Verifica di fisica, classe prima liceo scientifico.
Argomento: vettori, somma punta-coda, prodotto per uno scalare, differenza, componenti di un vettore
Durata: 15 minuti.
A che cosa serve la matematica?
Come cerchi che si allargano sulla superficie di uno stagno, i miei incontri con la matematica hanno un raggio d’azione sempre più ampio, permettendomi di raggiungere mete inaspettate. Recentemente ho deciso di aprire un profilo Instagram, _amolamatematica_, per allargare ulteriormente la mia rete di contatti matematici. In questo modo, sono approdata a un video di Neil deGrasse Tyson, uno stralcio di un’intervista, durante la quale l’astrofisico punta a sfatare il mito di un’educazione inutile: spesso gli studenti domandano, non senza vena polemica, dove potrebbero trovare alcuni contenuti matematici oggetti di studio nella loro vita futura e, posto che nessuno vi chiederà di risolvere un’equazione di secondo grado al momento di pagare alla cassa del supermercato, è vero però che la soluzione dei problemi ad essa legati ha lasciato una traccia nel nostro cervello, e quel ragionamento, quel metodo, quella strategia che abbiamo sviluppato per risolvere il problema avrà un’importanza fondamentale in altri aspetti della nostra vita («the act of learning how to do the math establishes a new kind of brain wiring in your mind»). Altrettanto affascinante è lo short di Ilaria Fanelli, che riporta una citazione di Agnes Heller, saggista e filosofa ungherese, che sottolinea l’importanza di studiare proprio «tutto quello che è inutile nella vita», per ritrovarsi a 18 anni con «un bagaglio di sapere inutile con cui si può fare tutto».
Matematica inaspettata!
Mentre perdo tempo su Facebook, mi imbatto spesso negli articoli del “Commesso perplesso”, dove si può trovare una raccolta di aneddoti che hanno per protagonisti dei clienti. Il caso 1651 è ambientato in pasticceria e nasconde, tra le righe, una piccola (e inaspettata) chicca matematica: «per chi non lo sapesse, a parità di peso una torta rotonda è più ingombrante di una rettangolare». Anche Ilaria Fanelli propone qualcosa che sembrerebbe non avere nulla a che fare con la matematica: la bicicletta! Dopo alcune considerazioni geometriche sul design della bicicletta, Ilaria ci parla della cicloide, in un racconto particolarmente coinvolgente. Da una curva geometrica all’altra, approdiamo alla suggestiva spirale dell’apprendimento di Sofia Sabatti, docente di scuola media: la fotografia mostra una scala a chiocciola fotografata dall’alto e rimanda l’idea che, mentre in una proiezione sulla base orizzontale della scala sembra che ognuno di noi percorra circonferenze, tornando in continuazione sui propri passi, in realtà, cambiando la quota (grazie all’alzata del singolo scalino), rivisita le stesse proiezioni con un’altezza diversa, ovvero, fuor di metafora, rivede gli stessi contenuti matematici ma con un grado di consapevolezza diverso.
Matematica e oltre
Ho cominciato a lavorare sul calcolo delle probabilità con la mia seconda ed i video di Taxi1729 coinvolgono molto i ragazzi, oltre a essere una vera fonte di ispirazione per me. In questo video, Diego Rizzuto e Paolo Canova sono protagonisti di una serie di interviste per le vie di Torino, durante le quali propongono ai passanti il gioco delle tre porte, noto come Problema di Monty Hall. Oltre alla spiegazione del gioco, protagonista del video è lo status quo bias: anche di fronte alla dimostrazione matematica di come sia più conveniente, dal punto di vista probabilistico, cambiare scelta, la maggior parte delle persone sceglie di non cambiare, perché la paura del rimorso è così grande da spingerci a mantenere lo status quo.
Math attack
Su Instagram mi sono imbattuta nel profilo Math attack, dietro al quale lavorano Lucia Montanari, Giacomo Matzeu e Fabio Bernabei: i tre condividono notizie e curiosità riguardanti la storia della matematica, in modo molto coinvolgente. Dopo un anno di lavoro sui social, hanno deciso di aprire anche un canale YouTube e hanno esordito con un vero Math Attack (che ricorda un po’ gli attacchi d’arte di Giovanni Muciaccia, solo che hanno per oggetto la matematica) parlando del calcolo letterale. A breve i ragazzi di terza media cominceranno il loro percorso con l’algebra e Math attack non poteva trovare un modo migliore per motivarli, raccontando la rivoluzione che ha portato all’ingresso delle lettere nel mondo dei numeri, e permettendo ai matematici di dire molte cose con una sola formula.
