Verifica di matematica, classe quarta liceo scientifico.
Argomento: trasformazioni geometriche.
Durata: 55 minuti.
Gli errori, le parole, la bellezza della fisica
La puntata di Radio3 Scienza del 22 ottobre, Fermi tutti: c’è la vasca dei pesci rossi!, ha celebrato i novant’anni dal celebre esperimento di Enrico Fermi e dei ragazzi di via Panisperna, l’esperimento che ha segnato la nascita della fisica nucleare italiana. Ospiti della puntata sono stati Piero Martin, fisico sperimentale all’Università di Padova, e Miriam Focaccia, storica della scienza e coordinatrice del comitato del museo Enrico Fermi, sorto nei laboratori di via Panisperna. Numerose sono le curiosità citate nella puntata condotta da Marco Motta, come quella del quaderno di appunti noto come quaderno di Avellino, ritrovato solo nel 2002, e il quaderno nel quale gli strumenti per gli esperimenti erano indicati con i nomi dei personaggi di Winnie the Pooh, ma il racconto centrale è quello dell’esperimento della vasca dei pesci rossi. Un errore di Enrico Fermi, nell’utilizzo di una piastra di paraffina al posto di quella di piombo, ha rallentato i neutroni innescando una serie di eventi che porteranno inaspettatamente un grande progresso nella fisica atomica. Non poteva che essere Piero Martin a raccontarci questa storia, visto il suo recente libro Storie di errori memorabili. Anche Federico Benuzzi ha citato questo libro in uno dei suoi brevi video, Sull’importanza delle parole: parla di errori dovuti a traduzioni poco accorte, che hanno fatto diventare artificiali i canali naturali di Marte osservati da Schiapparelli, hanno portato a pensare a messaggi da parte dell’universo, e hanno innescato il lancio della bomba atomica su Hiroshima e Nagasaki. Conclude il video citando proprio Martin: «Scansar la complessità, rinunciare ai toni di grigio e cadere nelle semplificazioni di una comunicazione binaria, basata su bianco e nero, nella scienza come nella vita, è apparentemente più semplice, ma spesso foriero di errori.» Questa sarà sicuramente una delle prossime letture, ma vorrei lasciare spazio all’ultima lettura, quella del libro di Benuzzi, È la fisica, bellezza!: con i video brevi, condivisi sui suoi social, Federico ha costruito un percorso, raccogliendo gli stimoli dell’attualità e le provocazioni dei suoi follower, poi li ha riorganizzati con sapienza, facendone nascere un libro. Leggere questo libro è stato come avere l’occasione di passare un po’ di tempo con lui, con in più il vantaggio di poter scegliere la velocità del discorso, rallentando, rileggendo e sottolineando. La lettura di questo libro è un dovere sociale, perché è necessario conoscere per agire consapevolmente e, parlando di cambiamenti climatici, questa conoscenza diventa sempre più urgente e importante. Uno dei temi ripresi con più insistenza nel libro è che Non esistono domande banali: troviamo il QR code per questo video già nelle prime pagine, accompagnato dalla frase «Il superpotere di un fisico è farsi le domande giuste, e poi porsi, rispetto a quelle domande, nel giusto modo». Le domande hanno un grande valore, perché obbligano il fisico a cercare delle risposte, dalle quali si apre la strada verso nuove conoscenze, come succede con la caduta dei gravi, che porterà alla nascita del metodo scientifico con Galileo Galilei, al contrario delle risposte di Aristotele.
Rudi Mathematici e MaddMaths!
Il titolo del saluto al Blog di Le Scienze è una citazione di Douglas Adams, Addio, e grazie per tutto il pesce!, in pieno stile Rudi: pare che i blog siano ormai fuori moda, perciò i tre Rudi hanno chiesto ospitalità a quello che definiscono «il più grande hub della matematica italiana», ovvero il sito MaddMaths!, che non si sottomette alle mode del momento. Il viaggio con Le Scienze è cominciato l’8 maggio del 2008, e si è concluso il 10 ottobre, dopo 16 anni, 906 post e 11.700 commenti, come riportano i Rudi in chiusura di questo post. Ovviamente il post di chiusura è seguito dal post di apertura su MaddMaths!: un articolo ricco di ironia, con il quale i Rudi si presentano al nuovo pubblico che, al contrario della modestia ostentata, li conosce sicuramente da tempo, vista la regolare partecipazione ai Carnevali della matematica e vista la famosa e-zine (l’unica fondata nell’altro millennio!). Personalmente, ho un legame particolare con i Rudi, visto che loro sono stati uno dei miei primi contatti con la divulgazione matematica sul web, tanto da scegliere, in una delle versioni della mia home page, di avere il loro logo che linkava il loro sito. (Ho anche conosciuto uno dei Rudi ad un incontro della Mathesis di Brescia nell’ormai lontano ottobre 2013.)
Cerchi e streghe
Capita che i miei contatti mi suggeriscano video matematici da guardare, come nel caso di questo video di Presh Talwalkar: lo slogan di Mind Your Decisions è realistico, visto che davvero «rende la matematica e la logica divertenti per spettatori di tutte le età». In questo caso si tratta dell’area del cerchio e le dimostrazioni, realizzate come sempre con una grafica di alto livello, risalgono ad Archimede, a Leonardo da Vinci e a Rabbi Abraham bar Hiyya, grandi nomi della matematica e non solo. Questo video raccoglie alcuni dei reel che spesso vengono condivisi sui social, ma nei quali mancano la sistematicità e il nome degli autori. La potenza di Presh Talwalkar sta nel fatto che non propone solo contenuti importanti con leggerezza, ma lancia anche sfide che chiunque può provare a raccogliere, incitandoci a migliorare la nostra consapevolezza matematica.
Chi mi conosce sa che non ho un grande amore per Halloween e per le feste in maschera in generale, come è emerso ieri mattina parlando con due mie alunne alla ricerca di un costume spaventoso: ho suggerito loro di travestirsi da insegnante di matematica, magari rispettando tutti gli stereotipi al riguardo! Scherzi a parte, Math Visual Proof ha usato gli strumenti matematici per rappresentare una strega, con un cerchio, una corona circolare, un cono, delle ellissi, alcuni segmenti e delle funzioni sinusoidali. Ma ci sono anche altre streghe: tornando ai problemi di traduzione evidenziati da Federico Benuzzi, anche Maria Gaetana Agnesi deve la propria stregoneria a un errore di traduzione, tanto che la celebre curva della versiera è diventata un’avversiera. È giocando su questo malinteso che Massimo Salomoni ha romanzato la biografia della celebre matematica per la casa editrice Morellini. È un altro dei libri presenti nella mia lista di letture future e lo trovate recensito da Chiara De Fabritiis dalle pagine di MaddMaths!
Prospettiva e geografia
Anche quest’anno la nostra partecipazione al Festival di BergamoScienza si è conclusa con una conferenza-spettacolo, dal titolo Punti di vista, riassunto del nostro percorso, lavoro corale, come corale è sempre la partecipazione al Festival, dove progettazione e realizzazione dei laboratori si portano avanti grazie alla collaborazione tra docenti e studenti. Il copione della conferenza è stato predisposto in un pomeriggio: ogni partecipante ha scelto l’argomento di cui parlare, mentre gli altri arricchivano l’intervento con quei dettagli che hanno reso ogni personaggio una caricatura di sé stesso. In effetti, nessuno di noi ha dovuto studiare a memoria il proprio intervento, in parte perché non si è fatto altro che ripetere quanto già detto durante i laboratori, in parte perché ciò che veniva detto era una sottolineatura del proprio modo di fare, semplicemente enfatizzato per scatenare un po’ di risate. Trattandosi di prospettiva, abbiamo avuto modo di toccare vari argomenti, non solo matematici o artistici: anamorfosi e oggetti impossibili sono stati i protagonisti del laboratorio artistico, mentre quello scientifico ha permesso di parlare di illusioni ottiche, costellazioni, foto 51 e Rosalind Franklin, cartine geografiche. Solo recentemente ho scoperto il prezioso libro di Paolo Gangemi Piccolo Atlante delle curiosità sul mondo (futura lettura anche questo!) e il suo blog Casi paologici, nel quale ho trovato questo comico errore della Spalding. L’idea di realizzare un pallone che riporta sulla superficie i continenti, come un piccolo mappamondo, sarebbe stata vincente, se non si fosse scelto di usare una carta geografica, in questo caso la proiezione di Mercatore, facendo risultare il tutto deformato!
