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Venerdì, 01 Aprile 2016 13:42

Remigio

Remigio Bragia ha tredici anni quando fa il suo ingresso nella 2^D della Scuola Media di Veluneto ad anno scolastico già avviato. La sua mattinata comincia con il primo attacco da parte dei bulli della classe e procede in salita, con la lezione della prof.ssa Zernero, l’insegnante di matematica: “Per lui la matematica era sempre stata un mistero. Forse non erano fatti l’uno per l’altra.” La professoressa, per aiutarlo a superare le sue difficoltà, gli propone di lavorare con una compagna di classe, che gli farà da tutor nel corso dell’anno: Irene Ressa, che è carina, gentile e non lo “tratta da scemo”.

A complicare questo quadro, si aggiunga che Remigio cambia in continuazione residenza e vive da solo con la mamma, Alice Sandrini, visto che il padre quattro anni prima ha dovuto lasciare la sua famiglia per cause di forza maggiore. L’affetto del padre per la sua famiglia traspare dalle parole della madre a più riprese, ma non è facile per Remigio gestire questa assenza proprio nel momento in cui avrebbe più bisogno di lui.

L’assenza della professoressa Zernero è l’occasione, per Remigio, di incontrare il professor Mario Serionghi che la sostituisce per una settimana: è un omone dalla lunga barba nera, che riesce a conquistarsi la fiducia del tredicenne.

Irene e il professor Serionghi saranno gli angeli custodi di Remigio e lo aiuteranno non solo nel suo percorso di scoperta della matematica, ma anche nella sua crescita. Durante questo anno scolastico, Remigio impara a superare le proprie debolezze, a vincere la paura dei bulli e quella della matematica, in un percorso di formazione che lo avvicina anche al padre.

 

Roberto Bonzi, attraverso questa sua prima opera, ci parla un po’ di sé: la storia è ambientata a Veluneto, che è quasi l’anagramma di Nuvolento, il paese bresciano dove vive e, come ha dichiarato in una sua intervista su Redooc, “La storia di Remigio la conosco da una vita. Prima o poi bisognava proprio raccontarla.” Che la storia fosse in incubazione da tempo lo si percepisce da tanti piccoli particolari: Remigio era il nome che il padre di Roberto avrebbe voluto per lui, mentre Faustino, il gatto del professor Serionghi, è un “trovatello senza un orecchio che non smette mai di mangiare” che si può ammirare nelle foto su Facebook che Bonzi ha condiviso sulla sua pagina.

Il messaggio del libro è per tutti i ragazzi in difficoltà: non bisogna mai scoraggiarsi e, di fronte ad ogni salita, bisogna proseguire un passo alla volta, visto che è l’unico modo per raggiungere la propria meta. È proprio grazie a questa filosofia che Remigio riesce a svelare il mistero del Commodore 64, uno degli altri protagonisti di questa storia.

Mi ha colpito il riferimento a Kurt Gödel che, con le sue idiosincrasie, ma anche con la sua capacità di leggere il mondo con occhi diversi, diventa l’eroe e il modello di Remigio. È interessante il fatto che il prof. Serionghi proponga al suo nuovo alunno una ricerca proprio su Kurt Gödel, visto che non è un argomento semplice, ma il punto è proprio questo: il professore propone a Remigio una meta ambiziosa e, solo in questo modo, riesce a spingere il tredicenne ad osare e ad avere finalmente fiducia nelle proprie capacità.

 

“Gli scienziati creano brecce verso altri mondi. Noi possiamo spiarci attraverso e vedere cose sconosciute che non avremmo mai immaginato da soli. È la stessa cosa che accade per un’opera d’arte: una poesia, un romanzo, un quadro, una fotografia, un film. Un teorema può darti le stesse emozioni. Cambia solo il linguaggio. Quello matematico è ostico. Non tutti riescono ad amarlo, forse perché lo trovano più difficile degli altri. Le cose complesse fanno sempre un po’ paura. Ma questo è un dettaglio.” (prof. Serionghi)

 

Il libro è disponibile in versione digitale su Amazon.

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Sabato, 02 Gennaio 2016 13:17

"Sta scherzando, Mr. Feynman!"

TRAMA:

«Le avventure raccolte in questo libro mi sono state raccontate, in modo casuale e intermittente, durante i sette piacevoli anni in cui ho suonato le percussioni insieme a Richard Feynman. Mi è parso che ogni storia fosse di per sé divertente, e che riunite insieme fossero addirittura esilaranti. Sembra quasi incredibile che una sola persona, nel corso di un’unica vita, abbia potuto accumulare esperienze così varie e stravaganti. Inoltre, il fatto che una persona sia riuscita da sola a combinare tanti guai è cero fonte d’ispirazione per tutti noi.» Sono le parole che Ralph Leighton ci offre nella prefazione a questo simpatico libro.