Concreto vs astratto
Nel settembre scorso la Fondazione Rocca ha presentato il rapporto Scuola, i numeri da cambiare – L’Italia nel confronto internazionale e a fine novembre il Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha focalizzato la sua attenzione, a distanza di un solo mese dal suo giuramento, sull’insegnamento della matematica: Cambiare l’insegnamento della matematica, è troppo astratto, ha titolato la Tecnica della Scuola. Emilia Margoni, fisica di formazione ma con una laurea magistrale in filosofia e ora impegnata nello studio della gravità quantistica, sostiene che sia una falsa opposizione quella fra astratto e concreto, che di fatto costituiscono due facce di una stessa medaglia. Invita a «creare intersezioni tra saperi anziché racchiuderli in perimetri angusti», auspicando una contaminazione che possa giovare all’immaginazione, stimolando le capacità del singolo a risolvere problemi. Enrico Bucci, professore aggiunto alla Temple University di Philadelphia presso il dipartimento di Biotecnologie e consulente per l’integrità scientifica, dalle pagine del Foglio si domanda perché la matematica sia così irragionevolmente efficace e comincia il percorso citando una frase di Einstein: «Come può essere che la matematica, che è dopotutto un prodotto del pensiero umano indipendente dall’esperienza, sia così mirabilmente appropriata a descrivere oggetti della realtà?» Bucci fa sua questa domanda e si addentra nell’ambito della comunicazione, ritenendo la matematica estremamente utile a ridurre l’ambiguità, mentre la matematizzazione dei problemi contribuisce a «rivelare uno scheletro nascosto di relazioni concettuali che collega le proprietà osservabili dell’universo». In altre parole: «non è l’universo a essere irragionevolmente matematico, ma la nostra ragione ad essere matematica, e dunque universale». Partendo dalla domanda rivoltagli da una studentessa tra il pubblico, ovvero se la matematica venga scoperta o inventata, anche Federico Benuzzi parte da Einstein e porta il discorso su un altro piano, descrivendo i “protagonisti” della formula di Eulero, ma ripercorrendo parte del discorso già fatto da Emilia Margoni e Enrico Bucci. La domanda rivolta a Benuzzi è l’effetto di un coinvolgimento attivo, che impedisce agli studenti di essere spettatori passivi (e se avete assistito a uno degli spettacoli di Federico sapete che non si può restare passivi), ma «attori partecipi del processo di apprendimento». Quelle tra virgolette sono le parole di Paola Morando, Professore Associato di Fisica Matematica presso l’Università degli Studi di Milano, che propone attività ludiche che aiutino a fare propri alcuni contenuti matematici con più leggerezza.
Passione matematica
Fabio Quartieri, studente di matematica all’Università di Bologna, continua la sua avventura della serie di podcast Le Maschere del Carnevale Matematico, cercando di scoprire perché i protagonisti di questa puntata ritengano l’attività di divulgazione così importante, cosa li abbia portati a intraprendere questa strada e come agiscano. I protagonisti sono stati più volte citati in questa newsletter: sono Ilaria Fanelli del canale YouTube IlariaF Math, e Davide Calza e Riccardo Moschetti del MATH-segnale. Mentre li ascoltiamo, possiamo toccare con mano la loro passione, che li porta a spendere un sacco di tempo nella realizzazione di filmati interessanti, coinvolgenti, unici. Il loro obiettivo è quello di riuscire a far amare in qualche modo questa disciplina, spesso percepita come difficile (per usare un eufemismo!).
La matematica che sfida! Matematica: che sfida!
La matematica è una sfida contro sé stessi e Davide e Riccardo lo sanno bene, per questo negli short pubblicati su YouTube propongono spesso alcuni giochi interessanti: Il prezzo misterioso ci permette di andare fuori dagli schemi, proponendo un ragionamento che dimostra come spesso ci poniamo dei vincoli inesistenti oppure ignoriamo alcuni dettagli, proprio quelli che nascondono la soluzione. A che ora siamo partiti?, invece, ci permette di ragionare sulle proporzioni o di usare le equazioni ed è un problema spendibile anche in classe. Altrettanto utile in classe, soprattutto se state facendo i radicali, è il quesito posto da Gaetano Di Caprio e riguardante le potenze di irrazionali.
