A che cosa serve la matematica?
Come cerchi che si allargano sulla superficie di uno stagno, i miei incontri con la matematica hanno un raggio d’azione sempre più ampio, permettendomi di raggiungere mete inaspettate. Recentemente ho deciso di aprire un profilo Instagram, _amolamatematica_, per allargare ulteriormente la mia rete di contatti matematici. In questo modo, sono approdata a un video di Neil deGrasse Tyson, uno stralcio di un’intervista, durante la quale l’astrofisico punta a sfatare il mito di un’educazione inutile: spesso gli studenti domandano, non senza vena polemica, dove potrebbero trovare alcuni contenuti matematici oggetti di studio nella loro vita futura e, posto che nessuno vi chiederà di risolvere un’equazione di secondo grado al momento di pagare alla cassa del supermercato, è vero però che la soluzione dei problemi ad essa legati ha lasciato una traccia nel nostro cervello, e quel ragionamento, quel metodo, quella strategia che abbiamo sviluppato per risolvere il problema avrà un’importanza fondamentale in altri aspetti della nostra vita («the act of learning how to do the math establishes a new kind of brain wiring in your mind»). Altrettanto affascinante è lo short di Ilaria Fanelli, che riporta una citazione di Agnes Heller, saggista e filosofa ungherese, che sottolinea l’importanza di studiare proprio «tutto quello che è inutile nella vita», per ritrovarsi a 18 anni con «un bagaglio di sapere inutile con cui si può fare tutto».
Matematica inaspettata!
Mentre perdo tempo su Facebook, mi imbatto spesso negli articoli del “Commesso perplesso”, dove si può trovare una raccolta di aneddoti che hanno per protagonisti dei clienti. Il caso 1651 è ambientato in pasticceria e nasconde, tra le righe, una piccola (e inaspettata) chicca matematica: «per chi non lo sapesse, a parità di peso una torta rotonda è più ingombrante di una rettangolare». Anche Ilaria Fanelli propone qualcosa che sembrerebbe non avere nulla a che fare con la matematica: la bicicletta! Dopo alcune considerazioni geometriche sul design della bicicletta, Ilaria ci parla della cicloide, in un racconto particolarmente coinvolgente. Da una curva geometrica all’altra, approdiamo alla suggestiva spirale dell’apprendimento di Sofia Sabatti, docente di scuola media: la fotografia mostra una scala a chiocciola fotografata dall’alto e rimanda l’idea che, mentre in una proiezione sulla base orizzontale della scala sembra che ognuno di noi percorra circonferenze, tornando in continuazione sui propri passi, in realtà, cambiando la quota (grazie all’alzata del singolo scalino), rivisita le stesse proiezioni con un’altezza diversa, ovvero, fuor di metafora, rivede gli stessi contenuti matematici ma con un grado di consapevolezza diverso.
Matematica e oltre
Ho cominciato a lavorare sul calcolo delle probabilità con la mia seconda ed i video di Taxi1729 coinvolgono molto i ragazzi, oltre a essere una vera fonte di ispirazione per me. In questo video, Diego Rizzuto e Paolo Canova sono protagonisti di una serie di interviste per le vie di Torino, durante le quali propongono ai passanti il gioco delle tre porte, noto come Problema di Monty Hall. Oltre alla spiegazione del gioco, protagonista del video è lo status quo bias: anche di fronte alla dimostrazione matematica di come sia più conveniente, dal punto di vista probabilistico, cambiare scelta, la maggior parte delle persone sceglie di non cambiare, perché la paura del rimorso è così grande da spingerci a mantenere lo status quo.
Math attack
Su Instagram mi sono imbattuta nel profilo Math attack, dietro al quale lavorano Lucia Montanari, Giacomo Matzeu e Fabio Bernabei: i tre condividono notizie e curiosità riguardanti la storia della matematica, in modo molto coinvolgente. Dopo un anno di lavoro sui social, hanno deciso di aprire anche un canale YouTube e hanno esordito con un vero Math Attack (che ricorda un po’ gli attacchi d’arte di Giovanni Muciaccia, solo che hanno per oggetto la matematica) parlando del calcolo letterale. A breve i ragazzi di terza media cominceranno il loro percorso con l’algebra e Math attack non poteva trovare un modo migliore per motivarli, raccontando la rivoluzione che ha portato all’ingresso delle lettere nel mondo dei numeri, e permettendo ai matematici di dire molte cose con una sola formula.