Concludo con il nuovo, gigantesco, numero primo di Mersenne: l’ultimo post di MaddMaths! riguarda proprio questa notizia, ripresa da Alessandro Zaccagnini, che ci spiega chi è Mersenne, cosa sono i numeri primi di Mersenne e qual è l’algoritmo che si usa per verificare la primalità di un numero. Per ottenere risultati simili è necessaria una grande potenza di calcolo, raggiunta solo con l’unione di migliaia di processori che lavorano in parallelo.
Buona matematica e buon cammino! Ci sentiamo tra TRE settimane!
Daniela
PS: Traduzione della vignetta, realizzata da ChatGPT
Calvin: Ho inventato un nuovo sistema per fare i compiti. Lo chiamo "Gestione Efficace del Tempo" o GET in breve.
Calvin: Ho fatto un programma per ogni materia scolastica e uso questo timer da cucina per monitorare il mio ritmo.
Calvin: Grazie al GET, sono molto più efficiente e il mio lavoro va più veloce!
Suona il timer: RINGGG
Calvin: Ecco! Il mio minuto di matematica è scaduto! Imposta l'orologio per il mio compito di ortografia, ok?
Hobbes: Uhm, il tuo programma richiede incrementi di tempo più piccoli di quelli che questo timer può misurare.
Pubblicato a maggio di quest’anno, «È la fisica, bellezza!», edito da Edizioni Dedalo nella collana scienzaFACILE, è l’ultima fatica di Federico Benuzzi. Docente di matematica e fisica in un liceo di Bologna, giocoliere che con i suoi spettacoli diverte e fa pensare, Benuzzi è un divulgatore a tempo pieno. Questo libro è frutto di un lavoro cominciato molto prima della pubblicazione, con una serie di video – richiamati poi nel corso della narrazione – condivisi sui social: è facile immaginarlo mentre cammina in montagna da solo, costruisce un discorso nella sua testa e poi accende la fotocamera, senza nulla lasciare all’improvvisazione.
La consapevolezza dichiarata in apertura che «la fisica è un punto di vista privilegiato per osservare il mondo» è diventata la sfida di Federico per sé stesso: quella di essere divertente e narrativo, ma al tempo stesso rigoroso, quella di avere uno stile divulgativo nel raccontarci quello che per lui è «mestiere, senso, vita». Nella doppia copertina che caratterizza gli ultimi libri pubblicati in questa nuova collana della Dedalo, sono riportati i temi principali: Didattica, Cambiamenti climatici, Supereroi. Il fulcro centrale, attorno al quale si sviluppa il discorso, è la didattica, anche se la narrazione ha come obiettivo la trattazione dei cambiamenti climatici, che non è solo la conclusione del percorso, ma il tema che permea il libro. In tutto questo, i supereroi planano con leggerezza a metà percorso.
Il libro è diviso in cinque sezioni: la prima tratta della fisica quotidiana, e l’inizio, in leggerezza, mostra una normale mattinata al risveglio, quando ci confrontiamo con il mondo, applicando inconsapevolmente concetti fisici. Il primo Federico Benuzzi che incontriamo, quindi, è il docente, che spiega le parti principali della meccanica: si comincia con le leve, si procede con l’equilibrio, si passa alla caduta dei gravi e infine ci si concentra sul calore e sul galleggiamento, cominciando la marcia di avvicinamento ai cambiamenti climatici.
La seconda sezione è dedicata alla fisica dei giochi, non solo perché la fisica tira fuori il bambino che è in noi, ma anche perché fin da piccoli impariamo attraverso il gioco. Così troviamo il principio di conservazione dell’energia spiegato con un picchio ballerino con una piuma in testa, il secondo principio della termodinamica viene introdotto con un papero bevitore che fa impazzire Homer Simpson, il ping phon ci permette di indagare la legge di Bernoulli e di capire come un aereo possa volare, il radiometro di Crookes ci fa parlare della termodinamica ancora una volta, mentre la giostra diventa una metafora della rotazione terrestre.
La terza sezione è la fisica dei fisici, ovvero la fisica seria e difficile che si studia all’università e qui ho toccato con mano lo splendido equilibrio realizzato da Benuzzi con questo libro: se da un lato il peso della mia ignoranza mi trascinava verso il basso, impedendomi di interpretare correttamente la quotidianità con gli occhi del fisico (mi sono laureata in matematica), la spinta archimedea data dal fascino delle grandi vette, mostrate con sapienza in questa sezione, mi ha permesso di elevarmi un po’. Benuzzi guida sapientemente il lettore attraverso i meandri della relatività, con il paradosso dei gemelli e il GPS, racconta la fissione e la fusione nucleare, esplora la meccanica quantistica e parla di indeterminazione, torna di nuovo sulla relatività con quella generale e conclude con l’entanglement. Il tutto condito con metafore illuminate e illuminanti che ci permettono di cogliere l’essenza di una fisica così difficile, pur non potendo raccontare la verità dell’oggetto senza evitare forzature, «a riprova che la divulgazione non è sufficiente per capire una disciplina».
La quarta sezione è la fisica del fantastico che, come un cavallo di Troia, permette di conquistare il lettore con il fascino dei supereroi e della fantascienza: troviamo l’energia con Superman, la conservazione della quantità di moto con l’Uomo Ragno, l’attrito con Flash, i buchi neri nella fantascienza e la conclusione con un pot-pourri di errori distribuiti nei vari film.
L’ultima sezione è la fisica del clima: nella breve introduzione, Federico Benuzzi si assicura che sia chiara la distinzione tra meteo e clima, ci mette in guardia dai bias cognitivi che in qualche modo possono alterare la nostra percezione della realtà e ci parla dei modelli matematici. A differenza delle sezioni precedenti, nelle quali ogni singolo capitolo si concludeva con la proposta di una domanda al lettore e la risposta offerta tramite un video, in questo caso la domanda fa da apertura al capitolo successivo, in un crescendo che si conclude con un invito a non inventare scuse e a cercare un modo per attivarsi. Così come David Quammen, citato proprio in chiusura, con il libro Spillover diventa la cassandra della pandemia di Covid-19, anche Benuzzi, considerate le ultime alluvioni nei pressi di Bologna, può essere considerato un profeta. In realtà, tutto nasce dall’osservatorio privilegiato della fisica: se si riesce ad evitare di nascondersi dietro i bias cognitivi, non si può che diventare dei facili profeti di sventura.
La condivisione di consapevolezza che Federico Benuzzi fa con questo libro illumina il nostro percorso, realizzando gli obiettivi che si era posto nell’introduzione. Il libro è rigoroso, ma si mantiene leggero grazie al senso dell’umorismo dell’autore, è divulgativo, ma può rivelare la sua utilità anche in ambito didattico. Se già si conosce Federico Benuzzi, non si può che sentire la sua voce che ci racconta la fisica: questa impressione è enfatizzata dal doppio linguaggio del libro, grazie alla presenza dei QR code ai quali i tipi di Dedalo ci hanno ormai abituato, con riferimenti esterni che aiutano ad approfondire, con sottolineature che non appesantiscono la narrazione. Questo testo aiuta ad apprezzare la fisica, a capirla meglio, e a coglierla nel mondo attorno a noi, allenandoci all’utilizzo del metodo scientifico, abituandoci a porci delle domande e a cercare sapientemente delle risposte.
Verifica di matematica, classe quarta liceo scientifico.
Argomento: coniche e sistemi parametrici.
Durata: un'ora e 10 minuti.
Verifica di matematica, classe terza liceo scientifico.
Argomento: piano cartesiano e retta.
Durata: 120 minuti.
Verifica di fisica, classe quarta liceo scientifico.
Argomento: dinamica dei fluidi.
Durata: 90 minuti.
Verifica di fisica, classe terza liceo scientifico.
Argomento: lavoro ed energia.
Durata: 60 minuti.
Pc collegato al proiettore, sullo schermo è aperto MINECRAFT, davanti al pc Alunno 01, con le cuffie sulle orecchie, concentrata a lavorare alle illusioni prospettiche realizzate.