Matematica da leggere
La matematica serve a intrattenerci, magari con la lettura. Non posso che cominciare da chi diceva che il libro della natura era scritto in caratteri matematici, ovvero dal libro a lui dedicato Galileo era un figo, appartiene alla collana sui “fighi” della prof. Annalisa Strada. Arricchita dalle illustrazioni di Tommaso Ronda, la narrazione si sviluppa con scioltezza e semplicità, intervallata da piccoli box di approfondimento. Tau topologo è opera di Franco Ghione ed è solo apparentemente una storia per i bambini: è di fatto un racconto che ha molto da dire anche agli adulti e che può essere fonte di ispirazione per provare a comunicare la topologia. Le 7 misure del mondo ci permette di seguire il percorso storico della fisica: Piero Martin ci racconta le sette unità di misura fondamentali del Sistema Internazionale, dedicando un capitolo ad ogni misura. Tra una pagina e l’altra, si percepiscono la passione e l’entusiasmo dell’autore, che ribadisce l’importanza della conoscenza, non solo per sé stessi, ma anche per poter operare scelte consapevoli e responsabili. L’ultimo consiglio di lettura è più di una lettura, è quasi un’avventura all’interno della teoria dei numeri e del linguaggio di programmazione: la miniserie di Alessandro Zaccagnini Spirali e tartarughe. Docente all’Università di Parma, Zaccagnini ci permette di avvicinarci alla congettura di Patterson e al concetto di somme esponenziali, onnipresenti nella teoria dei numeri, guidandoci in un percorso di difficoltà crescente e usando il linguaggio di programmazione Logo, inventato a fine anni Sessanta a scopo didattico.
Buona matematica! Ci sentiamo tra TRE settimane!
Daniela
Verifica di matematica, classe prima liceo scientifico.
Argomento: scomposizioni di polinomi (raccoglimento totale, raccoglimento parziale, differenza di quadrati).
Durata: 20 minuti.
«Tau topologo, la fiaba che racconta la matematica superiore ai bambini» è stato pubblicato nel 1985 dalla casa editrice La città del sole e purtroppo non è più in commercio, anche se è ancora disponibile online. L’autore è Franco Ghione, che è stato professore ordinario di geometria presso il Dipartimento di matematica dell’Università di Roma Tor Vergata e che è tuttora attivo nell’ambito della divulgazione, visto che ha coordinato il progetto Fibonacci, il lavoro collettivo che ha reso accessibile il Liber Abaci.
Nel libro compaiono anche sedici pitture di Mario Schifano, realizzate per illustrare la fiaba: il pittore e regista, scomparso nel 1998, è stato un punto di riferimento della Pop Art italiana ed europea e, per usare le parole dell’autore, «è riuscito a dare un’immagine concreta a questa idea».
Nell’introduzione, Franco Ghione ci informa che il libro è stato scritto per la figlia Valentina, quando aveva cinque anni ed è anche il racconto di alcuni incontri di matematica “astratta” per bambini, realizzati nel 1983. Il secondo capitolo del libro è stato scritto da Cecilia, figlia minore dell’autore, ed è quello che, nella finzione letteraria, dovrebbe essere stato scritto da Tau quando era piccolo, tanto che ha una grafia da scuola elementare.
Il libro ha inizio con la storia del signor Tau, che è interessato alle proprietà più semplici delle figure nello spazio, perché non ha «nessuna simpatia per gli angoli, le linee spezzate che con tutta tranquillità preferisce immaginare lisce». Per indagare le proprietà, utilizza rudimentali telai di legno, rendendosi conto che la linea retta diventa equivalente a una linea curva, mentre studia le nuvole e parla con una rondine. Si parla di figure connesse, di linee aperte e chiuse, fino ad arrivare al teorema di Jordan. Il secondo capitolo è quello più formale, con gli enunciati e le dimostrazioni di cinque teoremi, preceduti dalle indicazioni per realizzare praticamente la trasformazione continua delle figure, attraverso un foglio di gomma.
Negli ultimi due capitoli, ritroviamo un signor Tau, adulto, che fa giocare i bambini con la matematica: si comincia con il gioco dell’isola, durante il quale si introducono i concetti di omeomorfismo e di trasversalità, fino ad arrivare alla rappresentazione della curva di Peano. Nell’ultimo capitolo, si parla di tori e conigli, con l’enunciato del teorema di Jordan, mentre i bambini provano a verificare anche tridimensionalmente le proprietà indagate nel piano.
