Daniela Molinari

URL del sito web: http://www.amolamatematica.it
Martedì, 17 Agosto 2021 20:49

Elementare, Einstein

«Elementare, Einstein» è stato pubblicato a novembre 2018 dalla casa editrice Scienza Express, nella collana scienza junior. Gli autori sono tutti e tre fisici: Riccardo Bosisio e Tommaso Corti, che pur lavorando in altri settori collaborano con le scuole in progetti di divulgazione scientifica, e Luca Galoppo, che insegna matematica e fisica presso un liceo scientifico di Erba. Il libro è arricchito dalle illustrazioni di Sara Boscacci.

Il sottotitolo «Alla scoperta della fisica con un pugno di indizi» ci dà già l’idea di cosa ci aspetta. La storia è ambientata in autunno in una seconda media: all’improvviso i ragazzi si ritrovano alcuni messaggi misteriosi che accompagnano alcuni oggetti di uso comune e un sasso, il tutto siglato dalle iniziali U.P., delle quali i ragazzi ricostruiscono l’acronimo, ma non il significato. Solo dopo un’indagine che si protrae per tutto l’autunno, i ragazzi riescono a trovare il responsabile di questi messaggi e, con il suo aiuto, ricostruiranno il percorso che sono stati guidati a fare e che li porterà alla comprensione della teoria della relatività. L’intera classe mostra grande entusiasmo e tanta voglia di imparare ed è guidata in questo percorso dal professore di matematica, il prof. Lapierre, oltre che dal misterioso personaggio che ha disseminato gli indizi. Inserite nella narrazione, troviamo cinque schede di approfondimento che ci presentano altrettanti esperimenti di fisica che hanno a che fare con la teoria della relatività: si comincia con l’ottica geometrica, si procede con la misurazione della velocità della luce attraverso gli esperimenti di Rømer e Fizeau, e dopo l’interferenza luminosa si chiude con l’esperimento di Michelson e Morley.

Durante la lettura, sembra davvero di trovarsi all’interno di una classe e di sentire la partecipazione di tutti i ragazzi: non era certo facile dare voce a tutti, ma gli autori riescono a realizzare una sorta di inclusione, che si realizza anche attraverso il coinvolgimento di Amir, ragazzino immigrato che sembra far fatica ad inserirsi all’interno di questa classe, nella quale è arrivato solamente in corso d’anno.
L’abile narrazione mostra tutta la sua forza nel coinvolgere il lettore attraverso concetti di fisica non sempre facili da digerire ed è proprio questo che rende la lettura adatta anche ai ragazzi delle medie, nonostante si parli di teoria della relatività: il lettore può essere invogliato ad approfondire l’argomento, grazie agli indizi disseminati nel corso della storia. Il libro non è consigliato solo ai ragazzi delle medie, ma anche a quelli delle superiori, che possono in esso trovare uno stimolo per affrontare le difficoltà concettuali della fisica moderna, attraverso la passione e la curiosità che questo libro fa nascere.

Venerdì, 13 Agosto 2021 16:23

Potenziale elettrico giugno 2021

Verifica di fisica, classe quarta liceo scientifico.
Argomento: potenziale elettrico.

Durata: 60 minuti.

Giovedì, 12 Agosto 2021 11:35

Al telefono con Einstein

«Al telefono con Einstein» è stato pubblicato in Italia nell’aprile del 2021 dalla casa editrice Salani, ma è in realtà stato scritto nel 2018 da R. J. Gadney poco prima della sua morte. Scrittore, artista e accademico, Gadney ha tenuto lezioni nelle università più prestigiose al mondo e ha vinto un Bafta nel 1983, per una serie televisiva in sette parti su John F. Kennedy, interpretata da Martin Sheen.

Il 14 marzo del 1954, giorno del settantacinquesimo compleanno di Einstein, Mimi, che voleva telefonare alla farmacia, sbaglia le ultime due cifre del numero di telefono e si ritrova a parlare con Einstein. Dopo questo breve capitolo, nel quale si coglie la curiosità di Einstein per la sua nuova conoscenza, comincia la biografia del grande fisico: senza la pesantezza delle note a piè di pagina, contiene comunque lettere, articoli e discorsi nelle loro parole originali e numerose fotografie che, personalmente, non mi era mai capitato di vedere in precedenza, come le cartoline inviategli da Elsa, ad esempio. La biografia contiene molti particolari che non conoscevo, come la passione di Einstein per Ilse, la secondogenita di Elsa, oppure il premio Nobel di Ossietzky, proposto dallo stesso Einstein, il giornalista tedesco che si era opposto al neonato regime nazista ed era rimasto vittima di crudeli maltrattamenti.

Solamente alla fine del romanzo, scopriamo come la biografia potrebbe inserirsi all’interno della narrazione principale: Mimi deve preparare un progetto per la scuola e decide di realizzarlo su Einstein e di corredarlo di fotografie. Da qui nascono le domande e, quindi, la biografia che abbiamo letto poche pagine prima. Mimi Beaufort è nata a Greenwich e con la sorella minore Isabella ha frequentato il college di Princeton, dove entrambe si sono distinte nello studio della musica, la stessa abilità che le rende ospiti così gradite in casa Einstein. Il grande fisico non dev’essere solo grato per le ore di spensieratezza che le ragazze gli hanno regalato, ma, stando alla narrazione, per il ruolo che in qualche modo hanno avuto nell’interruzione delle indagini sul suo presunto comunismo. Al termine della sua vita, lascia in eredità alle sorelle la possibilità di realizzare il loro sogno: sarà proprio Einstein a pagare il viaggio e l’alloggio nel Regno Unito presso l’Accademia Reale di musica.

