Daniela Molinari

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Mercoledì, 28 Dicembre 2016 17:19

Marie Curie e i segreti atomici svelati

Il libro appartiene alla collana “Lampi di genio” di Editoriale Scienza che raccoglie le biografie di grandi scienziati, raccontate e illustrate da Luca Novelli. Tradotti in venti lingue, i testi sono diventati anche un programma televisivo, ideato, realizzato e condotto dallo stesso Luca Novelli per Rai Educational e trasmesso da Rai 3.

Ogni libro della collana ha la stessa struttura: i grandi scienziati raccontano la propria storia in maniera colloquiale, in forma di brevi capitoli illustrati, al termine dei quali c’è un piccolo box, come se si trattasse di una voce fuori campo, che focalizza la nostra attenzione su alcuni sviluppi importanti o piccoli approfondimenti.

Al termine del libro, un piccolo dizionarietto illustrato, per chiarire gli eventuali dubbi.

 

Che cosa c’è nel libro dedicato a Pitagora ce lo dice direttamente l’autore all’inizio:

“Che cosa c’è in questo libro… Ci sono io, Marie, voce narrante. C’è la mia famiglia, la mia scuola e i miei amici. C’è il mio arrivo a Parigi, i duri anni di studio e un incontro che cambia il corso della mia vita. C’è il lavoro con Pierre, mio marito, e la scoperta di ben due elementi sconosciuti. Ci sono i Premi Nobel vinti da me, da mio marito e dai miei familiari. Ci sono le straordinarie scoperte scaturite dalle ricerche sulla radioattività: la struttura dell’atomo e l’energia nucleare. C’è la mia amicizia con Albert Einstein e le mie battaglie perché la scienza sia al servizio di tutti. C’è infine un bel dizionarietto che svela molti segreti… atomici.”

 

La puntata di Rai Educational  

Mercoledì, 28 Dicembre 2016 16:45

Ciao, sono Zero

La simpatica storia dello Zero, con vignette colorate e tanta semplicità, è alla portata anche dei più piccoli. Il libro appartiene alla Collana “I genietti di Valentina”, che si rivolge a bambini dai 6 ai 10 anni. Curata da Luca Novelli, conta al momento quattro pubblicazioni, dedicate rispettivamente ai Robot, al Tempo e alla Terra, Gea.

 

Nel capitolo zero, ovviamente non c’è nulla, visto che lo Zero rappresenta, appunto, il Niente.
Nel capitolo uno, c’è la presentazione: “Sono Zero. In realtà non dovrei dire niente e non dovrei neppure essere disegnato. Se si è niente, si è niente e basta.” Per millenni l’umanità ha fatto a meno dello zero, visto che per contare non era così necessario: i Sumeri avevano dato un segno e un nome a molti numeri e usavano l’abaco per svolgere i propri calcoli, gli Egizi avevano un segno apposta per rappresentare il dieci, i Cinesi usarono, per rappresentare i numeri, bastoncini e loro composizioni. Solo i Maya, nel Centro America, usarono lo Zero, mettendolo all’inizio del proprio sistema di numerazione. Gli Antichi Greci, seppur così bravi in geometria, per i numeri usavano le prime lettere dell’alfabeto e i Romani usavano una “tavoletta dove si ponevano delle pietruzze”, ovvero i “calcoli”.
“Passano i millenni, si fanno tanti conti e finalmente appaio all’orizzonte. Anche se è difficile dire che all’orizzonte è apparso niente. Accadde in India tra elefanti e statue con molte braccia.” L’invenzione degli Indiani arriva fino agli Arabi, in particolare a al-Khwarizmi, l’inventore dell’algebra e infine a Fibonacci, che “diventerà un mago dei numeri”. L’arrivo delle cifre indo-arabiche in Europa scatenerà una “guerra” che durerà diversi decenni, ma “la praticità della nuova numerazione diventa pian piano evidente a tutti”. Da quel momento, lo Zero sembra diffondersi ovunque, tanto che al giorno d’oggi sarebbe impossibile farne a meno. 

Mercoledì, 28 Dicembre 2016 16:34

Pitagora e il numero maledetto

Il libro appartiene alla collana “Lampi di genio” di Editoriale Scienza che raccoglie le biografie di grandi scienziati, raccontate e illustrate da Luca Novelli. Tradotti in venti lingue, i testi sono diventati anche un programma televisivo, ideato, realizzato e condotto dallo stesso Luca Novelli per Rai Educational e trasmesso da Rai 3.

