Venerdì, 15 Giugno 2018 18:40

124 - 15 Giugno 2018

«La struttura alare del calabrone, in relazione al suo peso, non è adatta al volo, ma lui non lo sa e vola lo stesso»: questa frase piena di speranza, spesso attribuita erroneamente a Einstein, e che sicuramente è capitato a molti di noi di condividere con i nostri contatti, non è vera. Esattamente come la convinzione che la Grande Muraglia sia visibile dalla Luna, mentre non è visibile nemmeno per gli astronauti della Stazione Spaziale Internazionale, o che vaccini e autismo siano correlati… Wired presenta una galleria di 50 fotografie, accompagnate da brevi didascalie, elencando alcune teorie scientifiche ormai superate: alcune sono state un passo necessario, un aiuto per superare superstizioni o false credenze, altre forse non ancora archiviate. Proseguo in leggerezza, visto che siamo all’inizio delle vacanze estive, proponendo alcune letture matematiche, che magari possono accompagnarvi sotto l’ombrellone: l’elenco, un po’ ristretto, è di Chiara Burberi di Redooc, ma se volete la versione completa ed estesa, non vi resta che aggiungere alla lista di libri da leggere per l’estate il bellissimo «Le ragazze con il pallino per la matematica».

«C’è ancora spazio per la Matematica nel terzo millennio? Il dubbio effettivamente può sorgere… La Matematica è la più antica delle scienze (i primi documenti risalgono al 2000 a.C. nell’antico Egitto e in Mesopotamia). Ma sarà, con tutta probabilità, anche quella che sopravviverà a tutte le altre scienze; la Matematica è la sola che può svilupparsi in modo autonomo, tutte le altre hanno invece bisogno di esprimersi con il linguaggio della Matematica e di usarne gli strumenti.» L’incipit di questo articolo di Alfio Quarteroni, “La matematica spiegata ai nostri figli”, è solo un assaggio di ciò che è stato pubblicato dal Corriere della Sera venerdì 25 maggio e che è riproposto da MaddMaths. «L’astrazione permette di guardare i problemi nella loro più grande generalità. Aiutandoci a scoprire quella che è l’essenza caratteristica del problema, facendoci capire i suoi segreti più intimi.» Semplice e di rapida lettura, l’articolo ci parla degli algoritmi che usiamo quotidianamente, anche se inconsapevolmente, come gli algoritmi di ricerca per le nostre ricerche su Google o gli algoritmi di codifica, che ci permettono di inviare immagini tramite Whatsapp. Questo concetto ci viene ribadito nell’intervista del 29 maggio di Giovanni Caprara a Camillo De Lellis, matematico italiano che «dal primo luglio siederà su una delle otto cattedre permanenti di matematica dell’Institute for Advanced Study di Princeton». Tra i vari algoritmi elencati, manca l’avvocato che si occupa dei risarcimenti aerei: «AirHelp, società tedesca di supporto nella richiesta di risarcimenti aerei, ha lanciato Lara, un avvocato con intelligenza artificiale in grado di valutare la fattibilità di un reclamo in tribunale e le sue possibilità di vincita.» L’algoritmo valuta la validità di un ricorso e la sua possibilità di successo, analizzando lo stato dei voli aerei, le statistiche degli aeroporti, le condizioni meteorologiche e altri fattori. Non preoccupatevi, non sostituirà certo gli avvocati, ma potrebbe contribuire a rendere migliore la loro professione, tagliando le attività amministrative ripetitive.

