Il testo si presenta scritto in modo abbastanza semplice, fruibile a qualsiasi tipo di pubblico, anche privo di una cultura storica e matematica. I cinque racconti che formano il libro riescono a far presa sul lettore anche se, a mio parere, alcune parti troppo descrittive rischiano di perdersi nel banale e smorzare l'interesse a la suspance.
Personalmente il testo non mi è piaciuto: più volte l'ho trovato banale e inverosimile, mentre per la maggior parte delle volte i personaggi rappresentano degli ideali, un lato del carattere e della personalità che in un uomo e in una donna servono a comporre, insieme ad altre sfaccettature l'essere umano. Così la dolce Aémer, nonostante la giovane età e la scarsa cultura (per lo meno in ambito matematico) che dimostra di avere in puù di un racconto, si mostra sicura di ciò che dice, in grado di mettere tutti in difficoltà, da studenti alle prime armi con numeri e lettere, a studiosi di vecchia data che , invece, sono cresciuti e invecchiati sempre affiancati da quei medesimi numeri e lettere, e su qualsiasi tipo di argomento, dalla matematica (tema centrale del testo) fino alla religione e alla sfera emotiva e sentimentale, quindi solo lei viene rappresentata come unica ed inderogabile voce della verità (anche se ad ogni modo deve certamente trattarsi di una voce calda e suadente) da come si deduce dalla presentazione del personaggio.
Molto interessanti e parimenti inverosimili, sono i colpi di genio (eureka!!!) che la giovane Aémer dimostra di avere in più parti del testo: le sue idee, pur prive molte volte di una reale e consistente base culturale e conoscitiva, sono realmente fenomenali e indispensabili per le scoperte matematiche che precedono la nascita dello zero; è dunque il caso di dire che senza la nostra cara Aémer la storia e la scienza avrebbero preso una piega molto diversa.
E' innegabile in secondo luogo rendersi conto di come in qualsiasi modo e con qualunque mezzo l'autore cerchi di propugnare all'indifeso lettore l'idea che l'amore libero, in tutte le sue forme più svariate, è giusto o comunque lecito (s'ei piace ei lice); non per niente in un racconto Aémer è una prostituta che preferisce essere amante piuttosto che moglie, mentre in un altro è una sacerdotessa (della dea dell'Amore!) che non si nega certo alla passione che la spinge verso un devoto fedele della sua Patrona. Caso da valutare a parte è poi a mio parere quello del rapporto incestuoso del terzo racconto, dove Aèmer e il fratello si accorgono che il loro è qualcosa di ben più forte e passionale di un semplice amore fraterno.
Arrivato a questo punto un ipotetico lettore non può far altro che leggere il breve stralcio biografico dell'autore posto in fondo al libro, per capire se alcuni fatti della sua vita possono aver condizionato lo stile e le tematiche in cui e di cui egli scrive: ad un certo punto si trova scritto "partecipa attivamente alla contestazione studentesca del 1968". Ecco che tutte le domande trovano in questa breve frase tutte le loro risposte.
Nonostante questa mia personale e forse troppo lunga critica al testo e alle idee dell'autore consiglio a chiunque la lettura di questo libro, ritengo infatti indispensabile, e non solo nella lettura ma in qualsiasi ambito della vita (che naturalmente non rasenti l'eccesso) la presenza della conoscenza, solo in seguito a quella si può aprire la strada della critica.
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