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Mercoledì, 28 Dicembre 2016 17:19

Marie Curie e i segreti atomici svelati

Il libro appartiene alla collana “Lampi di genio” di Editoriale Scienza che raccoglie le biografie di grandi scienziati, raccontate e illustrate da Luca Novelli. Tradotti in venti lingue, i testi sono diventati anche un programma televisivo, ideato, realizzato e condotto dallo stesso Luca Novelli per Rai Educational e trasmesso da Rai 3.

Ogni libro della collana ha la stessa struttura: i grandi scienziati raccontano la propria storia in maniera colloquiale, in forma di brevi capitoli illustrati, al termine dei quali c’è un piccolo box, come se si trattasse di una voce fuori campo, che focalizza la nostra attenzione su alcuni sviluppi importanti o piccoli approfondimenti.

Al termine del libro, un piccolo dizionarietto illustrato, per chiarire gli eventuali dubbi.

 

Che cosa c’è nel libro dedicato a Pitagora ce lo dice direttamente l’autore all’inizio:

“Che cosa c’è in questo libro… Ci sono io, Marie, voce narrante. C’è la mia famiglia, la mia scuola e i miei amici. C’è il mio arrivo a Parigi, i duri anni di studio e un incontro che cambia il corso della mia vita. C’è il lavoro con Pierre, mio marito, e la scoperta di ben due elementi sconosciuti. Ci sono i Premi Nobel vinti da me, da mio marito e dai miei familiari. Ci sono le straordinarie scoperte scaturite dalle ricerche sulla radioattività: la struttura dell’atomo e l’energia nucleare. C’è la mia amicizia con Albert Einstein e le mie battaglie perché la scienza sia al servizio di tutti. C’è infine un bel dizionarietto che svela molti segreti… atomici.”

 

La puntata di Rai Educational  

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Mercoledì, 28 Dicembre 2016 16:45

Ciao, sono Zero

La simpatica storia dello Zero, con vignette colorate e tanta semplicità, è alla portata anche dei più piccoli. Il libro appartiene alla Collana “I genietti di Valentina”, che si rivolge a bambini dai 6 ai 10 anni. Curata da Luca Novelli, conta al momento quattro pubblicazioni, dedicate rispettivamente ai Robot, al Tempo e alla Terra, Gea.

 

Nel capitolo zero, ovviamente non c’è nulla, visto che lo Zero rappresenta, appunto, il Niente.
Nel capitolo uno, c’è la presentazione: “Sono Zero. In realtà non dovrei dire niente e non dovrei neppure essere disegnato. Se si è niente, si è niente e basta.” Per millenni l’umanità ha fatto a meno dello zero, visto che per contare non era così necessario: i Sumeri avevano dato un segno e un nome a molti numeri e usavano l’abaco per svolgere i propri calcoli, gli Egizi avevano un segno apposta per rappresentare il dieci, i Cinesi usarono, per rappresentare i numeri, bastoncini e loro composizioni. Solo i Maya, nel Centro America, usarono lo Zero, mettendolo all’inizio del proprio sistema di numerazione. Gli Antichi Greci, seppur così bravi in geometria, per i numeri usavano le prime lettere dell’alfabeto e i Romani usavano una “tavoletta dove si ponevano delle pietruzze”, ovvero i “calcoli”.
“Passano i millenni, si fanno tanti conti e finalmente appaio all’orizzonte. Anche se è difficile dire che all’orizzonte è apparso niente. Accadde in India tra elefanti e statue con molte braccia.” L’invenzione degli Indiani arriva fino agli Arabi, in particolare a al-Khwarizmi, l’inventore dell’algebra e infine a Fibonacci, che “diventerà un mago dei numeri”. L’arrivo delle cifre indo-arabiche in Europa scatenerà una “guerra” che durerà diversi decenni, ma “la praticità della nuova numerazione diventa pian piano evidente a tutti”. Da quel momento, lo Zero sembra diffondersi ovunque, tanto che al giorno d’oggi sarebbe impossibile farne a meno. 

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Mercoledì, 28 Dicembre 2016 16:34

Pitagora e il numero maledetto

Il libro appartiene alla collana “Lampi di genio” di Editoriale Scienza che raccoglie le biografie di grandi scienziati, raccontate e illustrate da Luca Novelli. Tradotti in venti lingue, i testi sono diventati anche un programma televisivo, ideato, realizzato e condotto dallo stesso Luca Novelli per Rai Educational e trasmesso da Rai 3.