Prof.1: (voce dal corridoio) Alunno 01! Alunno 01! (Alunno 01 non risponde. La Prof.1 arriva davanti al pc di Alunno 01) Impossibile farsi rispondere da te, vero? (Alunno 01 si toglie le cuffie). Cosa stai facendo? Ancora a pc? (Arrabbiata) Basta con questo computer! È estate! Se non ti decidi a fare altro, te lo brucio!
Alunno 01: Ma mamma, sto lavorando per BergamoScienza!
Prof.1: (di colpo interessata!) Davvero? E cosa stai facendo di bello?
Alunno 01: (mostra alcune delle illusioni realizzate con Minecraft) In questo caso sembra che ci sia un muro. Vedi? Avvicinandomi sembra che il muro diventi sempre più grande.
Prof.1: Vedo! E invece?
Alunno 01: E invece non c’è nessun muro!
Prof.1: Bello! Davvero interessante! (passando ad una nuova slide) Ma questa è la scala di Penrose!
Alunno 01: Sì, non mi è uscita benissimo, però sono riuscita a farla. E guarda cosa succede quando mi avvicino!
Prof.1: Si vede che non è realmente una scala!
Alunno 01: Esatto! Però, vedi? In questa ultima slide, si vede il punto di vista della prima parte.
Prof.1: Ah, eri lì in alto?
Alunno 01: Sì. È solo da quel punto che la scala appare reale!
Prof.1: Ma… non è che per caso hai realizzato anche il Belvedere di Escher?
Alunno 01: Sì. Eccolo qui!
Prof.1: Bellissimo! Sembra proprio reale!
Alunno 01: Sì. E ci si può salire sopra, scoprendo che i due piani sono perpendicolari e scollegati e che la scala che collega i due piani in realtà è come sospesa.
Prof.1: Bellissimo! Davvero un gran bel lavoro!
La voce si perde, mentre entra Alunno 02:
Il gioco della PROSPETTIVA
Alunno 02: Buonasera a tutti e benvenuti alla seconda conferenza corale di BergamoScienza! Dopo il successo strepitoso dell’anno scorso (se n’è parlato per settimane nei corridoi della scuola) abbiamo deciso di ripetere l’esperienza. Durante questa serata, vi mostreremo ciò che abbiamo realizzato nei nostri laboratori…
Prof.2: (seduta tra il pubblico) Ma… e la scena di prima? Non spieghi cosa è successo?
Alunno 02: Beh… (imbarazzata) La scena di prima… che dire? Diciamo che si può prestare a diverse interpretazioni, a seconda del punto di vista! Magari è successa davvero da qualche parte – magari quest’estate a casa della Prof.1 – o magari è stato solo un modo per introdurre questa conferenza. Insomma, è davvero difficile stabilire dove stia di casa la verità, così suscettibile ai… punti di vista!
Ma non perdiamo tempo e concentriamoci sul lavoro che dobbiamo fare questa sera! Non vi avevano avvisato? Questa sera vi proponiamo un piccolo gioco, giusto per scaldare un po’ l’atmosfera. Il gioco si intitola: Punti di vista! Vi mostreremo delle fotografie e voi dovrete indovinare di cosa si tratta! Pronti? Basta alzare la mano per rispondere.
Ecco la prima. Che cos’è?
Diverse voci si alzano dal pubblico: chi dice un pupazzo, chi parla di una rana (!)…
Prof.3: (sbracciandosi) Io lo so, io lo so, io lo so!
Alunno 02: (sottovoce, fingendo di parlare solo con la Prof.3) Certo professoressa, che lo sa: mi ha aiutato lei a trovarla!
Prof.3: (facendo finta di nulla) È un portasapone!
Alunno 02: Ehm… sì! Bravissima! Passiamo alla seconda immagine allora! Cos’è questo?
Diverse voci si alzano dal pubblico: qualcuno dice sia Batman, qualcuno parla di un pupazzo…
Prof.3: (sbracciandosi) Io lo so, io lo so, io lo so!
Alunno 02: (sottovoce, fingendo di parlare solo con la Prof.3) Certo professoressa, però, per favore, non risponda lei: è bene che partecipino gli altri!
Prof.3: (facendo finta di nulla) È un apribottiglie!
Alunno 02: Ehm… sì! Bravissima! Sembra proprio che le sapesse in anticipo, eh? Ma allora vediamo se sa cos’è questo!
Questo non lo conosce! Per forza! L’ho inserito senza che lei lo sapesse. Qualcuno sa cos’è?
Diverse voci si alzano dal pubblico: qualcuno dice sia una pianta, qualcuno una rana (!) e poi:
Alunno 03: È uno scopino del water! Anzi: è meglio noto con il nome di Merdolino!
Alunno 02: Esatto! Bravissimo! E… questo?
Prof.3: (sbracciandosi) Io lo so, io lo so, io lo so!
Prof.2: (infastidita) Sì, Prof.3, lo sappiamo anche noi! Ma non per questo ci agitiamo come fai tu e diciamo a tutti che è un portauovo! Basta adesso!
Prof.3: Ma così l’hai detto tu! E non hai nemmeno alzato la mano!
Prof.2: Boh, è vero! (e ride)
Alunno 02: (seccata) Beh, direi che questo gioco di riscaldamento non ha funzionato molto.
Allora, passiamo a cose un po’ più serie e lasciamo la parola ai due seri del gruppo, che ci raccontano la prospettiva da un punto di vista molto particolare. Vi presento il Prof.4 e Alunno 03, studente del liceo scientifico.
La PROSPETTIVA in matematica
Prof.4: Buonasera a tutti. Ora, con Alunno 03, ripasseremo il laboratorio sulla proiezione stereografica che abbiamo presentato alle elementari, perciò, anche se parleremo di matematica, state tranquilli: è davvero semplice!
Alunno 03: Ma certo, è talmente semplice che avremmo potuto presentarlo anche all’asilo.
Prof.4: Ok, allora... anche se non ce ne sarebbe bisogno, spiega un attimo al nostro pubblico cosa sta vedendo in questo momento sulla slide.
Prof.3: LA PROIEZIONE STEREOGRAFICA!!!
Alunno 03: Ma sì, lo sappiamo che per noi è ovvio, visto che ne abbiamo parlato alle elementari... Cerchiamo di stare concentrati e prendiamo la 2-sfera che tutti conosciamo, con il suo bel polo Nord N, di coordinate (0; 0; 1). Consideriamo poi un punto P, di coordinate generiche (x'1; x'2; x'3) appartenente a S2 privata di N. Per dedurre l’immagine P’ mediante la proiezione stereografica sul piano z=0, come evidente dalla figura, bisogna determinare l’intersezione della retta NP con xy.
Prof.4: Con calcoli banali troviamo che le equazioni di NP sono (x1-0)/(x’1-0)=(x2-0)/(x’2-0)=(x3-1)/(x’3-1), quindi ponendo x3=0, ricaviamo le coordinate di P’: (x’1/(1-x’3); x’2/(1-x’3)), da cui l’azione della proiezione stereografica πN che tutti conosciamo. (tra il pubblico si sente un po’ di fermento e il Prof.4 si gira, stizzito, facendo segno alle ragazze di fare silenzio)
Alunno 03: E per dimostrare che è una mappa biunivoca tra e il piano basta ora considerare il viceversa: sia, quindi, un generico punto di R2... (Le chiacchiere del pubblico aumentano di volume e…)
Prof.4: Alunno 05, per favore, potresti smettere di chiacchierare? Stai disturbando la nostra lezione!
Alunno 05: Mi scusi, prof, non avevo capito che si trattava di una lezione, ma: penso che stiate esagerando!
Prof.4: (infastidito) Cosa intendi, scusa?
Alunno 05: Scusi, non volevo farla arrabbiare, ma intendo che, secondo me, c’è un modo più semplice per spiegare queste cose!
Prof.4: Ah sì! Beh, questo è il tuo punto di vista! (rivolgendosi a Alunno 03, con sarcasmo) A questo punto direi che possiamo lasciare spazio a Alunno 05, allora, visto che ritiene di poter far meglio di noi. Prego, Alunno 05! Procedi!