Alla prefazione fa seguito una breve cronologia con la vita di Feynman raccontata in breve, solo attraverso gli eventi principali che hanno caratterizzato la sua vita. E proprio secondo questi eventi principali vengono raggruppati i quaranta racconti che lo vedono protagonista:

1.       “Da Far Rockaway al MIT”: gli anni dell’infanzia e della formazione di Feynman

2.       “Gli anni di Princeton”: gli anni del dottorato. Quanto è difficile per Feynman adeguarsi e conformarsi alle formalità di Princeton!

3.       “Feynman, la bomba e i militari”: l’esperienza di Los Alamos, mentre in contemporanea la prima moglie moriva di tubercolosi in un ospedale. I racconti della vita a Los Alamos sono esilaranti, basti pensare alla sua passione nel forzare le casseforti o nello sfidare la censura vigente, ma al tempo stesso ci mostrano tutta la sua semplicità e modestia nel confronto con gli altri fisici, da Fermi a Bohr.

4.       “Dalla Cornell al Caltech, con un tocco di Brasile”: dopo l’esperienza di Los Alamos, Feynman sceglie il Caltech, a parte una breve permanenza in Brasile, dove ha modo di integrarsi con la cultura locale.

5.       “Il mondo di un fisico”: il mondo di un fisico non è solo la fisica, visto che è arte, è musica, è insofferenza nei confronti della popolarità che gli ha regalato il premio Nobel.

La rassegna di racconti si chiude con un brano tratto dal discorso di inaugurazione dell’anno accademico 1974-1975 al Caltech: è una riflessione sulla scienza e sulla necessità di mantenere la propria integrità. Una conclusione adeguata: Feynman è, innanzi tutto, un fisico integerrimo, che sceglie sempre la strada che gli sembra più giusta, mai la più comoda.

 

COMMENTO:

Un libro interessante e alla portata di tutti: si può leggere d’un fiato o un brano alla volta. Feynman dispensa ilarità e cultura in ugual maniera: ci si trova a volte a ridere di gusto alle sue trovate, ma non è una risata fine a se stessa, grazie alle grandi conoscenze dello scienziato. Al termine della lettura, non possiamo non sentire ammirazione per questo personaggio così stravagante, ma, al tempo stesso, così semplice: semplice nel confronto con i suoi pari e nella sua volontà di essere valorizzato come persona prima che come premio Nobel e originale nella sua capacità di realizzarsi anche nel mondo dell’arte e della musica.

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Martedì, 11 Agosto 2015 16:26

Un biglietto di sola andata

TRAMA:

Bruno Codenotti ci invita nel mondo della logica e della teoria dei giochi attraverso le vicende di Aldo, esemplare di Homo Rationalis, che “agisce sempre con uno scopo e logicamente e ha la capacità di calcolare tutto ciò che è necessario per raggiungere il proprio scopo”. L’alunno che ogni insegnante di matematica vorrebbe? Forse no, considerati gli sviluppi della vicenda, quando Aldo si finge uno studente di un Liceo Sperimentale.

Il libro di Codenotti nasce dalle conferenze divulgative tenute dall’autore e dal confronto continuo con gli insegnanti e gli alunni incontrati nel suo cammino. Le vicende di Aldo sono ben pensate, con quesiti e problemi ispirati dagli scritti di Raymond Smullyan, Henry Dudeney, George Boolos e Martin Gardner. Il lettore è invitato nel mondo della logica, senza doversi scontrare con il “formalismi che rappresentano un grosso ostacolo alla divulgazione”. Non solo, è l’autore stesso a offrirci una scappatoia nella prefazione: se i problemi che Aldo affronta nel corso della narrazione ci paiono troppo impegnativi, abbiamo la possibilità di leggere immediatamente la sua soluzione oppure di passare oltre, visto che i brani in questione sono scritti con un carattere diverso. Questa scelta non compromette la comprensione degli eventi successivi, ma scegliere di fare un po’ di fatica per affrontarli significa darsi la possibilità di “entrare più in profondità nelle tematiche, a prezzo di un piccolo sforzo.”