Ogni libro della collana ha la stessa struttura: i grandi scienziati raccontano la propria storia in maniera colloquiale, in forma di brevi capitoli illustrati, al termine dei quali c’è un piccolo box, come se si trattasse di una voce fuori campo, che focalizza la nostra attenzione su alcuni sviluppi importanti o piccoli approfondimenti.

Al termine del libro, un piccolo dizionarietto illustrato, per chiarire gli eventuali dubbi.

 

Che cosa c’è nel libro dedicato a Pitagora ce lo dice direttamente l’autore all’inizio:

“Che cosa c’è in questo libro… Ci sono io, Pitagora di Samo, voce narrante. C’è la mia infanzia e i miei primi maestri. Ma c’è anche il ricordo delle mie… vite precedenti. Ci sono le mie avventure in Medio Oriente, in Egitto e a Babilonia. Ci sono i miei contrasti con il tiranno Policrate. C’è la mia scuola a Crotone con i miei mille allievi ‘amanti della conoscenza’. Ci sono le mie idee sulla musica, sulla matematica e sulla buona alimentazione. C’è il famoso teorema che porta il mio nome e la scoperta di un numero maledetto. E infine c’è un dizionarietto di termini… pitagorici.”

 

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Mercoledì, 28 Dicembre 2016 16:26

Archimede e le sue macchine da guerra

Il libro appartiene alla collana “Lampi di genio” di Editoriale Scienza che raccoglie le biografie di grandi scienziati, raccontate e illustrate da Luca Novelli. Tradotti in venti lingue, i testi sono diventati anche un programma televisivo, ideato, realizzato e condotto dallo stesso Luca Novelli per Rai Educational e trasmesso da Rai 3.

Ogni libro della collana ha la stessa struttura: i grandi scienziati raccontano la propria storia in maniera colloquiale, in forma di brevi capitoli illustrati, al termine dei quali c’è un piccolo box, come se si trattasse di una voce fuori campo, che focalizza la nostra attenzione su alcuni sviluppi importanti o piccoli approfondimenti.

Al termine del libro, un piccolo dizionarietto illustrato, per chiarire gli eventuali dubbi.

 

Che cosa c’è nel libro dedicato ad Archimede ce lo dice direttamente l’autore all’inizio:

“Che cosa c’è in questo libro… Ci sono io, Archimede di Siracusa, voce narrante. C’è la mia infanzia in una delle più belle città della Magna Grecia. Ci sono i miei viaggi di studio nella mitica Alessandria d’Egitto. Ci sono le mie famose scoperte di fisica e geometria. C’è la mia amicizia con re Gerone e la famosa storia della sua corona. E naturalmente ci sono… le mie incredibili macchine da guerra.”

 

La puntata di Rai Educational

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Martedì, 27 Dicembre 2016 18:13

Einstein genio senza confini

Tra le collane di EL, casa editrice specializzata in libri per ragazzi, spicca la collana “Grandissimi”, cui appartiene questo libretto. Sul sito della Casa Editrice questa è la descrizione della collana: “I grandi della Storia a portata di bambino. Storie di uomini e donne che hanno cambiato il mondo, ciascuno a modo proprio, con le proprie parole, le proprie invenzioni, le proprie scelte.” Da Giulio Cesare a Francesco d’Assisi, da Anne Frank fino a Einstein, non abbiamo che l’imbarazzo della scelta. La collana ha come età minima di lettura i sette anni.

 

Il libretto in questione è dedicato a Einstein e l’autore ci presenta i tratti salienti della sua vita. Splendido l’inizio, che non può che coinvolgere grandi e piccini, invitandoli a proseguire nella lettura: “Quand’era bambino, pensavano fosse un po’ scemo”. Il piccolo Einstein non prometteva certo ciò che poi ha realizzato! La passione per l’elettromagnetismo nata con la bussola, la passione per la musica con il violino che la madre gli regalò a sei anni, lo scontro con la disciplina al Ginnasio Luitpold, l’incontro con Max Talmey, studente di medicina che i genitori ospitano occasionalmente, che gli fornirà i primi libri da leggere e gli anni di Zurigo, “i più felici della sua vita”, dove incontra Michele Besso, Marcel Grossman e Mileva… non manca nulla in questo libretto che è un racconto dettagliato, ma semplificato della vita del grande scienziato. Ottima la descrizione che l’autore ci offre dei famosi articoli del 1905, decisamente alla portata di un qualsiasi bambino di otto anni: “Fu come se un atleta sconosciuto, nello stesso anno, avesse vinto la medaglia d’oro nel salto in lungo, nel nuoto e nella ginnastica ritmica, per poi stracciare gli avversari al torneo tennistico di Wimbledon e vincere, da solo, i mondiali di calcio.”