Il libro è scorrevole e alla portata di tutti, grazia alla prosa semplice, alle fotografie che rendono più leggera la lettura e alle citazioni che ci fanno cogliere la vera voce di Einstein: ha la precisione di una biografia e la leggerezza di un romanzo. Come dice Ian McEwan, nel commento che viene riportato nella quarta di copertina dell’edizione italiana, si tratta di «un romanzo originale e brillante», «ingegnosamente a cavallo tra verità storica e immaginazione». Non resta che dedicarsi alla lettura.

Venerdì, 06 Agosto 2021 17:44

177 - 6 agosto 2021

Matematica bestia nera 
Ho parlato, nella scorsa newsletter, del concorso STEM e dei commenti sui giornali. Davide Calza, gestore del canale YouTube MATH-segnale insieme a Riccardo Moschetti, ha partecipato al concorso e ci offre un commento in base alla sua esperienza. Ci sono poi una serie di video con la soluzione dei quesiti e il ragionamento realizzato da Davide per risolverli. Per tutti coloro che sono impegnati nei concorsi, potrebbero essere un’occasione di confronto e di riflessione, ma le cose richieste, reperibili su un qualsiasi testo di matematica dello scientifico, potrebbero essere anche un’ottima palestra per un ripasso in vista della maturità scientifica.
Dopo tanti commenti sui risultati dei test Invalsi, non possiamo farci mancare il commento del Post, scritto da Leonardo Tondelli, che la scuola la vive, ma senza i titoli sensazionali ai quali ci hanno abituati le altre testate. Il problema dei titoli sensazionali è che in genere sono l’unica cosa che la maggior parte dei lettori legge e «dai titoli partiranno poi per tutta una serie di osservazioni sulla scuola, sulle sue criticità, ecc. – anche in buona fede». Il focus di Tondelli è un po’ diverso rispetto a quello cui siamo abituati, perché parla dal punto di vista del tecnico di laboratorio, visto che le prove erano computer based, ricordando che «la somministrazione funziona se gli studenti decidono di farla seriamente, e non credo che sia successo.»
In entrambi i casi, si tratta di singoli punti di vista, ma sono il punto di vista di chi, sia le prove Invalsi che il concorso STEM, l’hanno vissuto dall’interno e, per questo motivo, val la pena prenderli in considerazione. Per una visione più d’insieme, per quanto riguarda l’Invalsi, possiamo leggere quanto scritto da Maria Mellone della Commissione Italiana per l’Insegnamento della Matematica dell’Unione Matematica Italiana su MaddMaths!. La riflessione comincia con la considerazione che «è evidente che il quadro di grandissima sofferenza – restituito dai risultati delle prove INVALSI di quest’anno – vada letto in una cornice interpretativa più complessa rispetto alla mera lettura in termini di “risultati della Dad”.» Dopo aver sottolineato che sarebbe importante investire sulla formazione degli insegnanti, nella riflessione di Maria Mellone ritroviamo quanto scritto da Leonardo Tondelli, inserito però in una visione più generale e completa, che mette ad esempio in evidenza il peso dell’origine svantaggiata sugli esiti della prova, visto che i risultati Invalsi «sembrano suggerire che la pandemia possa aver agito con maggiore violenza proprio sulle situazioni più critiche, incrementando i contesti di povertà educativa e mettendo ancora di più in crisi l’essenziale funzione perequativa della scuola». Insomma, sono parecchie le informazioni che ci vengono fornite dalle prove Invalsi e il problema è più complesso di quanto i giornali riescano a comunicare.

La matematica della quotidianità
Il virus continua a mietere vittime... matematiche! Ebbene sì: il “paradosso” dei contagi tra i vaccinati ci viene finalmente spiegato dal Post, a partire dal sottotitolo, che introduce il ragionamento, ovvero «Perché l’aumento delle vaccinazioni fa sembrare che si ammalino di più i vaccinati, anche se non è vero». Il problema sembra essere sempre lo stesso, ovvero i numeri assoluti che, nella matematica giornalistica, vincono sempre contro le percentuali. Lo spiega molto bene Paola Pozzolo, citata in questo post dallo scrittore Matteo Bussola, autrice della pagina Facebook La tua statistica e del blog omonimo. L’immagine che accompagna il post è davvero semplice e immediata e il confronto è tra un cesto di 10 pesche, con 2 pesche marce e un cesto di 90 mele, con 2 mele marce. I frutti marci in totale sono 4 e, siamo d’accordo tutti, la metà sono mele, ma, rispetto al totale delle mele, sono solo il 2% contro il 20% delle pesche. Se al posto delle pesche e delle mele sostituissimo il gruppo dei non vaccinati e il gruppo dei vaccinati, spiegheremmo perché non ha senso dire: “La metà dei vaccinati è infetta”, visto che la verità sarebbe “La metà degli infetti è vaccinata”. Ma d’altra parte, la questione dei numeri assoluti torna in continuazione: il prof. Alfredo Marzocchi, dell’Università Cattolica di Brescia, sottolinea (sempre su Facebook) un altro errore, riguardante le Olimpiadi, ovvero: «Los Angeles 1932, 346 medaglie attribuite, 36 per l'Italia; Roma 1960, 461 medaglie attribuite, 36 per l’Italia; Tokyo 2020, ad oggi 566 medaglie attribuite, 36 per l’Italia. Ma voi ci vedete un record?». Il problema, in realtà, non è così semplice: «si potrebbe dividere il numero di medaglie vinte per il numero di medaglie effettivamente conseguibili», oppure bisognerebbe «contare quanti stati hanno partecipato... sono molti di più, ora. Di certo è difficile confrontare edizioni così distanti fra loro nel tempo...», come sottolinea Alberto Saracco, dell’Università degli Studi di Parma. Insomma, anche in questo caso, il problema non è semplice come lo mostrano alcuni giornalisti.

