Verifica di fisica, classe seconda liceo scientifico delle scienze applicate.
Verifica di recupero di settembre.
Durata: due ore.
Verifica di fisica, classe prima liceo scientifico.
Verifica di recupero di settembre.
Durata: due ore.
Verifica di matematica, classe terza liceo scientifico.
Verifica di recupero di settembre.
Durata: due ore.
Se avete figli in età scolare (o se siete un figlio in età scolare), una delle domande che sentite ricorrere più frequentemente alla fine dell’estate è: “Hai finito i compiti?”. Come se già non bastasse l’ansia causata dall’imminente rientro a scuola, l’estate che volge al termine e i compiti… ancora in alto mare! Redooc cerca di offrirci un modo per affrontare l’ansia per i compiti, grazie alla mindfulness: concedersi una pausa, fare un bel respiro ed esercitare un po’ di disciplina. Sembra complicato, ma per portare a termine qualsiasi cosa, basta, davvero, solo un po’ di esercizio…
Un compasso e un righello… ma anche: un cartoncino, un paio di forbici e del nastro adesivo… l’anno scorso, abbiamo costruito tassellazioni in tutti i modi per la XIV Edizione di BergamoScienza. Quest’anno, il tema centrale è il cerchio e, come suggerisce questa Ted Lesson di Eric Broug sul disegno geometrico nella cultura islamica: “Qualsiasi cosa comincia con un cerchio”. In altre parole: dalle tassellazioni abbiamo fatto un passo indietro e siamo approdati al cerchio. Il fil rouge, però, è sempre lo stesso: divertirsi con la matematica!
Ed evidentemente, Sir Michael Atiyah (vincitore della Medaglia Fields e del Premio Abel) si diverte così tanto con la matematica che “invece di infilare le pantofole e concedersi un meritatissimo riposo, a 88 anni si è dedicato alla prova della congettura avanzata nel 1962 da Walter Feit e John G. Thompson sulla teoria dei gruppi.” Il teorema ha a che vedere con la simmetria, eppure ha applicazioni importanti non solo per la matematica, ma anche per la fisica. Secondo la sua intervista al Times, Atiyah voleva “dimostrare al figlio Robin che ossessione e passione possono risultare in scoperte importanti e meravigliose anche in età avanzata”. Non c’è un’età per amare la matematica…
Si diverte con la matematica anche Andrea Capozio, che ad aprile ha pubblicato sul blog Mathisintheair una nuova puntata di MATEcomio, la sezione umoristica del blog. Il titolo della puntata è L’arte della semplificazione e ce n’è in abbondanza per far venire i capelli bianchi a qualsiasi insegnante di matematica: si parla di “semplificazioni selvagge”, quelle che i miei alunni hanno imparato a vedersi segnalate nei compiti in classe in rosso con la sigla “SS” (solo per far prima a correggere…).
Per quanto sembri una contraddizione in termini, si parla di “archeologia informatica” e ci sono veri appassionati che recuperano computer di vecchie generazioni per restaurarli e utilizzarli nuovamente. James Ball ha fotografato le macchine che hanno fatto la storia del personal computer e così possiamo sfogliare la galleria trovando “dieci pezzi tecnologici rimessi a nuovo, ritratti frontalmente su sfondi colorati: dal famoso IBM 1401 al Pilot ACE di Alan Turing”, ovvero dal 1950 agli anni Settanta. In ambito informatico ci sono numerosi passi avanti, ma la presenza femminile, non solo nell’informatica ma nell’ambito STEM in generale, continua ad essere bassa, come sottolinea il report di agosto di Unioncamere sulle startup innovative. Roberta Cocco, assessore alla trasformazione digitale del Comune di Milano e Layla Pavone, amministratore delegato di Digital Magics, rispondono ad alcune domande di StartupItalia! sul tema, cui fa seguito una lista delle 150 imprenditrici, scienziate, “donne dell’innovazione” da conoscere, seguire e sostenere in Italia. Ovviamente, in questa lista, non poteva mancare Chiara Burberi di Redooc.
