L’inizio di questa Newsletter non può che essere dedicato alla prova di matematica della maturità scientifica, che si è svolta il 23 giugno scorso. Secondo Wired, o meglio secondo un docente di matematica di un liceo, la prova “è stata di media difficoltà, ma non proprio di immediata risoluzione”. Il primo problema aveva come argomento la modellizzazione e trattava di un serbatoio per il gasolio per il riscaldamento di un condominio: il fatto che si chiedesse di scegliere tra tre funzioni rendeva il problema “abbastanza gestibile anche se non semplicissimo”. Il secondo problema, più lungo, era più standard e quindi, forse proprio per questo motivo, è stato affrontato dalla maggior parte degli studenti. Una seconda riflessione ci viene offerta da un papà, (il papà è Stefano Marcellini, un ricercatore nel campo della fisica delle particelle elementari) che ha provato a fare il compito “cercando di immedesimarsi nei pensieri dello studente medio”. E la prima riflessione è proprio sullo studente medio: “mi sono reso conto dello scollamento che esiste tra quelli del Miur che preparano le prove di esame, e la scuola reale. E siccome il Miur dovrebbe essere la scuola, questo potrebbe rappresentare un problema.” La seconda riflessione riguarda la necessità di riconoscere un’utilità alla matematica: “Si può fare matematica anche chiudendosi dentro un bunker e privandosi di qualunque contatto sensoriale col mondo, e anzi, il bello della matematica è proprio questo. È il trionfo della logica e del ragionamento, e la sua bellezza non risiede nell’applicazione pratica.” La modellizzazione della matematica suscita sempre questo genere di reazioni, per lo meno la modellizzazione che viene proposta dal ministero durante la prova. Pare che Marcellini si sia davvero lasciato prendere la mano nel commento: “se proprio volete contestualizzare i problemi di analisi matematica, date problemi che abbiano un senso, oppure – molto meglio – lasciate perdere la contestualizzazione e date problemi di analisi matematica e basta…” Importante infine la distinzione tra ragionamento e automatismi: un interrogativo che dobbiamo porci in tanti.
Ha preceduto di poco la prova di maturità l’articolo del “Sole24ore” secondo il quale, dallo studio Ocse sulla matematica, emerge che “gli alunni italiani conoscono l’algebra ma fanno fatica ad applicarla alla realtà quotidiana”. “Rispetto alle conoscenze di algebra, l’Italia risulta leggermente sopra la media Ocse in fatto di familiarità con concetti di geometria e algebra, attestandosi attorno al livello 2 su 4. Ma i nostri ragazzi hanno difficoltà ad applicare alla realtà che li circonda quanto hanno appreso”. In altre parole, secondo gli analisti la matematica pura non basta. Un binomio, per certi aspetti, vecchio, se si considera anche il libro di Godfrey Hardy Apologia di un matematico.
