«Il genio non esiste (e a volte è un idiota)» è stato pubblicato dalla Casa Editrice Tlon nel marzo del 2020. L’autore è Barbascura X, un nickname dietro il quale si nasconde non solo uno Youtuber molto famoso, ma anche un chimico, un musicista e un divulgatore scientifico particolarmente abile: parlano per lui i quasi 400 mila iscritti al suo canale.
Originario di Taranto, Barbascura ha fondato il suo canale nel 2014, cominciando con contenuti a sfondo satirico, a cui hanno fatto seguito i Riassuntazzi Brutti Brutti, video ironici nei quali racconta film e serie tv. Nello stesso stile, Barbascura ha cominciato a pubblicare i video di Scienza Brutta, documentari nei quali accanto alle informazioni scientifiche ci sono ironia e umorismo e nei quali si evidenzia la caratteristica fondamentale dell’autore, ovvero la sua capacità di demolire l’immagine di alcuni tra gli animali più amati, come il panda e il delfino. Nella vita reale, Barbascura X è un chimico e un ricercatore, che ha collaborato con diverse strutture di ricerca in tutta Europa.
Il libro «Il genio non esiste» è in realtà la trascrizione di un monologo teatrale che nel 2019 ha raggiunto le quaranta repliche. Contiene le biografie di sei scienziati famosi, Democrito, Newton, Darwin, Marconi, Tesla ed Einstein che vengono, in qualche modo, spogliati della loro aura di genialità per essere avvicinati al grande pubblico. Barbascura infatti sostiene che anche i più grandi scienziati, nel corso della loro vita, hanno commesso degli errori e «quello che chiamiamo “genio” è spesso semplicemente passione». I sei personaggi vengono descritti nelle caratteristiche che in qualche modo li possono avvicinare un po’ di più al lettore, perché il rischio è quello di ammirarli da lontano e, considerandoli inarrivabili, rinunciare ad imitarli. Mentre li descrive in modo dissacrante, Barbascura ci mostra come fondamentale per la ricerca scientifica non sia tanto il possesso di qualche particolare abilità intellettuale, ma soprattutto la capacità di appassionarsi e di studiare senza risparmiarsi. «La verità è che se ognuno di noi avesse investito la stessa quantità di tempo di quei “geni” nell’affinare la propria arte, commettendo gli stessi errori e nello stesso numero, scoprendo che qualche errore ci piaceva pure, provando, fallendo, mischiando, sperimentando, trovando il nostro personalissimo stile, forse oggi potremmo tranquillamente competere con loro ad armi pari.»
Barbascura scrive esattamente come parla, perciò leggere il suo libro è come sentirlo parlare nei suoi filmati su YouTube. La lettura è stata particolarmente interessante, forse anche perché condivido pienamente le idee di Barbascura e ritengo questo libro non solo estremamente godibile per chiunque, anche per chi non ha una preparazione scientifica, ma particolarmente interessante soprattutto per i ragazzi, che si affacciano alla vita e sono ancora impegnati nella scelta di un percorso. Non per niente, il linguaggio scelto è proprio quello che usano loro. Mi ha colpito in particolare quanto Barbascura scrive riguardo le donne: i sei protagonisti sono tutti uomini, ma l’autore non manca di sottolineare, quando gli è possibile, il ruolo delle donne nell’ambito della ricerca scientifica, evidenziando che «sono esattamente come gli uomini, né meglio né peggio».
Tra le collane di EL, casa editrice specializzata in libri per ragazzi, spicca la collana “Grandissimi”, cui appartiene questo libretto. Sul sito della Casa Editrice questa è la descrizione della collana: “I grandi della Storia a portata di bambino. Storie di uomini e donne che hanno cambiato il mondo, ciascuno a modo proprio, con le proprie parole, le proprie invenzioni, le proprie scelte.” Da Giulio Cesare a Francesco d’Assisi, da Anne Frank fino a Einstein, non abbiamo che l’imbarazzo della scelta. La collana ha come età minima di lettura i sette anni.
«Questa è una storia da leggere a letto di sera, mentre fuori piove.» Così ha inizio la storia di Tesla, raccontata per i più piccoli da Daniele Aristarco, autore di racconti e saggi divulgativi rivolti ai ragazzi.
La storia ha inizio la notte del 9 luglio 1935: Tesla è uno degli ospiti solitari del New Yorker Hotel e Jude O’Connor è il fattorino quindicenne che si lascia incuriosire da quest’uomo che, in prossimità della mezzanotte, si aggira per i corridoi dell’albergo. Nel salone delle feste, Tesla è atteso da una folla di giornalisti ai quali racconterà la propria storia e che festeggeranno insieme a lui il suo settantanovesimo anno. Preso dal racconto, Tesla si lascia sfuggire la verità su un principio di terremoto avvenuto a New York e che l’aveva visto tra i fautori, tanto che il giorno dopo i giornali titolano “Ecco come avrei potuto distruggere New York!”.
Esattamente un anno dopo, Jude si ritrova ancora ad accompagnare Tesla nel salone delle feste dell’albergo, ma nonostante lo scienziato parli con enfasi di un raggio della morte che metterebbe fine a ogni guerra, pochi sono disposti a dedicargli la propria attenzione.
Il racconto prosegue con l’attacco a Pearl Harbor il 7 dicembre 1941 e la richiesta di Tesla di convocare al più presto una conferenza stampa. Ma, a parte la visita di re Pietro II di Jugoslavia l’anno seguente, nessuno era più disposto ad ascoltare Tesla. L’ultimo giorno dell’anno del 1943, Jude ha l’occasione di parlare con l’eccentrico scienziato un’ultima volta, prima della sua morte. L’argomento è un’affermazione fatta da Tesla durante il loro primo incontro: Jude vuole una spiegazione. Ed è così che comincia un dialogo sul legame tra la scienza e il denaro, legame che Tesla non ha mai considerato. Al giovane facchino, Tesla lascia una sorta di testamento spirituale: «non valutare mai un’idea dalle sole implicazioni immediate. Un’idea è un seme, ha bisogno di tempo e cure per germogliare. Un’idea è un appuntamento nel futuro. E tu lascia che sia il futuro a stabilire la verità e a valutare ciascuno secondo il lavoro e le sue realizzazioni. Il presente appartiene a chi si accontenta delle risposte semplici e delle cose evidenti.»