
«Emmy Noether» è stato pubblicato dalla casa editrice Kids Can Press nel 2020 e il sottotitolo chiarisce il tema: «La più importante matematica di cui non hai mai sentito parlare». L’autrice è Helaine Becker, della quale, in italiano, troviamo una serie di libretti pubblicati da White Star per scoprire i segreti dello spazio con lo Shuttle Discovery, con il Rover Curiosity, con il razzo Saturn V, con la sonda Voyager e con il modulo lunare Apollo, tutti con un piccolo gadget da realizzare e pensati per i bambini dai 7 anni. Helaine Becker ha scritto anche il libro Counting on Katherine, sulla matematica Katherine Johnson, anche questo disponibile solo in inglese. In effetti, l’autrice ha una grande esperienza come scrittrice di libri per bambini: ne ha scritti più di novanta, alcuni dei quali hanno ricevuto prestigiosi premi. Kari Rust è un’autrice e illustratrice, con un passato nel mondo dell’animazione, e dichiara, nella terza di copertina, di aver considerato seriamente, a un certo punto della sua vita, la carriera in matematica.
La storia di Emmy Noether è raccontata con dovizia di particolari e con grande attenzione ai pregiudizi e agli stereotipi di genere: nel 1882 in Germania, dove Emmy è nata in una famiglia ebrea, dalle ragazze ci si aspettava che fossero carine, gentili e silenziose, che sapessero cucinare e cucire, che si sposassero e avessero bambini, che suonassero il piano, se le famiglie avevano la possibilità, e che non fossero geni. Ma Emmy si mostrò diversa fin da subito, soprattutto perché era super fantastica con gli enigmi e la matematica, anche se pochi lo notavano visto che era una bambina. Le prime due pagine, con i loro due elenchi puntati posti simmetricamente, per sottolinearne le differenze, non sono che l’inizio. Emmy non si distingue solo perché donna: le immagini che la rappresentano fanno trapelare il suo entusiasmo nel parlare di matematica, tanto quanto i commenti e le espressioni degli uomini che la circondano trasudano disapprovazione.
È descritto molto bene anche il suo contributo alla teoria della relatività generale, con una narrazione accompagnata da immagini esplicative ed esempi chiarissimi. Per mostrarci la sua unicità, Helaine Becker dice che Emmy Noether aveva un metodo diverso rispetto ai matematici suoi contemporanei: non cominciava con equazioni e formule, ma puntava al quadro d’insieme. «Per esempio, se Emmy avesse dovuto studiare i calzini, non si sarebbe preoccupata di dettagli come il tipo di filo usato per cucirli. Sarebbe stata molto più interessata a cercare di individuare la “calzinità”, ovvero ciò che rende un calzino un calzino».
A chiudere il racconto c’è un nuovo elenco puntato: i due iniziali riguardavano come le ragazze avrebbero dovuto essere e ciò che invece Emmy era, ma l’ultimo riguarda ciò che la Noether è stata: «una signora rumorosa, una grande amica, super intelligente, inventrice non solo di una ma di due delle più grandi idee che hanno cambiato il modo in cui capiamo l’universo, una importante pensatrice».
Nella sua nota finale, Helaine Becker ci racconta l’importante matematica di Emmy Noether, ci descrive il suo modo originale di fare lezione e la sua fuga in America, fino alla sua eredità: i risultati da lei ottenuti spaziano in molti campi e sono importanti perché hanno permesso non solo di comprendere la struttura fondamentale dell’universo ma anche di sviluppare tecnologie che usiamo tuttora. È stata una pioniera che ha avuto un grande successo, ben al di là delle aspettative di tutti. Finalmente, oggi si sta cominciando a riconoscerle i risultati che ha ottenuto.
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