Il libro si è rivelato un ottimo testo per apprendere con leggerezza concetti matematici poco noti: consente un approccio pratico, visto che fornisce indicazioni utili per tutti coloro che avessero voglia di esplorare una matematica un po’ fuori dagli schemi.
«Tau ridacchiava contento, così convinto com’era che la matematica, la creazione matematica, trovava alimento soprattutto nel dubbio, nella critica.»
«Le 7 misure del mondo» è stato pubblicato dalla casa editrice Laterza a fine 2021 ed è stato scritto da Piero Martin, professore ordinario di fisica sperimentale all’Università di Padova, specializzato nel settore della fusione termonucleare e Chief Physicist di DTT, l’esperimento di fusione italiano. Con quest’opera ha vinto il premio Fiuggistoria Scienza per il 2022 ed è stato finalista sia per il Premio letterario Galileo per la divulgazione scientifica sia per il Premio Nazionale di divulgazione scientifica Giancarlo Dosi, che ha vinto nell’edizione 2018 con il libro scritto con Alessandra Viola «Trash. Tutto quello che dovreste sapere sui rifiuti».
Con «Le 7 misure del mondo», Piero Martin ci racconta le sette unità di misura fondamentali del Sistema Internazionale, dedicando un capitolo ad ogni misura. Ogni capitolo è diviso in paragrafi, all’inizio dei quali un’illustrazione ci aiuta a focalizzare l’argomento trattato: il racconto si snoda tra il percorso storico della misura e la sua definizione. Questo rende necessario un passaggio attraverso gli ambiti principali della fisica, dato che le unità di misura sono definite attraverso le costanti della fisica, quindi si parla profusamente di elettromagnetismo, relatività e fisica quantistica. Non è, quindi, solo una storia delle unità di misura, ma una storia della fisica.
La narrazione è caratterizzata da numerosi aneddoti e in ogni capitolo l’autore sembra partire da lontano: l’introduzione comincia nell’Indra Musikclub di Amburgo, il primo capitolo, dedicato al metro, esordisce con la lotta di Einstein al razzismo, il secondo capitolo inizia dalla «mitica palla di vetro» nella quale cade la neve… Oltre a mostrarci come ogni aspetto della realtà possa diventare un’occasione per parlare di fisica, gli aneddoti permettono a Piero Martin di scatenare il suo senso dell’umorismo che, con le numerose battute, alleggerisce la narrazione e aiuta a destreggiarsi più agevolmente tra le pagine.
Punto di forza del racconto sono gli esempi, che chiariscono senza banalizzare, tanto da rendere accessibili a tutti anche i concetti più complessi: Piero Martin, con grande maestria e chiarezza, ci guida nel percorso, mostrandoci anche le equazioni, se necessario. In questa storia della fisica incontriamo, inevitabilmente, i grandi scienziati: accanto ad Einstein, Fermi e Planck, ritroviamo Maxwell, Faraday, Schrödinger, l’immancabile Galileo Galilei che è quasi onnipresente, Newton, Ampère, Boltzmann, Volta…
Ogni aspetto della narrazione ci mostra «la straordinaria eleganza della fisica» e le «meraviglie scientifiche» che la caratterizzano, sottolineando quanto sia importante conoscere: la necessità della conoscenza è ribadita soprattutto nelle battute finali quando l’autore parla sempre di più della scienza come di un mezzo per salvare l’ambiente, visto che può portarci ad un futuro migliore ed aiutarci a compiere scelte responsabili.
Nelle sue conclusioni, Piero Martin sottolinea come il Sistema Internazionale sia uno «strumento potente e universale per comprendere la natura, il mondo e noi stessi», ma al tempo stesso evidenzia il limite di questo strumento. La sua utilità dipende soprattutto dalla maestria di chi effettua le misure, ma non ci può comunque dare tutte le risposte: «le misure sono un mezzo prezioso dietro al quale ci deve essere […] l’umanità che le interpreta con la scienza e il suo metodo». Più avanti ribadisce che «la scienza non è un distributore automatico di certezze», quindi per quanto il nostro mondo dipenda dalle misure che vengono effettuate ogni giorno, di fatto esse rappresentano il linguaggio della fisica e sta a noi riuscire a interpretarle in maniera adeguata.
