Domenica, 29 Dicembre 2024 17:27

232 - 29 dicembre 2024

Il 2024 di Amo La Matematica
Ho deciso di ripercorrere il mio 2024 attraverso gli articoli che ho condiviso sul sito, proprio alla vigilia dei grandi cambiamenti che lo interesseranno a breve (è in corso un piccolo restyling). Il primo articolo è stato scritto per partecipare al Carnevale della matematica di gennaio, a tema matematica bisestile e si intitola Saltando da un pensiero all’altro: è stata l’occasione per esplorare nuovi ambiti, attraverso letture interessanti. A febbraio, la protagonista è stata l’educazione civica: tutto è cominciato con l’indagine statistica svolta con la mia terza, per valutare il ruolo della matematica nel mondo professionale, visto che troppo spesso si sente dire che l’unica matematica che serve nella vita è quella che si è imparata ala primaria. Con la seconda, invece, si è parlato di calcolo delle probabilità e, in particolare, dell’azzardopatia. Marzo ha visto l’ennesima partecipazione al Carnevale con una celebrazione di pi greco, che è rimasto in qualche modo impigliato nelle maglie di Geogebra. Ad aprile non c’è stata solo la riflessione a tutto tondo su cosa abbia significato (e cosa significhi) per me studiare matematica, intitolata Inesauribile caparbietà e in tema con il Carnevale del mese, ma anche e soprattutto un po’ di turismo matematico, vista la visita di istruzione a Padova e la gita a Trieste. A maggio ho ospitato l’edizione #178 del Carnevale, dedicandola alle donne nella matematica visto che dal 2019 il 12 maggio si celebra la giornata internazionale delle donne nella matematica e ne ho approfittato per condividere il video da poco realizzato su Sophie Germain. Dopo l’edizione del Carnevale dedicata alla matematica estiva, grazie alla quale ho avuto modo di ripercorrere le mie estati matematiche (spesso dedicate allo studio dei temi dell’imminente edizione di BergamoScienza), giugno è stato all’insegna dell’Esame di Stato, che anche nel 2024 ho avuto modo di vivere come commissario esterno nominato per matematica e informatica in un liceo linguistico, attraverso i quattro articoli L’esame che farei, L’esame che vorrei, L’esame che amerei e L’esame che… sorprende, dove ho proposto una serie di argomenti solo apparentemente estranei alla matematica. A settembre, ho ospitato di nuovo il Carnevale, proponendo il tema matematica e sport, e scrivendo un articolo nel quale le riflessioni generate dalle olimpiadi estive si sono mescolate con quelle didattiche. Ottobre è stato dominato dalla partecipazione al Festival di BergamoScienza, che ha avuto la prospettiva come tema centrale per il Liceo Celeri, e ha trovato la sua conclusione con la conferenza-spettacolo Punti di vista. Novembre ha offerto un’ulteriore occasione di riflessione sulla didattica con la partecipazione al Carnevale, a tema matematica e futuro. Verso la fine di novembre, ho scritto un articolo su origami e goniometria, dopo aver seguito i suggerimenti di Sonia Spreafico, autrice con Emma Frigerio del libro Ed ora, origami: ho cominciato realizzando un goniometro, con la mia quarta, e abbiamo poi avuto occasione di trovare praticamente le funzioni goniometriche degli angoli fondamentali. Per quanto dicembre non abbia visto nuovi articoli sul sito, ci sono stati un paio di incontri online, chiamati Shottini matematici, durante i quali Sonia Spreafico e Paola Morando (Giochiepieghe su Instagram) hanno guidato gli insegnanti, dalla primaria alla secondaria di secondo grado, perché esplorassero la matematica con origami e giochi, da proporre agli alunni. L’entusiasmo di Marco Reho, docente della secondaria di primo grado e noto sui social come unmatematicoinclasse, ha fatto da collante a questa bellissima esperienza, occasione di confronto e di crescita per tutti i docenti che si sono lasciati coinvolgere. 

Il 2024 per la matematica
Di ben altro spessore è il racconto del 2024 fatto da MaddMaths! con il quale si esplorano Alcuni notevoli risultati matematici del 2024. Districandoci tra algebra, geometria, topologia, intelligenza artificiale e dinamica dei fluidi, troviamo dimostrazioni e confutazioni di congetture, mentre pare di essere «solo agli inizi di un’era di collaborazione tra Intelligenza Artificiale e comunità matematica, anche secondo l’opinione del grande matematico Terence Tao». Passando attraverso i progressi significativi della «regina per definizione della matematica», la teoria dei numeri, con «una nuova stima sul numero di possibili eccezioni all’ipotesi di Riemann», l’articolo si conclude con la dinamica dei fluidi, e quando si parla delle equazioni di Navier-Stokes tutto si fa improvvisamente molto difficile. Seguendo i link proposti, c’è modo di rendersi conto di come la matematica sia sempre in movimento, e forse proprio per questo può essere utile iscriversi all’Associazione MaddMaths!, per sostenere la divulgazione e avere l’occasione, partecipando alle assemblee, di ascoltare il confronto di matematici, accademici e divulgatori. (Link per associarsi come individui, link per associarsi come organizzazione). 