Matematica alle Olimpiadi
Mentre le Olimpiadi sono ancora in corso e continuano a regalarci tante emozioni, la matematica (onnipresente) si fa sentire anche nello sport. Cominciamo con Anna Kiesenhofer, medaglia d’oro nel ciclismo su strada: non solo campionessa austriaca di ciclismo ma anche docente all’EPFL di Lausanna nel gruppo di equazioni alle derivate parziali. Nel suo post, MaddMaths! sottolinea l’attualità del detto «Mens sana in corpore sano», anche se il resto del mondo tende a vedere i matematici «come nerd imbranatissimi del tutto incapaci di qualsiasi tipo di attività fisica».
Gabby Thomas, laureata in neurobiologia ad Harvard e impegnata in un Master in Epidemiologia all’Università di Austin in Texas, ai giochi di Tokyo ha vinto la medaglia di bronzo nei 200 metri. Repubblica, nel raccontarci la sua storia, la definisce «La scienziata più veloce del pianeta, in grado di predire distribuzione e frequenza delle malattie». Nella sua storia anche una diagnosi di tumore al fegato, fortunatamente benigno, che ha in qualche modo reso più difficile il suo percorso verso la medaglia. Repubblica ci ricorda anche Daniele Garozzo, campione olimpico a Rio 2016 e argento a Tokyo nel fioretto, che è laureando in medicina all’Università degli Studi di Roma Tor Vergata.
Pare che Alan Turing abbia lasciato dietro di sé un grande esempio, se consideriamo la sua quasi qualificazione alle Olimpiadi del 1948: «pur 35enne, ottenne il quinto posto nella maratona per la pre-qualificazione olimpica del 1947; purtroppo alla fine dell’anno un infortunio a una gamba, costringendolo a un lungo stop, non gli permise di gareggiare ulteriormente per cercare di ottenere un posto nella squadra olimpica inglese.» (dal sito MaddMaths!)
Parlando di Olimpiadi, non possiamo dimenticare la competizione matematica: nei giorni scorsi si è tenuta la sessantaduesima Olimpiade Internazionale di Matematica e Luigi Amedeo Bianchi dalle pagine di MaddMaths! ci comunica i nomi dei nostri migliori atleti. Matteo Poletto ha vinto la medaglia d’oro, ottenendo il decimo posto assoluto su 619 concorrenti, mentre Matteo Damiano, Massimiliano Foschi e Romeo Passaro hanno ottenuto la medaglia d'argento, mancando di poco quella più preziosa, come pure Tommaso Lunghi, e Davide Pierrat ha ottenuto quella di bronzo. «Con sei medaglie su sei componenti, la squadra italiana arriva a un ottimo settimo posto assoluto su 107 squadre partecipanti, a pari merito con Israele e alle spalle di quelle squadre che sono habitué dell’alta classifica: Cina, Russia, Corea del Sud, Stati Uniti, Canada e Ucraina.»

Non solo video…
«Chi è più forte: Messi, Ibrahimovic o Mbappè? Cos’è più pericoloso la Lotteria Italia, un Gratta & Vinci o una slot? Cosa rende un gioco più pericoloso di un altro? E cosa c’entra PES? Ma soprattutto, come si pronuncia Mbappè?» Come è tipico del canale Taxi1729, la presentazione è particolarmente simpatica e coinvolgente e soprattutto istruttiva, visto che si parla di probabilità e gioco d’azzardo: se avete 5 minuti, val davvero la pena dare un’occhiata!

Consigli di lettura
Troppo belle per il Nobel di Nicolas Witkowski è una rassegna di donne che, attraverso i secoli, hanno ottenuto risultati interessanti, in genere in campo scientifico, ma sono state dimenticate. La rassegna si avventura lontano dai soliti sentieri battuti e, nella lettura, siamo accompagnati da un umorismo sottile e denso di ironia, che ci permette di gustarci la carrellata con una certa leggerezza, mentre continui richiami collegano tra loro i singoli capitoli. È un libro sicuramente da leggere e da tenere nella propria libreria per rileggerne ogni tanto dei passi, considerando che per scrivere il libro Witkowski ha dovuto «procedere a indagini delicate, rimbalzando da una biografia tronca a una nota a piè di pagina criptata» e soprattutto rimuovere dal quadro generale «la polvere di sufficienza maschile depositata dai secoli».
Lo spettacolo della fisica e Fisica sognante sono entrambi stati scritti da Federico Benuzzi, che sul proprio blog si definisce «professore, conferenziere, presentatore, giocoliere, attore…». Entrambi i libri sono alla portata di tutti, ma mentre il secondo è soprattutto una riflessione sul proprio percorso, sia come insegnante che come giocoliere, Lo spettacolo della fisica è più maturo e si coglie tutta l’esperienza costruita nell’ambito della divulgazione. Federico Benuzzi ha avuto occasione di parlare del proprio lavoro facendo un breve intervento a UnoMattina su Rai1.
Interessanti consigli di lettura provengono anche da MaddMaths!, dove lo staff e i collaboratori hanno condiviso i propri «consigli sui più interessanti libri a tema matematico da leggere». Ce ne sono per tutti i gusti e per tutte le età, a partire dal grande classico Mago dei numeri.

Yuliya Nesterova, studente all’Università di Ottawa in Canada, ha proposto il tema per l’International Day of Mathematics edizione 2022: Mathematics Unites. La spiegazione è bellissima: «La matematica unisce, per segnalare che è un linguaggio comune che abbiamo tutti e un tema comune con il quale incontrarsi.»

Buona matematica! Ci sentiamo tra TRE settimane!
Daniela

PS: La fotografia allegata è stata scattata durante una visita al Castello di Issogne, in Val d’Aosta. Pare che i graffiti andassero molto di moda nei secoli scorsi, ma con un significato più positivo di quello che gli attribuiamo oggi: quelli della foto sono graffiti matematici, probabilmente frutto di una lezione.