Consiglierei la lettura di questo libro in una quinta delle scuole superiori, per ritornare a quello che è stato l’inizio del percorso con la fisica, con le unità di misura fondamentali: lo proporrei per consentire agli studenti di rendersi conto della difficoltà concettuale di ciò che era sembrato semplice all’inizio, e per chiudere il cerchio. Come insegnante, ne farò largo uso nel momento in cui si parla delle unità di misura, scegliendo gli aneddoti alla portata degli studenti e, al tempo stesso, mostrando le parti più entusiasmanti, per costruire la passione per la fisica fin dall’inizio, sfruttando l’entusiasmo dell’autore che si coglie tra le righe.
«Galileo era un figo» è stato pubblicato dalla Casa Editrice Piemme, nella collana Il Battello a vapore, che da trent’anni propone libri di narrativa a un pubblico di lettori dai 3 ai 13 anni. L’autrice è Annalisa Strada: docente di lettere della scuola secondaria di primo grado, ha pubblicato oltre ottanta titoli per ragazzi, vincendo numerosi premi, come il Premio Andersen nel 2014 e il Premio Cento nel 2017.
La serie dei “fighi” ha visto la luce nel 2020, con gli scrittori Manzoni, Leopardi, Dante e Omero. Con questa seconda serie, dove troviamo, oltre a Galileo Galilei, Leonardo da Vinci, Giulio Cesare e Garibaldi, Annalisa Strada allarga gli orizzonti, scegliendo personaggi al di fuori dell’ambito letterario. L’autrice si era già occupata di Galileo Galilei nel 2015, rivolgendosi ai bambini della primaria, con Galileo Galilei esploratore del cielo, per la serie Grandissimi delle Edizioni EL.
In «Galileo era un figo», non viene raccontata solo la vita di Galilei, ma anche le sue scoperte scientifiche, citando i suoi scritti, fino ad arrivare all’abiura, proposta integralmente in appendice. Arricchita dalle illustrazioni di Tommaso Ronda, la narrazione si sviluppa con scioltezza e semplicità, intervallata da piccoli box di approfondimento, delimitati da linee verticali dalle quali fa capolino Galileo Galilei, come se volesse aiutare il lettore a superare questi piccoli ostacoli, fatti di cose che, quando si frequenta la scuola media, difficilmente si conoscono. Il racconto è piacevole e non solo per i ragazzi delle medie: i libri per ragazzi possono diventare un’opportunità anche per gli adulti, dato che «il sapere è una marcia in più per affrontare le salite (ma anche le discese e le pianure) della vita».
Annalisa Strada ha arricchito la sua prosa con alcuni giovanilismi – come mostrato dall’acronimo “aka” che sta per “also known as”, ovvero “conosciuto anche come…” – e questi piccoli indizi ci mostrano il suo sforzo di usare il linguaggio dei ragazzi. Considerata la sua professione di docente, non dovrebbe essere stato troppo difficile per lei e il fatto che questi termini si inseriscano con naturalezza nel racconto ne è una dimostrazione.
Il 18 settembre di dieci anni fa, ho spedito la prima newsletter. Era indirizzata solo ai miei studenti di prima e terza liceo scientifico di quell’anno e la motivazione era chiara: «Siccome durante la settimana mi capita di leggere articoli, interviste, libri, che mi piacerebbe molto condividere con voi, ma il tempo è poco in classe, ho pensato di farvi avere, periodicamente (quindici giorni va bene?) una mail nella quale vi invito a leggere articoli, interviste, libri, che mi hanno colpito.». I quindici giorni sono diventati tre settimane (a volte quattro!) e per arrivare alla newsletter numero 200 ci sono voluti più di 10 anni…
Matematica è cultura
Quando a scuola ci sono iniziative di orientamento in entrata, nella mia lezione per i futuri alunni comincio con “Matematica è…” e la descrivo attraverso vignette, frasi, giochi e tutto ciò che la fantasia mi suggerisce. Ilaria, del canale IlariaF Math, ne ha fatto una domanda di rito per i suoi ospiti: Che cos’è per te la matematica? e, dopo ogni serie di video, raccoglie le risposte riproponendole tutte insieme. In questo terzo video sull’argomento, troviamo Gian Marco Todesco, informatico, che parla della matematica come di un’«enorme occasione di folle divertimento». Matteo Benedetto, astrofisico – intervistato insieme al collega Lorenzo Pizzutti – dice che la matematica è l’«arte dei pigri», ovvero l’«arte di non fare i conti» (confesso che uso spesso questa visione della matematica, per stimolare gli studenti). Per Maria Alessandra Mariotti, docente universitaria, è «ciò che ho amato di più quando ero a scuola» e ne parla in termini affettivi anche Silvia Benvenuti, docente universitaria e divulgatrice, che dice che, pur essendo stata «una scoperta relativamente tardiva», la matematica «è diventata la mia vita». Roberto Gretter, origamista, conclude la rassegna, riconoscendo che la matematica «è dappertutto».