Concreto vs astratto
Nel settembre scorso la Fondazione Rocca ha presentato il rapporto Scuola, i numeri da cambiare – L’Italia nel confronto internazionale e a fine novembre il Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha focalizzato la sua attenzione, a distanza di un solo mese dal suo giuramento, sull’insegnamento della matematica: Cambiare l’insegnamento della matematica, è troppo astratto, ha titolato la Tecnica della Scuola. Emilia Margoni, fisica di formazione ma con una laurea magistrale in filosofia e ora impegnata nello studio della gravità quantistica, sostiene che sia una falsa opposizione quella fra astratto e concreto, che di fatto costituiscono due facce di una stessa medaglia. Invita a «creare intersezioni tra saperi anziché racchiuderli in perimetri angusti», auspicando una contaminazione che possa giovare all’immaginazione, stimolando le capacità del singolo a risolvere problemi. Enrico Bucci, professore aggiunto alla Temple University di Philadelphia presso il dipartimento di Biotecnologie e consulente per l’integrità scientifica, dalle pagine del Foglio si domanda perché la matematica sia così irragionevolmente efficace e comincia il percorso citando una frase di Einstein: «Come può essere che la matematica, che è dopotutto un prodotto del pensiero umano indipendente dall’esperienza, sia così mirabilmente appropriata a descrivere oggetti della realtà?» Bucci fa sua questa domanda e si addentra nell’ambito della comunicazione, ritenendo la matematica estremamente utile a ridurre l’ambiguità, mentre la matematizzazione dei problemi contribuisce a «rivelare uno scheletro nascosto di relazioni concettuali che collega le proprietà osservabili dell’universo». In altre parole: «non è l’universo a essere irragionevolmente matematico, ma la nostra ragione ad essere matematica, e dunque universale». Partendo dalla domanda rivoltagli da una studentessa tra il pubblico, ovvero se la matematica venga scoperta o inventata, anche Federico Benuzzi parte da Einstein e porta il discorso su un altro piano, descrivendo i “protagonisti” della formula di Eulero, ma ripercorrendo parte del discorso già fatto da Emilia Margoni e Enrico Bucci. La domanda rivolta a Benuzzi è l’effetto di un coinvolgimento attivo, che impedisce agli studenti di essere spettatori passivi (e se avete assistito a uno degli spettacoli di Federico sapete che non si può restare passivi), ma «attori partecipi del processo di apprendimento». Quelle tra virgolette sono le parole di Paola Morando, Professore Associato di Fisica Matematica presso l’Università degli Studi di Milano, che propone attività ludiche che aiutino a fare propri alcuni contenuti matematici con più leggerezza.
Passione matematica
Fabio Quartieri, studente di matematica all’Università di Bologna, continua la sua avventura della serie di podcast Le Maschere del Carnevale Matematico, cercando di scoprire perché i protagonisti di questa puntata ritengano l’attività di divulgazione così importante, cosa li abbia portati a intraprendere questa strada e come agiscano. I protagonisti sono stati più volte citati in questa newsletter: sono Ilaria Fanelli del canale YouTube IlariaF Math, e Davide Calza e Riccardo Moschetti del MATH-segnale. Mentre li ascoltiamo, possiamo toccare con mano la loro passione, che li porta a spendere un sacco di tempo nella realizzazione di filmati interessanti, coinvolgenti, unici. Il loro obiettivo è quello di riuscire a far amare in qualche modo questa disciplina, spesso percepita come difficile (per usare un eufemismo!).
La matematica che sfida! Matematica: che sfida!
La matematica è una sfida contro sé stessi e Davide e Riccardo lo sanno bene, per questo negli short pubblicati su YouTube propongono spesso alcuni giochi interessanti: Il prezzo misterioso ci permette di andare fuori dagli schemi, proponendo un ragionamento che dimostra come spesso ci poniamo dei vincoli inesistenti oppure ignoriamo alcuni dettagli, proprio quelli che nascondono la soluzione. A che ora siamo partiti?, invece, ci permette di ragionare sulle proporzioni o di usare le equazioni ed è un problema spendibile anche in classe. Altrettanto utile in classe, soprattutto se state facendo i radicali, è il quesito posto da Gaetano Di Caprio e riguardante le potenze di irrazionali.
Matematica da leggere
La matematica serve a intrattenerci, magari con la lettura. Non posso che cominciare da chi diceva che il libro della natura era scritto in caratteri matematici, ovvero dal libro a lui dedicato Galileo era un figo, appartiene alla collana sui “fighi” della prof. Annalisa Strada. Arricchita dalle illustrazioni di Tommaso Ronda, la narrazione si sviluppa con scioltezza e semplicità, intervallata da piccoli box di approfondimento. Tau topologo è opera di Franco Ghione ed è solo apparentemente una storia per i bambini: è di fatto un racconto che ha molto da dire anche agli adulti e che può essere fonte di ispirazione per provare a comunicare la topologia. Le 7 misure del mondo ci permette di seguire il percorso storico della fisica: Piero Martin ci racconta le sette unità di misura fondamentali del Sistema Internazionale, dedicando un capitolo ad ogni misura. Tra una pagina e l’altra, si percepiscono la passione e l’entusiasmo dell’autore, che ribadisce l’importanza della conoscenza, non solo per sé stessi, ma anche per poter operare scelte consapevoli e responsabili. L’ultimo consiglio di lettura è più di una lettura, è quasi un’avventura all’interno della teoria dei numeri e del linguaggio di programmazione: la miniserie di Alessandro Zaccagnini Spirali e tartarughe. Docente all’Università di Parma, Zaccagnini ci permette di avvicinarci alla congettura di Patterson e al concetto di somme esponenziali, onnipresenti nella teoria dei numeri, guidandoci in un percorso di difficoltà crescente e usando il linguaggio di programmazione Logo, inventato a fine anni Sessanta a scopo didattico.
Buona matematica! Ci sentiamo tra TRE settimane!
Daniela