Le vicende di Aldo si svolgono in tre luoghi diversi: nel nostro mondo, ovvero nel mondo dell’Homo Sapiens, nel mondo onirico dell’Isola di VeroFalso e nel mondo di Logicolandia. Nella nostra realtà, Aldo incontra soprattutto i giovani, perché, come gli viene ricordato, essi “sono aperti a nuove amicizie e fanno poche domande”. Durante i suoi sogni, Aldo approda all’Isola di VeroFalso dove l’indagine sulla verità gli permette anche di capire meglio se stesso. E nel mondo di Logicolandia, Aldo è nel suo elemento, ma non illudiamoci: un mondo perfettamente razionale non ci regalerebbe delle elezioni perfettamente democratiche, come ci ricorda il paradosso di Condorcet e non ci toglierebbe il cruccio di certe decisioni apparentemente assurde che vengono prese sulla base del paradosso di Braess. Infine, nemmeno la giustizia sarebbe garantita, se dovessimo fare i conti con il dilemma del prigioniero.

 

COMMENTO:

Questo libro è una vera miniera di problemi e paradossi e la sua lettura è consigliata a tutti: a coloro che hanno voglia di misurarsi con alcuni problemi di logica, ma anche a quelli che salteranno a piè pari i problemi più complessi, perché troveranno comunque il modo di rendersi conto della complessità e dei paradossi che albergano nel mondo della logica e con i quali ci scontriamo nella vita di tutti i giorni. Le vignette di Eros Pedrini alleggeriscono la narrazione, che è semplice e alla portata di tutti.

Il libro realizza davvero ciò che il sottotitolo ci ha promesso: si tratta di un “invito alla logica e alla teoria dei giochi” e certi inviti non si possono proprio rifiutare!

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Lunedì, 28 Aprile 2014 21:05

La formula del professore

TRAMA:

La voce narrante è quella di una giovane governante, ragazza madre di un bambino di dieci anni. La giovane lavora per un'agenzia e il nuovo incarico che la aspetta si preannuncia difficile, perché l’anziano professore per il quale dovrà lavorare ha nove asterischi blu, ovvero nove governanti che hanno rinunciato al lavoro dopo poco tempo. E lei intuisce subito quale sia il problema: il professore ha una memoria che dura solo 80 minuti, a causa di un incidente avvenuto diciassette anni prima, e ogni mattina, quando lei arriva, lui le ripete sempre le stesse domande, come se non l’avesse mai vista. E le domande del professore sono domande sui numeri, forse perché è tramite questi che il professore si apre al mondo. Quando il professore scopre che il figlio della donna ha solo dieci anni e passa le sue giornate da solo, insiste perché lei lo faccia venire a casa e così, proprio lui, che in genere non vuole essere disturbato mentre pensa ai suoi problemi di matematica, abbandona i suoi studi per aiutare il bambino nei compiti, stupendosi per ogni sua piccola scoperta. 

 

COMMENTO:

Ho scoperto questo libro nelle citazioni di un altro testo e, in qualche modo, mi ha colpito, per questo ho deciso di leggerlo. Leggendolo, sono rimasta stupita dalle parole di questa giovane governante che, digiuna di matematica, si appassiona alla teoria dei numeri, forse anche per poter comunicare meglio con l’anziano professore, l’unica persona che abbia mostrato un sincero affetto per suo figlio. Insomma: un libro che parla di matematica ma soprattutto di legami affettivi, un libro che coinvolge e commuove.

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Giovedì, 13 Febbraio 2014 21:56

1089 e altri numeri magici

TRAMA:

L’autore, professore di matematica, esordisce con un gioco numerico, quasi un classico: “Pensa un numero di tre cifre…”. Il motivo è semplice: “è stato il primo assaggio di matematica che mi ha davvero colpito.”

In questo libretto, di assaggi di matematica ce ne sono parecchi e adatti a tutti i palati: dopo averci spiegato l’importanza della dimostrazione per la matematica, l’autore ci illustra la dimostrazione per assurdo dell’infinità dei numeri primi, ci dimostra perché il trucco del numero di tre cifre, che porta poi al 1089 del titolo, può funzionare e, dopo averci ribadito il suo stupore al solo pensiero del “numero di equazioni di secondo grado che dev’essere stato necessario risolvere, prima o poi, durante la progettazione dei sistemi di guida e controllo che hanno portato l’uomo sulla Luna”, ci spiega con l’immagine di bolle bellissime i problemi di massimo e minimo.