(Alunno 05 sale sul palco, un po’ imbarazzata)
PROSPETTIVA e geografia
Alunno 05: Scusate, non volevo essere presuntuosa, ma credo che queste cose si possano spiegare con una certa semplicità, visto che, dopo tutto, le abbiamo spiegate anche ai bambini di quarta elementare durante i laboratori. Voi stavate capendo la spiegazione?
(coro di no, proveniente dal pubblico – aizzato dagli animatori presenti)
Ok, allora provo io a spiegarvelo, che ne dite?
Sappiamo tutti che possiamo rappresentare la superficie della Terra, che è rappresentabile con una sfera.
Prof.4: UN GEOIDE!
Alunno 05: Sì, ehm, si può approssimare con una sfera, non abbiamo parlato di geoidi con i bambini delle elementari. (Alunno 03 e il Prof.4 lasciano il palco, infastiditi) Comunque, possiamo rappresentare la superficie della Terra con i paralleli, circonferenze parallele all’Equatore, e i meridiani, le circonferenze massime passanti per i Poli, e questo permette di realizzare un reticolo, che possiamo riportare su un foglio per rappresentare i continenti. Ovviamente una carta piana non può riportare precisamente ciò che si trova su una sfera: pensate ad un’arancia! Qualcuno è mai riuscito ad appiattire completamente la buccia intera di un’arancia? No! Non è possibile! (e, come dimostrazione, sbuccia un’arancia e cerca di appiattirne la buccia). Perciò, una carta geografica “piatta” non può che essere un’approssimazione di ciò che si trova sulla sfera.
Procediamo a realizzare la nostra carta geografica, come abbiamo fatto con i bambini delle elementari. Prendiamo come riferimento l’Equatore, che evidenziamo sulla carta, e un meridiano a caso (nel caso della Terra si usa il meridiano di Greenwich): questi costituiscono i nostri assi cartesiani sul foglio. Contando i meridiani e i paralleli, possiamo ottenere le coordinate dei vertici della figura rappresentata su questa sfera e, unendoli, rappresenteremo il “continente” anche sulla nostra carta. Partiamo dall’origine e scegliamo il primo punto del nostro continente a forma di M: ci spostiamo verso destra di 2 unità e verso il basso di altre 2 unità e rappresentiamo questo punto sul piano. Procediamo con il secondo punto, che si trova 4 unità lungo il meridiano andando verso il polo Nord e facciamo la stessa cosa con tutti gli altri vertici della nostra M.
Quella che ho usato per questa proiezione è la carta di Lambert, che, come possiamo vedere dagli indicatori di deformazione di Tissot, conserva le aree dei continenti, ma non le loro forme. Infatti, le circonferenze rappresentate diventano ellissi avvicinandosi ai Poli, ma mantengono la stessa area. Al contrario, la proiezione di Tolomeo, che avviene a partire da un Polo e tracciando i raggi che incontrano i punti della semisfera opposta e li proiettano su un piano parallelo all’Equatore ma passante per l’altro Polo, conserva le forme, e quindi gli angoli, ma non le aree, infatti le forme restano sempre circolari, ma aumentano la propria area allontanandosi dai Poli. Infine, la carta forse più nota è quella di Mercatore, che non conserva l’area, ma l’ampiezza degli angoli e per questo motivo era la preferita dai navigatori.
(Alunno 05, presa dalla spiegazione, decide di andare anche oltre)
Alunno 05: Sapete, durante i laboratori non abbiamo parlato solo di carte geografiche, ma anche di stelle e credo che potrebbe spiegarvele molto bene il mio collega Alunno 06. Alunno 06 (chiamandolo dal pubblico), puoi proseguire tu?
La PROSPETTIVA delle stelle
Alunno 06: (salendo sul palco) Grazie, Alunno 05, per questa occasione. Io direi, però, che potremmo parlare delle stelle come avremmo voluto fare fin dall’inizio. Ricordi al campus quando avevamo parlato degli oroscopi, ma i professori hanno detto che non avrebbe funzionato durante i laboratori? Io direi che, visto che con le stelle abbiamo avuto un grande successo, potremmo cominciare proprio dall’oroscopo. Però lo facciamo in modo un po’ originale! Allora… Visto che io sono del segno del toro, comincerei proprio dalla costellazione del Toro e leggerei l’oroscopo di oggi per me (alle sue spalle compare l’immagine della costellazione del Toro allo specchio ma lui non se ne accorge, troppo intento a frugare in tasca alla ricerca dell’oroscopo del giorno…)
“La giornata del toro non avrà grandi eventi di rilievo” – (commenta con Alunno 05) vero! Non è successo niente di che, oggi
Alunno 05: Infatti, siamo stati qui tutto il giorno a fare le prove!
Alunno 06: (proseguendo nella lettura) “ma in serata avrà l’occasione di sentirsi al di sopra di tutti” – ed effettivamente sono qui su un palco, più in alto di tutti voi! – “Peccato che questa sensazione di forza sarà in qualche modo smorzata dall’amore” – Perché? Con Alunno 07 va tutto bene…
Alunno 05: Non avete litigato?
Alunno 06: No, va tutto bene! Comunque, l’oroscopo si conclude con: “Il vostro partner vi riporterà con i piedi per terra!” – Chissà che significa…
(Alunno 06 non fa a tempo a finire la frase, che una inviperita Alunno 07 lo tira giù dal palco e, cercando di non farsi sentire dal pubblico, sibila):
Alunno 07: Ma sei impazzito? Cosa stai facendo? Va bene che assomigli a Paolo Fox, ma mi pare che tu stia esagerando!
Alunno 06: Ma è una cosa del campus. Tu non c’eri, non puoi saperlo!
Alunno 07: Però so che non si può parlare di oroscopi durante un festival scientifico! Facciamo così, lascia perdere questa storia degli oroscopi e facciamo vedere l’attività delle stelle, dai! (Lo riporta sul palco e poi si rivolge al pubblico) Magari potremmo far partecipare al nostro gioco qualcuno del pubblico, per far vedere come funziona la nostra attività sulle stelle, che ne dici?
Alunno 06: Hai ragione! (Sale sul palco uno degli animatori dell’anno scorso)
Alunno 07: Dopo tanti anni da animatore, una volta tanto fai l’animato!
Alunno 06 e Alunno 07 presentano l’attività, mentre ExAlunno 08 deve realizzare quanto richiesto
Come vedi, ExAlunno 08, all’interno della scatola abbiamo realizzato la costellazione della bilancia (Alunno 07 accende la torcia del cellulare, per illuminare l’interno della scatola, ExAlunno 08 si inchina a guardare all’interno). Se, però, giriamo la scatola e mostriamo il piano laterale della nostra scatola, vediamo che non compare più la costellazione, come l’avevamo vista all’inizio. Sai dare una spiegazione?
ExAlunno 08: Beh, perché girando la scatola ho un diverso punto di vista!
Alunno 06: Esattamente! E proprio questo ci ha permesso di far capire ai partecipanti ai nostri laboratori che le costellazioni non esistono realmente, sono delle illusioni!
Alunno 02: Volete parlare di illusioni? Allora tocca a me…
(Alunno 02 fa per alzarsi, ma Alunno 09 la trattiene e le sibila) Non tocca a te, ora!
Alunno 02: Non tocca a me? Sei sicura?
Alunno 09: Sicurissima
Alunno 06: (riprendendo a parlare come se non fosse stato interrotto) Credo che sia chiaro per tutti come funziona questa storia delle costellazioni. Anche la visione di una costellazione dipende dal punto di vista e quelle che noi “leggiamo” nella volta celeste sono frutto della nostra posizione e, in altre parole… (Tra il pubblico, Alunno 10 ed Alunno 11 cominciano a parlottare, interrompendo la spiegazione di Alunno 06) Alunno 10, Alunno 11, non potreste stare un po’ zitte? Qui stiamo cercando di lavorare!
Alunno 10: Alunno 06, stavo solo dicendo a Alunno 11 che, secondo me, quello che abbiamo fatto nel laboratorio di arte potrebbe essere più semplice per spiegare la prospettiva. Se vuoi, possiamo andare a prendere una cosa nella sala della mostra e te la facciamo vedere. (Senza aspettare una risposta, si alzano ed escono)
Alunno 06 (rivolto a Alunno 07): Ma tu sai di cosa stanno parlando?
