Matematica bestia nera
Ho parlato, nella scorsa newsletter, del concorso STEM e dei commenti sui giornali. Davide Calza, gestore del canale YouTube MATH-segnale insieme a Riccardo Moschetti, ha partecipato al concorso e ci offre un commento in base alla sua esperienza. Ci sono poi una serie di video con la soluzione dei quesiti e il ragionamento realizzato da Davide per risolverli. Per tutti coloro che sono impegnati nei concorsi, potrebbero essere un’occasione di confronto e di riflessione, ma le cose richieste, reperibili su un qualsiasi testo di matematica dello scientifico, potrebbero essere anche un’ottima palestra per un ripasso in vista della maturità scientifica.
Dopo tanti commenti sui risultati dei test Invalsi, non possiamo farci mancare il commento del Post, scritto da Leonardo Tondelli, che la scuola la vive, ma senza i titoli sensazionali ai quali ci hanno abituati le altre testate. Il problema dei titoli sensazionali è che in genere sono l’unica cosa che la maggior parte dei lettori legge e «dai titoli partiranno poi per tutta una serie di osservazioni sulla scuola, sulle sue criticità, ecc. – anche in buona fede». Il focus di Tondelli è un po’ diverso rispetto a quello cui siamo abituati, perché parla dal punto di vista del tecnico di laboratorio, visto che le prove erano computer based, ricordando che «la somministrazione funziona se gli studenti decidono di farla seriamente, e non credo che sia successo.»
In entrambi i casi, si tratta di singoli punti di vista, ma sono il punto di vista di chi, sia le prove Invalsi che il concorso STEM, l’hanno vissuto dall’interno e, per questo motivo, val la pena prenderli in considerazione. Per una visione più d’insieme, per quanto riguarda l’Invalsi, possiamo leggere quanto scritto da Maria Mellone della Commissione Italiana per l’Insegnamento della Matematica dell’Unione Matematica Italiana su MaddMaths!. La riflessione comincia con la considerazione che «è evidente che il quadro di grandissima sofferenza – restituito dai risultati delle prove INVALSI di quest’anno – vada letto in una cornice interpretativa più complessa rispetto alla mera lettura in termini di “risultati della Dad”.» Dopo aver sottolineato che sarebbe importante investire sulla formazione degli insegnanti, nella riflessione di Maria Mellone ritroviamo quanto scritto da Leonardo Tondelli, inserito però in una visione più generale e completa, che mette ad esempio in evidenza il peso dell’origine svantaggiata sugli esiti della prova, visto che i risultati Invalsi «sembrano suggerire che la pandemia possa aver agito con maggiore violenza proprio sulle situazioni più critiche, incrementando i contesti di povertà educativa e mettendo ancora di più in crisi l’essenziale funzione perequativa della scuola». Insomma, sono parecchie le informazioni che ci vengono fornite dalle prove Invalsi e il problema è più complesso di quanto i giornali riescano a comunicare.
La matematica della quotidianità
Il virus continua a mietere vittime... matematiche! Ebbene sì: il “paradosso” dei contagi tra i vaccinati ci viene finalmente spiegato dal Post, a partire dal sottotitolo, che introduce il ragionamento, ovvero «Perché l’aumento delle vaccinazioni fa sembrare che si ammalino di più i vaccinati, anche se non è vero». Il problema sembra essere sempre lo stesso, ovvero i numeri assoluti che, nella matematica giornalistica, vincono sempre contro le percentuali. Lo spiega molto bene Paola Pozzolo, citata in questo post dallo scrittore Matteo Bussola, autrice della pagina Facebook La tua statistica e del blog omonimo. L’immagine che accompagna il post è davvero semplice e immediata e il confronto è tra un cesto di 10 pesche, con 2 pesche marce e un cesto di 90 mele, con 2 mele marce. I frutti marci in totale sono 4 e, siamo d’accordo tutti, la metà sono mele, ma, rispetto al totale delle mele, sono solo il 2% contro il 20% delle pesche. Se al posto delle pesche e delle mele sostituissimo il gruppo dei non vaccinati e il gruppo dei vaccinati, spiegheremmo perché non ha senso dire: “La metà dei vaccinati è infetta”, visto che la verità sarebbe “La metà degli infetti è vaccinata”. Ma d’altra parte, la questione dei numeri assoluti torna in continuazione: il prof. Alfredo Marzocchi, dell’Università Cattolica di Brescia, sottolinea (sempre su Facebook) un altro errore, riguardante le Olimpiadi, ovvero: «Los Angeles 1932, 346 medaglie attribuite, 36 per l'Italia; Roma 1960, 461 medaglie attribuite, 36 per l’Italia; Tokyo 2020, ad oggi 566 medaglie attribuite, 36 per l’Italia. Ma voi ci vedete un record?». Il problema, in realtà, non è così semplice: «si potrebbe dividere il numero di medaglie vinte per il numero di medaglie effettivamente conseguibili», oppure bisognerebbe «contare quanti stati hanno partecipato... sono molti di più, ora. Di certo è difficile confrontare edizioni così distanti fra loro nel tempo...», come sottolinea Alberto Saracco, dell’Università degli Studi di Parma. Insomma, anche in questo caso, il problema non è semplice come lo mostrano alcuni giornalisti.
Matematica alle Olimpiadi
Mentre le Olimpiadi sono ancora in corso e continuano a regalarci tante emozioni, la matematica (onnipresente) si fa sentire anche nello sport. Cominciamo con Anna Kiesenhofer, medaglia d’oro nel ciclismo su strada: non solo campionessa austriaca di ciclismo ma anche docente all’EPFL di Lausanna nel gruppo di equazioni alle derivate parziali. Nel suo post, MaddMaths! sottolinea l’attualità del detto «Mens sana in corpore sano», anche se il resto del mondo tende a vedere i matematici «come nerd imbranatissimi del tutto incapaci di qualsiasi tipo di attività fisica».
