Se avete figli in età scolare (o se siete un figlio in età scolare), una delle domande che sentite ricorrere più frequentemente alla fine dell’estate è: “Hai finito i compiti?”. Come se già non bastasse l’ansia causata dall’imminente rientro a scuola, l’estate che volge al termine e i compiti… ancora in alto mare! Redooc cerca di offrirci un modo per affrontare l’ansia per i compiti, grazie alla mindfulness: concedersi una pausa, fare un bel respiro ed esercitare un po’ di disciplina. Sembra complicato, ma per portare a termine qualsiasi cosa, basta, davvero, solo un po’ di esercizio…
Un compasso e un righello… ma anche: un cartoncino, un paio di forbici e del nastro adesivo… l’anno scorso, abbiamo costruito tassellazioni in tutti i modi per la XIV Edizione di BergamoScienza. Quest’anno, il tema centrale è il cerchio e, come suggerisce questa Ted Lesson di Eric Broug sul disegno geometrico nella cultura islamica: “Qualsiasi cosa comincia con un cerchio”. In altre parole: dalle tassellazioni abbiamo fatto un passo indietro e siamo approdati al cerchio. Il fil rouge, però, è sempre lo stesso: divertirsi con la matematica!
Ed evidentemente, Sir Michael Atiyah (vincitore della Medaglia Fields e del Premio Abel) si diverte così tanto con la matematica che “invece di infilare le pantofole e concedersi un meritatissimo riposo, a 88 anni si è dedicato alla prova della congettura avanzata nel 1962 da Walter Feit e John G. Thompson sulla teoria dei gruppi.” Il teorema ha a che vedere con la simmetria, eppure ha applicazioni importanti non solo per la matematica, ma anche per la fisica. Secondo la sua intervista al Times, Atiyah voleva “dimostrare al figlio Robin che ossessione e passione possono risultare in scoperte importanti e meravigliose anche in età avanzata”. Non c’è un’età per amare la matematica…
Si diverte con la matematica anche Andrea Capozio, che ad aprile ha pubblicato sul blog Mathisintheair una nuova puntata di MATEcomio, la sezione umoristica del blog. Il titolo della puntata è L’arte della semplificazione e ce n’è in abbondanza per far venire i capelli bianchi a qualsiasi insegnante di matematica: si parla di “semplificazioni selvagge”, quelle che i miei alunni hanno imparato a vedersi segnalate nei compiti in classe in rosso con la sigla “SS” (solo per far prima a correggere…).
Per quanto sembri una contraddizione in termini, si parla di “archeologia informatica” e ci sono veri appassionati che recuperano computer di vecchie generazioni per restaurarli e utilizzarli nuovamente. James Ball ha fotografato le macchine che hanno fatto la storia del personal computer e così possiamo sfogliare la galleria trovando “dieci pezzi tecnologici rimessi a nuovo, ritratti frontalmente su sfondi colorati: dal famoso IBM 1401 al Pilot ACE di Alan Turing”, ovvero dal 1950 agli anni Settanta. In ambito informatico ci sono numerosi passi avanti, ma la presenza femminile, non solo nell’informatica ma nell’ambito STEM in generale, continua ad essere bassa, come sottolinea il report di agosto di Unioncamere sulle startup innovative. Roberta Cocco, assessore alla trasformazione digitale del Comune di Milano e Layla Pavone, amministratore delegato di Digital Magics, rispondono ad alcune domande di StartupItalia! sul tema, cui fa seguito una lista delle 150 imprenditrici, scienziate, “donne dell’innovazione” da conoscere, seguire e sostenere in Italia. Ovviamente, in questa lista, non poteva mancare Chiara Burberi di Redooc.
La General Electric ha realizzato, all’inizio di questo anno, un video promozionale dal titolo: “E se trattassimo le grandi scienziate come delle star?” e questa domanda è “alla base della campagna, nata per pubblicizzare l’impegno dell’azienda nell’assumere più donne in settori che richiedono elevate competenze tecnico-scientifiche.” Protagonista dello spot è Mildred Dresselhaus, ribattezzata dalla comunità scientifica “The Queen of Carbon”, la regina del carbonio ed è la prima donna ad aver ottenuto la qualifica di Institute Professor, la carica accademica più importante del prestigioso istituto. Non si è dedicata solo alla carriera e alle ricerche sul carbonio, “ha dedicato gran parte della sua vita alla promozione della parità di genere in ambito scientifico”, gestendo un seminario rivolto alle studentesse del primo anno di ingegneria del MIT, per accrescere la fiducia delle ragazze nelle proprie capacità.