(Alunno 07 scuote la testa. Rientrano Alunno 10 ed Alunno 11 e salgono sul palco)
PROSPETTIVA meccanica
Alunno 11: Stavo raccontando a Alunno 10 che durante la mostra, abbiamo usato questo strumento inventato, pensate un po’, da Leonardo da Vinci. Noi l’abbiamo realizzato per la mostra, ma è stato così efficace che anche i bambini più piccoli riuscivano a capirne il funzionamento. Avremmo bisogno, però, di qualcuno del pubblico per spiegarlo meglio e…
(Alunno 12, travestito da Leonardo da Vinci con una vistosa tunica dorata e una parrucca, che lo fa assomigliare più a Einstein che a Leonardo, sale sul palco, inchinandosi di fronte al pubblico. Dal pubblico – sempre aizzato dagli animatori – si levano grida entusiaste. Alunno 11 e Alunno 10 sono un po’ intimidite):
Alunno 10: Buonasera, signor Leonardo! Che piacere averla qui con noi!
(Leonardo-Alunno 12 non parla, si limita a fare cenni con la testa e a sorridere)
Alunno 11: Signor Leonardo, vuol provare a farci vedere come funziona questo strumento di sua invenzione?
(Leonardo-Alunno 12 si siede e, enfatizzando i gesti, comincia a disegnare. Nel frattempo, Alunno 11 e Alunno 10 predispongono un solido dietro la reticella e spiegano al pubblico)
Alunno 10: Vedete, questo strumento è un prospett… un prospett…
(dal pubblico si leva una voce):
Prof.3: PROSPETTOGRAFO!
Alunno 11: Ecco, grazie… Questa, ehm, finestrella! serve per rappresentare con facilità gli oggetti in un disegno, dando un’idea di profondità.
Alunno 10: Sì, Alunno 11, serve per trasferire la realtà tridimensionale su un foglio bidimensionale, usando la prospettiva, senza però aver bisogno di conoscere tutte le regole della prospettiva. In questo modo, si riesce a dare un’idea di profondità e…
(Leonardo-Alunno 12 si alza in piedi e mostra una riproduzione del Cenacolo!)
Alunno 11: Oh… beh… (resta senza parole)
Alunno 10: Beh, direi che non ha proprio esattamente mostrato come funziona, ma… beh, diciamo che ha usato la prospettiva. (voltandosi verso il pubblico) Voi che dite?
(applausi dal pubblico, aizzati dagli animatori. Leonardo-Alunno 12 si inchina e si allontana dal palco compiaciuto)
Alunno 11: Beh… (imbarazzata) direi che abbiamo fatto ciò che volevamo, ma mi ero illusa che…
Alunno 02: Volete parlare di illusioni? Allora tocca a me…
(Alunno 02 fa per alzarsi, ma Alunno 09 la trattiene e le sibila) Non tocca a te, ora!
Alunno 02: Non tocca a me? Ma a chi tocca allora?
(dal pubblico si leva una voce):
Prof.3: alla Prof.5!
(La Prof.5 si alza in tutta fretta e si avvicina al palco)
PROSPETTIVA chimica
Prof.5: Buonasera a tutti! Scusate, mi sono distratta un attimo! È che i ragazzi sono così bravi che si resta rapiti ad ascoltarli, non trovate? Allora, io sono un’insegnante di scienze, ma sono innanzi tutto una chimica e, quindi, vorrei parlarvi di chimica. Sapete, quando abbiamo progettato questi laboratori di BergamoScienza, noi docenti di scienze avevamo grandi idee e avremmo voluto parlare di tante cose, ma i ragazzi… beh, sapete come sono fatti i ragazzi! Hanno detto che, siccome toccava a loro fare i laboratori, avrebbero scelto loro di cosa parlare e, quindi, abbiamo dovuto rinunciare alla bellissima storia di… Rosalind Franklin!
(Alunno 13, impersonando Rosalind, sale sul palco con passo elegante e si inchina al pubblico)
Sapete chi è Rosalind Franklin? È stata una chimica, biochimica e cristallografa britannica e il suo lavoro è stato fondamentale per capire la struttura del DNA… Mi pare importante raccontarvi la sua storia! (Prendendo in mano il libro in inglese su Rosalind Franklin, la Prof.5 finge di tradurre) Sapete, ho appena fatto il corso B2, perciò posso permettermi di tradurvi direttamente il testo!
C'era una volta una giovane scienziata di nome Rosalind Franklin. Era molto curiosa e intelligente, e passava le sue giornate in laboratorio, cercando di scoprire i segreti della vita. Un giorno, dopo tanto lavoro e studio, fece una scoperta incredibile. Rosalind era felice, ma anche concentrata. Sapeva di avere qualcosa di grande tra le mani, ma non immaginava che due loschi scienziati, Watson e Crick, stessero osservando da lontano, pronti a prendersi il merito di quella scoperta. Senza che lei lo sapesse, rubarono la famosa ‘Foto 51’. Con quell’immagine, Watson e Crick capirono come era fatta la struttura del DNA. Svelarono al mondo la loro scoperta, e furono acclamati come eroi. Ma nessuno sapeva che, in realtà, il loro grande successo era anche merito di Rosalind.
(Mentre la prof.5 racconta, Rosalind-Alunno 13 guarda nel microscopio, poi ad un certo punto ne tira fuori una fotografia e la osserva. Nel frattempo, Watson-Alunno 14 e Crick-Alunno 15, la guardano scuotendo la testa, commentando tra loro con aria sarcastica. Quando Rosalind-Alunno 13 mette la foto nella borsa, Watson-Alunno 14 e Crick-Alunno 15, le rubano la borsa. Poi si vedono esultanti mentre ricevono il premio Nobel consegnato da Alunno 10. Ad un certo punto, Watson-Alunno 14 prende la parola):
Watson-Alunno 14: (parlando con accento inglese) Vorrei raccontarvi la mia versione della storia, o meglio la versione ufficiale, e non ho bisogno di spendere troppe parole. La verità è che Rosalind non aveva davvero capito quale sarebbe stata la struttura del DNA. Ha fatto semplicemente una buona fotografia, tutto qui, ma non era in grado di interpretarla. Vorrei farvi vedere cosa abbiamo intuito io e Crick e, casualmente, ho qui una piccola realizzazione tridimensionale di ciò che intendo. (Alunno 14 mostra al pubblico la sua riproduzione di un modello del DNA e alle sue spalle compare l’immagine di come abbia funzionato la fotografia, mostrata durante un laboratorio dai nostri animatori). Quella di aver capito davvero la struttura del DNA era, per Rosalind, solo una vana illusione…
Alunno 02: Volete parlare di illusioni? Allora tocca a me…
(Alunno 02 fa per alzarsi, ma Alunno 09 la trattiene e le sibila) Non tocca a te, ora!
Illusioni PROSPETTICHE
Alunno 02: Non tocca a me? Ma… Le illusioni sono belle, devo parlarne io! (Sale sul palco e comincia a mostrare delle illusioni sullo schermo). Allora: è il momento di parlare delle illusioni ottiche. Sapete, no, quando il cervello male interpreta ciò che vedono gli occhi? Ecco, ora vediamo se voi riuscite a vincere il vostro cervello. Ecco la prima illusione: secondo voi, qual è la linea più lunga tra queste due in neretto?
Alunno 09 (dal pubblico, esasperata): sono uguali, è evidente!
Alunno 02: Ma, veramente, non è così evidente, comunque… passiamo alla prossima:
Alunno 09 (dal pubblico, esasperata): i due tavoli sono uguali!
Alunno 02: Ma io non avevo ancora chiesto niente. Ma Alunno 09, insomma, smettila, non puoi far sempre così
Alunno 09 (dal pubblico): Ma smettila tu, scusa!
Prof.2 (dal pubblico), facciamo che smettete entrambe? Anzi (alzandosi e andando verso il palco, e rivolgendosi al pubblico), io direi che si è fatta una certa e che potremmo anche chiudere qui…
Prof.1 (dal pubblico): NO!
Prof.2: Come scusa?
Prof.1 (dal pubblico): Ci sono ancora 212 slide da mostrare, non si può chiudere così! Alunno 16, prof.6, non dovevate parlare delle vostre proiezioni?
