Daniela Molinari

URL del sito web: http://www.amolamatematica.it
Martedì, 07 Settembre 2021 08:43

2 settembre 2021

Verifica di matematica, classe quarta liceo scientifico.
Argomento: recupero del debito formativo. Equazioni e disequazioni goniometriche, trigonometria, geometria analitica dello spazio, calcolo combinatorio, calcolo delle probabilità.

Durata: 120 minuti.

Sabato, 28 Agosto 2021 16:58

178 - 27 agosto 2021

Gli occhiali della matematica
«Ho affermato che le matematiche sono molto utili per abituare la mente a un raziocinio esatto e ordinato; con ciò non è che io creda necessario che tutti gli uomini diventino dei matematici, ma quando con questo studio hanno acquisito il buon metodo di ragionare, essi lo possono usare in tutte le altri parti delle nostre conoscenze.»
(John Locke, 1632-1704, filosofo e medico)

Ero alla ricerca di una citazione trovata sul web tempo fa, qualcosa del tipo: “Se la matematica pare difficile, che dire della vita?” e invece sono capitata su una nota pagina di frasi celebri, e sulla matematica, stando all’intestazione, ce ne sono 343 (buona lettura!). Mi sono fermata a una delle prime, che poteva essere davvero utile per introdurre il primo argomento di questa newsletter di fine estate: cominciamo con la chiacchierata di IrrazionaleX sul paradosso di Simpson che aiuta a capire la discussione sull’efficacia o meno dei vaccini. Alex comincia parlando di bias cognitivi e procede con l’esempio delle ammissioni all’Università di Berkeley, in California, e con la rappresentazione grafica tramite i vettori, per concludere poi con i dati statistici del Covid. Anche il Corriere della Sera ribadisce il concetto e punta sulla spiegazione del paradosso di Simpson, ribadendo che «i numeri sono “ingannevoli” se non riferiti a un contesto specifico». Insomma: è già capitato di ribadire l’importanza del ragionamento per percentuali, ma va anche specificato che parlare di percentuali non basta, se non chiariamo a quale insieme ci stiamo riferendo.
Questo discorso apre la strada a due diverse considerazioni: la prima è che è importante credere nella ricerca scientifica anche quando sembra inutile, e in questo TED l’astrofisico Luca Perri ribadisce il concetto con grinta e simpatia. Se vogliamo tradurlo in termini matematici, potremmo ribadire (ed è particolarmente utile, vista l’imminente ripresa delle attività scolastiche) che quando a scuola ci viene insegnata la matematica, è inutile domandarsi quale utilità potrebbe avere... La seconda considerazione è che sviluppare delle competenze matematiche è faticoso, ma vale la pena compiere questa fatica, perché la matematica ci permette di guardare la realtà con occhi diversi e di imparare a leggere tra le righe.

Non solo video…
Davide e Riccardo del MATH-segnale hanno deciso di partecipare alla “Summer of Math Exposition”, un concorso proposto dal canale 3blue1brown e l’idea proposta, in inglese ma con sottotitoli in italiano, è davvero intrigante. Sappiamo che lanciando due dadi a sei facce (i soliti dadi del Monopoli, per intenderci), otteniamo per risultato i numeri da 2 a 12, ma con differenti frequenze, ovvero: è più facile ottenere 7 che 3. La domanda del video è: esistono altri due dadi che, pur avendo numeri completamente diversi sulle proprie facce, ci fanno ottenere la stessa distribuzione dei risultati? La risposta a questa domanda è ottenibile attraverso un’area della matematica completamente diversa da quella di partenza, ovvero attraverso l’algebra e, nello specifico, la scomposizione dei polinomi. Come al solito coinvolgenti ed estremamente chiari grazie alla grafica, Davide e Riccardo ci mostrano uno degli aspetti che rende bella la matematica, ovvero il collegamento inaspettato tra aree diverse.
Durante lo scorso anno scolastico, ho partecipato a un corso di aggiornamento organizzato dalla Mathesis Bergamo, Storie di Scienza. L’incontro del 26 marzo è stata una conferenza di Carlo Toffalori: si parla di matematici scrittori, si parla di intuizione e logica… gli spunti sono numerosi e, anche solo per le numerose citazioni presentate nel video, vale la pena dargli un’occhiata.