Ciò che forse conquista di più è il fatto che non manca una descrizione dei grandi errori matematici del passato: persino Eulero formulò una congettura che venne sconfessata solo nel 1966! Ma anche la descrizione di un esperimento particolare, e al tempo stesso così incredibile, da suscitare la reazione indignata di uno spettatore che aveva assistito a un numero di equilibrismo presentato in televisione proprio dall’autore, nominato come un “imbroglione di Oxford”.

 

COMMENTO:

Già dalle dimensioni del libro si intuisce che questo “viaggio sorprendente nella matematica” non potrà che consistere di assaggi che rimandano ad ulteriori approfondimenti, ma le immagini, gli spunti, le curiosità e il tono molto colloquiale lo rendono un libro da consigliare soprattutto agli alunni che hanno bisogno di incontrare una matematica diversa da quella scolastica.

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Giovedì, 13 Febbraio 2014 16:58

La gioia dei numeri

TRAMA:

L’autore, nella prefazione, ci informa che il suo libro è una “visita guidata attraverso gli elementi della matematica, dalla scuola materna al dottorato, per chiunque decida di darle una seconda opportunità, ma questa volta con un approccio da adulti. Non è un corso di recupero; l’obiettivo è di darvi un’idea più chiara del senso della matematica e del perché sia così affascinante per chi la capisce.” Alcune parti di questo libro si possono trovare anche on line sul sito del “New York Times” in lingua originale, visto che sono state pubblicate in forma di articoli alla fine di gennaio del 2010, nella rubrica The Elements of Math, per quindici settimane.

I trenta articoli che lo compongono sono organizzati in sei argomenti principali, che possono essere considerati una sorta di scala: si parte dal gradino più basso della scolarizzazione per giungere fino alle frontiere della matematica.

-        Numeri: a partire dai numeri, scorciatoie meravigliose, misteriosi e astratti, organizzati in operazioni, presentate come abbreviazioni per rappresentare i numeri, l’autore esplora l’aritmetica della scuola materna ed elementare.

-        Relazioni: le idee base dell’algebra e le relazioni tra i numeri. L’algebra ci aiuta a fare i calcoli in fretta, ma non solo, visto che ci permette di astrarre e considerare il problema in modo più generale. Partendo dai frattali, vengono presentati anche alcuni problemi che ci invitano a fermarci e riflettere, mettendo in luce l’abilità nell’approssimazione, la capacità di trasformare un errore in una possibilità per imparare nuove cose, mentre la creatività ci consente di affrontare lo stesso problema in modi diversi. Con la formula risolutiva delle equazioni di secondo grado, l’autore si addentra nella storia dell’algebra e, in particolare, indaga il contributo dei matematici arabi, mentre presenta le funzioni come gli utensili del matematico.

-        Forme: dalla geometria alla trigonometria, l’autore considera come queste discipline innalzino “la matematica a nuovi livelli di rigore grazie alla logica e alle dimostrazioni.” L’autore confronta due dimostrazioni del teorema di Pitagora per spiegarci in cosa consista l’eleganza matematica, mentre parabole ed ellissi ci aiutano ad amplificare le onde luminose e sonore, permettendoci di vedere un’applicazione nella vita di tutti i giorni.

-        Cambiamenti: il capitolo è dedicato al calcolo infinitesimale, “la branca più sottile e fertile della matematica”. Anche se tantissimi studenti ogni anno studiano il calcolo infinitesimale, pochi lo capiscono veramente: eppure le derivate possono aiutarci a studiare le schiacciate di Michael Jordan, oppure ci possono spiegare come trovare il percorso più breve per attraversare un cumulo di neve. E che dire del simbolo di integrale? È una “curva aggraziata”, che assomiglia alle effe di un violino, forse proprio perché “alcune delle armonie più incantevoli della matematica sono espresse da integrali”.

-        Dati: la probabilità e la statistica, forse la matematica che più ha a che fare con la nostra quotidianità, anche se in modo nascosto. D’altra parte, il marketing sfrutta la statistica per indagare i nostri gusti e le nostre abitudini, e le compagnie di assicurazioni sanno per certo quanti tra i loro clienti moriranno entro l’anno. Purtroppo, l’errata conoscenza di questa materia può portare a usare in modo errato i dati che si sono raccolti, oppure a manipolarli per dare un’errata rappresentazione della realtà, come dimostrato dagli sgravi fiscali pubblicizzati da Bush nel 2003.

