Venerdì, 17 Marzo 2017 17:04

102 - 17 Marzo 2017

Siamo nella settimana del pi-greco-day e si sente ancora l’eco della gara che si è svolta presso la sede del Ministero dell’Università e Ricerca a Roma e in molte scuole in tutta Italia (anche nella mia!). “La Ministra Fedeli, che ha presentato la gara, ha detto con molta semplicità che si augurava che l’evento promuovesse la passione per la matematica, senza la quale sarebbe perlomeno inopportuno avventurarsi nel mondo del lavoro nell’era digitale.” Tutto merito della piattaforma Redooc, che ha ospitato la competizione, e di Chiara Burberi, “che in una vita passata è stata manager di altissimo livello: da McKinsey a UniCredit (è ancora consigliere in importanti CdA), partendo dalla Bocconi dove è stata pure docente e passando per la London School of Economics.” Eppure nel 2013, Chiara ha deciso di dedicarsi all’insegnamento della matematica, dando vita ad una startup innovativa in nome di una didattica “controcorrente”.

Forse qualcuno ancora non sa in cosa consista il pi-greco-day: “è un giorno speciale per i matematici e i fisici di tutto il mondo”, “ideato nel 1988 dal fisico statunitense Larry Show e diventato negli anni un appuntamento sempre più sentito”. La scelta della data, il 14 marzo, è dovuta alla tradizione anglosassone di scrivere la data facendo precedere il giorno dal mese, ma si verifica anche un’importante e simpatica coincidenza: il 14 marzo è anche l’anniversario della nascita di Albert Einstein. Decisamente originale il festeggiamento da Guinnes dei Primati celebrato a Todi, con 1100 studenti, dai 5 ai 19 anni, impegnati a creare una catena umana con le cifre decimali del pi greco. Il record è stato “strappato ad Udine che lo deteneva in precedenza”. Simpatica la festa, che ha visto tra i partecipanti anche una bambina di 6 mesi, con una cifra di pi greco appesa al passeggino…

Riguardo a pi greco, non si può perdere l’interessante lezione di TedEd realizzata da Reynaldo Lopes, che eventualmente potete visionare con i sottotitoli in italiano, ma è interessante anche questo video, sulla storia del pi greco, realizzato da Antonio Mancini e premiato al concorso “Giochiamo con pi greco”, bandito dal Politecnico di Milano nel 2012.

In ogni caso, se qualcuno si stesse domandando a cosa serva il pi greco, potrebbe riguardare l’undicesimo episodio della seconda stagione di Person of Interest: la domanda viene rivolta a Finch, il miliardario statunitense genio dell’informatica che ha costruito un’intelligenza artificiale. La serie, inutile dirlo, ha per tema la fantascienza. L’estratto in questione viene ricordato da Dany Maknouz, insegnante di matematica che collabora con Zanichelli, che ci propone, tra le altre cose, di visualizzare pi greco con le sperimentazioni visuali di Martin Krzywinski.

Non possiamo dimenticare il libro di Anna Cerasoli, “Tutti in festa con Pi Greco”: alcune delle simpatiche attività presentate in questo libretto, che si può leggere dai 10 anni di età, vengono riproposte dal sito di Editoriale Scienza – casa editrice del testo in questione – proprio per celebrare il pi-day.

In occasione del pi-day, sono comparsi anche alcuni articoli riguardanti la prospettiva di trovare lavoro con una laurea in matematica. Secondo OggiScuola, “a dodici mesi dal conseguimento del titolo, il tasso di occupazione arriva all’83%, mentre il guadagno mensile netto si aggira sui 1076 euro.” Mi piace pensare che l’aumento di immatricolazioni alle facoltà scientifiche sia imputabile a una vera passione per i numeri, più che ad un mero calcolo di opportunità, comunque la cosa interessante è che, a fronte di un considerevole aumento di iscrizioni, “il tasso di occupazione dei laureati in matematica rimane costantemente elevato, dato che il numero dei laureati in matematica è piuttosto esiguo rispetto alla richiesta del mercato.” Non dimentichiamo che “I laureati in matematica imparano ad applicare in vari contesti il metodo scientifico e risolvere con l’utilizzo della matematica problemi complessi, anche se formulati in linguaggio non matematico. Sul piano delle soft skill, un laureato in matematica saprà sicuramente lavorare con un ampio grado di autonomia, nonché assumersi responsabilità organizzative”, secondo Chiara Grosso, presidente e CEO di Four Stars, società accreditata dal Ministero del Lavoro e specializzata nei tirocini formativi.

L’8 marzo, in occasione della festa della donna, è uscito nelle sale cinematografiche il film statunitense “Il diritto di contare”, basato sul romanzo di Margot Lee Shetterley “The hidden figures”. In attesa di poterlo andare a vedere, leggo articoli al riguardo, come quello del sito della Bocconi: protagoniste del film sono tre donne afroamericane, la matematica Katherine Johnson, l’ingegnere Mary Jackson e la responsabile del settore IBM Dorothy Vaughan. Mi è piaciuto ancora di più l’articolo nel quale si cerca di fare un po’ di distinzione tra le cose vere e quelle romanzate del film. Secondo quanto scritto, il film è corale, ma riesce “a non far percepire la genialità delle sue protagoniste come una cosa inaccessibile e magari di per sé problematica”, inoltre, pur nella sua leggerezza, riesce a “farci uscire dal cinema sapendo qualcosa in più su Johnson, Vaughn e Jackson, tre protagoniste di vicende poco note”. L’articolo è un condensato di quanto comparso su grandi testate in merito alle differenze tra il film e la storia vera e scopriamo quindi, tanto per cominciare, che il personaggio di Kevin Costner è inventato. Il resto lo lascio alla vostra curiosità.

Anche Lego ha deciso di creare cinque nuovi personaggi, che rappresentano proprio le cinque pioniere della NASA. Se le bambine avranno occasione di giocare con questi personaggi, forse si abitueranno all’idea di poter raggiungere grandi traguardi anche in ambito scientifico! Ed è questo l’intento del libro “Storie della buonanotte per bambine ribelli”, nel quale Elena Favilli e Francesca Cavallo raccontano cento biografie di donne famose, “che lottano e hanno lottato per affermare la propria personalità”.

Cominciare da bambini è forse il segreto per diventare bravi in matematica, ma non studiando seriamente la materia, bensì giocando, lo afferma uno studio della Lynch School of Education del Boston College. “Giocare con i numeri sin da bambini potrebbe essere la chiave di volta di un futuro successo in matematica”, perché “per essere bravi in matematica da grandi, è importante aver compreso i numeri da piccoli”. Forse è vero che la matematica si ama o si odia… ma io credo che sia sempre possibile cambiare idea e migliorare il proprio rapporto con questa difficile ma affascinante disciplina.

Concludo con una nota divertente: Le canzoni matematiche de I Masa!

 

Buona matematica! Ci sentiamo tra TRE settimane!

Daniela

Letto 8719 volte Ultima modifica il Sabato, 18 Marzo 2017 00:17

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