Mercoledì, 04 Agosto 2021 22:10

Fisica sognante

«Fisica sognante» è stato pubblicato come bollettino trimestrale dell’Associazione per l’Insegnamento della Fisica a settembre 2013. Si tratta della seconda pubblicazione di Federico Benuzzi, dopo l’ebook «Giocolieri si diventa – manuale pratico di giocoleria», con Giochidimagia Editore. I due testi racchiudono le due anime dell’autore, che è insegnante e giocoliere, ma anche attore e presentatore: dotato di una personalità poliedrica, gestisce anche un blog, www.federicobenuzzi.com, e ha un canale YouTube che conta ormai più di duemila iscritti.

Il libretto è a metà tra il saggio scientifico e l’autobiografia, visto che numerose sono le riflessioni dell’autore sul proprio percorso e sull’insegnamento in particolare. È un saggio scientifico, perché tra le pagine possiamo trovare la spiegazione fisica del funzionamento del monociclo, del diablo o della giocoleria, ma l’inizio è dato dalle risposte alle domande che sono state poste allo stesso Benuzzi al termine degli spettacoli di giocoleria attraverso i quali divulga la fisica. Il ritmo narrativo è veloce e sembra di sentire la voce dell’autore che, come succede nei video pubblicati su YouTube, ci guida nella conoscenza dell’affascinante mondo della fisica. In alcuni punti è importante avere a portata di mano carta e penna, per poter seguire efficacemente i calcoli che vengono svolti. La parte di riflessioni, però, è forse il vero punto di forza del libro, soprattutto se, come nel mio caso, vi capiterà di leggere anche «Lo spettacolo della fisica», recente pubblicazione per la casa editrice Dedalo: si può entrare in contatto con il modo di essere di questo poliedrico insegnante di matematica e fisica e fare tesoro della sua esperienza per migliorare anche il proprio stare in classe. Federico Benuzzi è un insegnante che sa mettersi in discussione, ma che non è disposto a stravolgere il proprio modo di essere solo per ottenere più consensi, è un insegnante che sa usare le regole della scuola per creare un’alleanza con gli studenti, è un insegnante che riesce a spingere i suoi studenti a fare del proprio meglio, esattamente come ha chiesto al lettore, con questo libro, di vincere la propria paura della matematica per acquisire una maggiore consapevolezza delle cose.

Questo libro mi è stato regalato da una collega che aveva assistito ad uno spettacolo di Federico Benuzzi durante il Festival di BergamoScienza ed è rimasto a lungo nella mia libreria in attesa che lo prendessi in mano e gli dedicassi un po’ di tempo. Averlo letto dopo «Lo spettacolo della fisica» mi ha permesso di coglierne gli elementi di continuità e, al tempo stesso, le differenze che li rendono complementari.

Domenica, 01 Agosto 2021 18:28

Lo spettacolo della fisica

«Lo spettacolo della fisica», pubblicato a marzo 2021 dalla casa editrice Dedalo, è stato scritto da Federico Benuzzi. Nella presentazione del suo blog, www.federicobenuzzi.com, Benuzzi dice di essere «professore, conferenziere, presentatore, giocoliere, attore…»: è, in effetti, un personaggio poliedrico, che ha al suo attivo non solo spettacoli teatrali, ma anche libri, come «Fisica sognante», pubblicato come bollettino trimestrale dell’Associazione per l’Insegnamento della Fisica, «La legge del perdente», pubblicato nel 2018 sempre per la casa editrice Dedalo, l’ebook «Giocolieri si diventa – manuale pratico di giocoleria», con Giochidimagia Editore ed è anche gestore del canale YouTube che porta il suo nome.

Esattamente come ne «La legge del perdente», il libro comincia con un incontro: ai compagni di avventura della scorsa volta, ovvero a Fazioli, l’ingegnere in pensione, e ad Andrea, studente universitario alla facoltà di statistica, si aggiunge Sara, cameriera aspirante attrice. Nella premessa, Federico Benuzzi ci dice che le pagine che andremo a leggere saranno «pagine di fisica, di didattica e di giocoleria» e in effetti c’è tutto quanto premesso e anche molto altro: oltre alla vicenda dei quattro amici, c’è una descrizione accurata di Bologna che fa veramente venir voglia di visitarla, ci sono la fisica e la matematica della giocoleria e, parlando di didattica, l’autore non si rivolge solo agli insegnanti, ma anche agli studenti. L’attività di Federico diventa, come succede sul palco, un’occasione per coinvolgere i suoi amici e per spiegare la fisica, che ritroviamo negli equilibrismi, spiegati con tanto di diagrammi delle forze, nelle leve e nella loro classificazione, nell’equilibrio, stabile instabile e indifferente e nel funzionamento del monociclo.

Oltre alla narrazione, ci sono le illustrazioni di Emanuela Bellisario e, distribuiti tra le pagine, troviamo dei QR code che rimandano a video e link, in coerenza con quanto scrive lo stesso autore: «è fondamentale, quando si spiega, mischiare insieme più registri comunicativi: è nella loro integrazione il massimo potere esplicativo possibile.»

Il libro è alla portata di tutti e si legge molto agevolmente: non è consigliato solo agli insegnanti, ma anche agli studenti delle scuole superiori, visto che i contenuti di fisica sono ben spiegati, mai banalizzati, ma chiari e semplici da capire. Mi ha colpito molto il fatto che Federico Benuzzi non abbia paura di stimolare il lettore a puntare un po’ più in alto e presenti quindi anche un percorso fatto di formule che possano aiutare a capire meglio la fisica. Non si tratta solo di spettacolo della fisica, perché anche la matematica ha un suo ruolo, protagonista negli schemi della giocoleria: non solo aiuta a rappresentare le combinazioni che si possono realizzare, ma può aiutare a trovare nuove combinazioni, come nel caso della “6x44x6”, «definito a furor di popolo il più bello schema di giocoleria che sia mai stato scoperto», per il quale «tutti riconoscono che, senza la matematica, probabilmente non lo si sarebbe mai trovato.»