Coniugando informatica e universo femminile, abbiamo gli ingredienti del libro “The Glass Universe” di Dava Sobel, edito in Italia con il titolo “Le stelle dimenticate” e recensito a febbraio da Patrizia Caraveo: oggetto della narrazione è la vicenda di un gruppo di ricercatrici ingaggiate dallo Harvard Observatory come “calcolatrici umane”. Ottennero risultati di straordinaria importanza ma a poche tra di loro venne offerta l’opportunità di fare carriera: “Il messaggio è chiaro: le donne hanno molto da offrire alla scienza, basta dare loro l’opportunità.”
Il 21 agosto c’è stata un’eclissi totale che ha interessato gli Stati Uniti, tanto da essere nominata come la “grande eclisse americana”. Paolo Conte, per Radio3Scienza, ci accompagna con cinque brevi trasmissioni, di circa 4 minuti l’una, nelle quali ci parla di cinque storiche eclissi: l’eclisse del 21 agosto 2017, che forse raccoglie il maggior numero di spettatori di tutti i tempi (“forse” perché quella del 2009 ha attraversato aree molto più densamente popolate…), l’eclisse del 28 luglio 1851, per la quale abbiamo la prima immagine fotografica, realizzata grazie alla dagherrotipia, l’eclisse del 18 luglio 1860, la prima a fornire informazioni sulla natura della corona solare, l’eclisse del 29 maggio 1919, che ha fornito la prima prova sperimentale della relatività generale, con le foto di Eddington realizzate nell’Isola Principe e infine l’eclisse del 28 maggio 585 a.C., con la prima previsione di cui abbiamo notizia, realizzata da Talete.
Forse la recente eclisse ha fatto nascere in noi alcune curiosità e ci piacerebbe osservare il cielo, il Sistema Solare e l’universo in modo più approfondito: Andrea Bernagozzi, ricercatore all’Osservatorio astronomico della regione autonoma Valle d’Aosta ci dà le indicazioni necessarie per utilizzare una app gratuita realizzata dalla Nasa. L’applicazione è semplice da usare e può rispondere alle nostre curiosità: ci permette un’osservazione diversa da quella consentita dai planetari, perché ci dà l’opportunati di viaggiare nello spazio e di vedere il nostro pianeta dall’esterno. È notevole soprattutto dal punto di vista didattico, visto che ci permette di ragionare anche su problemi attuali, come il riscaldamento globale. Con la app è possibile vedere, dall’esterno, anche la ISS: per visitarla dall’interno, grazie a Thomas Pesquet – che è stato nella Stazione per sei mesi ed è rientrato a giugno di quest’anno – possiamo sfruttare Street View. In altre parole, possiamo andare virtualmente a spasso per la Stazione Spaziale Internazionale!
Continuano le uscite de I grandi della scienza a fumetti: con Trinity affrontiamo la storia del Progetto Manhattan, in cui non manca una spiegazione dettagliata della radioattività. Per questo motivo, il fumetto è abbastanza impegnativo: tutto è studiato nei minimi dettagli e geniali sono le analogie che ci aiutano a capire anche i concetti più complessi. Protagonista di Un pensiero abbagliante (recensito in precedenza) è Niels Bohr, padre della meccanica quantistica: “I concetti della meccanica quantistica sono spiegati nel modo più semplice possibile, mentre l’intera vicenda viene ambientata nel contesto culturale, politico, storico nel quale si è sviluppata.” L’ultima pubblicazione, T-Minus alla conquista della Luna, è dedicata a quegli uomini e a quelle donne che hanno dedicato le proprie energie alla realizzazione delle imprese spaziali che hanno portato, fallimento dopo fallimento, all’Apollo 11 e all’allunaggio. I veri protagonisti, quindi, non sono solo gli astronauti, i cui nomi sono rimasti nella memoria di tutti noi, ma tutti quegli ingegneri e quei tecnici che hanno dedicato la propria vita a costruire e progettare.
Per concludere, per tutti gli insegnanti che ricevono questa newsletter, un’ispirante TedTalk di Rita Pierson, insegnante da 40 anni: “I ragazzi non imparano da chi a loro non piace”. Non è certo possibile piacere a tutti, ma è importante rendersi conto che l’insegnamento si nutre soprattutto di relazioni.
Buona matematica! Ci sentiamo tra TRE settimane!
Daniela