-        Frontiere: il limite della conoscenza matematica: i numeri primi, con la loro distribuzione, che pongono le basi per gli algoritmi crittografici usati milioni di volte ogni giorno per le transazioni telematiche o per cifrare comunicazioni segrete, la teoria dei gruppi, che, con la simmetria, evidenzia somiglianze tra cose apparentemente scollegate, il nastro di Mobius che ci permette di addentrarci nel campo della topologia, la geometria differenziale, alla base della relatività generale, e le serie di Fourier. Strogatz conclude la sua analisi con l’albergo infinito di Hilbert, coerente con il sottotitolo “Viaggio nella matematica da uno a infinito” e, su uno degli infiniti pullman infiniti di Cantor, si conclude il lungo viaggio: “Il viaggio da pesce a infinito è stato lungo. Grazie per avermi tenuto compagnia”.

 

COMMENTO:

La lettura di questo libro può essere considerata sia un’introduzione alla matematica sia una carrellata di curiosità e, in ogni caso, invita all’approfondimento. Non è semplicemente un libro: io l’ho letto con un computer acceso a portata di mano per poter cogliere tutti gli spunti forniti dall’autore: così ho gustato la puntata di “Sesame Street” in cui si dimostra quanto sia comodo saper contare e ho perso la nozione del tempo guardando i filmati di Vi Hart su Youtube.

Consigliatissimo!

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Martedì, 06 Agosto 2013 08:13

Le domandone di Zio Pippuzzo

TRAMA:

La storia che Leonardo Tortorelli narra in questo libro è ambientata negli anni trenta del secolo scorso, in un piccolo borgo salentino di nome Casamassella, a pochi chilometri da Otranto. I personaggi del libro sono realmente esistiti o in ogni caso l’autore si è ispirato a gente realmente vissuta a Casamassella fra le due guerre. Protagonisti del libro sono Torto-Prof., alter-ego dell’autore, insegnante di matematica e fisica in un liceo scientifico e Zio Pippuzzo, vera star del libro, un simpatico ubriacone sulla cinquantina, con una grande passione per il Primitivo di Manduria e per il cibo; vive ancora con l’anziana madre, Nonna Astolfa e con Ugo, un grasso caprone, che è stato allevato in casa ed è aggressivo e dispettoso nei suoi confronti.

Obiettivo dello Zio Pippuzzo è sempre quello di scroccare un po’ di vino e decide quindi di vincere una scommessa per avere in premio una bottiglia. La domanda che sfrutterà per vincere la bottiglia sarà “Lo zero è un numero pari o dispari?”. In tal caso, però, deve conoscere la risposta e, incontrando Torto-Prof. gli chiede una spiegazione: il professore, oltre a soddisfare la sua curiosità, ne approfitta anche per tratteggiare una breve storia della cifra.

Il secondo intervento della matematica (protagonista non dichiarata del libro) è per salvare Zio Pippuzzo dalle ire di Nonna Astolfa: il caprone Ugo ha fatto i propri bisogni sul tappeto preferito di Nonna Astolfa, un tappeto quadrato ottenuto cucendo insieme varie forme geometriche. Zio Pippuzzo, per timore che la madre incolpi lui del disastro, decide di tagliare il tappeto lungo le cuciture, di buttare il pezzo irrimediabilmente macchiato e ricucire tutto in modo da ottenere un nuovo tappeto sempre quadrato, seppur un po’ più piccolo.

In quanto appassionato di vino, Zio Pippuzzo ha sempre un contenzioso aperto con Giuanni Puticaro, l’oste del paese, che per valutare l’entità del debito si serve dei logaritmi, che poi Torto-Prof., prontamente, spiegherà allo zione per dimostrargli che il calcolo dell’oste è giusto. Ma nella sua contesa con l’oste, Zio Pippuzzo ha anche un momento di gloria: siccome Giuanni ha dichiarato che fino al pagamento del debito non finanzierà più le bevute dello zione, questi si ritrova nella condizione di recuperare in fretta e furia del contante. Per questo motivo, decide di derubare l’abitazione più sfarzosa di Casamassella, ovvero il Castello dei Marchesi De Marco. Ma una volta uscito con la refurtiva, incontra Torto-Prof. e a lui confessa il suo furto in lacrime. Per aiutarlo a risolvere i suoi problemi, Torto-Prof. suggerisce a Zio Pippuzzo di trasformare il suo debito in un credito, utilizzando il valore assoluto. Per questo lo zione restituisce il maltolto. Il giorno dopo, però, si sente in colpa per quello che ha fatto, perciò decide di andare a confessarsi da Fra’ Cicciuzzo il quale, come penitenza, è abituato ad assegnare giochi matematici da risolvere, vista la propria passione per Luca Pacioli, che cerca di emulare.