Dopo aver visto dal vivo «L’azzardo del giocoliere», dal quale è tratto il libro «La legge del perdente», posso confermare che ciò che cogliamo in queste pagine è ciò che Benuzzi presenta nei suoi spettacoli, ovvero un intrattenimento intelligente, ma al tempo stesso coinvolgente, come mi hanno dimostrato i commenti entusiasti degli insegnanti di altre discipline, che mi hanno confermato la chiarezza degli argomenti spiegati. Consiglio vivamente la lettura di questo libro e, se possibile, la partecipazione a uno dei suoi spettacoli, perché, durante le sue performances dal vivo, la giocoleria e l’insegnamento, ovvero le due passioni, le due anime dell’autore, «potranno fondersi nuovamente insieme, in uno spettacolo unico, che vedrà andar di pari passo l’arte e la scienza. La tecnica e la sua descrizione matematica. Fisica e giocoleria.»

Venerdì, 30 Luglio 2021 15:02

Troppo belle per il Nobel

«Troppo belle per il Nobel» è uscito nel 2008 ed è stato ripubblicato in edizione tascabile a fine 2019 dalla casa editrice Bollati Boringhieri. L’autore è Nicolas Witkowski, fisico di formazione, che ha scritto numerose opere sulla storia della scienza, come «La vasca di Archimede» e «La storia sentimentale della scienza».

Il libro è costituito da ventuno capitoli, che attraversano la storia umana a partire dalla preistoria fino ad arrivare al XX secolo. La rassegna proposta è diversa rispetto a tutte quelle realizzate sul tema, perché non troviamo i soliti personaggi: Rosalind Franklin, Lise Meitner e Ipazia vengono citate come esempi nella premessa introduttiva, ma non trovano posto nel percorso, ad esempio. Fin dall’inizio, il testo mostra la sua particolarità, visto che comincia con la preistoria, una storia interamente maschile nella quale la donna è assente, un po’ come la storia delle scienze, scritta esclusivamente dagli uomini. Nella premessa, Witkowski dice le donne che vengono in genere menzionate nelle storie della scienza «si contano sulle dita di due mani» e, per questo motivo, per scrivere il libro ha dovuto «procedere a indagini delicate, rimbalzando da una biografia tronca a una nota a piè di pagina criptata» e soprattutto rimuovere dal quadro generale «la polvere di sufficienza maschile depositata dai secoli». Nella lettura, si riesce a percepire tutto questo lavoro di ricerca e si coglie anche la reale convinzione dell’autore che dice: «A un grand’uomo basta essere eccezionale; una donna deve essere straordinaria.»

La rassegna comincia con Huang Daopo, «inventore» dell’arcolaio a pedale nel XIII secolo, Sophie sorella di Tycho Brahe e Barbara Mühleck moglie di Keplero, dedite alla chimica, e Martine de Beausoleil, che suggerì a Richelieu di creare un corpo di ingegneri minerari. Nel 1700, le donne vengono citate nelle opere letterarie, ma nascoste dietro alcuni asterischi: diventano in questo modo il «simbolo stesso dell’ignoranza» e la loro presenza libera «da qualsiasi complesso d’inferiorità il lettore che altrimenti non avrebbe mai affrontato un’opera erudita». La maggior parte delle donne nominate è nata proprio nel XVIII secolo: Emilie du Châtelet, che tradusse in francese i Principia di Newton, Isabelle Godin, protagonista di un salvataggio inaspettato durante la spedizione per misurare la Terra, Elizabeth Thible, prima donna a mettere piede su una mongolfiera, Charlotte Corday, assassina di Marat, Marie Lavoisier, che portò a compimento il “Trattato di chimica elementare” iniziato dal marito, e Mary Somerville, che riuscì nell’impresa di far uscire le donne dalla cucina fino ad arrivare nell’atrio della Royal Society, dove venne sistemato il suo busto per «celebrare l’autorità dell’intelligenza femminile». Si procede con le scrittrici Mary Shelley e George Sand, con Ada Lovelace, alla quale venne «negato l’accesso alla biblioteca della Royal Society in quanto donna», Sophie Germain, che si finse uomo per poter interloquire con i più grandi matematici del tempo, Agnes Pockels, che fece grandi scoperte nella propria cucina nonostante la reclusione impostale dai genitori, mentre Katherine Blodgett diede seguito ai suoi lavori. Clémence Royer, «intrepida pioniera del femminismo», tradusse in francese l’opera di Darwin mentre Athénaïs Mialaret, che collaborò alle opere del marito, dopo la morte di lui «dovette dimostrare davanti alla giustizia la sua partecipazione all’opera comune». Loïe Fuller si rese protagonista della pericolosa Danza del Radio, mentre l’avventuriera Ida Pfeiffer vide la propria opera plagiata da Jules Verne. Sofja Kovalevskaja, grande matematica, è ricordata più per la sua vita libertina che per le sue abilità nella disciplina, mentre Marie Curie e Hertha Ayrton vengono ricordate anche per il proprio contributo durante la Prima Guerra Mondiale, l’una con le attrezzature realizzate grazie alla scoperta del radio e l’altra con i ventilatori che cambiano l’aria nelle trincee, grazie agli studi sulla fluidodinamica. Nel percorso, incontriamo anche alcune muse, come Alice Liddell, musa di Lewis Carroll, o la donna senza nome che grazie ad un «episodio folgorante e tardivo» permise a Schrödinger di trovare la famosa equazione. Tra i talenti non riconosciuti, troviamo Alicia Boole, figlia del logico e matematico Boole, che «giocava all’ipercubo invece che con le bambole», ma «non conobbe gli onori della gloria scientifica», esattamente come Emmy Noether, «doppio femminile» di Einstein, che ci mostra come «ciò che in Albert suscitava ammirazione, in Emmy infastidiva» o Chieng Shiung Wu, che perse il meritato Nobel per l’esperimento di parità nel 1957. La rassegna si chiude con il campo della primatologia e quattro donne, Jane Goodall, Biruté Galdikas, Shirley Strum e Dian Fossey, che sono riuscite ad approcciare lo studio dei primati in modo completamente diverso e innovativo, rispetto agli uomini che le hanno precedute.