In bilico tra passato e futuro
Sul mio feed di Instagram mi sono imbattuta in una riflessione di Adam Grant, psicologo dell’Università della Pennsylvania, nella quale proponeva una sorta di sintesi di un articolo comparso sul New York Times lo scorso 26 dicembre e intitolato Non ottieni una A per l’impegno. L’esordio è abbastanza amaro: «Dopo 20 anni di insegnamento, pensavo di aver sentito ogni tipo di protesta da parte di studenti che volevano un voto migliore. Ma di recente, al termine di un corso di una settimana con un carico di lavoro leggero, diversi studenti hanno avuto una nuova lamentela: “Il mio voto non rispecchia l’impegno che ho messo in questo corso”.» La “Growth Mindset” (la mentalità di crescita) di Carol Dweck, che evidenzia come il nostro cervello non sia statico, ma in continua evoluzione e che per questo sia meglio lodare l’impegno e la perseveranza invece della bravura, è, secondo Adam Grant, l’origine del problema. Se è vero che le abilità sono malleabili e se è vero che il successo viene raggiunto con il duro lavoro, questo non è però una garanzia di successo: Adam Grant ribadisce che ciò che lo preoccupa di più è che non si può dare valore alla perseveranza più che a qualsiasi altra cosa, perché questo potrebbe spingere le persone a mantenere delle cattive strategie, invece di svilupparne di nuove o di cambiare percorso. D’altra parte, alle Olimpiadi vengono premiati gli atleti che ottengono dei risultati, non quelli che si allenano di più. Mi è parso curioso che, a distanza di poche ore, sul mio feed di Facebook sia comparso un articolo condiviso da Sandra Lucente, docente di analisi all’Università di Bari: si parla di Ennio De Giorgi, che viene descritto come una «colonna portante della matematica del secolo scorso, [che] tracciò, con le sue intuizioni, sentieri che ancora illuminano il cammino di tanti ricercatori.» L’articolo si apre con la pagella dell’ultimo anno di liceo del grande matematico e le sue insufficienze sono per me il collegamento al breve video di Federico Benuzzi, nel quale il divulgatore si interroga, riprendendo un video presente in rete, sul perché la scuola non insegni a… Ascoltando le critiche che vengono spesso sollevate contro la scuola, si ha l’impressione che a scuola non si insegni ciò che può essere realmente utile (e forse necessario?) nella vita reale. La riflessione di Federico, come sempre, è ricca e profonda, ma io mi soffermo sulla sua chiusura, che mi ha riportato a una delle mie ultime letture, il libro di Piero Angela La meraviglia del tutto, dove, all’affermazione di Massimo Polidoro «studiare e continuare a coltivare la propria formazione permette di acquisire qualcosa di ancora più importante» risponde: «Come ha detto qualcuno una volta, paradossalmente, la cultura è ciò che rimane quando si è dimenticato tutto quello che si è imparato. E in certo senso è vero. Perché alla fine rimane l’essenziale. Cioè il quadro di riferimento, le grandi linee di forza, il modo in cui le cose si muovono ed evolvono.» In altre parole, le fondamenta che ci regala la scuola, indipendentemente dalle pagelle belle o brutte. 

Auguri per il 2025
Gli auguri migliori per il 2025 sono quelli del canale Math Visual Proof, che non solo ricorda che 2025 è il quadrato della somma dei primi 9 numeri naturali e la somma dei cubi degli stessi 9 numeri, ma dimostra questa uguaglianza attraverso la grafica e l’induzione. (L’immagine che accompagna questa newsletter è proprio la copertina del video). Questa doveva essere la conclusione della newsletter, ma come docente di matematica e come appassionata non posso non affidare i miei auguri alla bellissima chiacchierata, in occasione di TEDxCoriano, di Gigliola Staffilani, intitolata Esiste una formula per il successo personale? La celebre matematica racconta con trasporto ed emozione la sua storia, ricca di passione e difficoltà, elencando le cinque caratteristiche che le hanno permesso di raggiungere il successo. A partire dalla prematura scomparsa del padre e districandosi tra le difficoltà economiche, Gigliola Staffilani ha continuato a studiare grazie anche ad alcune coincidenze favorevoli, che le hanno permesso di approdare al MIT. Quando si osserva, dall’esterno, il successo delle altre persone, si tende a vedere solo la punta dell’iceberg, dimenticando la loro resilienza, il duro lavoro e la passione, ponendo l’accento solo sugli eventi fortunati. Questa chiacchierata permette di rimettere tutto in prospettiva e di dare nuovo spessore anche a quanto discusso da Adam Grant nel suo articolo. 

Buona matematica, buon cammino e buon anno!

Ci sentiamo tra DUE settimane, perché con il 2025 la newsletter avrà una maggior frequenza (ma sarà più breve…)!

Daniela

Letto 142 volte Ultima modifica il Domenica, 29 Dicembre 2024 19:26
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