Questo anno scolastico ormai agli sgoccioli ha insegnato a tutti gli abitanti della scuola, ma non solo, l’importanza della resilienza. «… chi mi conosce sa che fatico a cambiare: un po’ ho bisogno dei miei tempi, un po’ ho paura… e poi non son bravo ad ammettere di aver torto»: proprio come dice Federico Benuzzi, anch’io faccio fatica ad essere flessibile e a cambiare idea, ma questo lungo anno ha portato ognuno di noi a “sperimentare” nuovi modi di far lezione e se è vero che, entrando in classe, ci si mette in gioco anche quando si è insegnanti, questo anno è stata una lunga partita. Lezione in presenza a singhiozzo, dad al 100% da casa, a scuola con metà classe in presenza e metà a casa contemporaneamente, … ognuno di noi ha trovato il proprio modo per affrontare la situazione e forse ora il senno di poi potrebbe suggerirci strade che avrebbero funzionato meglio. Marco Menale lo dice molto bene: a posteriori, come dimostra il teorema di Bayes, avremmo fatto sicuramente cose migliori e avremmo reagito in un modo più corretto, ma le scelte si fanno nel presente ed è inutile, a distanza di tempo, rammaricarci per ciò che avremmo potuto fare meglio. Continuo a ripetermelo, mentre la mia mente si affolla di “e se” che rischiano solo di avvelenarmi questi ultimi giorni di scuola: devo prendere atto di ciò che è stato, raccogliere i dati, ragionare su quanto è stato, mettermi in discussione, ma soprattutto mettere da parte ciò che ho imparato per crescere. Ho imparato, ad esempio, che devo prestare attenzione a fare le domande giuste, e non è sempre facile. Ci si illude di essere chiari, ma ci sono richieste ambigue e i nostri alunni, spesso persi nel loro mondo, sono bravissimi a cogliere tutti i nostri punti deboli, come Maurizio Codogno ci racconta nel Post, facendo riferimento al suo test di ammissione alla Normale. Ho imparato (e non mi stancherò mai di sottolinearlo) che sono davvero gravi i pericoli dell’ignoranza matematica, come ho ribadito quando ho dichiarato ai miei alunni che ogni ora di matematica potrebbe essere firmata come ora di educazione civica: quale altra disciplina ci permette di leggere la realtà con chiarezza e di non farsi fregare da manipolazioni mediatiche o errori logici? E la matematica può salvarci la vita, o meglio: La ridondanza ci salva la vita: ma lo dimentichiamo sempre. La frase non è mia, ma è il titolo di un articolo di Marco Ferrari che, nel suo commento alla scellerata decisione di inibire il freno di emergenza sulla funivia del Mottarone, ci parla della probabilità composta e conclude dicendo che «per un congiuntivo sbagliato non è mai morto nessuno, per un calcolo sbagliato molti».
Nonostante i nostri sforzi e nonostante l’evidenza del ruolo della matematica, i nostri alunni continuano a domandarsi come risolvere miliardi di equazioni e vivere felici, concludendo che non è possibile, perché risolvere equazioni non può che costituire un impedimento a una vita felice. Michele Benzi, professore ordinario di analisi numerica alla Normale, parlandoci del suo percorso e del suo lavoro di ricerca, ci fa intravvedere un mondo migliore, grazie all’azione della matematica, che permette di riconoscere in modo automatico le fake news, ad esempio. Forse ci sono persino alcuni dei miei alunni che mi vedono come un “potere forte” che impone un sapere innaturale e spesso si saranno domandati se fosse il caso di fidarsi di me o se, in realtà, la matematica è sbagliata?! Il ragionamento errato ma apparentemente giusto è una trappola per chiunque e Davide e Riccardo del Math-segnale lo mettono in evidenza con la leggerezza che li contraddistingue. Uno dei commenti in calce al video coglie l’essenza del problema: «mostra chiaramente come sia facile convincere un interlocutore di qualcosa di falso sfruttando la sua ignoranza o la superficialità delle dimostrazioni. E se questo vale per una materia precisa come la matematica figuriamoci come sia facile in altri ambiti meno oggettivi.» Il problema è proprio questo: bisogna conoscere per non farsi fregare e bisogna aver esercitato la logica per cogliere la fallacia di un ragionamento. Quale migliore palestra della matematica per combattere i “poteri forti” dell’ignoranza? Se non proprio sbagliata, alcuni alunni pensano che la matematica si occupi di questioni del tipo: inserisci i simboli corretti, proprio perché è percepita come un elenco di formule da studiare. Se anche ammettessimo che il problema è solo questo, quelli del Math-segnale (ancora loro!) ci dimostrano che anche un problema apparentemente banale (tanto che circola sui social) può nascondere dell’interessante matematica. «All’interno del video abbiamo cercato di mettere quelli che secondo noi sono i punti centrali: dall’importanza delle regole alle strategie risolutive, passando per una delle cose più importanti in matematica, il porsi le domande!»