Le illustrazioni di Giuseppe Ferrario accompagnano la narrazione, aiutando la memoria a focalizzare l’attenzione sui fatti più importanti.

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Giovedì, 01 Dicembre 2016 14:40

Galileo Galilei esploratore del cielo

Tra le collane di EL, casa editrice specializzata in libri per ragazzi, spicca la collana “Grandissimi”, cui appartiene questo libretto. Sul sito della Casa Editrice questa è la descrizione della collana: “I grandi della Storia a portata di bambino. Storie di uomini e donne che hanno cambiato il mondo, ciascuno a modo proprio, con le proprie parole, le proprie invenzioni, le proprie scelte.” Da Giulio Cesare a Francesco d’Assisi, da Anne Frank fino a Einstein, non abbiamo che l’imbarazzo della scelta. La collana ha come età minima di lettura i sette anni.

 

Il libretto in questione è dedicato a Galileo Galilei, ma non è certo la tipica biografia: troviamo un Galileo ormai anziano, isolato e solitario dopo il processo dell’Inquisizione, amareggiato e triste. Baldo è un bambino come tanti e, inizialmente intimorito da Galilei, una volta che ha preso confidenza mostra tutta la propria curiosità e non ha paura di porre domande scomode al grande scienziato. Tutto comincia quando Baldo, inciampando in un tappeto, fa cadere a terra una mela e una fetta di pane. “Che cosa ha toccato terra per primo? Il pane o la mela?”. È l’inizio di un’amicizia particolare, con Galilei che guadagna un po’ di allegria grazie a Baldo e Baldo che può imparare cose nuove, conoscere attrezzi misteriosi come il cannocchiale e altre nuove “diavolerie” inventate da Galileo stesso. “Il mondo è come un libro aperto sotto i nostri occhi” dice Galilei a Baldo, mentre gli racconta i propri percorsi, le proprie difficoltà: “provare e riprovare, fino a che non si è ottenuto il meglio e non si è arrivati al fondo di ciò che si sta facendo”. A Baldo, Galilei racconta anche la propria vicenda con l’Inquisizione dopo la domanda innocente del bambino: “Perché, signore, voi siete tanto pericoloso?”.

Le illustrazioni e il linguaggio semplice sono il punto di forza di questo piccolo gioiello: non si è mai troppo giovani per conoscere Galileo Galilei e la “pericolosità” della scienza.

 

“Non bisogna avere paura di vedere le cose come sono.”

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Mercoledì, 20 Luglio 2016 08:43

Archimede aveva un sacco di tempo libero

In questo testo, Codenotti ci propone l’infinito nella teoria degli insiemi di Cantor: l’argomento non è semplice, ma è presentato in modo accattivante, grazie al fumetto di Claudia Flandoli che si alterna alla trattazione più rigorosa. L’idea è nata durante le conferenze divulgative che Bruno Codenotti tiene nelle scuole: quale miglior modo di divulgare le conoscenze di un libro? In questo modo, il lettore può scegliere il proprio ritmo e aspettare che tutto sia chiaro prima di proseguire.

L’esplorazione dell’infinito comincia con gli insiemi finiti, così come nel fumetto Giacomo comincia l’esplorazione della vita universitaria e incontra Lara, sua compagna di corso. La semplicità degli insiemi finiti non deve indurre a una banalizzazione, come dimostrato dagli importanti concetti spiegati, che si prestano ad essere esplorati con numerosi esempi.

Nel secondo capitolo il problema dei buoi di Archimede e il premio per l’invenzione degli scacchi ci fanno prendere confidenza con numeri così grandi che ci fanno pensare all’infinito e le suggestioni del terzo capitolo, con i testi di letteratura e filosofia, ci aiutano a prendere coscienza del fatto che l’infinito non è dominio solo della matematica.