Ogni libro della collana ha la stessa struttura: i grandi scienziati raccontano la propria storia in maniera colloquiale, in forma di brevi capitoli illustrati, al termine dei quali c’è un piccolo box, come se si trattasse di una voce fuori campo, che focalizza la nostra attenzione su alcuni sviluppi importanti o piccoli approfondimenti.

Al termine del libro, un piccolo dizionarietto illustrato, per chiarire gli eventuali dubbi.

 

Che cosa c’è nel libro dedicato a Pitagora ce lo dice direttamente l’autore all’inizio:

“Che cosa c’è in questo libro… Ci sono io, Pitagora di Samo, voce narrante. C’è la mia infanzia e i miei primi maestri. Ma c’è anche il ricordo delle mie… vite precedenti. Ci sono le mie avventure in Medio Oriente, in Egitto e a Babilonia. Ci sono i miei contrasti con il tiranno Policrate. C’è la mia scuola a Crotone con i miei mille allievi ‘amanti della conoscenza’. Ci sono le mie idee sulla musica, sulla matematica e sulla buona alimentazione. C’è il famoso teorema che porta il mio nome e la scoperta di un numero maledetto. E infine c’è un dizionarietto di termini… pitagorici.”

 

Mercoledì, 28 Dicembre 2016 16:26

Archimede e le sue macchine da guerra

Il libro appartiene alla collana “Lampi di genio” di Editoriale Scienza che raccoglie le biografie di grandi scienziati, raccontate e illustrate da Luca Novelli. Tradotti in venti lingue, i testi sono diventati anche un programma televisivo, ideato, realizzato e condotto dallo stesso Luca Novelli per Rai Educational e trasmesso da Rai 3.

Ogni libro della collana ha la stessa struttura: i grandi scienziati raccontano la propria storia in maniera colloquiale, in forma di brevi capitoli illustrati, al termine dei quali c’è un piccolo box, come se si trattasse di una voce fuori campo, che focalizza la nostra attenzione su alcuni sviluppi importanti o piccoli approfondimenti.

Al termine del libro, un piccolo dizionarietto illustrato, per chiarire gli eventuali dubbi.

 

Che cosa c’è nel libro dedicato ad Archimede ce lo dice direttamente l’autore all’inizio:

“Che cosa c’è in questo libro… Ci sono io, Archimede di Siracusa, voce narrante. C’è la mia infanzia in una delle più belle città della Magna Grecia. Ci sono i miei viaggi di studio nella mitica Alessandria d’Egitto. Ci sono le mie famose scoperte di fisica e geometria. C’è la mia amicizia con re Gerone e la famosa storia della sua corona. E naturalmente ci sono… le mie incredibili macchine da guerra.”

 

La puntata di Rai Educational

Martedì, 27 Dicembre 2016 18:13

Einstein genio senza confini

Tra le collane di EL, casa editrice specializzata in libri per ragazzi, spicca la collana “Grandissimi”, cui appartiene questo libretto. Sul sito della Casa Editrice questa è la descrizione della collana: “I grandi della Storia a portata di bambino. Storie di uomini e donne che hanno cambiato il mondo, ciascuno a modo proprio, con le proprie parole, le proprie invenzioni, le proprie scelte.” Da Giulio Cesare a Francesco d’Assisi, da Anne Frank fino a Einstein, non abbiamo che l’imbarazzo della scelta. La collana ha come età minima di lettura i sette anni.

 

Il libretto in questione è dedicato a Einstein e l’autore ci presenta i tratti salienti della sua vita. Splendido l’inizio, che non può che coinvolgere grandi e piccini, invitandoli a proseguire nella lettura: “Quand’era bambino, pensavano fosse un po’ scemo”. Il piccolo Einstein non prometteva certo ciò che poi ha realizzato! La passione per l’elettromagnetismo nata con la bussola, la passione per la musica con il violino che la madre gli regalò a sei anni, lo scontro con la disciplina al Ginnasio Luitpold, l’incontro con Max Talmey, studente di medicina che i genitori ospitano occasionalmente, che gli fornirà i primi libri da leggere e gli anni di Zurigo, “i più felici della sua vita”, dove incontra Michele Besso, Marcel Grossman e Mileva… non manca nulla in questo libretto che è un racconto dettagliato, ma semplificato della vita del grande scienziato. Ottima la descrizione che l’autore ci offre dei famosi articoli del 1905, decisamente alla portata di un qualsiasi bambino di otto anni: “Fu come se un atleta sconosciuto, nello stesso anno, avesse vinto la medaglia d’oro nel salto in lungo, nel nuoto e nella ginnastica ritmica, per poi stracciare gli avversari al torneo tennistico di Wimbledon e vincere, da solo, i mondiali di calcio.”