Ricordo distintamente un collegio docenti di inizio anno di qualche anno fa, con la raccomandazione di rendere accattivanti le nostre lezioni perché i ragazzi si sentissero invogliati a seguirle, accettando così di sobbarcarsi la fatica dello studio, necessario in ogni caso per apprendere. Ricordo, ancora meglio, il commento di una collega di matematica (commento che ci siamo ripetuti, a più riprese, nel corso degli anni): “Ok! Infiliamoci un gonnellino e balliamo una danza hawaiana per conquistarci gli alunni!”. Per quanto il suo commento fosse volutamente provocatorio, potremmo dire che prendersi un po’ meno sul serio potrebbe aiutare. La ballata del cambio di base è un esempio di collaborazione tra diverse università e un modello di passione matematica: il testo è di Francesco Malaspina che, sulla musica della canzone di De André “Carlo Martello ritorna dalla battaglia di Poitiers”, ha immaginato un tale Piercarlo che combatte la sua guerra contro l’algebra lineare. Un’altra dimostrazione di quanto siano bravi i matematici a prendersi poco sul serio, è data dall'intervista di Roberto Natalini, che, stando al titolo dell’articolo, dice: Danzo per capire le formule dei fluidi. Già solo l’immagine di apertura è un esempio di leggerezza e umorismo.
Concludo la mia riflessione sull’insegnamento, mostrando con orgoglio il risultato di una mia ex alunna (sono stata sua insegnante al biennio del liceo scientifico): Federica Pasini è finita nella lista dei 100 giovani leader del futuro di Forbes Italia, grazie al suo lavoro per la raccolta di servizi a domicilio e assistenza psicologica con ioportoacasa e alle iniziative promosse sul sito HackingCovid. Un modello di resilienza e di creatività, a dimostrazione del fatto che possiamo sempre imparare qualcosa dai nostri alunni!
Iniziative matematiche
Il 21 maggio scorso, come preannunciato, c’è stata la Festa delle Donne matematiche. Elena Cattaneo, Ministro delle pari opportunità, ha aperto ricordando che «la matematica ha un potere straordinario di empowerment sul femminile» e invitando le donne ad essere benevoli verso sé stesse e ad avere il coraggio di osare. L’entusiasmo e la passione sono stati il fil rouge di questa diretta, proseguita con Francesca Arici che ha parlato del Grand Hilbert Hotel, ovvero della tensione verso l’infinito. Agnese Telloni ha usato la Scuola di Atene, per presentare la sua carrellata di personaggi, arrivando fino a Ipazia. Irene Giardina, Gabriella Pinzari, Michela Procesi e Susanna Terracini hanno parlato, insieme a Barbara Nelli e Roberto Natalini, dell’ERC. Ingrid Carbone ha fatto una lezione di piano/matematica, Elisabetta Strickland, intervistata da Roberto Natalini, ha parlato di gender gap e Sandra Lucente ha concluso ricordando Mariam Mirzakhani e parlando della bellezza della matematica, che «si rivela a chi la insegue con pazienza».
Consigli di lettura
Il mio consiglio di lettura, per questa volta, non ha ancora una recensione, ma solo la promessa di farla a breve: è uscito ieri l’ultimo libro di Paolo Alessandrini, Bestiario matematico. Mostri e strane creature nel regno dei numeri e lunedì 14 alle 21.00 ci sarà la presentazione sul suo canale YouTube. Accorrete numerosi!
Buona matematica! Ci sentiamo tra TRE settimane!
Daniela