La General Electric ha realizzato, all’inizio di questo anno, un video promozionale dal titolo: “E se trattassimo le grandi scienziate come delle star?” e questa domanda è “alla base della campagna, nata per pubblicizzare l’impegno dell’azienda nell’assumere più donne in settori che richiedono elevate competenze tecnico-scientifiche.” Protagonista dello spot è Mildred Dresselhaus, ribattezzata dalla comunità scientifica “The Queen of Carbon”, la regina del carbonio ed è la prima donna ad aver ottenuto la qualifica di Institute Professor, la carica accademica più importante del prestigioso istituto. Non si è dedicata solo alla carriera e alle ricerche sul carbonio, “ha dedicato gran parte della sua vita alla promozione della parità di genere in ambito scientifico”, gestendo un seminario rivolto alle studentesse del primo anno di ingegneria del MIT, per accrescere la fiducia delle ragazze nelle proprie capacità.
Coniugando informatica e universo femminile, abbiamo gli ingredienti del libro “The Glass Universe” di Dava Sobel, edito in Italia con il titolo “Le stelle dimenticate” e recensito a febbraio da Patrizia Caraveo: oggetto della narrazione è la vicenda di un gruppo di ricercatrici ingaggiate dallo Harvard Observatory come “calcolatrici umane”. Ottennero risultati di straordinaria importanza ma a poche tra di loro venne offerta l’opportunità di fare carriera: “Il messaggio è chiaro: le donne hanno molto da offrire alla scienza, basta dare loro l’opportunità.”
Il 21 agosto c’è stata un’eclissi totale che ha interessato gli Stati Uniti, tanto da essere nominata come la “grande eclisse americana”. Paolo Conte, per Radio3Scienza, ci accompagna con cinque brevi trasmissioni, di circa 4 minuti l’una, nelle quali ci parla di cinque storiche eclissi: l’eclisse del 21 agosto 2017, che forse raccoglie il maggior numero di spettatori di tutti i tempi (“forse” perché quella del 2009 ha attraversato aree molto più densamente popolate…), l’eclisse del 28 luglio 1851, per la quale abbiamo la prima immagine fotografica, realizzata grazie alla dagherrotipia, l’eclisse del 18 luglio 1860, la prima a fornire informazioni sulla natura della corona solare, l’eclisse del 29 maggio 1919, che ha fornito la prima prova sperimentale della relatività generale, con le foto di Eddington realizzate nell’Isola Principe e infine l’eclisse del 28 maggio 585 a.C., con la prima previsione di cui abbiamo notizia, realizzata da Talete.
Forse la recente eclisse ha fatto nascere in noi alcune curiosità e ci piacerebbe osservare il cielo, il Sistema Solare e l’universo in modo più approfondito: Andrea Bernagozzi, ricercatore all’Osservatorio astronomico della regione autonoma Valle d’Aosta ci dà le indicazioni necessarie per utilizzare una app gratuita realizzata dalla Nasa. L’applicazione è semplice da usare e può rispondere alle nostre curiosità: ci permette un’osservazione diversa da quella consentita dai planetari, perché ci dà l’opportunati di viaggiare nello spazio e di vedere il nostro pianeta dall’esterno. È notevole soprattutto dal punto di vista didattico, visto che ci permette di ragionare anche su problemi attuali, come il riscaldamento globale. Con la app è possibile vedere, dall’esterno, anche la ISS: per visitarla dall’interno, grazie a Thomas Pesquet – che è stato nella Stazione per sei mesi ed è rientrato a giugno di quest’anno – possiamo sfruttare Street View. In altre parole, possiamo andare virtualmente a spasso per la Stazione Spaziale Internazionale!
Continuano le uscite de I grandi della scienza a fumetti: con Trinity affrontiamo la storia del Progetto Manhattan, in cui non manca una spiegazione dettagliata della radioattività. Per questo motivo, il fumetto è abbastanza impegnativo: tutto è studiato nei minimi dettagli e geniali sono le analogie che ci aiutano a capire anche i concetti più complessi. Protagonista di Un pensiero abbagliante (recensito in precedenza) è Niels Bohr, padre della meccanica quantistica: “I concetti della meccanica quantistica sono spiegati nel modo più semplice possibile, mentre l’intera vicenda viene ambientata nel contesto culturale, politico, storico nel quale si è sviluppata.” L’ultima pubblicazione, T-Minus alla conquista della Luna, è dedicata a quegli uomini e a quelle donne che hanno dedicato le proprie energie alla realizzazione delle imprese spaziali che hanno portato, fallimento dopo fallimento, all’Apollo 11 e all’allunaggio. I veri protagonisti, quindi, non sono solo gli astronauti, i cui nomi sono rimasti nella memoria di tutti noi, ma tutti quegli ingegneri e quei tecnici che hanno dedicato la propria vita a costruire e progettare.
