Non posso non aprire questa newsletter con la notizia più bella degli ultimi mesi: «Alessio Figalli, trentaquattrenne matematico romano, ha vinto la Medaglia Fields per il 2018!» La notizia mi è arrivata dalla newsletter di MaddMaths! alle 16.13 del primo agosto: stavo vivendo un momento di relax con la mia famiglia e quando ho visto la mail di MaddMaths! ho esultato, tanto che le persone attorno a me mi hanno guardato con stupore. Questa Medaglia Fields è speciale per molti motivi: sono passati 44 anni dalla vittoria della Medaglia Fields da parte di un italiano (Enrico Bombieri) e poi Alessio Figalli è davvero giovanissimo. Subito dopo la proclamazione dei vincitori delle Medaglie, l’Unione Matematica Italiana, presente alla premiazione, ha intervistato Alessio Figalli e il suo maestro, Luigi Ambrosio, della scuola Normale di Pisa. Intervistatori sono il Presidente dell’UMI, Piermarco Cannarsa, e la vicepresidente Barbara Nelli: per quanto l’audio non sia bellissimo, non si può non sentire l’emozione di tutti, in particolare di Figalli, proprio pochi minuti dopo la premiazione.
In questo video pubblicato da Repubblica, ma realizzato nel 2016 in occasione dell’Edith and Peter O’Donnell Awards (il video è in inglese, ma sottotitolato in italiano) possiamo capire in cosa consistano gli studi di Alessio Figalli. Si parla di efficienza, perché il problema del trasporto ottimale si occupa del costo di trasportare un oggetto da un posto a un altro e, come dice Figalli, «la natura è ottimale, vuole essere ottimale e spreca meno energia possibile». Per questo motivo, con il suo team si è occupato della formazione dei cristalli, dando loro calore, facendoli deformare e comparando le due forme, per capire come le particelle si muovano da un punto all’altro. Da qui il salto alla meteorologia, per studiare le equazioni che prevedono il movimento delle nuvole, perché d’altra parte le particelle delle nuvole si muovono in modo ottimale, ovvero nel modo più economico possibile. «Devi essere creativo, hai bisogno di passione naturalmente ma alla fine tutto si riduce a trovare qualcosa che nessuno ha trovato prima. È una sfida ma anche un’enorme soddisfazione quando ci riesci.»
Un’altra occasione per ascoltare Alessio Figalli è nell’intervista svolta da Roberta Fulci per Radio3Scienza, qualche giorno prima dell’annuncio della Medaglia Fields. Figalli ripercorre le tappe della sua formazione e, quando la Fulci gli chiede quale sia il suo matematico preferito, risponde che non ha un matematico preferito, ma che in qualche modo sono preferiti tutti i matematici che hanno caratterizzato la sua crescita, visto che «tutte le persone con cui ho interagito mi hanno insegnato qualcosa», dice più avanti. Durante l’intervista, Figalli descrive anche la sua giornata tipo, divisa tra sport, didattica, gestione di un gruppo di ricerca, soluzione di questioni amministrative e poi la ricerca vera e propria, quella che può fare ovunque, nel bene – visto che diventa un ottimo passatempo in viaggio – e nel male, dato che in questo modo il suo cervello non stacca mai. Parla poi dei suoi studi e del problema del trasporto ottimale, per concludere parlando del suo incontro con Cedric Villani, Medaglia Fields nel 2010.
Curioso è l’articolo di GQ Italia, che ci presenta alcuni aneddoti sui vincitori della Medaglia, rimarcando soprattutto la velocità con la quale sono riusciti a concludere il proprio percorso di studi. A Caucher Birkar, iraniano rifugiato nel Regno Unito, è stata rubata la medaglia subito dopo la cerimonia. Akshay Venkatesh a 12 anni ha vinto, nello stesso anno, le Olimpiadi internazionali di fisica e di matematica. Anche Alessio Figalli ha partecipato alle Olimpiadi della Matematica, come dice in un’intervista del 2010 a MaddMaths!: «Avevo conosciuto le Olimpiadi della Matematica gli ultimi due anni di Liceo, insomma abbastanza tardi. E facendo le Olimpiadi mi divertivo. Era un mio sfizio, mi ci mettevo ogni tanto la domenica pomeriggio, ma mi ci dedicavo non più di due ore a settimana. […] Con le Olimpiadi ho avuto uno stimolo a fare qualche cosa di più.»
Sulla pagina Facebook di Italia Unita per la Scienza, ho trovato delle citazioni interessanti per tre dei vincitori della Medaglia Fields, tratte dalla cerimonia di conferimento dell’onorificenza:
Peter Scholze: «C’è un numero infinito di problemi. Ogni volta che risolvi un problema, altri 10 sono in arrivo.»
Akshay Venkatesh: «Spesso, quando fai matematica, ti ritrovi bloccato. Ma ti senti privilegiato a lavorare in questo ambito. Hai una sensazione di trascendenza, come se facessi parte di qualcosa di davvero significativo.»