Il quarto capitolo sancisce il salto dal finito all’infinito e il fumetto è fondamentale per cogliere appieno questo salto: “mondi diversi seguono regole diverse” dice Lara a Giacomo, quando questi cerca di capire il funzionamento di un e-reader rifacendosi ai libri. L’infinità dei numeri e dei punti in geometria ci permette di prendere confidenza con l’infinito matematico, analizzando e confrontando, rimettendo in gioco e ridefinendo i concetti di minore, maggiore e uguale.

Nel settimo capitolo, la spiegazione della differenza tra insiemi continui e insiemi discreti ci è data ancora dal fumetto, che con una semplice ma geniale immagine aiuta a comprendere questa difficile definizione. La conclusione è da capogiro: gli infiniti infiniti matematici non possono che fare girar la testa.

Come sottolinea Giacomo, “infrangere i tabù porta a grandi scoperte”: è questa la descrizione del cammino percorso da Cantor che, nelle sue esplorazioni matematiche, ha incontrato anche numerosi ostacoli proprio da parte dei matematici suoi contemporanei.

 

Il libro si rivolge a un pubblico che abbia fatto propri i concetti della matematica di base, come i ragazzi del triennio delle superiori. Al termine di ogni capitolo, la nota storico-bibliografica consente di esplorare nuovi approfondimenti attraverso letture più impegnative, ma non solo: l’autore presenta anche la vicenda storica di Cantor e alcune curiosità che non hanno trovato spazio nella trattazione. 

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Lunedì, 19 Ottobre 2015 18:18

È logico!

TRAMA:

Il maialino Otto è il protagonista di questo simpatico racconto di Anna Cerasoli, che dopo “Gatti neri gatti bianchi” si cimenta ancora con la logica per i più piccoli. Otto è l’amatissimo maialino della mamma, orgogliosa perché il suo piccolo è capace di sporcarsi come nessun altro: “si girava e rigirava nel pantano con tale cura che nessuna piega della pelle sfuggiva alla melma appiccicosa”.

L’ultima domenica di maggio il contadino e la moglie, dimentichi di tutto e tutti a causa di un furente litigio, dimenticano di chiudere il cancello dell’orto: è l’occasione per tutti i maiali di fare una ghiotta scorpacciata di carote e ravanelli, ma per Otto è anche l’occasione di assaporare la libertà e di fare una nuova amicizia, con Ghigo, cucciolo di una famiglia di cinghiali che si è unita ai maiali nella razzia. Quando il contadino accorre e disperde gli affamati ghiottoni, Otto è costretto a separarsi dal suo nuovo amico, ma Ghigo gli promette che, se farà bel tempo, tornerà a trovarlo. Quando non lo vede arrivare, Otto pensa che sia successo qualcosa e va a cercarlo: lo trova, vicino a un cespuglio, ferito a una zampa da una trappola. Lo aiuta nella fuga, ma entrambi vengono catturati dal contadino, che decide di farne salsicce. Otto riesce a fuggire e, arrivato alla porcilaia, istruisce gli altri maiali perché lo aiutino a liberare anche Ghigo. Ed è così che Otto e Ghigo possono godersi la tanto agognata libertà.

 

COMMENTO:

Ancora un piccolo capolavoro di Anna Cerasoli, una matescrittrice ricca di creatività e fantasia. D’altra parte, ciò che caratterizza un matematico è proprio la creatività! Il libretto, arricchito dalle illustrazioni di Aurora Cacciapuoti, è consigliato ai piccoli che potranno ascoltare con curiosità questa storia di amicizia e libertà, mentre è quasi d’obbligo per i più grandicelli, che potranno mettersi alla prova con i quesiti logici alla fine del libro. “È logico!”: un’occasione per imparare divertendosi e continuare il proprio percorso di scoperta della ricchezza della matematica.

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Mercoledì, 26 Agosto 2015 09:58

Tutti in festa con Pi Greco

TRAMA:

Chiunque abbia interesse a “scoprire la bellezza e l’utilità” della matematica è seriamente invitato a leggere questo libro! Dedicato agli alunni della scuola secondaria di primo grado, il libro si presta in realtà a vari livelli di lettura, grazie anche alla struttura pensata dalla Cerasoli: il testo è costituito da tre parti che possono essere lette separatamente, ma che si intersecano l’una con l’altra. La parte principale è la narrazione dedicata specificamente a p, la seconda è data da una ventina di box azzurri e la terza da una ventina di box arancioni.