Come si può notare, la rassegna si avventura lontano dai soliti sentieri battuti e, nella lettura, siamo accompagnati da un umorismo sottile e denso di ironia, che ci permette di gustarci la carrellata con una certa leggerezza, mentre continui richiami collegano tra loro i singoli capitoli. Ad ogni capitolo sono dedicate circa cinque o sei pagine, e la conclusione è con il paragrafo “E ancora…”, dove ritroviamo una bibliografia e alcuni suggerimenti per approfondire i riferimenti e i rimandi ad ulteriori argomenti. Un plauso particolare ai due traduttori, Chiara Tartarini, professoressa associata all’Università di Bologna, e Alessandro Serra, scomparso recentemente e docente di psicologia dell’arte. Nella loro traduzione, sottolineano anche i giochi di parole proposti dall’autore e impossibili da rendere in italiano, perciò richiamano il testo originale perché sia possibile, per il lettore, cogliere la sottigliezza di alcuni passaggi. È un libro sicuramente da leggere e da tenere nella propria libreria per rileggerne ogni tanto dei passi: gli aneddoti e i percorsi proposti, che di fatto, per la maggior parte, non conoscevo, hanno arricchito il mio bagaglio personale e diventeranno parte della mia narrazione durante le mie lezioni.

Giovedì, 15 Luglio 2021 10:32

176 - 16 luglio 2021

Consigli di lettura per i più piccoli
Per i più piccoli, il libro di Eugenia Cheng, pubblicato da Editoriale Scienza, Molly e i misteri matematici è una garanzia. “Trova gli indizi e solleva le alette”, recita il sottotitolo, perciò abbiamo chiara l’idea di un libro attivo, nel quale i più piccoli sono invitati a esplorare la matematica attraverso un’avventura, un gioco che permette di superare la paura e la noia. L’ho consigliato e lo consiglierei ai bambini che amano giocare, ma anche a quelli che non amano leggere, perché possano capire che la matematica è un gioco coinvolgente. Eugenia Cheng, l’autrice, è davvero originale: matematica e pianista, educatrice e autrice, possiamo vederla all’opera in una puntata di The Late Show con Stephen Colbert. Oltre a un po’ di risate, ci regala piccole grandi verità sulla matematica: “sono una matematica non una calcolatrice” ci ricorda, ad esempio, quando prova a fare il calcolo degli strati di pasta (crescita esponenziale), oppure ci dice che con la matematica ognuno può creare i propri percorsi e, proprio come si fa in cucina, si parte da semplici ingredienti per realizzare qualcosa di delizioso. In una breve chiacchierata (poco più di 5 minuti e con sottotitoli in italiano), intitolata Quando 1+1=3, Eugenia Cheng ci racconta le reazioni della gente quando dice di essere una matematica: le dicono “devi essere molto intelligente”, le raccontano di non aver mai amato la matematica o che avrebbero tanto voluto capirla meglio… A Eugenia Cheng piace spiegare la matematica, perché ha come obiettivo quello di liberare il mondo dalla matofobia, ovvero dalla paura della matematica: la matematica non è un insieme di regole, ma una comprensione logica delle cose, perché nella matematica siamo tutti esploratori delle lande selvagge della logica. La matematica è libertà e sogno e non è amata solo a causa di un piccolo problema di immagine…

Consigli di lettura per donne e STEM
Amo leggere libri di divulgazione matematica, ma amo soprattutto i romanzi che contengono storie di percorsi unici e incredibili, percorsi che mai pensavi avrebbero potuto diventare vincenti, eppure lo sono stati. Amo, in particolare, le storie che riguardano grandi donne, come quella raccontata in Marie e Bronia, un patto tra sorelle. Conoscevo già il patto stipulato tra Marie Curie e sua sorella Bronia, ma questo racconto (dal quale è stato tratto anche uno spettacolo teatrale) è particolarmente intenso: ciò che appassiona è il fatto che le due sorelle vengono viste nella loro quotidianità e anche attraverso gli scontri che appartengono ad ogni rapporto di sorellanza. Il racconto si concentra, quindi, sul lato più umano di una giovane Marie. Il patto tra le due sorelle è stato reso possibile dal sostegno del padre, che riteneva che non ci fosse nulla che potesse essere loro negato solo perché donne: «lui ci ha incoraggiate a sfidare la mentalità di chi voleva relegare le donne in casa, ed era certo che saremmo state capaci di andare fino in fondo», dice Marie nella fase finale. E Bronia fa diventare questo esempio vincolante per entrambe, come madri: dice a Marie che entrambe dovranno «insegnare alle [proprie] figlie che niente è impossibile».

Consigli di lettura per le vacanze
Vacanze matematiche è l’ultimo lavoro di Anna Cerasoli: la storia è ambientata a Samo, dove Bianca si trova in vacanza. Mentre la scuola è in vacanza, la matematica entra in azione, attraverso le “furbate” a cui la Cerasoli ci ha abituato, attraverso giochi e aneddoti, attraverso un racconto divertente e coinvolgente.

Consigli di lettura per andare in vacanza
Ho avuto occasione di conoscere virtualmente Sandra Lucente grazie al video Matera, una prof di matematica con un cubo ‘dimostra la bellezza’ della Capitale della cultura, che mi è già capitato di condividere attraverso la newsletter. Nel video, la prof.ssa Lucente usa il cubo di Yoshimoto per presentare la bellezza di Matera, ma al tempo stesso per divulgare la matematica e farne apprezzare la creatività. Questo video ci permette di coglierne lo stile e, al tempo stesso, ci introduce ai suoi due libri, che sono davvero l’ideale per organizzare le proprie vacanze. Itinerari matematici in Puglia e Itinerari matematici in Basilicata non sono solo il racconto delle vacanze di Paul, il turista matematico protagonista di questi diari, ma sono vera divulgazione matematica, nella sua forma migliore. Non conosco le due regioni, ma i due libri non hanno fatto altro che incuriosirmi e farmi venire voglia di visitare di persona queste zone: se avete occasione, dovete assolutamente approfittare della guida sapiente di Sandra Lucente. All’interno dei libri, troviamo parecchi suggerimenti per approfondire gli argomenti trattati, come ad esempio la lezione sull’Hotel Infinito realizzata da Jeff Dekofsky per TedEd.