Le illustrazioni di Giuseppe Ferrario accompagnano la narrazione, aiutando la memoria a focalizzare l’attenzione sui fatti più importanti.

Martedì, 27 Dicembre 2016 16:30

L'uomo che credeva di essere Riemann

Il 7 aprile del 1997, Ernest Love – nome fittizio per un matematico di rilievo nel campo accademico mondiale – riceve una mail da Eugenio Donecan, un altro matematico, che dichiara di aver dimostrato l’ipotesi di Riemann. Ernest scoppia a ridere e poi comincia a dire frasi senza senso. Viene chiamato il dottor Benedetti, illustre psichiatra, per risolvere quello che sembrerebbe uno sdoppiamento di personalità: Love, infatti, si crede Riemann, pur ricordando ancora molto bene il proprio passato di matematico del XXI secolo. Attorno a lui, alcune persone sembrano avere a cuore la sua reputazione e chiedono al dottor Benedetti di seguire il nuovo paziente con grande riservatezza. Dietro l’ipotesi di Riemann, emergono interessi economici non indifferenti, perché sulla sua mancata soluzione si basano tutti i sistemi crittografici attualmente in uso.
“Tutti gli zeri non banali della funzione zeta hanno parte reale 1/2”, recita l’ipotesi. Per il dottor Benedetti è difficile capirne il senso e l’autrice trova il modo di spiegarci, con una storiella, l’enunciato. Nel tentativo di smuovere il suo paziente, Benedetti decide di accompagnarlo nella villa di alcuni amici, dove accade un imprevisto: incontrano Filippo, il nipote del custode, un vero appassionato di matematica. Tra Love e Filippo c’è una grande sintonia e cominciano a parlare di matematica: Godfrey Hardy, Ramanujan, André Weil, Persi Diaconis sono l’oggetto dei loro discorsi. Love si spinge anche oltre: nella sua immedesimazione in Riemann, racconta a Benedetti della sua amicizia con Dirichlet ed è davvero bello il racconto dell’attimo in cui, durante una festa, Riemann ha avuto l’ispirazione e ha scoperto l’enunciato che porta il suo nome. 
In cerca di ispirazione, Benedetti legge un libro di logica nel corso della notte e capisce che l’ipotesi di Riemann può essere la chiave che aprirà la porta della libertà per Ernest…
 
Ottima la competenza con cui l’autrice affronta un tema così difficile come l’ipotesi di Riemann, rendendocela comprensibile con metafore e storielle. Inoltre, è interessante l’incipit: la mail di Eugenio Donecan è stata scritta realmente, ma da Enrico Bombieri, proprio nel 1997 in occasione di un pesce d’aprile. L’inizio è quindi reale, mentre la vicenda dello sdoppiamento di personalità di Love è l’occasione per ripercorrere i momenti salienti della vita di Bernhard Riemann. Nel libro trovano posto anche alcuni aspetti della vita personale dell’autrice: il giovane Filippo rappresenta il piccolo Filippo nominato nella dedica, un ragazzo per il quale il Signore ha deciso che sarebbe stato un ragazzo autistico e non un matematico. Anche i luoghi sono quelli della vita dell’autrice: villa Necchi Campiglio esiste realmente a Milano, una dimora storica dall’importante architettura.
Un romanzo che è un piccolo gioiello: interessante, alla portata di tutti e coinvolgente. 
Venerdì, 23 Dicembre 2016 20:34