(Alunno 16 e prof.6 si alzano dal proprio posto tra il pubblico e raggiungono il palco)
PROSPETTIVA anamorfica
Prof.6: Direi che non si può chiudere la conferenza senza parlare dell’anamorfosi!
Alunno 07: Oh, che bello, professoressa, l’ha pronunciato alla greca! Si vede proprio che è una grecista!
Prof.6: Grazie, Alunno 07. Dicevamo, Alunno 16, che ne dici di parlare di anamorfosi?
Alunno 16: Sono d’accordo! Soprattutto dopo che ho passato un intero pomeriggio, con la prof.7, a capire come colorare quelle benedette griglie!
Prof.6: Sì, certo, ma soprattutto dobbiamo parlarne perché sono davvero belle. Sai, ad esempio, che sono state fondamentali per realizzare la Cappella Sistina?
Alunno 16: No, guardi professoressa che si confonde: l’anamorfosi è quella che abbiamo fatto con le griglie quelle rotonde
Prof.6: Intendi le griglie polari?
Alunno 16: Sì, certo… non ho detto polari?
Prof.6: No, comunque l’anamorfosi è quella deformazione che Michelangelo ha dovuto usare per rappresentare le figure umane più in alto nella Cappella Sistina, altrimenti per un effetto prospettico noi…
Alunno 16: Sì, va bene, è interessante, ma forse è meglio se presentiamo quello che abbiamo fatto con i bambini delle elementari, no? Così almeno capiscono tutti!
Prof.6: Va bene, come vuoi tu.
Alunno 16: (mostrando l’immagine di un disegno realizzato su una griglia polare) Ad esempio questo: secondo lei cosa rappresenta?
Prof.6: Eh… io direi: chiediamolo al pubblico! Però… prof.3, per favore, non dare tu la risposta, ok? Lasciamo che ci provino loro!
(Tentativi da parte del pubblico e poi…)
Alunno 16: C’è un trucco per capire cosa è rappresentato! Basta usare uno specchio cilindrico…
Prof.6: Sì, direi che così è più chiaro (mostrando la fotografia della griglia polare riflessa da uno specchio cilindrico). Certo che l’idea di rappresentare un cuore con occhi e bocca…
Alunno 16: Proviamo con questo, allora! Che cos’è? (e mostra una seconda griglia polare)
(Tentativi da parte del pubblico e poi…)
Alunno 16: Lo so, lo so, quel cappello sembrava un colletto, vero? E invece no! L’immagine è capovolta!
Prof.6: Ma così, Alunno 16, hai svelato il trucco. Ora non funzionerà più…
Alunno 16: Secondo me non è così semplice, nemmeno conoscendo il trucco. Proviamo! Cos’è questo?
(Tentativi da parte del pubblico e poi…)
Prof.6: Questo effettivamente non è semplice, nemmeno a sapere che devi guardarlo a testa in giù. Proviamo a girarlo (l’immagine viene capovolta)
Prof.6: Così dovrebbe essere più chiaro…
Alunno 16: Certo, sì! Ed è… (rivolgendosi al pubblico… e…)
Prof.3: UN CUORE! Scusate, non ho resistito, ma era così semplice!
Alunno 16: Semplice, certo!
Prof.6: Alunno 16, siccome non abbiamo la foto sullo specchio, potremmo invitare qualcuno del pubblico perché verifichi se è davvero un cuore, no? (Rientra Leonardo-Alunno 12)
Alunno 16: Ecco, nessuno meglio di Leonardo può verificarlo visto che pare che anche lui abbia realizzato delle anamorfosi. (Leonardo-Alunno 12 controlla il riflesso, osserva l’immagine proiettata, ci pensa un attimo, guarda di nuovo il riflesso e poi, convinto, alza i pollici)
Prof.6: Direi che se anche Leonardo ha confermato, possiamo dirci soddisfatti e potremmo anche concludere, no? Prof.1, vuoi concludere tu?
Prof.1: (salendo sul palco) Direi che possiamo davvero chiudere qui. Abbiamo parlato di tutto quello che abbiamo presentato nei nostri due laboratori: nel primo, abbiamo fatto un percorso matematico-artistico, che è stato presentato proprio in questa sala, parlando di anamorfosi e mostrando la finestrella prospettica.
Prof.3: PROSPETTOGRAFO!
Prof.1: Sì, certo, prospettografo… o finestrella prospettica! E comunque il nome non cambia la sostanza… ma in ogni modo, stavo concludendo (guardando storto la Prof.3). Le attività che abbiamo svolto nel laboratorio di scienze, invece, avevano per oggetto le carte geografiche, le costellazioni e gli inganni prospettici. Forse stasera abbiamo parlato in modo un po’, diciamo così, originale di queste cose e forse avete ritenuto che siamo stati un po’… sopra le righe, ecco! In tal caso, forse sarebbe meglio rendersi conto che questa non è stata una vera conferenza, ma una… come dire?... illusione?!?!
Alunno 02: Illusione! Ha parlato di illusione! Tocca ancora a me, allora
(Alunno 02 fa per alzarsi, Alunno 09 comincia a tirare fuori un sacco di fogli, quelli usati nel laboratorio)
Alunno 09: Alunno 02, basta! Sono qui le tue illusioni, vedi? E le conoscono tutte tutti! Ora basta, vieni con me che usciamo!
Alunno 02: Ma io…
Alunno 09: Basta, Alunno 02, andiamo che è tardi! (e la accompagna fuori, mentre, parlando sottovoce, ma facendosi sentire dal pubblico): Tra la palla pelosa l’anno scorso e le illusioni quest’anno, hai fatto proprio una pessima figura!
Prof.1: Ecco, sì! È tardi! Perciò non mi resta che ringraziarvi per la vostra presenza, sperando che vi siate divertiti. Noi, nel caso non si fosse notato, ci siamo divertiti un sacco! Buona serata!
Realizzato con il contributo di Carolina Bergamini, Chiara Bertoni, Asia Corna, Francesco Mognetti, Roberta Moretti e dei ragazzi che hanno partecipato ai laboratori di Arte-Matica realizzati presso il nostro istituto, per partecipare al festival di BergamoScienza, Chiara, Rossana, Davide, Luca, Alessio, Luca, Agata, Federica, Nicole, Emma, Lorenzo, Beatrice ed Elisa. L’articolo è la trascrizione (quasi) fedele della conferenza presentata al pubblico venerdì 11 ottobre, nella Sala degli Affreschi dell’Accademia Tadini. Grazie al curatore dott. Marco Albertario per l’ospitalità e per le idee, sparse qua e là, grazie alle quali è stata realizzata la mostra presentata nel corso del Festival.
In allegato le slide realizzate per l'occasione
È capitato in più occasioni che qualcuno mi domandasse come riesca a trovare il tempo per la newsletter: questa è una di quelle volte in cui trovare il tempo non è stato facile ed ecco spiegato il ritardo di una settimana! Il Festival di BergamoScienza, con i laboratori gestiti dai ragazzi del nostro Istituto, ha riempito ogni vuoto, lasciando poco spazio per la newsletter. Eppure, la necessità di scrivere anche solo due righe si fa sentire: è una necessità che nasce dal bisogno di rimettere ordine fra i contenuti matematici incontrati sul web dall’ultima newsletter e, al tempo stesso, di creare una memoria, che trovi nei contenuti online una risonanza a ciò che vivo.