Già detto ma…
Nella scorsa newsletter ho annunciato la chiacchierata che si sarebbe svolta con Paolo Alessandrini, autore di Bestiario matematico: per chi si fosse perso la diretta, è possibile gustarsi la presentazione di Paolo su YouTube con Chiara Burberi e con me.

Matematica bestia nera
Mentre ulteriori impegni mi spingono a chiudere in fretta questa newsletter e a lasciare gli argomenti più impegnativi per la prossima, non posso ignorare alcuni “richiami” alla difficoltà della matematica fatti dai giornali. Il Post, con il tono misurato e obiettivo che lo contraddistingue, ci informa che «Durante l’ultimo anno scolastico, condizionato fortemente dall’epidemia, l’apprendimento dell’italiano e della matematica è peggiorato sensibilmente rispetto al 2019, mentre il livello dell’inglese è rimasto ai livelli simili a quelli registrati prima dell’introduzione della didattica a distanza.» L’affermazione nasce dai risultati delle ultime prove organizzate dall'INVALSI, l’ente responsabile della valutazione della scuola italiana. La situazione non è migliore se pensiamo ai prof! TUTTOSCUOLA (ma non solo) ne parla con toni allarmistici, dicendo che la bestia nera colpisce ancora. Sotto accusa sono le prove scritte delle classi di concorso STEM ed è incredibile che, stando a quanto riportato dall’articolo, gli insegnanti di matematica siano i primi ad essere preoccupati proprio per matematica. Una riflessione più approfondita viene fatta da Federico Benuzzi, con un post intitolato Mai più bocciature! Al di là di quello che dice il titolo, provate a leggere con attenzione e forse, come me, ci troverete tante esperienze vissute e tante riflessioni già fatte, ma che, a fine anno, è inevitabile fare per provare, nel proprio piccolo, a migliorare le cose. In ogni caso, al di là delle singole situazioni, ricordate che i ragazzi che smettono di studiare matematica hanno scompensi cerebrali, come ci raccontano nelle pagine di MaddMaths!

Buona matematica! Ci sentiamo tra TRE settimane!
Daniela

Martedì, 13 Luglio 2021 18:32

Itinerari matematici in Basilicata

«Itinerari matematici in Basilicata» è stato pubblicato nel 2019 dalla casa editrice Giazira Scritture ed è stato scritto da Sandra Lucente, autrice nel 2016 di «Itinerari matematici in Puglia». Sandra Lucente insegna e fa ricerca in Analisi Matematica presso l’Università degli Studi di Bari, dove è anche presidente del Museo della matematica. Ho avuto occasione di conoscerla virtualmente grazie al video «Matera, una prof di matematica con un cubo ‘dimostra la bellezza’ della Capitale della cultura»: il suo utilizzo del cubo di Yoshimoto per presentare la bellezza di Matera è il suo modo per divulgare la matematica e farne apprezzare la creatività.

Pur mantenendo lo stile degli itinerari ambientati in Puglia, ci sono alcune differenze: pensavo che, con il libro precedente, Sandra Lucente avesse esplorato tutta la matematica che è possibile esplorare mantenendo un livello divulgativo, ma con questo libro riesce a migliorarsi, presentando nuovi argomenti o ritornando su quanto già visto a un livello diverso. È ancora Paul, il turista matematico, che ci guida attraverso venticinque percorsi, quasi tutti legati a due paesi diversi della Basilicata (con l’eccezione di Venosa e Matera che hanno un capitolo a testa): nei titoli, sono espressi i luoghi, matematici e fisici, che verranno visitati. Al termine, ritroviamo il taccuino di Paul, che, in poche parole e con qualche schizzo, riesce a riassumere con chiarezza i concetti matematici: l’immagine è elegante oltre ogni dire nella sua semplicità. Il taccuino è particolarmente importante, visto che «in questo secondo percorso i concetti astratti sono maggiormente protagonisti». Il capitolo è concluso da «un pezzo scritto dall’immaginario Paul per il suo immaginario blog “A parole”», dove i concetti matematici presentati sono visti nella loro doppia veste, matematica e quotidiana, e ritroviamo così gli irrazionali, le affinità, l’eccentricità, la varietà, la riflessione, il complesso, l’intervallo, la funzione, la composizione, la frequenza, l’integrazione, il segno, l’insieme, la scoperta… Si tratta di un grande arricchimento, visto che questi piccoli percorsi che si aprono nella narrazione potrebbero arricchire la lezione di un qualsiasi insegnante di matematica, come introduzione di un nuovo argomento oppure da proporre alla fine per sdrammatizzare, visto che «al sapere si arriva utilizzando tutti i sensi. Nel diario è privilegiato l’apprendimento della matematica tramite la vista, nel blog è privilegiato l’udito e ci si apre a tutte le scienze.» Ed è così che «i sensi vista e ascolto si fondono nelle foto di questo libro», affidate, in questa occasione, a Carlo Cardinale, che affianca e arricchisce il percorso proposto da Paul: «gli scatti hanno acquisito geometria e i pensieri di Paul poesia».