Conoscere la matematica è utile anche per non farsi imbrogliare: Zio Pippuzzo a volte lavora per Vito Cappuccio, il becchino del paese. Spesso capita che Vito convochi Zio Pippuzzo inutilmente, giusto per precauzione e quando lo zione rivendica il proprio compenso, il becchino risponde: “Tot denari al giorno disponibili diviso zero cadaveri scarrozzati, fa zero denari e quindi non ti spetta nulla. È matematica no? La matematica non è un’opinione!”, ma lo zione non è convinto di una simile risposta. Perciò decide di consultare Torto-Prof., il quale gli spiega per bene l’argomento.

L’ultima questione è sottoposta, in forma di scommessa, da Giuanni Puticaro a Zio Pippuzzo: se lo zione risponderà correttamente, l’oste gli regalerà una botte di Primitivo, ma se non riuscirà a rispondere, sarà debitore di tre mesi di duro lavoro nell’osteria.

 

COMMENTO:

Quella proposta da Leonardo Tortorelli è una storia davvero gradevole: i personaggi sono descritti con dovizia di particolari ed in modo realistico e il protagonista, Zio Pippuzzo, possiede una forte carica di simpatia. Il libro, inoltre, è corredato da numerose immagini, come istantanee della vicenda: questo aiuta a vedere i personaggi con gli occhi dell’autore, perché sono stati tutti realizzati in terracotta lavorata e decorata a mano da Antonella Merico. I quesiti proposti sono semplici, alla portata di un qualsiasi studente di scuola media, ma sono un invito ad impegnarsi un po’, anche se le spiegazioni alla fine del libro permettono anche ai più pigri di accedere alle soluzioni. È davvero consigliatissimo: le risate sono assicurate e, forse – per riflesso – anche la matematica apparirà meno ostica al termine della lettura.

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TRAMA: 
Nel 2002, David Goodhart, direttore di Prospect, invitò Stewart a tenere una rubrica di enigmi matematici sulla sua rivista. Doveva essere “qualcosa che rappresentasse una sfida intellettuale, significativo sotto l’aspetto matematico, ma anche accessibile a tutti”. Nacque così la rubrica «Enigmi e rompicapi»: con qualche personaggio dal nome originale (ad esempio: il greco Appesanphilo e i monaci numerali di Unditropp con il fondatore P. Tagora), una storiella simpatica – “da sempre si è cercato di rendere la matematica più appetitosa ricorrendo a una buona spolverata di narrativa” – e importanti questioni matematiche che compaiono sotto mentite spoglie. Con carta, matita e un po’ di cervello – “questo è un libro per esercitare quel gadget che ci troviamo fra le orecchie” – possiamo risolvere dei vecchi classici rivisitati in chiave moderna, alcuni esercizi di matematica e alcune trovate dell’autore.
 
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COMMENTO:
Buon divertimento a tutti coloro che ritengono che la matematica sia “il diamante nella corona dell’intelletto umano, la ciliegina sulla torta del sapere, la granella di nocciola nel cioccolato della scienza”. Ma anche a coloro che hanno voglia di spremere un po’ le meningi, per mettersi alla prova o, semplicemente, per far impazzire gli amici riproponendo questi simpatici enigmi.
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Venerdì, 02 Agosto 2013 21:16