98 - 23 Dicembre 2016

Math is in the air, blog divulgativo sulla matematica applicata, ha intitolato una delle proprie rubriche “Lo sapevate che...”: attraverso essa propone una “serie di aneddoti e curiosità (vere o presunte) sulla matematica”. L’articolo in questione è dedicato a Gauss, Galois e Riemann. Il primo aneddoto è il celeberrimo episodio del novenne Gauss, al quale il maestro aveva chiesto di sommare tutti i numeri da 1 a 100. Nel blog “Gli studenti di oggi – la scuola dal punto di vista di un prof di matematica”, c’è una dimostrazione della formula fatta con… apparentemente un albero di Natale! Di Galois, morto giovanissimo nel corso di un duello, si dice che abbia litigato con la commissione esaminatrice dell’Ecole Polytechnique: “leggenda vuole che considerasse gli esercizi di matematica banali e non interessanti e che quindi si rifiutasse di risolverli; esasperato dall’esaminatore che gli voleva imporre di risolvere quegli esercizi, egli gli avrebbe scagliato contro il cancellino utilizzato per pulire la lavagna.” Un gesto di stizza che non faccio fatica a capire! E per quanto riguarda Riemann? Basterebbe già il fatto che la celebre ipotesi che porta il suo nome rappresenti l’ottavo dei problemi che Hilbert elencò nella conferenza dei matematici del 1900. L’aneddoto in questione è legato più all’ipotesi che a Riemann: è il famoso pesce d’aprile di Enrico Bombieri, l’unica Medaglia Fields italiana. Dalla medaglia Fields al premio Nobel, il passo è breve, visto che la medaglia viene spesso indicata come il premio Nobel della matematica e il motivo è presto detto: non esiste il premio Nobel per la matematica. “Leggenda vuole che il signor Nobel abbia escluso la matematica dalle discipline degne di un premio per gelosia”.

Un aeroplano tra le stelle marine, un Babbo Natale con lo zaino pieno di soldi, una ballerina in un mare di fenicotteri rosa, giochi logici, … sono i protagonisti della “carrellata di giochi, illusioni ottiche e indovinelli che metteranno alla prova la tua capacità di ragionare, la prontezza e la perspicacia”, offerta dal Corriere della Sera. E nell’immagine offerta dall’Independent: quanti triangoli riuscite a trovare? Io sono arrivata a 24…

Nei primi giorni di dicembre sono stati resi noti i risultati dell’indagine OCSE-PISA 2015 (Programme for International Student Assessment), l’indagine internazionale triennale volta a valutare le competenze dei quindicenni in scienze, matematica e lettura, cui hanno partecipato 72 paesi. I risultati italiani sono leggermente inferiori alla media dei Paesi Ocse, ma migliori dell’edizione precedente. Continuano inoltre ad emergere differenze significative tra le varie regioni e tra i generi. Il quotidiano La Stampa sottolinea anche altri aspetti: “i nostri quindicenni studiano in media 50 ore alla settimana (metà di lezioni, metà a casa) rispetto a 36 per i finlandesi e 41 per i giapponesi. Con risultati sensibilmente inferiori.” Spulciando tra i risultati, si evidenzia il fatto che c’è “una differenza addirittura di 40 punti (30 sono l’equivalente di un anno scolastico in ritardo) nella preparazione nelle scienze a favore degli studenti delle scuole pubbliche rispetto alle private, a parità di condizioni socio-culturali.” In altre parole, “In Italia il privato si conferma come scappatoia per gli studenti meno bravi”, osserva Francesco Avvisati, analista Ocse per il Pisa. Anche l’Unione Matematica Italiana (UMI) e la Commissione Italiana per l’Insegnamento della Matematica (CIIM) hanno riservato grande attenzione ai risultati dei test. MaddMaths ci presenta il commento di Roberto Tortora, Presidente della CIIM, che evidenzia il significativo e costante miglioramento nell’ambito della matematica: “Un trend positivo così prolungato dei nostri studenti non può che lasciarci soddisfatti e non può essere certamente attribuito al caso.” Purtroppo, il miglioramento in matematica non è accompagnato dallo stesso trend nelle altre materie e continuano a registrarsi significative differenze di genere, “più marcate di quanto non siano negli altri Paesi partecipanti”. Ci sono analisi ancora più approfondite da fare, nel prossimo futuro, indagini che permettano di riconoscere le cause che hanno portato a certi risultati, perché solo in questo modo si potranno prendere iniziative di successo. Il nostro trionfo in ambito scientifico è evidenziato anche dai fondi appena distribuiti dallo European Research Council, che ha selezionato i 314 migliori ricercatori del continente. I fondi sono stati erogati a giovani scienziati e l’Italia “si conferma come uno dei paesi più competitivi d’Europa”, peccato però che la maggior parte dei ricercatori premiati lavori all’estero. “Di nazionalità italiana sono 38 vincitori su 314 (prima di noi c’è solo la Germania con 50). Ma solo 14 ‘campioni’ giocano in patria”. Anche nel caso dei fondi distribuiti dallo ERC, si evidenzia una differenza di genere: il 72% dei vincitori è di sesso maschile.