Alessio Figalli: «Ho lavoro per i prossimi 30 o 40 anni. Ma c’è un problema che davvero spero di risolvere presto, cioè di vivere con mia moglie nella stessa città.»
Tra le varie interviste che ho letto nei giorni successivi, mi ha colpito molto come nella sua intervista (sempre condotta da Roberta Fulci) a Il Tascabile Figalli parli del rapporto con i suoi studenti: «A volte devi anche essere duro, se lo studente non lavora come dovrebbe o è un po’ superficiale. Fare il relatore mi dà molta soddisfazione, ma allo stesso tempo mi stressa: il futuro dei miei studenti dipende anche da me. Sono io che trovo i problemi per loro, li devo guidare… è un po’ come con un figlio, no? E per me è molto più facile gestire il mio stress, quando sono io che non riesco a ottenere risultati, rispetto a quando un mio studente non ottiene risultati. Però penso che sia una parte importante del mio lavoro: se nessuno avesse investito su di me, non sarei dove sono adesso». Quanto sono vere queste parole!
Il giorno successivo all’incoronazione di Alessio Figalli, La Stampa fa il punto della situazione, riportando le percentuali e i numeri dei laureati in matematica in Italia, sottolineando la crescita dei laureati in questo settore e il miglioramento nella preparazione dei quindicenni italiani, anche se alle superiori la matematica continua a restare la materia con il più alto numero di debiti alla fine dell’anno.
Due giorni dopo la splendida vittoria della Medaglia Fields, il 3 agosto, Giovanni Gallavotti è stato insignito del Premio Poincaré, il Nobel per la fisica matematica (ma perché dobbiamo ricondurre tutto al Premio Nobel?). È la prima volta che un italiano riceve il premio: assegnato ogni tre anni, il premio è stato istituito nel 1997 e Gallavotti è stato premiato «per le sue ricerche ed “eccezionali contributi” sulla meccanica statistica, sulla teoria quantistica dei campi, la meccanica classica e i sistemi caotici». Gli altri due premiati sono Michael Aizenman, di origine russa, e Percy Deift, sudafricano.
Mi avvio alla conclusione di questa newsletter proponendo un po’ di svago. Comincio con un paio di consigli di lettura: «Galileo reloaded» di Luciano Canova è davvero piacevole, oltre che estremamente istruttivo. L’originalità del libro viene in qualche modo messa in evidenza da questa breve intervista di Luciano Canova per pubblicizzare il testo, ma anche dalla puntata di Radio3Scienza intitolata «Terra terra». La puntata in questione, condotta da Marco Motta, comincia con una citazione di Neil deGrasse Tyson, astrofisico statunitense, direttore dell’Hayden Planetarium del Rose Center for Earth and Space di New York e procede con un intervento del noto astrofisico Luca Perri, che parla della Flat Earth Society. È in questo contesto, decisamente a proposito, che trova spazio il testo di Luciano Canova: «bufalaccio», «pezzo d’asinaccio», «temerario bestiuolo», «solennissimo bue» sono solo alcune delle postille che Galileo scrive a margine di alcuni testi che si ritrova a leggere e chissà come avrebbe reagito se gli fosse toccato di avere a che fare con gli attuali terrapiattisti? Il secondo libro è ancora dedicato a Galileo, ma è dedicato ai più piccoli: si intitola «Galileo e la prima guerra stellare», pubblicato nel 2009 da Editoriale Scienza per la collana Lampi di Genio e scritto dall’impareggiabile Luca Novelli.
Proseguo con due giochi simpatici per tenersi in allenamento con i numeri: uno segue la regola principale del Sudoku (niente cifre uguali nelle stesse colonne e righe), ma usa anche le quattro operazioni, si chiama KenKen, «puzzles that make you smarter», recita il sottotitolo, ovvero puzzles che ti rendono più intelligente e può appassionare anche i più piccoli, visto che si può partire da una griglia 3x3. Il secondo è un gioco (Algebra game mark 2) che si basa sulla soluzione delle equazioni di primo grado, ma non è propriamente immediato nella soluzione: si tratta di dodici livelli e le operazioni che si possono svolgere, per quanto si basino – ovviamente – sui principi di equivalenza delle equazioni, obbligano il giocatore a diventare uno stratega. Alla fine di ogni livello, compare un’icona sulla quale cliccare per accedere al livello successivo.
Per chi ha ancora occasione di andare in vacanza, magari può approfittarne per andare a Courmayeur dal 23 al 25 agosto, dove avrà modo di incontrare la divulgazione proposta da Scienze in Vetta. Fra i partecipanti: Ilaria Capua, Alberto Mantovani, Silvia Bencivelli e Adrian Fartade, famoso per il suo canale Youtube di divulgazione scientifica. «Il programma prevede camp, passeggiate scientifiche, laboratori per bambini, aperitivi con l’esperto, incontri con i big della scienza, escape room e spettacoli serali».
La conclusione di questa newsletter? Con una bella risata, per non prendersi troppo sul serio!
Buona matematica! Ci sentiamo tra TRE settimane!
Daniela