«Marie e Bronia, un patto tra sorelle» è stato pubblicato In Italia dalla casa editrice Giralangolo nell’ottobre del 2020, ma in realtà l’edizione originale è del 2017. In Francia, il libro è stato finalista nel Prix Historia Jeunesse ed è stato nominato per undici premi letterari nel 2019. Da esso è stato tratto un adattamento teatrale dalla Compagnie du Saut de l’Ange con il titolo «Il patto delle sorelle», finalista al Prix Olympe de Gouges. Natacha Henry, l’autrice, è una saggista, storica e giornalista franco-britannica, che si è impegnata nella difesa della libertà di espressione personale delle donne e ha fondato, nel 2005, l’Associazione Gender Company, che analizza le disuguaglianze di genere e i pregiudizi della cultura popolare.
Nella versione italiana, il sottotitolo dice «L’affascinante storia di Marie Curie», ma di fatto non si tratta solamente della storia di Marie Curie ed è il titolo a dirci qual è il centro di questo romanzo, ovvero il «patto» tra le due sorelle, Bronia e Maria. Il testo comincia con la storia d’amore dei genitori e procede con la loro nascita, fino ad arrivare al momento in cui, nella Polonia di fine Ottocento controllata dai russi, alle ragazze è vietato l’accesso agli studi universitari. Le due sorelle, inizialmente, seguono le attività dell’Università Volante, un’università clandestina che permetteva alle donne di proseguire negli studi, ma che era rischioso frequentare. Bronia, che desiderava diventare un medico dalla morte della madre e della sorella, comincia a sentire la frustrazione del non poter realizzare il proprio sogno ed è Maria a proporre il patto: la sorella maggiore andrà a Parigi a studiare e poi, una volta laureata, manterrà Maria a Parigi con il suo stipendio da dottore. Il romanzo racconta la storia delle due sorelle in parallelo fino al 1903: la vita a Parigi di Bronia, dove conosce Kazimierz Dłuski, suo futuro marito e le vicende di Maria che, in Polonia, fa l’istitutrice e vive la sua prima storia d’amore, con Kazimierz Zorawski, che le sarà vietato sposare, in quanto lei è di un’estrazione sociale inferiore. Dopo questa delusione, Maria decide di abbandonare il suo sogno di studiare, ma la frequentazione del laboratorio di chimica grazie al cugino Jozef le restituisce un po’ di entusiasmo. Maria è quindi pronta per raggiungere Bronia e sarà ospite sua e del marito, mentre porterà avanti i propri studi. Durante il suo percorso, Maria conosce Pierre Curie e, dopo un po’ di dubbi, deciderà di stabilirsi definitivamente a Parigi.
In questo romanzo, ciò che appassiona è il fatto che le due sorelle vengono viste nella loro quotidianità e anche attraverso gli scontri che appartengono ad ogni rapporto di sorellanza. Il racconto si concentra, quindi, sul lato più umano di una giovane Marie. Il patto tra le due sorelle è stato reso possibile dal sostegno del padre, che riteneva che non ci fosse nulla che poteva essere loro negato solo perché donne: «lui ci ha incoraggiate a sfidare la mentalità di chi voleva relegare le donne in casa, ed era certo che saremmo state capaci di andare fino in fondo», dice Marie nella fase finale. E Bronia fa diventare questo esempio vincolante per entrambe, come madri: dice a Marie che entrambe dovranno «insegnare alle [proprie] figlie che niente è impossibile».
Nonostante conoscessi già la storia di questo patto – secondo me uno degli aspetti più affascinanti nella vicenda di Marie – mi è piaciuto molto leggere questo romanzo: scorrevole, reso molto dinamico dalla ricchezza di dialoghi, l’ho trovato una lettura alla portata dei ragazzi delle medie. Ne consiglierei la lettura in particolare alle ragazze, che possono trovare in Marie e Bronia un’ispirazione e un modello.