In ogni caso, per chi quest’anno ha dovuto scontrarsi con la prova di matematica dell’esame di maturità, ecco le soluzioni di Redooc, disponibili già dal giorno della prova e svolte con grande accuratezza. Anche perché non è detto che, pur avendo scelto il liceo scientifico, la matematica sia facile. Personaggi come Luis Esquivel, in effetti, sono più unici che rari. E chi è Luis? “Gioca con le radici quadrate, recita la tavola periodica invece delle filastrocche, riesce a leggere con naturalezza numeri a dodici cifre e conosce il numero atomico dell’ossigeno e dell’idrogeno”. E ha solo cinque anni! Il suo passatempo preferito però è il “doubling”, ovvero il raddoppio: gli si dice un numero a caso e lui continua a raddoppiarlo. Il bambino è originario delle Hawaii ed è stato recentemente in Italia per partecipare a un gioco matematico organizzato da Original Marines a Firenze. Forse è vero, come l’ultimo studio condotto dai ricercatori del King’s College, che “il talento per i numeri è scritto nei cromosomi”. Pare che il DNA giochi un ruolo di primo piano per matematica, fisica e lingue straniere, mentre ha un effetto più blando su storia e altre materie umanistiche. Eppure continuo a restare convinta, come qualche anno fa, che scegliere di dare la “colpa” al DNA possa in qualche modo diventare un’ottima scusa per non applicarsi. Anche il genio matematico non può fare a meno della fatica, come è ben evidenziato dalla storia di Srinivasa Ramanujan visibile sul grande schermo dai primi di giugno. Nel film viene evidenziata molto bene l’importanza della dimostrazione, il “concetto matematico di cui non potremmo fare a meno”, come ci racconta Luca Granieri sul blog di Maddmaths. È simpatico l’excursus tra i diversi tipi di dimostrazione, fino ad arrivare alla dimostrazione più rigorosa possibile, quella matematica: “il vero matematico non è contento finché l’enunciato non è stato dimostrato in ogni suo elemento, con stretto rigore logico e la massima chiarezza. Questa ossessione ha i suoi buoni motivi. Una dimostrazione è la garanzia inossidabile della validità di un’idea. Non c’è massa di prove che potrebbe sostituirla.” Le parole non sono di Granieri, ma di Ian Stewart, dal libro “Com’è bella la matematica”. La cosa interessante è che nel corso del post si ritorna sul concetto di utilità, citando sempre Stewart: “Le persone che amano svolgere un’attività raramente si domandano se ne vale la pena; la amano e basta. Quando uno studente si domanda perché abbiamo bisogno delle dimostrazioni, forse ha qualche difficoltà a capirle, o a costruirne per conto suo.”
Non si può non accennare a Nettie Stevens, la scopritrice dei cromosomi sessuali alla quale Google ha dedicato il Doodle di ieri: in questo modo, Google ha celebrato i 155 anni dalla nascita della scienziata. La Stevens fece la scoperta indipendentemente dallo zoologo e genetista Edmund Beecher Wilson. “Negli anni precedenti la morte, Stevens continuò i suoi studi sugli insetti, occupandosi anche del moscerino della frutta”. Fu proprio lo studio di questo insetto che valse a Thomas Morgan, che era stato suo docente, il premio Nobel del 1933.
Per concludere in leggerezza, visto che siamo in estate, non può mancare la rubrica sul sesso… e quindi ecco la chiacchierata di Clio Cresswell realizzata un paio d’anni fa per Ted (qui potete trovare la trascrizione). La Cresswell è membro dell’Applied Mathematics Research Group di Sydney ed è anche l’autrice del libro Matematica e Sesso (2008). La chiacchierata comincia con due equazioni, ma si snoda in modo divertente raccontandoci il senso della matematica e come opera, in particolare in psicologia, sociologia, antropologia e biologia. La Cresswell è realmente convinta che le equazioni siano bellissime, visto che a più riprese le definisce “sexy” e si dice convinta che gli ascoltatori non possano che essere d’accordo. Fa un’importante riflessione sul calcolo della media e la presunta incapacità degli uomini di dire la verità, ma la cosa più divertente è l’equazione che rappresenta la produzione ormonale degli uomini e delle donne: se pensate che le donne siano più complicate degli uomini, forse dopo aver ascoltato la chiacchierata, cambierete idea!
Vi siete mai domandati cosa succederebbe a bere un bicchiere d’acqua mentre siete su un aereo tipo Top Gun a testa in giù? E come potete far implodere una cisterna di un treno solo con la potenza del vuoto? Ultimo video: cerchi o quadrati? Insomma, se li guardiamo al di qua dello specchio, sembrano quadrati, ma lo specchio ci fa vedere dei cerchi… chi ha ragione?
Per finire, potreste approfittare dell’estate per mettervi alla prova con qualche quesito matematico: avete un’ora per rispondere alle 10 domande ed è vietato l’uso della calcolatrice… buon divertimento!
Buona matematica! Ci sentiamo tra TRE settimane!
Daniela