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Giovedì, 25 Luglio 2019 14:59

Le cose non quadrano... ci vogliono i cerchi!

A Matematopia, Zero Junior sta per partecipare alla sua prima Adunanza, durante la quale vedrà all’opera l’Esemplificatore, che «affronta e risolve, rendendoli semplici e comprensibili, problemi ed esercizi di qualunque tipo». L’immensa Piazza Calcolo è gremita, ma gli abitanti di ogni quartiere non hanno rapporti con quelli degli altri, perciò i Numeri e le figure geometriche non si mescolano. Zero Junior attira l’attenzione su di sé, dando la risposta corretta a un problema proposto dall’Esemplificatore: il piccolo Zero e la piccola Cerchiolina fanno fronte comune, mentre attorno a loro gli altri Numeri e i Poligoni cominciano a evidenziare in quanti modi gli Zeri e i Cerchi siano diversi e non rispettino le regole. Mentre gli Assiomi cercano di mettere ordine in mezzo ai tumulti, la famiglia degli Zeri e quella dei Cerchi decidono di lasciare Matematopia. Alla successiva adunanza l’Esemplificatore si arrabbia e dimostra la necessità di cerchi e zeri attraverso problemi che li coinvolgono. Al ritorno delle due famiglie, l’Esemplificatore richiama l’attenzione sulla ricchezza delle diversità: «i “diversi” non esistono. Esistono semmai gli “speciali”: nel senso che le loro differenze sono in realtà delle specialità che arricchiscono non solo loro, bensì tutti quanti».

Parlando di aritmetica e geometria, Pettarin e Olivieri parlano anche di tolleranza, come se la matematica fosse la scusa per parlare d’altro. La favola alimenta l’amore per la matematica attraverso la metafora della vita e, al tempo stesso, permette di affrontare il tema della “diversità” utilizzando cose apparentemente innocue come i numeri. Ha il sapore di certe favole di Gianni Rodari: per quanto i disegni di Giulia Orecchia contribuiscano a dare una certa leggerezza al racconto, non si può non coglierne la morale.

