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Il 21 giugno scorso si è svolta la seconda prova scritta dell’Esame di Stato e non sono certo mancati i commenti in rete. Direi di procedere in ordine di tempo: comincerei con il commento sul Fatto Quotidiano di Massimo Ferri, docente di geometria all’Università di Bologna, che ha definito la prova di matematica allo scientifico come la «solita spacconata del Miur». La sua affermazione, come spiega poi nei commenti, è frutto dei risultati che (non) raccoglie alla facoltà di ingegneria: «Se si rincorrono cose “difficili” è più probabile che non si sappiano le cose “facili”, molto semplice. Poi però sono io, all'università, a dover verificare. Ripeto ancora una volta: a che serve che sappiano trovare quella sfera tangente se poi non sanno riconoscere x^2+y^2=1 nello spazio? Non sarebbe meglio verificare questo e i polinomi e le disequazioni al liceo??». Per capire meglio il suo punto di vista, invita i commentatori a leggere i risultati delle prove di ingresso della facoltà di ingegneria del 2008/2009/2010. Al secondo posto, il commento, interessante come sempre, del prof. Luigi Tomasi, che fornisce delle soluzioni anche molto dettagliate. Anche per lui, come per Ferri, «si dovrebbero fare richieste più semplici e fondamentali; anche quest’anno, invece,…
«La struttura alare del calabrone, in relazione al suo peso, non è adatta al volo, ma lui non lo sa e vola lo stesso»: questa frase piena di speranza, spesso attribuita erroneamente a Einstein, e che sicuramente è capitato a molti di noi di condividere con i nostri contatti, non è vera. Esattamente come la convinzione che la Grande Muraglia sia visibile dalla Luna, mentre non è visibile nemmeno per gli astronauti della Stazione Spaziale Internazionale, o che vaccini e autismo siano correlati… Wired presenta una galleria di 50 fotografie, accompagnate da brevi didascalie, elencando alcune teorie scientifiche ormai superate: alcune sono state un passo necessario, un aiuto per superare superstizioni o false credenze, altre forse non ancora archiviate. Proseguo in leggerezza, visto che siamo all’inizio delle vacanze estive, proponendo alcune letture matematiche, che magari possono accompagnarvi sotto l’ombrellone: l’elenco, un po’ ristretto, è di Chiara Burberi di Redooc, ma se volete la versione completa ed estesa, non vi resta che aggiungere alla lista di libri da leggere per l’estate il bellissimo «Le ragazze con il pallino per la matematica». «C’è ancora spazio per la Matematica nel terzo millennio? Il dubbio effettivamente può sorgere… La Matematica è la più antica…
Perché insegniamo matematica? Paul Ernest, professore emerito di filosofia della didattica della matematica alla University of Exeter, propone tre motivazioni principali, ma pare che le attuali riforme pongano l’accento soprattutto sull’utilità/necessità della matematica, per la carriera lavorativa ma anche per la difesa nazionale o per gestire l’economia. In un documento del 2000, «il NCTM (National Council of Teachers of Mathematics) afferma in modo netto che gli studenti hanno bisogno di apprendere la Matematica, e per estensione noi di insegnarla, per motivi che vanno oltre, ma comprendono, “la Matematica necessaria”.» La matematica può servire per la vita, perché conoscerla può «dare soddisfazione personale e un senso di sicurezza», la matematica è parte del patrimonio culturale, serve per il lavoro e per la comunità scientifica e tecnologica. Indipendentemente dalle riflessioni riportate nell’articolo, io ho scelto di insegnare matematica, perché la matematica mi ha sempre rilassato: per me svolgere i temi esame della maturità quando frequentavo la quinta liceo scientifico era rilassante come fare le parole crociate. La scoperta dell’ulteriore bellezza e profondità della matematica è arrivata dopo, non all’università – dove la matematica è stata essenzialmente fatica – ma con l’insegnamento e approfondendo la bellissima cultura che la matematica porta con sé.…
«Vita quotidiana degli insegnanti contro stereotipi e pregiudizi sulla matematica»: un articolo interessante, che ho condiviso anche sulla mia bacheca Facebook e che ha generato un interessante confronto con uno dei miei insegnanti dell’università. Anch’io, come la protagonista, Claudia, ho incontrato la disequazione citata, ma l’ho sempre considerata figlia della fretta, visto che non è un errore che gli alunni fanno all’inizio del percorso. Per quanto riguarda l’insofferenza per la matematica, invece, da quanto ho avuto modo di capire, parlando con gli alunni, essa nasce sui banchi di scuola ed è in genere legata a un’emozione negativa. Perché la matematica, a differenza di altre discipline scolastiche, ci tocca nell’emotività e ci porta a pensare di non essere all’altezza: credo sia questo che viene rifiutato quando ci si “vanta” di non saperne nulla. Un po’ come quando si nega di esser mai stati innamorati di una ex. Come insegnante, a volte è più facile addestrare i propri alunni ad imparare certe tecniche di calcolo, piuttosto che guidarli a capire, a conquistare una visione d’insieme, che permetta di cogliere la bellezza nascosta di questa disciplina. D’altra parte, ciò che si odia veramente della matematica è la fatica, quella stessa fatica che si…
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