Il matematico che sfidò Roma di Francesco Grasso. Nella mia recensione c’è anche un altro estratto del testo ed è un brano quanto mai attuale, visto che si parla dell’epidemia che aveva colpito Siracusa. Durante questa epidemia, la città, guidata dalla superstizione, non aveva seguito i consigli di Archimede.
Volenti o nolenti, noi ora dobbiamo seguire i dettami degli esperti sull’epidemia di Covid19 e per studiare la matematica delle epidemie, può essere estremamente utile questo articolo di MaddMaths! che offre anche una selezione di quanto è stato scritto ultimamente sui legami tra Covid19 e matematica. Nell’articolo abbondano integrali ed equazioni e, forse, il linguaggio è un po’ alto. Si fa riferimento, ovviamente, al numero di riproduzione di base dell’epidemia, ovvero il numero medio di individui infettati da un infetto nel corso del suo periodo infettivo, ma questo aspetto è stato spiegato molto bene e con semplicità anche da Dario Bressanini. Nel video linkato, Bressanini spiega con un linguaggio semplice e alla portata di tutti la necessità della chiusura delle scuole, scelta fatta non per proteggere i singoli, ma nel tentativo di fermare il virus e si sofferma in particolare sul numero di riproduzione di base dell’epidemia, usando un esempio e procedendo con il calcolo. Anche Zanichelli propone una serie di articoli raccolti in uno Speciale Coronavirus che propone, di fatto, un modo multidisciplinare di trattare il tema, perché se è vero che il Covid19 riguarda soprattutto la biologia, non mancano i riferimenti alla letteratura, ad esempio e, ovviamente, non può mancare la modellizzazione matematica. L’articolo offre la possibilità di fare esercizi al riguardo, ma ci informa anche che in Cina si sta raggiungendo il picco dell’epidemia, da cui poi inizierà a scemare, se si manterranno le misure di contenimento. Diciamo che il nucleo del messaggio è proprio questo: le misure di contenimento. Uno dei grafici che meglio spiega la necessità di queste misure, lo stesso che più ha circolato sui social, è stato pubblicato sulla rivista Emerging Infectious Diseases e condiviso da Wired, e mostra l’effetto del contenimento del contagio.
Le misure di contenimento adottate in Italia hanno implicato anche la chiusura delle scuole e, sempre ossessionati dal programma da portare avanti, siamo stati proprio noi insegnanti di matematica ad andare in crisi (pur capendo forse meglio di altri la necessità di queste misure). In questi giorni, ho assistito su Facebook a una fioritura di iniziative per la didattica a distanza, mentre da più parti è arrivato l’invito a condividere le proprie iniziative didattiche, per poter imparare gli uni dagli altri. Alcuni colleghi si sono attivati tramite un canale YouTube, come Sofia Sabatti che offre lezioni per i suoi alunni delle medie (nel link una attività di avvio all’algebra per le classi terze). Oppure Francesco Daddi, che ha cominciato dalla sua passione (la probabilità) per sperimentare qualche piccola lezione con la tavoletta grafica. In questi giorni mi sono cimentata anch’io, anche se a parte i video di spiegazione, come quello sull’ellisse, sul piano inclinato o sull’entropia, gli altri sono video di correzione di esercizi e quindi rivolti essenzialmente ai miei alunni. Tra le iniziative in rete, non poteva mancare l’offerta di Redooc: su questa piattaforma potete creare delle classi virtuali e seguire i vostri alunni nello svolgimento degli esercizi, e, proprio a causa del Coronavirus, Chiara Burberi e i suoi hanno deciso di offrire delle licenze gratuite per tutte le regioni italiane. Sarebbe un peccato non approfittarne, visto che ormai la piattaforma ha un numero enorme di esercizi tra i quali scegliere.
Mentre la rete cerca di compensare l’ignoranza matematica dovuta all’epidemia, ecco circolare una simpatica sfida, riguardante una scopa che sta in piedi: la BroomstickChallenge. Secondo un post (inesistente) della NASA, il 10 febbraio scorso sarebbe stato un giorno speciale, perché, grazie ad una particolare congiuntura astrale, le scope sarebbero state in grado di stare in piedi da sole. E questo succede solo una volta l’anno. La notizia ha avuto una diffusione tale, che è stato necessario l’intervento della NASA: l’equilibrio della scopa funziona in qualsiasi momento, grazie alla posizione del centro di gravità e non dipende, quindi, dalle congiunture astrali.
Tra le notizie degli ultimi giorni, c’è stata la morte di Katherine Johnson, il 24 febbraio scorso, all’età di 101 anni. La sua è una storia che vale la pena di conoscere e che è stata mostrata al grande pubblico con il film (ma prima ancora con il libro) Il diritto di contare. Un breve ricordo da parte di Luca Perri, che con un post davvero sentito ne celebra la grandezza. Per chi ha ricevuto la newsletter via posta elettronica, avrà notato che una delle immagini allegate è dedicata a lei.
In conclusione, considerando l’imminenza della Festa delle Donne e il fatto che probabilmente alcuni di voi hanno un po’ di tempo libero, propongo due letture davvero interessanti. La prima è l’ultima opera di Piergiorgio Odifreddi, Il genio delle donne: ventiquattro capitoli che ci offrono delle “top models alternative”. Sara Sesti e Liliana Moro, invece, di top models ce ne presentano più di un centinaio con Scienziate nel tempo. Vale la pena spendere un po’ di tempo per la lettura di questi due testi!
Buona matematica! Ci sentiamo tra TRE settimane!
Daniela