Succede un po’ la stessa cosa anche con il Carnevale della Matematica, che è stato ospitato il 14 settembre scorso – nella sua 180^ edizione – proprio da Amolamatematica. Ho proposto il tema dello sport, perché siamo stati tutti immersi nello sport durante la stagione estiva, grazie alle Olimpiadi. I miei alunni mi accusano di vedere la matematica ovunque, ma la verità è che… la matematica È ovunque! Quando gli atleti vengono intervistati, al termine delle gare, possiamo leggere nelle loro parole la stessa fatica richiesta per un’impresa intellettuale come la matematica. Nonostante la sua astrazione, lo studio della matematica non è così lontano dalla volontà di essere il/la più veloce nella corsa o nel nuoto, di essere quell* che arriva più in alto nella gara di salto, o quell* che fa il tuffo migliore. Insomma, una qualsiasi impresa che richieda impegno, tenacia e un lavoro continuo non può che essere associata alla matematica, per questo ho elencato le caratteristiche necessarie per una buona riuscita nello sport, abbinando ad ogni sportivo un matematico o un fisico. La risposta dei matematti non mi ha deluso: Annalisa Santi, di Matetango, ha parlato del golfista Francesco Molinari, Mauro Merlotti dalle pagine dello Zibaldone scientifico ha parlato del fotofinish e Roberto Zanasi, nel suo blog Gli studenti di oggi, ha proposto una classifica particolare delle Olimpiadi. Il tema è piaciuto poi particolarmente a Paolo Alessandrini, autore di Matematica in campo, che dopo aver coniugato in maniera eccezionale matematica e calcio nel suo libro, ha proposto parecchi contenuti anche per il carnevale. Non sono mancati i contenuti di Marco Menale, Cesco Reale, Alberto Saracco e Stefano Pisani, dalle pagine di MaddMaths!, mentre Gianluigi Filippelli, con Dropsea, ha proposto un articolo a tema Formula Uno.
Teoremi al Cinema
Mentre la matematica mi trasportava lontano grazie alla prospettiva, mi sono ritagliata un po’ di tempo per guardare Il teorema di Margherita: è un peccato non aver avuto occasione di vederlo in sala, visto che a casa si finisce sempre con il lasciarsi distrarre da mille cose, ma è valsa la pena guardarlo su Raiplay. Il film mi è piaciuto, ma guardandolo ho toccato con mano come le cose riportate da altri (i commenti letti o ascoltati in rete dopo l’uscita del film) siano sempre viziate dal punto di vista: guardando un film, la nostra attenzione viene attratta da ciò che scatena più emozioni dentro di noi in quel momento. Io sono rimasta colpita da un particolare messo in evidenza dal film: quando una mente matematica va alla ricerca della soluzione di un problema, o della dimostrazione di un teorema, non racchiude la propria azione in un luogo e un tempo definito, ma va alla ricerca di idee, spunti e strategie, anche nella vita di tutti i giorni, come capita appunto a Margherita durante il gioco del Mah Jong.
Indimenticabile topologia
Ogni partecipazione a BergamoScienza crea una nuova strada e permette approfondimenti matematici che lasciano un segno, nella mia testa. È successo con la topologia, trattata l’anno scorso (indimenticabile la nostra Conferenza senza bordi!): ha lasciato un segno tale che non potevo non guardare il video di Tom Crawford dedicato alla bottiglia di Klein. Nello stile del personaggio, l’argomento è stato trattato con grande originalità, grazie alla presenza di Moira Chas, artista e docente alla Stony Brook University. Si parte dalla presentazione classica della Bottiglia di Klein, mentre Moira non manca di sottolineare durante la spiegazione come, nei suoi scritti, Klein non parli di una bottiglia, ma di una superficie: è stato poi il traduttore a vedere una bottiglia in questa superficie e a indicarla in questo modo. Nel corso del video, Moira presenta diverse bottiglie di Klein, una a partire da un rettangolo che porta a due anelli che sembrano intrecciati tra loro e che mi hanno fatto venire voglia di riprendere in mano l’uncinetto e il filo per provare a replicarlo (sul suo sito si trovano un sacco di suggerimenti per realizzare la topologia all’uncinetto!) In tutto questo, Tom Crawford ascolta con evidente interesse e meraviglia le spiegazioni di Moira e, a un certo punto, ammette candidamente di non aver mai studiato topologia e Moira reagisce con un “mi dispiace per te!”. Un video da guardare assolutamente, soprattutto se siete alla ricerca di idee e spunti originali per lavorare con la matematica.
Problemi sconcertanti e poliedri inaspettati
Tra i vari canali che seguo su YouTube c’è quello di Mind Your Decisions, citato già in passato, e la proposta di Presh Talwalkar in questo caso è davvero interessante. Nella formulazione del problema sembra che ci stia facendo uno scherzo: si parla di una via con case numerate in modo consecutivo, a partire dall’1, si parla di uno degli abitanti, Benoit, che abita in questa via e fa la media dei numeri delle case, escludendo la propria. Aggiungendo al risultato la propria età, ottiene come risultato 20,16. Se sappiamo che oggi è il suo compleanno, qual è l’età di Benoit? La soluzione del quesito offre uno spaccato interessante della matematica, uscendo dagli schemi abituali e obbligando a mettere in gioco una serie di strategie e una grande attenzione ai particolari, che non possono che meravigliarci.
Ogni volta che mi imbatto in un video di Vihart, non posso che restare a bocca aperta a vedere cosa riesce a realizzare con un pezzo di carta, forbici e pennarelli. In questo video propone gli scutoidi, in tre versioni diverse. Secondo Wikipedia, «Lo scutoide è un solido geometrico compreso tra due superfici parallele (poligoni), dove due vertici di uno dei poligoni sono uniti ad un vertice del poligono opposto tramite una curva o una congiunzione a forma di Y. Lo scutoide formato dall’unione di un esagono e un pentagono è stato definito per la prima volta nel 2018 dai ricercatori dell’Università di Siviglia osservando le cellule epiteliali che aderiscono tra loro per formare un tessuto con la funzione di rivestimento in grado di curvarsi e piegarsi. In futuro potrà avere applicazioni in biomedicina, ingegneria tissutale e nella creazione di organi artificiali.» La tassellazione che riesce a realizzare permette di riempire lo spazio, ma ci offre anche tanta bellezza: il video di Vihart fa venire voglia di mettersi alla prova…
Anche con BergamoScienza abbiamo realizzato bottiglie di Klein, nastri di Mobius, ma non ci siamo (per ora) cimentati con gli scutoidi: per questa edizione ci siamo accontentati di un piccolo braccialetto che cambia colore a seconda di come lo si osserva. Nel trattare la prospettiva, l’oggetto è stato l’ideale per sottolineare l’importanza del punto di vista, di come la percezione delle cose cambi a seconda di come lo guardiamo. Il bracciale ha conquistato i partecipanti alla scuola in piazza e speriamo che coinvolgerà anche quanti parteciperanno, domani, alla prima edizione del Celeri in Piazza, che si svolgerà sulla piazza del porto di Lovere.
Novità importanti!
Non posso che chiudere la newsletter richiamando la notizia condivisa sui social: il sito MaddMaths! è ora un’associazione! Si tratta di «un’organizzazione senza scopo di lucro, con l’obiettivo di promuovere la matematica, la ricerca e la cultura scientifica, combattendo i pregiudizi e le resistenze verso le discipline STEM.» L’associazione, oltre ad avere questi grandi obiettivi condivisibili da tutti coloro che hanno a che fare in qualche modo con la matematica, aggiunge una «particolare attenzione all’insegnamento della matematica e alle questioni di genere, sociali, economiche e culturali ad essa collegate». A questo punto MaddMaths! non sarà più «solo una vetrina della matematica, sia italiana che internazionale, ma anche un luogo di incontro e confronto per chiunque sia interessato: studenti, insegnanti, persone attive nella ricerca, curiosi, fino a chi ha solo un’infarinatura di matematica.» La prima Assemblea è stata convocata per martedì 22 ottobre alle 18.30 e siccome possono partecipare solo le persone che abbiano già ricevuto comunicazione dell’approvazione del Consiglio Direttivo della loro adesione all’Associazione, meglio iscriversi quanto prima!
Buona matematica e buon cammino! Ci sentiamo tra TRE settimane!
Daniela
PS: Traduzione della vignetta allegata
Mi spiace per il mio compito di matematica, signora.
Nel venire a scuola, stamattina, l'ho in qualche modo lasciato cadere nel fango.
Magari potrebbe pulirlo con la sua manica... vuole provare?
Immagino di no
“Canta canta, il merlo, il merlo tra i cespugli”
(poesia gaussiana)
Benvenuti all’edizione numero 180 del Carnevale della matematica!
Come i precedenti, il numero 180 è introdotto dalla consueta CELLULA MELODICA predisposta da Dioniso Dionisi che l’ha definita una «cellula melodica con un’armonizzazione minimalista».