La donna che amava i numeri

TRAMA: 
Grace Lisa Vandenburg è una donna di 35 anni, che abita a Melbourne. Dopo un incidente accaduto quando aveva 8 anni, comincia a contare tutto ciò che le ruota attorno: le lettere che compongono il suo nome (19), i passi dalla camera al bagno (25), i colpi di spazzolino quando si lava i denti al mattino (160), i colpi di spazzola mentre si asciuga i capelli (100)… 
Sul comodino, in una bella cornice argentata, tiene la fotografia di Nikola Tesla, scattata nel 1885, quando lui aveva 29 anni, accanto al motore a induzione inventato nel 1888. Con Nikola, Grace condivide l’ossessione per i numeri e anche le sue fantasie adolescenziali hanno Nikola come protagonista: nelle sue fantasie, Grace è sempre sul punto di morire, quando arriva Nikola a salvarla. Non solo: le due vite sembrano scorrere parallelamente.
La quotidianità di Grace è scandita da orari rigidi e altrettanto rigidi rituali, che le fanno incontrare Seamus Joseph O’Reilly: durante la spesa al supermercato, Grace si accorge di aver preso 9 banane. Inammissibile! Devono essere 10, perché 10 è il numero preferito di Grace dato che è “palesemente superiore, anche da un punto di vista estetico”. Perciò ruba una banana dal carrello di Seamus. Incuriosito e attratto da Grace, l’uomo la invita a uscire per una cena. Grace accetta e organizza la sua routine serale in modo da potersi concedere la cena con Seamus. Qualcosa, però, la mette in agitazione e l’orario dell’uscita passa, mentre Grace è occupata a contare le setole del suo spazzolino da denti (1768). Proprio per comprare altri spazzolini uguali a quello appena rovinato contandone le setole, si reca al supermercato, dove incontra Seamus. Ha inizio così la loro storia d’amore. 
Per quanto Grace si impegni a non lasciar capire a Seamus quanto sia maniaca, l’uomo intuisce che qualcosa non va e cerca di aiutarla, suggerendole un bravo psichiatra che potrebbe aiutarla a smettere di contare. 
È così che Grace comincia a cambiare: si perde nei dialoghi dei suoi due cervelli, è coerente solo nel diario che è stata invitata a redigere ogni giorno per la terapia, è ingrassata per colpa dei medicinali che le somministrano. Una notte, sua mamma ha un piccolo incidente in casa, ma sua sorella, suo cognato e Seamus decidono di farla ricoverare in un ospizio, perché possa essere più al sicuro. Durante la disussione, …
 
COMMENTO:
È un libro che si legge d’un fiato, rapiti dalle manie della protagonista, incuriositi dal suo percorso di “guarigione” che la porta non a smettere di contare, ma ad essere se stessa con maggiore consapevolezza. Interessanti sono i parallelismi con la vita di Nikola Tesla, che, con i suoi fallimenti e le sue manie, è riuscito a sognare il XX secolo e le innovazioni che ora fanno parte della nostra quotidianità. In fondo, si tratta di due romanzi: le vicende della protagonista e la biografia di Tesla, che sono l’esempio che ogni mente è “l’espressione della varietà dell’esperienza umana” e ognuno di noi non è che la somma (“Addition” è il titolo del libro in lingua originale) del proprio passato, delle proprie esperienze, delle proprie piccole e grandi manie.
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Venerdì, 02 Agosto 2013 21:15