La prima parte comincia con la presentazione di p, il numero che “non ha una fine”, e prosegue con la storia di Archimede, che fin da piccolo aveva imparato “a giocare con i numeri, a ragionare, a non spaventarsi di fronte ai problemi, a correggere gli errori senza scoraggiarsi”. Il metodo di Archimede per determinare le cifre decimali di pcon una grande approssimazione è descritto dettagliatamente e con molta semplicità: il lettore è invitato ad applicare delle semplici formule per il calcolo delle aree e a mettersi alla prova per trovare una nuova cifra decimale.

Non è possibile parlare di Archimede senza ricordare la Biblioteca di Alessandria e il ruolo svolto da Eratostene nel campo della cultura: è proprio da una lettera scambiata con Eratostene che possiamo conoscere il livello di precisione raggiunto da Archimede, per il quale “la circonferenza di un circolo è uguale al triplo del diametro, più una parte che è maggiore di 10/71 e minore di 1/7”. È proprio il legame tra la circonferenza e il suo diametro che ci permette di trovare la simpatica relazione secondo la quale aumentando di un solo metro la lunghezza di un nastro ipoteticamente avvolto intorno all’Equatore, gli permetterà di sollevarsi in ogni punto di circa 16 centimetri.

La storia di parriva fino ai giorni nostri, perché solo nell’Ottocento è stato dimostrato, da un matematico tedesco, che le sue cifre continuano all’infinito. Il fatto che la sequenza delle cifre sia infinita ci garantisce che “quella sequenza conterrà certamente ogni altra sequenza di cifre” e possiamo così ritrovare la nostra data di nascita o il nostro numero di telefono, o qualsiasi altra sequenza di numeri ci possa venire in mente.

Il calcolo dell’area del cerchio è affascinante, e probabilmente più facile da memorizzare, se si usa il metodo di Archimede, che ha immaginato di suddividere il cerchio in tante striscioline e di trasformarlo in un triangolo, ma nemmeno il grande scienziato ha potuto risolvere l’impossibile problema della quadratura del cerchio, con il solo utilizzo di riga e compasso. Il cerchio è ineguagliabile nella sua area, perché – a parità di perimetro – è il poligono che racchiude l’area maggiore, come ben sapeva la regina Didone, fondatrice di Cartagine. Archimede non si fermò all’area e al perimetro della circonferenza: determinò anche il volume e la superficie della sfera, mentre Eudosso determinò il volume del cono.

La storia si conclude con la morte di Archimede ad opera di un soldato romano, durante l’assedio di Siracusa, ma la sua morte rappresenta solo il termine della sua esistenza terrena, considerata l’immortalità delle sue opere e, in particolare, del suo metodo.

Nei box azzurri, che si alternano con quelli arancio alla narrazione, sono raggruppate attività da svolgere durante la festa di p, giochi per comprendere meglio questa costante e tante curiosità, come la nascita della festa che viene celebrata ogni anno il 14 marzo, ideata dal fisico americano Larry Shaw e proclamata ufficialmente da Obama nel 2009, come occasione che “incoraggi i giovani verso lo studio della matematica”. Sul risvolto della copertina troviamo inoltre il puzzle dello Stomachion, ideato da Archimede e le due facce della Medaglia Fields, il premio più ambito dai matematici di tutto il mondo. I box arancio, ricchi di approfondimenti e di quesiti matematici un po’ più impegnativi, ci raccontano la storia della misura del meridiano terrestre, ci spiegano i termini irrazionale e trascendente che descrivono il pe completano l’elenco delle scoperte di Archimede con la descrizione delle leve.

 

COMMENTO:

Un libro bellissimo sia nella veste grafica che nella sua realizzazione: anche questa volta la Cerasoli ci ha regalato un testo unico, costruito attorno all’affascinante irrazionale p. Sembra che il numero catalizzi attorno a sé le figure geniali del suo tempo e lo sviluppo storico nel quale ogni avvenimento è inserito ci permette di rileggere anche la storia romana, con le guerre puniche e l’assedio di Siracusa. Così, in questo misto di realtà e leggenda, storia e mito, l’irrazionale più famoso non può che restare impresso nella nostra memoria.