Senza matematica «è un aggirarsi vanamente per un oscuro labirinto»
Come Ilaria, anch’io amo la celeberrima citazione di Galileo Galilei e ritengo la matematica una lente speciale per leggere la realtà, una lente che ti permette di cogliere molti particolari, quelli che non potresti notare a occhio nudo. La matematica è anche l’arte di porre domande e risolvere problemi, come fanno nel video Il caso si fa bello i divulgatori di Taxi 1729. In questo video, la matematica sembra sconfinare nella psicologia, mentre i due protagonisti ci parlano dell’intuizione, quella vocina che ci spinge a scegliere qualcosa, come è successo nelle puntate al casinò di Montecarlo il 18 agosto del 1913. Voi avreste scelto il rosso o il nero?
La matematica è fantasia, creatività e divertimento
Anzi: «folle divertimento», se vogliamo citare Gian Marco Todesco. Trovo spesso un’occasione di divertimento nei filmati di Mind your decisions, in particolare in questo Christmas puzzle, nel quale ci sono proposte delle strane operazioni: se a Babbo Natale sottraggo il prodotto tra l’albero di Natale e Frosty ottengo 16… Buon divertimento!
La matematica è astrazione…
È come un vestito che sta bene a chiunque ed è quello che sfoggia Federico Benuzzi nel filmato Trucchetti matematici. Il trucchetto è davvero simpatico e serve per calcolare velocemente il quadrato dei numeri che finiscono per 5. Per dimostrare la correttezza del procedimento, Federico fa uso del calcolo letterale, mostrando pazienza e determinazione, le stesse che servono a coloro che studiano la matematica (almeno, è ciò che viene in mente a me pensando al mio percorso universitario).
La matematica è strategia e sfida…
Il MATH-segnale ha raggiunto i diecimila iscritti e Davide e Riccardo hanno celebrato il risultato attraverso un bellissimo video, l’Enigma dei cappelli. Si tratta di un enigma particolare, presentato in tre modalità diverse, permettendo di muoversi dal passato dei quattro iscritti inizialmente al canale, al presente dei diecimila e immaginando un futuro con infiniti iscritti. Questi iscritti giocano con i cappelli, bianchi, neri o di altri trentasette colori, ad essi sono o non sono concessi errori, possono o non possono rispondere “non lo so”, conoscono o non conoscono la distribuzione dei colori, possono o non possono discutere prima della gara… Le variabili sono parecchie, ma ci sono cose che non cambiano: la matematica è una strategia, perché a volte problemi apparentemente irrisolvibili aspettano solo la strategia giusta per svelare i propri segreti, e rappresentano una sfida. Per un docente la sfida non è solo quella che può incontrare in un problema, ma anche lo sforzo per far capire e amare questa disciplina, che per rappresentare una sfida di un certo livello non può che essere un po’ difficile. Non si può gustare fino in fondo il senso di meraviglia insito nella matematica, se non si hanno le conoscenze giuste: in questo filmato si tratta dell’assioma della scelta e delle relazioni di equivalenza, che, nella loro semplicità, mettono in luce il potere della matematica.
Cultura, lente speciale, arte di porre domande e risolvere problemi, astrazione, pazienza e determinazione, strategia, sfida, meraviglia, ma anche entusiasmo e passione. La stessa passione che mi spinge a dedicare la vigilia di Capodanno alla stesura della newsletter numero 200. Qualcuno di voi la riceverà mentre sta festeggiando gli ultimi istanti del 2022, per qualcun altro, invece, sarà una delle prime mail del 2023, in ogni caso buona matematica e buon anno! Ci sentiamo tra TRE settimane!
Daniela
Verifica di matematica, classe prima liceo scientifico.
Argomento: calcolo letterale, prodotti notevoli, divisioni tra polinomi.
Durata: 90 minuti.
Verifica di fisica, classe seconda liceo scientifico.
Argomento: cinematica unidimensionale.
Durata: 60 minuti.
Verifica di fisica, classe prima liceo scientifico.
Argomento: grandezze e unità di misura.
Durata: 60 minuti.