180 è, evidentemente, un numero pari, e, come evidenziato dalla poesia gaussiana sopra riportata ha cinque fattori primi: 2 (che corrisponde a “canta”), 3 (che corrisponde a “il merlo”) e 5 (che corrisponde a “tra i cespugli”). Le ripetizioni della cellula melodica (e la fattorizzazione imparata alla scuola secondaria di primo grado!) ci fanno dire che 180 è dato da 2x2x3x3x5. La somma dei suoi divisori (sono 18) è 366, perciò 180 è un numero abbondante, ma è anche l’undicesimo numero altamente composto, che significa che ha più divisori di tutti i numeri che lo precedono (il prossimo sarà 240). Tra le curiosità a mio avviso più belle che emergono dal web cercando 180:
Visto che mi sto perdendo in campo automobilistico, non posso non citare l’«inversione a U», che può essere indicata come una svolta di 180°. È abbastanza comune, quando si nomina 180, pensare all’angolo piatto, indicato in radianti come p, e direi quindi che è il caso di passare al primo post (che non è esattamente in tema, ma a suo modo sì), che tratta della Sezione Aurea e di un’identità dove compaiono contemporaneamente alcune delle più importanti costanti matematiche. Essendo formule che contengono Pi Greco, ecco trovata la prima connessione con il #180. Il post è di Mauro Merlotti dello Zibaldone Scientifico e si intitola Formule complesse.
Il tema scelto per questa 180^ edizione del carnevale è Matematica e sport, ispirato da questa estate di Olimpiadi e Paralimpiadi, da un mondo dello sport sempre più ricco di matematica e da una matematica che può offrire sempre più risorse anche allo sport.
Comincio il Carnevale settembrino dando la precedenza ai matematti che hanno scritto qualcosa in tema. La prima a rispondere alla chiamata è stata Annalisa Santi, che ha dedicato il proprio contributo al grande campione Francesco Molinari, l’uomo che il 22 luglio 2018 entrò nella storia del golf. «Con questo articolo avevo voluto fare un omaggio al grande golfista che vinse l’Open Championship scozzese, il più antico e celebre dei Major, lasciando così a Carnoustie, per la prima volta dal 1860, il nome di un atleta italiano, e, nello stesso tempo, parlare di questo stupendo gioco del golf e di un po’ della matematica che vi si cela.»
Mauro Merlotti, dalle pagine dello Zibaldone scientifico, parla del fotofinish, uno «strumento indispensabile per molte gare sportive; potrebbe sembrare una fotografia, ma mentre questa è la riproduzione un oggetto ad un determinato istante (almeno in prima approssimazione), il fotofinish riproduce un oggetto ad una determinata posizione (con scorrimento continuo della pellicola)».
Nel suo blog Gli studenti di oggi, Roberto Zanasi propone un post senza tante parole, con un grafico della classifica delle Olimpiadi costruito con «un ordinamento parziale in cui uno stato X è stato migliore di un altro stato Y se il medagliere di Y può essere trasformato nel medagliere di X mediante una sequenza di aggiunte di medaglie oppure di sostituzione di medaglie basse con medaglie alte.»
Paolo Alessandrini, autore di Matematica in campo, non poteva far mancare il proprio contributo a questa edizione del Carnevale e infatti ci regala ben sei post, quattro in forma di “shorts” e due in forma di video più lunghi e articolati. I link rimandano al nuovo blog Paolo Alessandrini – Racconto la matematica in più modi: sono autore, divulgatore, docente. Ecco l’elenco dei link, descritto direttamente da Paolo:
Per i contributi di MaddMaths! comincio dai due contributi realizzati sulla scia degli ultimi europei di calcio, lasciando a loro la parola:
E, poi, un paio di extra sul tema, dall’archivio di questo 2024:
Tra le varie proposte pervenute da Gianluigi Filippelli per il suo blog DropSea, c’è l’articolo Inseguimenti in pista, a tema Formula 1, per la serie dei Paralipomeni di Alice: il problema è proposto da Maurizio Codogno nel 22° volume della serie Matematica della Gazzetta dello Sport ed è una bellissima idea da proporre in classe. Siccome il post è stato pubblicato in occasione del Gran Premio d’Ungheria, Gianluigi si è divertito a cercare le due velocità che permettono le prestazioni riportate nel problema proprio sul circuito d’Ungheria, scoprendo risultati a dir poco fantascientifici, per delle auto da corsa.
I matematti difficilmente riescono a stare nei confini di un tema, forse perché la matematica stessa va ben al di là dei limiti imposti, perciò non sorprende che i contributi di altri argomenti superino di gran lunga quelli che parlano di sport. Procediamo quindi con Dioniso Dionisi, che ci offre la prima parte di Archita, Platone, Eudosso e la duplicazione del cubo. Si tratta, secondo le parole dell’autore, di «un dialogo in cui il giovane Eudosso illustra a Platone, in visita a Taranto, la soluzione del suo maestro Archita per la duplicazione del cubo.» Eccone un estratto: “«Ah, conosco bene la duplicazione del cubo», replicò subito il giovane. «Il maestro Archita ha preteso che la studiassimo a fondo. Anche perché… la vera soluzione è sua. Quella di Ippocrate è insufficiente perché semplifica il problema ma non lo risolve. Invece il mio maestro ha trovato la soluzione concreta e non solo teorica, come quella di Ippocrate». «E… quale sarebbe questa soluzione concreta?», chiese Platone con circospezione.”
I contenuti di Maurizio Codogno sono tantissimi, come sempre. Eccoli, presentati da lui stesso e distinti per categoria.
Cominciamo con i volumi della collana Matematica:
Ci sono anche altre recensioni matematiche:
Per quanto riguarda il mercoledì matematico:
C’è una bella rassegna anche per i Quizzini della domenica:
Solo un paio di post per la serie povera matematica:
È ora dell’altrettanto lunga lista di articoli di MaddMaths! e, come al solito, la parola passa a loro:
Iniziamo questo secondo numero del 2024 di Archimede con un contributo importante di Anna Baccaglini-Frank, scritto con un gruppo di ricerca internazionale, sull’educazione matematica “tecnocritica”, un approccio che permette agli studenti di «impacchettare e spacchettare la matematica», sia riguardo l’uso della tecnologia digitale in classe sia riguardo l’esplorazione da parte degli studenti della tecnologia che li circonda. Segue la nuova puntata della serie promossa da Francesca Gregorio sui numeri nell’insegnamento con i numeri razionali. Infine Ruggero Pagnan ci propone alcune sfide matematiche che comportano l’esercizio del pensiero laterale. Per le Strane storie matematiche, proponiamo la discussione sul quesito Invalsi sui numeri pari e il lancio di una nuova storia. Il fumetto e la copertina, sempre dedicati a Mandelbrot, sono opera di Lorenzo Palloni, il titolo della storia è “Rugoso”.
Per La matematica danzante di Raffaella Mulas:
Per La Lente Matematica di Marco Menale:
Non sarebbe Carnevale se non ci fossero i contributi dei Rudi Matematici ed ecco i “post istituzionali”:
I Q&D, invece, sono ben sette e il testo espositivo è così corto che non vale davvero la pena riassumerlo:
Oltre al post in tema Gianluigi Filippelli ha deciso di raccogliere tutti i post estivi in due post: il primo link raccoglie i contributi postati tra giugno e luglio, mentre il secondo raccoglie quelli postati tra luglio e agosto: ci sono le pubblicazioni su DropSea, quelle dal Cappellaio Matto e quelle in inglese, con alcune cose non necessariamente a tema matematico.
Tra gli articoli più recenti ci sono tre recensioni:
Nella sezione de Le grandi domande della vita, invece, ecco Di perimetri, aree e volumi sullo stretto legame analitico tra questi particolari “bordi” geometrici. Infine, dal Caffè del Cappellaio Matto, un post ne La scienza dei supereroi sulla ricorsione: L’Osservatore osserva l’Osservatore che osserva l’Osservatore...
In chiusura, non mi resta che presentare anche il mio articolo Non solo sport: nel quale elenco una serie di caratteristiche necessarie per una buona riuscita nello sport, riconoscendo come siano le stesse per la matematica. Per questo motivo, abbino allo sportivo nel quale ho riconosciuto questa caratteristica un matematico o un fisico, suggerendo letture e spunti di riflessione.
Questo è quanto…
Direi che la rassegna offre, come sempre, matematica per tutti i gusti. Ci si ritrova a ottobre!