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Mercoledì, 26 Agosto 2015 09:58

Matemago

TRAMA:

Ritroviamo il protagonista di “Sono il numero uno”, “Io Conto” e “Tutti in cerchio”: dopo aver imparato ad amare la matematica, che ora è la sua materia preferita “quasi come il rugby”, il piccolo protagonista comincia un corso estivo di matematica, tenuto da Dario, studente universitario. La scoperta delle gioie della matematica avviene grazie a giochi, curiosità e applicazioni: si comincia con il teorema dei quattro colori, grazie alla richiesta di colorare la cartina dell’Italia, distinguendo le sue regioni e si procede con i sette problemi del millennio, confrontati con i ventitré problemi di Hilbert e per quanto questi temi possano sembrare fuori dalla nostra portata, Andrew Wiles si è appassionato proprio da bambino al teorema di Fermat. Per risolvere i problemi è necessario allenarsi e impararne le ricette, ovvero i diagrammi di flusso, gli algoritmi e infine le formule – regine tra le ricette – odiate dagli studenti, ma utili “strumenti per smontare e risolvere i problemi”.

La matematica è più vicina alla nostra realtà di quanto crediamo e ce lo dimostrano Facebook e Google, l’uno con i grafi e l’altro con il PageRank, l’algoritmo che, assegnando un peso numerico ad ogni collegamento ipertestuale, permette di ricostruire l’importanza di un sito all’interno di una serie. Persino ripulire dalle erbacce i vialetti del cortile o sostituire i sacchetti della spazzatura può diventare un’occasione per fare matematica: la topologia e la soluzione del quesito dei ponti di Königsberg ci porta ai cicli di Eulero e di Hamilton, al lavoro dei postini e dei commessi viaggiatori. E se dovessimo risolvere il problema di scegliere tra due diverse tariffe telefoniche? Le coordinate cartesiane sarebbero un ottimo strumento, come lo sono per il funzionamento del GPS. Il calcolo combinatorio può essere un aiuto nell’organizzazione di un torneo, magari proprio di battaglia navale, mentre per sommare n numeri, utilizziamo il metodo escogitato da un bambino di dieci anni, Karl Friedrich Gauss, procedendo speditamente grazie a una semplice formula.

Non può mancare il triangolo di Tartaglia, “una montagna che è una vera miniera”: scavando un po’, si trovano soluzioni a molti problemi. Ad esempio, possiamo trovare la successione di Fibonacci, oppure la sequenza delle potenze di 2… d’altra parte il lavoro del matematico consiste proprio nel “trovare situazioni diverse della realtà e descriverle con uno stesso modello”.

Il sistema binario è descritto con quattro lampadine, mentre la criptografia ci permette di leggere in modo diverso il nome di Hal, il robot di “2001: Odissea nello spazio”, tributo del regista alla IBM. Dopo aver usato il calcolo delle probabilità per distinguere tra giochi equi e giochi non equi e aver accennato alla ludopatia, l’autrice introduce la matematica in cucina, con la congettura di Keplero – che indaga la disposizione migliore per le palle di cannone ma anche per accatastare le arance – e analizza la sicurezza in cucina attraverso la logica, con le tabelle dei connettivi “and” e “or”, che tradotti in 1 e 0 ci rimandano ai circuiti elettrici.

La conclusione è d’oro, considerato il rettangolo che nasce dalla sezione aurea, collegata alla serie di Fibonacci e presente in natura nella spirale logaritmica, la linea attorno alla quale si accresce il guscio di una lumaca.

 

COMMENTO:

Questo libro è una vera fonte di concetti matematici, accompagnati dal gusto della sfida, che viene lanciata a ogni lettore perché provi a risolvere i quesiti – non certo banali – proposti al termine di ogni capitolo. La Cerasoli riesce a sorprendermi anche questa volta: la semplicità della presentazione permette un’agile lettura a tutti coloro che vogliano cimentarsi, ma non manca l’effetto sorpresa che accompagna la scoperta della matematica in ambiti della nostra quotidianità in cui la sua presenza è davvero insospettabile.

Il libro è consigliato a tutti: agli studenti della secondaria di primo grado, cui è rivolto, per dimenticare la noia della matematica scolastica, agli adulti che hanno ancora troppi pregiudizi al riguardo e agli insegnanti che hanno voglia di lasciarsi alle spalle la noia della quotidianità per riscoprire un nuovo modo, più accattivante, di presentare la “solita” matematica.

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