Pubblicato in Libri
Gabriella Greison, laureata in fisica, dopo aver collaborato con diversi istituti di ricerca, ha cominciato a lavorare come giornalista e scrittrice, curando anche programmi televisivi, come “Pillole di fisica”, in onda sul canale RaiNews24. Attualmente sulle scene con il monologo teatrale “1927 – Monologo Quantistico”, che racconta la nascita della meccanica quantistica, ha pubblicato, nel 2017, “Sei donne che hanno cambiato il mondo” con Bollati Boringhieri e “Storie e vite di super donne che hanno fatto la scienza” per la Salani. 
Con questo libretto, la Greison ci regala venti ritratti di altrettante donne speciali, mentre venti diversi illustratori e artisti hanno realizzato le loro immagini, come se si trattasse di un “omaggio alle scienziate”. Ad ogni scienziata sono dedicate poche pagine, che non bastano a sintetizzare la loro vita, ma possono fornire un particolare, un aneddoto, una curiosità, e evidenziano la forza di queste donne che sono riuscite, nonostante le difficoltà che hanno incontrato, a lasciare un segno nella storia. Se letto dai ragazzi, le particolarità di ogni ritratto possono restare impresse e tornare alla mente una volta adulti, se letto da adulti è un invito all’approfondimento e l’ampia bibliografia fornisce numerosi suggerimenti al riguardo.
L’autrice suggerisce di leggere un ritratto ogni sera, dal lunedì al venerdì, per quattro settimane: in questo modo, come una favola della buonanotte, il lettore può portare i sogni di queste donne nei propri sogni, perché, per usare le parole della Greison: «Queste donne sono scienziate formidabili che quando erano bambine hanno espresso dei desideri e fatto dei sogni.»
Matematiche, fisiche, biologhe, astronaute… attraversano tutti i campi e tutte le epoche. In ordine cronologico incontriamo Teano, la moglie di Pitagora e Ipazia, martire per la sua conoscenza. In Italia nel 1700 incontriamo Laura Bassi, fisica, e Maria Gaetana Agnesi, matematica, prima donna a ottenere una cattedra universitaria. Nel 1800 si ampliano gli ambiti: Elizabeth Blackwell è la prima donna a laurearsi in medicina, Sofija Kovalevskaja è una matematica russa, Maria Mitchell è la prima donna americana a lavorare come astronoma professionista e Ada Lovelace, matematica, ha una lungimiranza tale da riconoscere la genialità dell’invenzione di Charles Babbage. Marie Curie, con i suoi due premi Nobel in due diverse discipline scientifiche, è una prima donna per definizione, mentre Lise Meitner perde i riconoscimenti che le arriveranno solo tardivamente. Maria Montessori contribuisce ad abbattere i pregiudizi in ambito educativo, ma non solo: fa di tutto per laurearsi come medico e, ragazza madre nei primi del Novecento, riesce comunque a gestire la difficile situazione. Rosalind Franklin, come la Meitner, perde il riconoscimento del proprio lavoro, mentre Maria Goeppert Mayer in fisica e Barbara McClintock in medicina vincono il premio Nobel. Grace Murray Hopper è una pioniera nella programmazione informatica e porta nella scienza l’innovazione, mentre Chien-Shiung Wu prenderà parte al progetto Manhattan. Margherita Hack e Rita Levi-Montalcini sono due donne italiane eccellenti, che ci ricordano di non arrenderci: «Nella vita non bisogna mai rassegnarsi, arrendersi alla mediocrità» e bisogna «affrontare la vita come si affronta una gara. Con la voglia di vincere.» Ancora in vita sono Valentina Tereškova, la prima donna ad andare nello spazio, e Samantha Cristoforetti, aviatrice, ingegnere, astronauta: nonostante la sua giovane età ha già ottenuto grandi successi.
Gabriella Greison ha scelto di presentarci queste donne in ordine alfabetico, ma il lettore può scegliere di incontrarle nell’ordine che preferisce. La lettura è davvero interessante e, dopo aver letto il testo della biblioteca, ho deciso di comprarlo per i miei bambini: per Sara, ogni donna diventerà un modello da seguire, per Mauro sarà l’occasione per rendersi conto che ciò che conta è il successo scientifico, non il genere.
 
«Mi chiedo se i piccoli atomi e nuclei, o i simboli matematici o le molecole del DNA, hanno preferenze per il trattamento maschile o femminile.» (Chien-Shiung Wu)
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Giovedì, 28 Dicembre 2017 21:56

La trottola di Sofia

Il libretto è il racconto in prima persona della vita di Sofia Kovalevskaja: nata nel 1850 in una ricca famiglia, scopre molto presto la sua passione per la matematica e le scienze grazie agli zii. I primi quattro capitoli sono dedicati agli aneddoti della sua infanzia, dagli scontri con la severa istitutrice inglese fino ad arrivare alla sua scoperta della matematica, grazie alla carta da parati che era stata messa in camera sua, ovvero gli appunti delle conferenze sul calcolo differenziale del famoso professor Ostrogradskij. In Russia, è impossibile per le giovani donne dedicarsi allo studio e, con la sorella e alcune amiche, Sofia valuta la possibilità di fuggire dopo aver contratto un finto matrimonio: si sposa così con Vladimir Kovalevskij e finalmente riesce a fuggire all’estero. Eppure, la sua vita non è certo semplice: nonostante la sua incontestabile bravura in matematica, nessuna università la accetta come allieva, ma il grande matematico Karl Weierstrass accetta di aiutarla. È grazie al suo impegno e a quello di Gösta Mittag-Leffler che finalmente Sofia ottiene una cattedra a Stoccolma. Mentre la sua vita è gravata da numerosi lutti, perde il padre, il marito e la sorella, la sua vita professionale è costellata da successi. Purtroppo si interrompe troppo presto, a soli 41 anni, a causa di una polmonite.