Curiosità
Durante l’estate gli alunni si misurano con i compiti assegnati dagli insegnanti e gli insegnanti, dopo aver dedicato un po’ di tempo all’analisi dell’anno trascorso (cosa posso permettermi di replicare? cosa devo cambiare?), cominciano a programmare il successivo anno scolastico. Mi sono imbattuta in questo post di Maurizio Codogno su ronzaleppi e cicopandi: innanzi tutto il gioco mi è piaciuto parecchio e ne farò tesoro per la prossima partecipazione al festival di BergamoScienza (ma ne parlerò prossimamente), e la mia riflessione è simile a quella di Maurizio. «Io trovo bellissimo che si spieghi ai ragazzi che i concetti matematici non escono dal cappello di un prestigiatore ma sono definiti secondo certe regole. Trovo anche bellissimo che in un libro si mostri come le regole possano essere più o meno decise a caso, purché coerenti: poi col tempo si potrà imparare a capire quando ha senso definire qualcosa e quando no. Però tutto questo richiede che il ragazzo sia guidato, perché chiaramente non può saperlo istintivamente.» Ricordo un libro delle vacanze delle elementari e la proposta, sul libro, di risolvere alcuni quadrati magici: c’era una piccola spiegazione, ma certamente non erano cose viste a scuole (e a scuola non le avrei mai incontrate). Eppure, mi sono rimasti impressi, forse perché per la prima volta ho capito che con la matematica potevo anche giocare. La mia reazione nei confronti di ronzaleppi e cicopandi è la stessa, ed è per questo che non ritengo necessaria un’introduzione o una ripresa a scuola di quanto proposto dal testo. Condivido invece che, con alcune righe di presentazione e un contesto, sarebbe stato più simpatico e sarebbe emerso meglio il carattere giocoso della matematica.
Pi greco ha raggiunto un nuovo record: in 108 giorni e 9 ore, sono state ricavate 62 800 miliardi di cifre dopo la virgola. Si tratta di due primati da Guinness sia per la quantità delle cifre che per la rapidità del calcolo. A ottenere questo primato, il gruppo di ricerca Davis della Scuola Universitaria professionale di scienze applicate dei Grigioni, in Svizzera: il precedente primato era solo del 2020. Ad una notizia del genere, la domanda sorge spontanea: qual è l’utilità di questo calcolo? Per quanto conoscere tante cifre sia insignificante (sono gli stessi autori ad averlo precisato), «non c’è solo il bello della scoperta in sé e l’amore per la conoscenza a muovere questo genere di ricerche. Le tecniche computazionali sviluppate, che all’inglese vengono chiamate di number-crunching, sono molto promettenti e potranno essere applicate agli ambiti più svariati, dall’analisi di codici genetici (dna e rna) al processamento di testi, dallo studio delle molecole organiche all’individuazione di nuovi possibili farmaci, dalla dinamica dei fluidi a molti tipi di simulazioni.»

Iniziative matematiche
Durante il prossimo Congresso Nazionale della Società Italiana di Matematica Applicata e Industriale (SIMAI), che si svolgerà dal 30 agosto al 3 settembre, si terrà la Terza Edizione di Edu-SIMAI. L’evento si svolgerà nel pomeriggio di martedì 31 agosto e «ha come obiettivo principale un confronto fra mondo della scuola e mondo accademico sui temi della matematica applicata, dei suoi orizzonti all’interno del mondo della scuola e dei rapporti di quest’ultima con il mondo della ricerca e dell’industria.» La partecipazione è gratuita per gli insegnanti delle scuole secondarie.

Consigli di lettura
Al telefono con Einstein è una biografia scritta da R.J. Gadney. La prosa è semplice, le fotografie alleggeriscono la narrazione e le citazioni ci fanno sentire la vera voce di Einstein: è un libro che ha la precisione di una biografia e la leggerezza di un romanzo. Come dice Ian McEwan, nel commento che viene riportato nella quarta di copertina dell’edizione italiana, si tratta di «un romanzo originale e brillante», «ingegnosamente a cavallo tra verità storica e immaginazione».
Elementare, Einstein è un romanzo per ragazzi, che, nonostante presenti concetti di fisica non certo facili da digerire, riesce a mantenere una leggerezza che lo rende adatto anche ai ragazzi delle medie. Quanti e misteri, che condivide con il precedente gli autori, è altrettanto geniale e affronta un tema ancor più difficile: dopo la teoria della relatività è il tempo della fisica quantistica.

Buona matematica! Ci sentiamo tra TRE settimane!
Daniela

PS: traduzione dell’immagine allegata: «Abbiamo trovato il minimo comune denominatore in matematica, abbiamo corso mezzo miglio in ginnastica, e abbiamo imparato gli ottavi in musica. Se ci sono delle frazioni anche nella lezione di inglese di oggi, urlo!» Per la serie: la matematica è ovunque!

Martedì, 17 Agosto 2021 20:50

Quanti e misteri

«Quanti e misteri» è stato pubblicato ad aprile 2021 dalla casa editrice Scienza Express nella collana Scienza Junior. Gli autori sono Riccardo Bosisio, Tommaso Corti, Luca Galoppo e Matteo Tagliabue: i tre fisici, Bosisio, Corti e Galoppo avevano già collaborato alla stesura di «Elementare, Einstein» nel 2018, pubblicato sempre da Scienza Express; Matteo Tagliabue è insegnante di letteratura in un liceo di Monza. Le illustrazioni sono state curate da Anna Civello.

