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Domenica, 30 Luglio 2023 09:51

E tutto sembrò falso e sembrò vero

«E tutto sembrò falso e sembrò vero» è stato pubblicato a giugno 2022 da Scienza Express e l’autrice è Elena Tosato, mente eclettica dai numerosi interessi, tra i quali spiccano la fisica e la poesia. Elena Tosato ha cominciato a scrivere giovanissima, all’indomani dell’esame di fisica 1 all’università – come dichiarato in una recente intervista – quando ha scritto il centounesimo canto della Divina Commedia, immaginando l’entrata di Dante nel mondo della fisica, mentre esplora il secondo principio della termodinamica.

L’idea di scrivere sonetti sui paradossi è stata ispirata dalla collana mensile pubblicata da Le Scienze nel 2021: ai venti paradossi proposti dalla rivista, Elena Tosato ne ha aggiunti altri dieci, e un altro paio, per introdurre e chiudere la raccolta. Come dichiarato nell’introduzione, «affrontare un paradosso ci fa riflettere sui concetti di verità e di consistenza logica, e ce ne fa talvolta ampliare gli orizzonti», e il sonetto di apertura ci dice: «già qui si troverà – o lo si spera – in che si dica il vero, in che si menta, e cosa mai s’impari, in altra forma».

I trenta paradossi sono accompagnati da una spiegazione breve, ma estremamente chiara: dalla fisica, con la teoria della relatività e la meccanica quantistica, alla probabilità, dalla teologia alla democrazia, dalla teoria dei giochi alla logica, dalla cosmologia alla teoria degli insiemi, abbiamo modo di esplorare vie sconosciute, e di scoprire che se aumentiamo il numero delle strade non necessariamente risolviamo il problema del traffico, che un solido dalla superficie infinita può racchiudere un volume finito, che non è detto che la democrazia sia garantita, e che se un giorno riusciremo a compiere viaggi nel tempo, dovremo avere a cuore la salute dei nostri nonni. Al tempo stesso, nel corso della lettura ritroviamo anche i paradossi più classici, come la gara tra Achille e la tartaruga, raffigurata nell’immagine di copertina, e la rassegna è aperta e chiusa da due grandi classici, come il paradosso del mentitore e il paradosso di Fermi. «Qualche ombra / di cose nuove e vecchie ridipinte / ci sembra adesso farci compagnia», ci dice Elena Tosato nell’ultima terzina del sonetto che chiude la raccolta.

Il libro può essere una fonte di ispirazione e ogni sonetto può arricchire le lezioni scolastiche, permettendo un’introduzione originale dei nuovi argomenti: il linguaggio della poesia e, in particolare, la struttura del sonetto, obbligano l’autrice a una sintesi estrema e a una scelta accurata delle parole, arricchendo di senso il racconto dei paradossi, che vengono poi affrontati con maggiore rigore scientifico nella breve spiegazione. Elena Tosato non ha paura di mostrarci le formule e i calcoli dove servono, ma il tutto all’insegna della semplicità e con grande chiarezza.

Parecchio altro si può ritrovare sul blog dell’autrice, o seguendola sui social, dove spesso condivide poesie e riflessioni.

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Venerdì, 20 Giugno 2014 07:51

Giovanni Keplero aveva un gatto nero

TRAMA:

Dopo una “Dotta premessa”, nella quale Marco Fulvio Barozzi (meglio conosciuto nel web come Popinga) ci spiega la differenza tra limerick, clerihew, fib, incarrighiana e verso maltusiano, ci addentriamo a suon di versi nel mondo della fisica e della matematica. Mentre leggo, mi annoto alcuni componimenti, pensando di usarli come introduzione alle spiegazioni scolastiche e scopro che, nella sezione “rime didattiche”, ci sono dei componimenti nati con questo scopo: “Testati coi ragazzi, dopo un iniziale sconcerto, sembrano aver conseguito almeno un risultato importante: si è riso.” E in effetti, farsi spiegare la differenza tra calore e temperatura da un rospo della Gallura è divertente ma, al tempo stesso, potrebbe aiutare a memorizzare alcuni concetti importanti. Nella parte dedicata alla fisica, scopriamo che il titolo altri non è che metà di un clerihew: “… che storceva le vibrisse se sentiva cerchio e non ellisse”, un altro modo simpatico per memorizzare le leggi di Keplero, studiando la gravitazione universale.

I due limerick che mi hanno davvero conquistata sono “Il pignolo”, di argomento matematico e in particolare riguardante la relazione di congruenza tra segmenti (erroneamente spesso indicata come uguaglianza) e “Pace rovinata” che, ricordando come esordio “La vispa Teresa” di Sailer, fa riflettere sul legame tra campo elettrico e campo magnetico.

 

COMMENTO:

Arguzia, fantasia e conoscenza sono le tre parole magiche per i componimenti di Marco Fulvio Barozzi: argutamente, sfrutta la sua fantasia per mostrarci la sua conoscenza, ma questi componimenti perderebbero parte del loro fascino se mancasse la passione che li anima. La stessa passione che emerge dalle pagine del blog per il quale l’autore è noto nel web.

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