Per concludere, per tutti gli insegnanti che ricevono questa newsletter, un’ispirante TedTalk di Rita Pierson, insegnante da 40 anni: “I ragazzi non imparano da chi a loro non piace”. Non è certo possibile piacere a tutti, ma è importante rendersi conto che l’insegnamento si nutre soprattutto di relazioni.
Buona matematica! Ci sentiamo tra TRE settimane!
Daniela
Tutti ricordano il nome del primo uomo nello spazio, Jurij Gagarin, e sicuramente molti hanno visto le immagini dell’allunaggio, con la missione dell’Apollo 11, e gli statunitensi Neil Armstrong e Buzz Aldrin che hanno calcato per la prima volta il suolo lunare, eppure nessuno ricorda i nomi delle persone che hanno reso possibili queste imprese. Jim Ottaviani, con le illustrazioni di Zander e Kevin Cannon, ci permette di conoscere i più importanti tra di essi: come il russo Sergej Pavlovič Korolëv, e gli americani Max Faget e Caldwell C. Johnson, “C.C.”.
Leggendo questa graphic novel, si arriva all’ultima pagina con il fiatone, perché davvero Ottaviani riesce a trasmetterci l’intensità e l’urgenza di questa corsa allo spazio che ha visto protagonisti gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica: forse l’impellente conto alla rovescia che scandisce la realizzazione di ogni missione spaziale, a cominciare da quella di 7,4 secondi realizzata dodici anni prima di quella dell’Apollo 11, forse il saltare dagli Stati Uniti all’Unione Sovietica, … Qualsiasi sia il motivo, non si può non sentire l’urgenza di realizzare al più presto la missione decisiva.
Come sempre, Ottaviani non fa mancare le sue ottime idee: possiamo distinguere le vignette ambientate negli Stati Uniti da quelle dell’Unione Sovietica a una prima occhiata, visto che in quelle sovietiche lo stampatello maiuscolo utilizzato per i fumetti richiama in qualche modo i caratteri cirillici. Inoltre, nelle ultime pagine Ottaviani ci regala una bibliografia arricchita dai suoi commenti e sottolinea come le numerose missioni realizzate nel corso degli anni siano merito di oltre 400.000 persone: i protagonisti della graphic novel “non recitano solo le loro parti, ma anche quelle di tantissimi altri tecnici e ingegneri”. In conclusione: il fumetto ci offre un paio d’ore di svago intelligente, ma c’è sempre spazio per approfondire e le precisazioni di Jim Ottaviani al termine ci offrono un sacco di spunti.
Verifica di matematica, classe terza liceo scientifico.
Argomento: esponenziali e logaritmi.
Durata: due ore.
Una graphic novel che è un vero saggio sulla bomba atomica: oltre alla storia del Progetto Manhattan, c’è anche la spiegazione dettagliata della radioattività e alcune geniali analogie aiutano a capire anche i concetti più complessi, come quello della reazione a catena. Un fumetto impegnativo che fornisce informazioni scientifiche accurate, perché, come dimostrato dall’ampia bibliografia, tutto è studiato nei minimi dettagli. Anche i dialoghi tra i personaggi principali sono tratti, dove possibile, da documenti dell’epoca. Le immagini a tratti dettagliate e a tratti quasi scarne, come nel caso dell’esplosione della bomba a Nagasaki, rimandano proprio all’effetto terribile della bomba atomica. Nel racconto, sembra che Oppenheimer ci guidi in questo percorso al tempo stesso affascinante e sconvolgente: il fascino è dovuto all’avventura intellettuale non indifferente che i fisici hanno dovuto affrontare per progettare la bomba, mentre non può mancare la tristezza che nasce dalla devastazione causata dalla bomba, morte che ha superato persino le aspettative degli studiosi del tempo.
“Il XX secolo ha ridefinito i termini della guerra, distinguendo tra armi ‘convenzionali’, come i cannoni, e armi molto peggiori… biologiche, chimiche, radiologiche o nucleari.”