Un altro elemento di novità è costituito dalla presenza di personaggi storici, come Leonardo Sinisgalli, Carlo Levi, Rocco Scotellaro, José García Ortega, Francesco Saverio Nitti, Albino Pierro… personaggi che non appartengono necessariamente solo all’ambito matematico, perché Sandra Lucente non crede nella divisione tra le due culture: «L’idea di dividere il sapere in ambiti è figlia di un’innata necessità di classificare, ma i vari ambiti devono dialogare tra loro, altrimenti il sapere muore.» Nel diario di Paul si «passa continuamente dalla matematica all’arte», tanto che la bellezza dell’arte, dell’architettura, delle forme e della natura ci riempiono gli occhi di meraviglia e la testa di pensieri.
Nella bellezza della Basilicata, trova spazio, purtroppo, la catastrofe evocata dai terremoti che hanno spesso colpito questa terra, dalle frane che incombono su interi paesi, rischiando di compromettere vita, storia e cultura: «se non si interviene o se si interviene male, il vuoto, che è assenza di cura, agirà facendo perdere l’unicità di questo luogo.»

Con questo libro, Sandra Lucente ci augura «Buona lettura, buon itinerario, buon gioco», perché si legge come un diario di viaggio, si percorre e si studia come un libro di matematica, ma si può usare per giocare, come dimostrano gli “A parole”. «Una terra che custodisce tante bellezze artistiche non può essere ancora sconosciuta», scrive l’autrice: vale sia per la Basilicata che per la matematica.

Martedì, 13 Luglio 2021 18:31

Itinerari matematici in Puglia

«Itinerari matematici in Puglia» è stato pubblicato nel 2016 dalla casa editrice Giazira Scritture ed è il primo percorso proposto da Sandra Lucente, seguito nel 2019 da «Itinerari matematici in Basilicata». Sandra Lucente, ricercatrice di analisi matematica presso il Dipartimento di Matematica dell’Università degli Studi di Bari dove è anche presidente del Museo della matematica. è nota per la sua attività di divulgazione: collabora con il blog di MaddMaths!, scrive spesso articoli per Repubblica di Bari e per riviste di divulgazione scientifica.

Il libro presenta una riflessione sia sul turismo che sulla ricerca matematica e la matematica in generale, ed è per questo che può essere considerato sia guida turistica che saggio matematico, rivolgendosi sia al turista che visita la Puglia, che all’insegnante o all’appassionato della disciplina. «Itinerari matematici in Puglia» esprime l’amore di Sandra Lucente per la propria terra, vista con gli occhi dell’appassionata matematica: vuole far «capire che la fortuna di abitarla, di attraversarla, di raccontarla e di viverne la storia, la musica e la gastronomia, è più feconda di un’occasionale vendita di mille souvenir.» A questo si aggiunge che «narrare la matematica serve a far comprendere definizioni e problemi, salvando da quella peste culturale che è la paura della matematica stessa»: nonostante non manchino le difficoltà, visto che le sue strade «si rivelano semplici solo dopo averle percorse», la matematica che ci viene presentata è ricca di immaginazione, creatività e bellezza.

Il libro presenta trenta percorsi, ai quali vengono dedicate quattro o cinque pagine ciascuno, che cominciano innanzitutto con la descrizione di un luogo e della matematica che lo abita, per procedere con un’analisi della teoria sottostante, attraverso le immagini rubate dal taccuino di Paul, l’immaginario turista che ci guida nell’esplorazione. Il tutto si conclude con il paragrafo «Sguardo matematico», che è un elenco puntato di suggerimenti per attività, giochi, percorsi, che possono essere fatti sia dagli appassionati di matematica che dagli insegnanti con i propri alunni. Quella che abbiamo tra le mani è una guida turistica doppia, perché ci guida nell’esplorazione della Puglia e ci porta nelle terre della matematica, facendoci attraversare tutti gli ambiti. Ci ritroviamo così a rimirare la successione di Fibonacci a Castel del Monte, ad imparare i numeri figurati nel castello di Copertino, a discutere dei numeri costruibili davanti al rosone della cattedrale di Troia, ad osservare le coniche nei trulli di Alberobello, a ritrovare spirali, nodi e cuspidi un po’ ovunque, a discutere le serie geometriche di Gravina e San Vito, a parlare del concetto di curvatura nella basilica di Galatina, a rimirare i frattali marini di Polignano… Ogni luogo diventa un’occasione per parlare di un concetto matematico, in un incrocio di storia dell’arte e storia della matematica nella quale ritroviamo i percorsi dei singoli matematici, come De Giorgi, di origine leccese, o Paul Erdos, l’esperto di calcolo combinatorio, o di Riemann per l’analisi. Questo libro è una vera ricchezza, nel suo creare un ponte tra la matematica, l’arte e l’architettura, e si può leggere dall’inizio alla fine come un diario, oppure saltare avanti e indietro, lasciandosi guidare dalle proprie passioni e suggestionare dai titoli.

«Itinerari matematici in Puglia» è stata una lettura interessante, che però mi sono negata a lungo, in attesa del momento in cui avessi avuto l’occasione di visitare la Puglia di persona. Mancandomi per ora l’occasione, ho deciso di pregustare la visita attraverso i percorsi proposti da Sandra Lucente, dopo averla conosciuta grazie alla sua attività di divulgatrice. Nella lettura, mi pareva di sentire la sua voce che mi guidava nel percorso e riflettevo sul fatto che non solo la bellezza ma anche la matematica è negli occhi di chi guarda, forse perché è possibile ritrovarla nell’arte e nell’architettura solo se in qualche modo la si conosce già, altrimenti noteremo la bellezza, l’armonia delle forme, ma non sapremo spiegarcene il motivo.

«La matematica è viaggio tra cristallo e grotta. È analisi e sintesi, locale e globale, particolare e panorama, infinito e infinitesimo. Ogni volta che si attiva lo sguardo matematico bisogna utilizzare questa doppia visione e cogliere infine quello che si cerca con la foto perfetta: l’armonia. È l’armonia il mistero che unisce architettura e territorio, musica e danza, ordine e caos, parola e simbolo. Per noi, Matematica e Puglia.»

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