In controtendenza, per le differenze di genere, è la vicenda di Sabrina Pasterski, che l’Huffington Post definisce “erede di Albert Einstein”. Ha 22 anni ed è laureata al Massachusetts Institute of Technology di Boston, ora dottoranda ad Harvard. “Le sue ricerche potrebbero cambiare radicalmente la concezione che i suoi illustri predecessori hanno dato dell’Universo.” E Sabrina è consapevole del proprio valore: nell’intervista con Scientific American tre anni fa, alla domanda “Dove ti vedi tra dieci anni?” Sabrina ha risposto “Sulla copertina di Scientific American!”. Direi che ha le idee chiare!

“Alla scuola ebraica non si riusciva a immaginare che ci fosse qualcuno che non facesse domande: sarebbe stato un allievo inutile. Invece, chi non era d’accordo con qualcosa che aveva spiegato un professore, alla fine della lezione lo poteva dire e gli era richiesto di tenere lui stesso una lezione, alla sua classe o a quelle vicine, con la sua bibliografia o con una bibliografia che gli suggeriva il professore: insomma era una scuola di alto profilo.” In questo articolo de Il Sole 24 Ore, si parla della scuola fondata dalla comunità ebraica di Roma, dopo il varo delle leggi razziali del 1938, che impedirono a ragazzi e insegnanti ebrei di accedere alle scuole di tutta Italia. Era la scuola in cui insegnò per la prima volta Emma Castelnuovo e ci viene raccontata da Carla Degli Esposti e Nicoletta Lanciano nella biografia della Castelnuovo, di cui si è già parlato in una delle ultime Newsletter. “Leggendola si comprende perché le grandi rivoluzioni in campo educativo siano così rare. Nel corso di un secolo si contano sulle dita delle mani perché, per rovesciare con audacia e radicalità pensieri, concezioni e comportamenti stratificati nel tempo e in quel bradipo abitudinario a cui troppe volte somiglia la scuola, ci vogliono condizioni eccezionali e un’audacia individuale visionaria.” Al di là del riferimento alla biografia, di cui appunto si è già parlato, mi piacciono le caratteristiche della Castelnuovo che Il Sole 24 Ore mette in evidenza: “La sua lungimiranza fu tale che molte sue invenzioni didattiche vengono ora avvalorate dai più recenti studi nel campo delle neuroscienze, che confermano quanto lavorare sulle trasformazioni continue con materiali dinamici aiuti chi ha maggiori difficoltà a costruire e a far propri i concetti di struttura e classificazione.”

In questo periodo, si moltiplicano i concerti e la musica natalizia invade la nostra vita e Redooc cita Leibniz, “La musica è il piacere che la mente umana prova quando conta senza essere conscia di contare”, nel suo articolo dedicato a Musica e Matematica, discipline legate sin dall’antichità. Da Pitagora a Bach, il passo non è così lungo come si potrebbe pensare, visto che i canoni del famoso musicista vengono equiparati a delle traslazioni orizzontali. Ma Bach è andato ben oltre, con la complessità musicale e, quindi, matematica delle sue opere: ha proposto il canone cancrizzante o inverso, che può essere descritto attraverso il nastro di Möbius. E questo apre la strada a nuove metodologie didattiche… lo stile di Emma Castelnuovo è sempre all’opera.

Matematica ovunque… come nell’architettura di Zaha Hadid: il Science Museum di Londra ha inaugurato una galleria dedicata alla matematica, disegnata proprio da Zaha Hadid con le equazioni del flusso dell’aria utilizzate in aeronautica. Le foto sono spettacolari: sembra che la matematica abbracci il visitatore ed effettivamente in questo modo il museo “evidenzia il ruolo centrale della matematica nelle nostre vite e indaga come i matematici, i loro strumenti e le loro idee abbiano contribuito a costruire il mondo moderno nel corso degli ultimi quattro secoli.”

Concludo questa Newsletter natalizia con l’ultimo video di Lorenzo Baglioni e de I Supplenti Italiani: è un Rap trigonometrico!

 

Buona matematica e buon Natale! Ci sentiamo tra TRE settimane!

Daniela

Mercoledì, 21 Dicembre 2016 00:00

Meccanica dicembre 2016

Verifica di fisica, classe terza liceo scientifico.
Argomento: principi di conservazione e fluidodinamica.

Durata: un'ora.

Domenica, 18 Dicembre 2016 00:00

Misura dicembre 2016

Verifica di fisica, classe prima liceo scientifico.
Prima versione e verifica di recupero per assenti.
Argomento: teoria degli errori.

Durata: un'ora.

Venerdì, 16 Dicembre 2016 00:00

Fasci di parabole dicembre 2016

Verifica di matematica, classe terza liceo scientifico.
Argomento: fasci di parabole.

Durata: due ore.

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