Gabby Thomas, laureata in neurobiologia ad Harvard e impegnata in un Master in Epidemiologia all’Università di Austin in Texas, ai giochi di Tokyo ha vinto la medaglia di bronzo nei 200 metri. Repubblica, nel raccontarci la sua storia, la definisce «La scienziata più veloce del pianeta, in grado di predire distribuzione e frequenza delle malattie». Nella sua storia anche una diagnosi di tumore al fegato, fortunatamente benigno, che ha in qualche modo reso più difficile il suo percorso verso la medaglia. Repubblica ci ricorda anche Daniele Garozzo, campione olimpico a Rio 2016 e argento a Tokyo nel fioretto, che è laureando in medicina all’Università degli Studi di Roma Tor Vergata.
Pare che Alan Turing abbia lasciato dietro di sé un grande esempio, se consideriamo la sua quasi qualificazione alle Olimpiadi del 1948: «pur 35enne, ottenne il quinto posto nella maratona per la pre-qualificazione olimpica del 1947; purtroppo alla fine dell’anno un infortunio a una gamba, costringendolo a un lungo stop, non gli permise di gareggiare ulteriormente per cercare di ottenere un posto nella squadra olimpica inglese.» (dal sito MaddMaths!)
Parlando di Olimpiadi, non possiamo dimenticare la competizione matematica: nei giorni scorsi si è tenuta la sessantaduesima Olimpiade Internazionale di Matematica e Luigi Amedeo Bianchi dalle pagine di MaddMaths! ci comunica i nomi dei nostri migliori atleti. Matteo Poletto ha vinto la medaglia d’oro, ottenendo il decimo posto assoluto su 619 concorrenti, mentre Matteo Damiano, Massimiliano Foschi e Romeo Passaro hanno ottenuto la medaglia d'argento, mancando di poco quella più preziosa, come pure Tommaso Lunghi, e Davide Pierrat ha ottenuto quella di bronzo. «Con sei medaglie su sei componenti, la squadra italiana arriva a un ottimo settimo posto assoluto su 107 squadre partecipanti, a pari merito con Israele e alle spalle di quelle squadre che sono habitué dell’alta classifica: Cina, Russia, Corea del Sud, Stati Uniti, Canada e Ucraina.»
Non solo video…
«Chi è più forte: Messi, Ibrahimovic o Mbappè? Cos’è più pericoloso la Lotteria Italia, un Gratta & Vinci o una slot? Cosa rende un gioco più pericoloso di un altro? E cosa c’entra PES? Ma soprattutto, come si pronuncia Mbappè?» Come è tipico del canale Taxi1729, la presentazione è particolarmente simpatica e coinvolgente e soprattutto istruttiva, visto che si parla di probabilità e gioco d’azzardo: se avete 5 minuti, val davvero la pena dare un’occhiata!
Consigli di lettura
Troppo belle per il Nobel di Nicolas Witkowski è una rassegna di donne che, attraverso i secoli, hanno ottenuto risultati interessanti, in genere in campo scientifico, ma sono state dimenticate. La rassegna si avventura lontano dai soliti sentieri battuti e, nella lettura, siamo accompagnati da un umorismo sottile e denso di ironia, che ci permette di gustarci la carrellata con una certa leggerezza, mentre continui richiami collegano tra loro i singoli capitoli. È un libro sicuramente da leggere e da tenere nella propria libreria per rileggerne ogni tanto dei passi, considerando che per scrivere il libro Witkowski ha dovuto «procedere a indagini delicate, rimbalzando da una biografia tronca a una nota a piè di pagina criptata» e soprattutto rimuovere dal quadro generale «la polvere di sufficienza maschile depositata dai secoli».
Lo spettacolo della fisica e Fisica sognante sono entrambi stati scritti da Federico Benuzzi, che sul proprio blog si definisce «professore, conferenziere, presentatore, giocoliere, attore…». Entrambi i libri sono alla portata di tutti, ma mentre il secondo è soprattutto una riflessione sul proprio percorso, sia come insegnante che come giocoliere, Lo spettacolo della fisica è più maturo e si coglie tutta l’esperienza costruita nell’ambito della divulgazione. Federico Benuzzi ha avuto occasione di parlare del proprio lavoro facendo un breve intervento a UnoMattina su Rai1.
Interessanti consigli di lettura provengono anche da MaddMaths!, dove lo staff e i collaboratori hanno condiviso i propri «consigli sui più interessanti libri a tema matematico da leggere». Ce ne sono per tutti i gusti e per tutte le età, a partire dal grande classico Mago dei numeri.
Yuliya Nesterova, studente all’Università di Ottawa in Canada, ha proposto il tema per l’International Day of Mathematics edizione 2022: Mathematics Unites. La spiegazione è bellissima: «La matematica unisce, per segnalare che è un linguaggio comune che abbiamo tutti e un tema comune con il quale incontrarsi.»
Buona matematica! Ci sentiamo tra TRE settimane!
Daniela
PS: La fotografia allegata è stata scattata durante una visita al Castello di Issogne, in Val d’Aosta. Pare che i graffiti andassero molto di moda nei secoli scorsi, ma con un significato più positivo di quello che gli attribuiamo oggi: quelli della foto sono graffiti matematici, probabilmente frutto di una lezione.