Lo scorso 14 luglio (o forse il 15… dipende dalle fonti) è scomparsa Maryam Mirzakhani, la prima donna a ricevere la Medaglia Fields nel 2014. Iraniana di origine, si è trasferita a Harvard dopo la laurea, completando il dottorato con una tesi sulla geometria delle superfici iperboliche. “Mirzakhani si definiva una pensatrice lenta che gravitava intorno ai problemi più profondi. Il marito Jan Vondrak, anch’egli matematico, raccontava che una volta, da fidanzati, andarono a correre: ‘Io ero in forma, lei gracile. Così all’inizio io ero in testa. Ma un’ora dopo mi ero fermato. Lei invece continuava a correre, alla stessa velocità’.” Val la pena rileggere la sua intervista pubblicata nel 2014, all’indomani della sua premiazione, su Repubblica, con il permesso del Clay Mathematics Institute. Mi piace la domanda riportata al termine: “Che cosa consiglia a chi vorrebbe saperne di più sulla matematica?”. La sua risposta gronda entusiasmo: “È una domanda difficile. Non penso che tutti dovrebbero diventare matematici, ma credo che a molti studenti non diano veramente una chance per amare questa disciplina. Per un paio d’anni, alle medie, andavo male in matematica. Se non sei entusiasta può sembrare una materia fredda. La bellezza della matematica si mostra solo ai più pazienti. Bella la trasmissione di Radio3Scienza dedicata alla grande matematica, soprattutto grazie a Elisabetta Strickland, che l’ha conosciuta personalmente proprio dopo la premiazione delle medaglie Fields: l’emozione pervade ancora, a distanza di tre anni, le sue parole.
Perché credere nella ricerca scientifica anche quando sembra inutile? La risposta a questa domanda viene data, in una divertente TEDTalk, da Luca Perri, astrofisico: con lo stile, l’umorismo e la vitalità che lo contraddistingue, Luca ci parla del Premio IgNobel, assegnato ogni anno dall’associazione Improbable Research di Harvard alle ricerche più strane, divertenti e assurde. Ma perché Harvard premia ricerche che riguardano il motivo per cui le aringhe si muovono in banchi o come fanno i propri bisogni i cani? Le ricerche in questione prima fanno ridere e poi fanno riflettere… ascoltate la talk e fatevi due (serie) risate*. Anche secondo Gaela Bernini, responsabile dei progetti scientifici e sociali di Fondazione Bracco, la scienza deve pervadere la società, anche se l’obiettivo principale dell’intervento, in questo caso, è la gender equality. Non dimentichiamo che per una donna che fa carriera in campo scientifico, una su tutte Tullia Sbarrato (Nasa), tante altre restano ferme: “Il problema è che a lasciare sono soprattutto le donne; sono nate anche associazioni e gruppi per cercare di invertire la tendenza e migliorare le condizioni per consentire alla donne di continuare la carriera, favorendo una conciliazione dei tempi, evitando discriminazioni e sfatando pregiudizi.”
La necessità di diffondere meglio la passione per la scienza si fa sentire anche nei titoli allarmistici dei giornali, come quello comparso su Repubblica il 23 luglio: “Matematica senza prof, quattromila cattedre vuote: ‘È crisi delle vocazioni’”. Secondo la rivista Tuttoscuola, che ha fatto i conti utilizzando i dati del ministero, nemmeno le prossime immissioni in ruolo colmeranno del tutto il buco lasciato dalle numerose cattedre vuote, soprattutto alle medie. Il problema è dato anche dal fatto che “un quarto dei laureati prosegue con il dottorato”. Interessante, a tal proposito, la riflessione di Alberto Berretti, professore di Analisi di Uniroma2: “Se gli algoritmi a scuola uccidono il pensiero analitico”. Secondo Berretti, la matematica non è un insieme di algoritmi, ovvero una serie di regole meccaniche “che combinate insieme danno luogo ad una infinita combinazione di problemi in cui ti devi orientare pensando, non con un big data de noantri fatto di memorizzazione di tecniche da associare a classi di problemi prestabilite.”
Il 28 luglio 2017 è cominciata la terza missione di Paolo Nespoli sulla ISS: l’astronauta “si definisce un ingegnere che non ha mai smesso di sognare” e può puntare a conquistare il primato di permanenza nello spazio, dopo aver già raggiunto il primato di essere l’astronauta europeo più anziano ad andare nello spazio. Seguirà duecento esperimenti scientifici e con la App#Spac3 “creerà un’opera d’arte collettiva e dinamica a colpi di foto, scattate dallo spazio e dalla Terra e unite in un photoshop inedito, ispirato al simbolo della missione: l’opera Terzo Paradiso dell’artista Michelangelo Pistoletto”. Nespoli è stato preceduto dal timelapse con i colori dell’aurora boreale, girato dall’astronauta statunitense Jack Fisher, in missione per l’Expedition 52/53 della Nasa.