Persino la Rai ha dedicato la puntata di “Filo Diretto Web” del 4 giugno ai matematici: «I matematici? Contano sempre di più». È bellissimo cogliere il senso di meraviglia dei giornalisti che quasi si stupiscono di fronte alla necessità di matematici che invade tutti i campi dell’impiego, dalla finanza alla meteorologia. Gli addetti del settore continuano a parlarci della versatilità della laurea in matematica e della flessibilità che i laureati in questo settore riescono ad avere, i giornali ci raccontano di algoritmi e big data, eppure lo stupore non smette di coglierci quando parliamo delle possibilità di impiego dei matematici. Questo articolo di Repubblica evidenzia la carenza di insegnanti di matematica e ci invita a superare l’immagine obsoleta che spesso abbiamo degli insegnanti: «Il matematico per di più è raccontato ancora oggi al lavoro in totale solitudine e mai in gruppo. Prigioniero di matasse di parentesi tonde, quadre e graffe. Lontano dall’interesse per il mondo reale.» Forse non tutti si rendono conto di quanto il ragionamento matematico sia fine e complesso, di come non dia nulla per scontato, ma, nel momento in cui dimostra qualcosa, è verificato per sempre. Val la pena, a tal proposito, leggere il post «L’inverso del teorema di Pitagora»: l’autore è Zar che nel suo blog Proooof si diverte a proporre questi dialoghi, dai quali si impara sempre qualcosa. E speriamo possano imparare qualcosa anche i giornalisti che hanno parlato della capienza di un centro commerciale di Milano: 700 mila persone in 32 mila metri quadrati, ovvero… molte più di quelle che partecipano in genere alle manifestazioni, secondo gli organizzatori. Eppure, persino le api conoscono lo zero (e quindi anche i giornalisti potrebbero fare lo sforzo di imparare un po’ di matematica…): attraverso le pagine di Repubblica ci viene raccontato un articolo di Science, nel quale si parla di un’équipe internazionale di ricercatori che ha condotto una serie di esperimenti, scoprendo che le api sono in grado di «comprendere il concetto di numerosità» e quello di zero. Direi che questo risultato è fonte di grande speranza per tutti gli studenti che suderanno sulla matematica per preparare l’imminente esame di maturità (o per confrontarsi con gli esami di recupero a settembre): «ci fa capire che basta un sistema nervoso molto semplice, composto da appena un milione di neuroni, per sostenere il concetto di numerosità e quello di zero.» Se poi ampliamo il nostro raggio d’azione e parliamo di numeri casuali (importanti perché sono alla base dei videogames, ad esempio), scopriamo (tornando al punto di partenza) che «una sequenza di numeri casuali viene generata mediante un algoritmo» e siccome in un algoritmo, se inseriamo lo stesso dato di partenza, avremo, in uscita, lo stesso risultato, scopriamo che la sequenza di numeri casuali generata dall’algoritmo… non è casuale! La cosa simpatica è che «quello che è impossibile per un matematico o un fisico diventa una buona approssimazione per un ingegnere», come a ribadire che i matematici sono in genere più schizzinosi degli ingegneri.

Non possiamo dimenticare il resoconto dell’indagine “Io e la matematica”, lanciata da Math is in the Air in collaborazione con i professori R. Zan e P. Di Martino del Dipartimento di Matematica della Facoltà di Pisa: hanno partecipato oltre 3000 persone, per la maggior parte con età inferiore ai 18 anni. Leggere i risultati è quindi un obbligo per gli insegnanti di matematica, che possono farsi un’idea di quali siano i sentimenti per la matematica dei propri alunni. Anche se non sarà certo una sorpresa scoprire che il 40% dei partecipanti ha o ha avuto un pessimo rapporto con la matematica… Per quanto riguarda l’analisi dell’insegnamento, i miei alunni sono perfettamente in linea con quanto rilevato dall’indagine e io mi ritrovo pienamente nello “spiega troppo velocemente”: ma il problema resta comunque il programma infinito del liceo scientifico… discorso che riprenderemo dopo gli esami di maturità…

Per concludere questa carrellata di algoritmi, all’insegna dell’utilità e della diffusione della matematica, non posso non parlare del Premio William Benter in Matematica Applicata, che viene assegnato ogni due anni e «mira a premiare quelle ricerche matematiche che hanno avuto un impatto diretto e fondamentale su applicazioni scientifiche, commerciali, finanziarie e ingegneristiche». Il premio è stato assegnato a Ingrid Daubechies e la cosa è degna di nota perché è la prima volta che il premio viene conferito a una donna. «Il suo lavoro spazia dalle wavelet alla compressione delle immagini agli algoritmi matematici applicati per riconoscere i falsi dell’arte; ha lavorato inoltre per costruire reti matematiche globali e fornire una migliore formazione a scienziati e ingegneri di paesi in via di sviluppo, e per incoraggiare un maggiore interesse per la matematica tra le donne.» Un personaggio degno di nota…

Oggi, 15 giugno, il più grande progetto di fisica dei prossimi dieci anni ha cominciato il suo cammino, visto che al CERN si celebra la posa della prima pietra con l’inizio dei lavori di ingegneria civile del progetto HiLumi LHC, per potenziare il superacceleratore del CERN, in modo da aumentarne la luminosità. Per capirne qualcosa di più, è utilissima l’intervista video a Lucio Rossi, project manager HiLumi LHC.

 

Buona matematica! Ci sentiamo tra TRE settimane!

Daniela

Letto 2189 volte Ultima modifica il Venerdì, 15 Giugno 2018 18:41
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