Il matematico si diverte

TRAMA: 
«In fondo sono proprio gli indovinelli e gli enigmi i modi più indolori e stimolanti di avvicinare ragionamenti in cui la matematica è nascosta dietro le quinte, e non può dunque spaventare o preoccupare, perché non se ne percepisce neppure la presenza.» Con queste parole, Piergiorgio Odifreddi – nell’interessante prefazione – ci parla della ricchezza insita negli enigmi e nei giochi matematici presentati nel libro. E, in effetti, lo stesso Peiretti ci fornisce tre motivazioni che l’hanno spinto a scrivere questo libro: 
1. “Per portare in primo piano il lato divertente della matematica”. E il divertimento non manca, tra le pagine di questo libro: basta lasciarsi sfidare dai giochi proposti e provare a risolverli per conto proprio.
2. “Per dimostrare come attraverso il gioco si arrivi direttamente alla matematica”. Infatti, molti degli autori di giochi erano a loro volta matematici.
3. Per dimostrare come la matematica “sia essa stessa un gioco”. Affermazione sicuramente discutibile per molti, ma che dovrebbe diventare una profonda verità soprattutto per gli insegnanti di matematica: vivendola come gioco, forse sarebbe più facile trasmetterne il lato divertente.
Per questi motivi, “succede talvolta che il matematico parta da un semplice gioco mediante il quale arriva poi a scoprire nuovi teoremi e nuove, fondamentali, teorie”. 
Ogni capitolo, dedicato a un autore di giochi matematici, è strutturato in modo da presentarci innanzi tutto l’autore dei giochi, con alcune notizie biografiche e curiosità che lo riguardano, poi ci sono alcune importanti scoperte, alcuni giochi matematici proposti al lettore, le soluzioni e, eventualmente, delle appendici in cui i problemi vengono ulteriormente approfonditi o risolti matematicamente. Alla conclusione del capitolo, possiamo trovare un’ampia bibliografia, per approfondire ulteriormente l’argomento.
Gli autori proposti sono 18 e sono disposti in ordine cronologico: si comincia con AHMES, uno scriba dell’Antico Egitto, divenuto famoso per il papiro di Rhind, che ha copiato “al tempo del re dell’Alto e del Basso Egitto Nemaatre”. Il secondo capitolo è dedicato a PITAGORA e all’aritmogeometria, il terzo a ARCHIMEDE, il più grande matematico dell’antichità, e vengono proposti alcuni interessanti giochi geometrici; nel quarto capitolo, troviamo ALCUINO, monaco e poeta, vissuto nell’VIII secolo, autore della prima raccolta in lingua latina di problemi divertenti, noto ai più per il problema della capra e dei cavoli. BACHET, vissuto nel XVII secolo, è un personaggio minore nella storia della matematica, ma di grande importanza nella storia dei giochi. Il sesto capitolo è dedicato al grande EULERO, che per il divertimento e l’istruzione di figli e nipoti proponeva problemi matematici che dimostrano una grande capacità divulgativa: i numeri primi e la topologia sono gli argomenti dei giochi proposti da Peiretti. MÖBIUS, che scoprì il proprio amore per la matematica grazie a Gauss, è ricordato soprattutto per il suo anello, dal quale possono nascere parecchi problemi interessanti. LEWIS CARROLL, celebre come autore di “Alice nel paese delle meraviglie”, non è un grande matematico, ma ha una buona conoscenza della materia. SAM LOYD è stato riconosciuto come il miglior enigmista d’America: è noto soprattutto per il Gioco del 15 e bellissima è la rassegna di problemi divertenti proposta da Peiretti. Interessante la citazione che conclude il capitolo: “Quello che si studia con diletto non sarà mai più dimenticato, ma la conoscenza non si può mettere in testa a forza. L’insegnante non deve insegnare regole a memoria; ogni cosa dev’essere spiegata in modo tale che gli studenti possano riformulare le regole nel proprio linguaggio. L’insegnante che insegna soltanto regole sarà bravo unicamente per addestrare pappagalli.” LUCAS, ottimo matematico, è noto per aver inventato il gioco della Torre di Hanoi, reperibile in qualsiasi negozio di giochi. BALL, matematico, è noto per la Mathematical Recreations and Essays, un’enciclopedia dei giochi matematici, ancora attuale e di grande interesse. Nel dodicesimo capitolo, si parla di DUDENEY, che – secondo Martin Gardner – “potrebbe essere considerato il più grande enigmista che sia mai esistito”: il suo libro più noto è The Canterbury Puzzles, che ha come protagonisti i pellegrini dei Canterbury Tales di Chaucer. HEIN è un poeta e matematico danese, noto – oltre che per i suoi aforismi contro il nazismo – per il Cubo Soma, un gioco matematico formato da sette pezzi con i quali si deve ricostruire un cubo. Il quattordicesimo capitolo è dedicato a MARTIN GARDNER, il più grande esperto in giochi matematici del XX secolo, autore di oltre un centinaio di libri e di migliaia di articoli dedicati a giochi e problemi divertenti di matematica. FEYNMAN è stato uno degli scienziati più popolari: ha partecipato al progetto Manhattan e ha vinto il premio Nobel nel 1965 per i suoi studi sull’elettrodinamica quantistica. Nel capitolo a lui dedicato, sono descritte le strisce di carta note come esaflexagoni, portate al successo da Gardner, e l’intrigante puzzle di Feynman. PENROSE, uno dei più noti scienziati inglesi, è sempre stato affascinato dalle tassellature, in particolare da quelle non periodiche, che hanno permesso di chiarire la disposizione degli atomi nei quasicristalli. GOLOMB, matematico e ingegnere, è diventato popolare per i suoi studi sui polimini, noti ai più grazie al videogioco di Tetris. Il libro si conclude con i numeri surreali di CONWAY, uno dei più grandi matematici viventi: egli considera la matematica “il più bel gioco inventato dall’uomo”. Uno dei giochi più affascinanti da lui inventato è il Gioco della Vita, diventato popolare grazie alle versioni per computer.
 
COMMENTO:
Lettura stimolante, che offre un vasto repertorio di giochi con i quali misurarsi. Certo, non si può leggere come un romanzo, perché, come ci dice l’autore stesso: «È bene tener presente che per capire la matematica, anche soltanto di gioco, non è sufficiente “leggere”, ma è necessario “fare” matematica, con esercizi e riflessioni personali.»
Purtroppo, nel libro sono presenti numerosi errori di stampa, che possono indurre in errore nella soluzione dei giochi. Inoltre, alcune soluzioni (poche, per la verità) non sono spiegate: viene dato solamente il risultato. Nonostante questo, la lettura è consigliatissima a tutti!
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