Il racconto è fluido e si salta da una pagina all’altra con l’impazienza di sapere se Sofia raggiungerà davvero i suoi obiettivi. La sua tenacia e la sua forza, per quanto Sofia si presenti a tratti in tutta la sua fragilità, ci fanno provare subito una certa simpatia per lei, mentre le illustrazioni di Simona Mulazzani arricchiscono la narrazione. Non solo: l’immagine posta nella prima pagina del capitolo ci segue a piè pagina, come se venisse ripetuto non solo il titolo del capitolo, ma l’argomento dello stesso.

La conclusione è arricchita dagli approfondimenti di Elena Rinaldi, che ci offre alcune brevi notizie biografiche su Michail Ostrogradskij, Karl Weierstrass e Mittag-Leffler. Il gran finale è lasciato alle più grandi matematiche conosciute, nei tratti biografici delle quali viene soprattutto sottolineata la forza per abbattere gli stereotipi e le limitazioni imposte all’istruzione femminile. Le protagoniste sono: Ipazia, Maria Gaetana Agnesi, Sophie Germain, Ada Byron, Grace Chisholm Young, Emmy Noether, Cornelia Fabri.

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Venerdì, 06 Ottobre 2017 14:22

La matematica fa schifo!

Amo leggere i libri per bambini perché gli autori hanno la capacità di esprimere concetti, anche difficili, in modo semplice: gli esempi e le immagini con i quali sono presentati risultano quindi efficaci non solo per i più piccoli, ma anche per gli adulti. È proprio ciò che ho trovato in questo libretto di Giuseppe Pettarin con le illustrazioni di Giulia Orecchia.

La storia è simpatica, come pure l'ambientazione: siamo nel paese di Cifralia, al termine del regno di Re Caos, che ha portato, inutile dirlo, confusione e scompiglio ovunque. Subentra il rigido Abacone, un tiranno che ha fatto delle regole un assoluto. Nel suo compito è aiutato dal numero 1, progenitore di tutti i numeri, mentre il pazzo Pi Greco, sempre tra i piedi, permette di avere una comprensione migliore di ciò che accade e 0, l’agente segreto, fa in modo che ci siano sempre tutte le informazioni. Il nostro Abacone è ossessionato dalle regole e i numeri non possono esimersi dal seguirle puntualmente: “D’ora in poi, basta con le fantasie: sia chiaro a tutti che metterò uno stop all’immaginazione scatenata, che genera solo disordine.” Eppure: “La matematica non è solo rigore, sai. Ci si può divertire, con lei!” ci ricorda Pi Greco. Il Generalissimo Abacone rappresenta un po’ tutti coloro che non hanno mai imparato ad amare la matematica, a guardare oltre le sue regole: “Mai, in tutta la sua vita, aveva pensato che la matematica potesse essere utilizzata in quel modo, per giocare.” Pettarin mostra tutta la sua abilità nello scardinare il concetto di regola in senso di rigidità: le regole ci sono e sono necessarie, ma la matematica non è solo un insieme di regole, come erroneamente alcuni pensano.

Questo libretto mostra tutta la sua simpatia nelle parolacce ed esclamazioni che compaiono, anch’esse matematiche: “Per mille cubi!”, “Figlio di un’incognita!”, “Vai a farti sottrarre!”, “Mi fa girare gli infinitesimali!”, “Santi cateti!”… e via dicendo. Questo breve elenco può servire per avere un’idea della fantasia di cui dà prova Pettarin: d’altra parte, “Ci vuole solo un po’ di immaginazione. Basta avere la mente un po’ più elastica. Se accetti questi casi particolari, questi strappi alla regola che, a ragionarci per bene, sono del tutto corretti, vedi che tutto fila perfettamente…” per usare le parole di Pi Greco.

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