Continua l’uscita delle Graphic Novel “I grandi della scienza a fumetti”, una collana presentata da Repubblica e Le Scienze: domani è il turno del quinto volume “Trinity”, ovvero “la storia degli scienziato le cui scoperte hanno portato alla prima bomba atomica: da Marie Curie a James Chadwick, da Albert Einstein a Robert Oppenheimer.” Oltre agli otto volumi previsti, ne usciranno un paio in più, uno riguardante la “famosa Lotta delle Ossa” e l’ultimo dedicato a Galileo Galilei. Il primo, dedicato a Feynman, si svolge in prima persona e possiamo cogliere tutta l’originalità e l’entusiasmo del grande fisico, che ci guidano in questa non sempre facile lettura. Il secondo, The Imitation Game, è dedicato ad Alan Turing** e sembra di seguire un’intervista corale, nella quale le persone a lui più vicine raccontano la sua vicenda umana e scientifica. Il terzo è il volume Logicomix, realizzato che una matematica, un informatico e due illustratori che hanno unito le proprie forze per realizzare un fumetto su una “grande avventura del pensiero”, quella di Bertrand Russell. Il quarto, Cosmicomic, ci presenta un percorso scientifico, quello che ci ha permesso di descrivere l’universo e la sua nascita, con la teoria del Big Bang. Per concludere, suggerisco un paio di letture dedicate ai più piccoli, appartenenti alla collana “Grandissimi” della Casa Editrice EL: il primo è dedicato a Newton, che viene presentato come un bambino, irascibile e polemico, ma decisamente geniale; il secondo è dedicato a Marie Curie, la signora dell’atomo.
Per concludere: ecco a voi un gioco divertente, in modo da rendere più leggera l’estate, quanti triangoli riuscite a trovare in questa immagine? Oppure: puoi trovare il numero in questa sequenza? Per chi invece si trova in riva al mare, è consigliatissimo questo video sulla matematica delle conchiglie.
Buona matematica! Ci sentiamo tra TRE settimane!
Daniela
*Sembra un problema da IgNobel anche quello delle code al bagno delle donne, eppure i ricercatori della Ghent University in Belgio hanno deciso di perderci del tempo, per trovare la risposta all’annoso problema, che si presenta durante concerti o festival. Potete leggere il testo dell’articolo, in italiano, o seguire il filmato in inglese.
**Leggendo questa Graphic Novel, ho avuto la tentazione di approfondire il tema delle donne inglesi che hanno dato il proprio contributo allo sforzo bellico durante la seconda guerra mondiale.
La scienza non percorre sempre strade lineari: tra continui errori e contraddizioni, progredisce lentamente, con il contributo di chiunque sia appassionato e abbia le competenze necessarie. Il percorso esplorato da Balbi e illustrato da Piccioni è quello che ha portato al Big Bang e alla scoperta della radiazione di fondo. Quando Arno Penzias e Bob Wilson, nel 1964, si trovarono a fare i conti con il disturbo che ostacolava il funzionamento della loro antenna presso i laboratori Bell, non immaginavano certo che questo li avrebbe portati a vincere il Premio Nobel nel 1978. Nel fumetto, gli autori hanno scelto di far loro ripercorrere le tappe non solo della propria scoperta, ma anche del cammino che li ha preceduti: diciotto scienziati in totale, da Hubble a Einstein, da Lemaitre a Gamow, che con le proprie intuizioni riescono a trovare una spiegazione adeguata dell’origine dell’universo. Nel percorso, trova spazio anche l’errore commesso da Einstein, che non ha solo negato la teoria dell’universo in espansione, ma, dall’alto della sua presunzione (in questo caso non si può definire altrimenti!), ha accusato Lemaitre di avere un senso fisico “veramente abominevole”.
Com’è giusto che sia, dato il genere usato per presentare la storia, le verità storiche si mescolano ad alcune finzioni narrative: possiamo salvare i concetti fisici contenuti nella storia e i personaggi protagonisti, ma non sempre le circostanze e le modalità in cui si sono verificati gli eventi coincidono con la realtà, per quanto, come ci dice lo stesso Balbi, “le (poche) licenze narrative non hanno snaturato la realtà storica o la sostanza dei fatti”. Da sottolineare, inoltre, il lavoro meticoloso svolto per procurare “le documentazioni fotografiche d’epoca dei luoghi dove sono avvenuti gli eventi, ogni volta che ciò è stato possibile.”
In appendice, è possibile consultare una breve biografia dei diciotto personaggi coinvolti.