Il sottotitolo, «Un giallo tra gatti, fisica e ornitorinchi», ci informa che il genere in questione, questa volta, è quello del giallo, ma la protagonista è ancora la fisica, insieme a Pietro, Francesco ed Elisa, ex alunni della seconda media di «Elementare, Einstein», ora frequentanti la classe prima del liceo scientifico delle scienze applicate. Il racconto ha inizio con Pietro che a dieci anni, per una sfida con un paio di amici, si era ritrovato alla Casa del Diavolo, un rudere nascosto nel fitto del bosco: «Nessuno sa di preciso dove si trovi e addirittura c’è chi dice che non esista affatto, ma girano tante storie e leggende al riguardo, che parlano di ragazzini andati a cercarlo e mai più tornati, o di maledizioni, fantasmi, assassini e sette sataniche». Pietro è riuscito a entrare nella casa, ma ne è fuggito terrorizzato: quell’evento cambierà il corso della sua vita, visto che per tutta estate nessuno lo rivedrà più in giro. Un bel giorno, all’inizio della prima superiore, Francesco informa i due amici che Cosimo Pontecorvo, suo vicino di casa, non dà sue notizie da otto giorni: appassionato di gialli, al ragazzo non sembra vero di poter essere protagonista della soluzione di un mistero. Quando mostra il giornale con la fotografia ai due amici, Pietro reagisce in modo strano, ma pian piano si lascia coinvolgere nella soluzione del mistero, insieme all’insegnante di matematica delle medie, il prof. Lapierre, uno dei protagonisti di «Elementare, Einstein». Districandosi tra l’esperimento della doppia fenditura, il gatto di Schrödinger e il fenomeno dell’entanglement, i tre ragazzi scoprono che Cosimo Pontecorvo ha illustri natali, visto che è nipote di Bruno Pontecorvo, uno dei ragazzi di via Panisperna.

Il racconto è estremamente interessante e coinvolgente, il giallo ha un buon ritmo e il fiato rimane in sospeso fino alla fine, mentre i riferimenti alla fisica moderna, nello specifico alla fisica quantistica, sono spiegati con semplicità e chiarezza. Al termine troviamo anche un paio di appendici: il prof. Lapierre ci spiega l’esperimento della doppia fenditura e il principio di funzionamento dei computer quantistici.
Il libro si presta alla lettura fin dalle medie, perché l’argomento della meccanica quantistica, nonostante non sia semplice, è trattato con una certa leggerezza e questo lo rende accessibile a tutti. Potrebbe essere un modo interessante di introdurre l’argomento anche in una quinta liceo scientifico: l’idea di cominciare usando un alone di mistero potrebbe essere buona e potrebbe aiutare a conquistare i ragazzi all’inizio di un percorso non semplice.

Martedì, 17 Agosto 2021 20:49

Elementare, Einstein

«Elementare, Einstein» è stato pubblicato a novembre 2018 dalla casa editrice Scienza Express, nella collana scienza junior. Gli autori sono tutti e tre fisici: Riccardo Bosisio e Tommaso Corti, che pur lavorando in altri settori collaborano con le scuole in progetti di divulgazione scientifica, e Luca Galoppo, che insegna matematica e fisica presso un liceo scientifico di Erba. Il libro è arricchito dalle illustrazioni di Sara Boscacci.

Il sottotitolo «Alla scoperta della fisica con un pugno di indizi» ci dà già l’idea di cosa ci aspetta. La storia è ambientata in autunno in una seconda media: all’improvviso i ragazzi si ritrovano alcuni messaggi misteriosi che accompagnano alcuni oggetti di uso comune e un sasso, il tutto siglato dalle iniziali U.P., delle quali i ragazzi ricostruiscono l’acronimo, ma non il significato. Solo dopo un’indagine che si protrae per tutto l’autunno, i ragazzi riescono a trovare il responsabile di questi messaggi e, con il suo aiuto, ricostruiranno il percorso che sono stati guidati a fare e che li porterà alla comprensione della teoria della relatività. L’intera classe mostra grande entusiasmo e tanta voglia di imparare ed è guidata in questo percorso dal professore di matematica, il prof. Lapierre, oltre che dal misterioso personaggio che ha disseminato gli indizi. Inserite nella narrazione, troviamo cinque schede di approfondimento che ci presentano altrettanti esperimenti di fisica che hanno a che fare con la teoria della relatività: si comincia con l’ottica geometrica, si procede con la misurazione della velocità della luce attraverso gli esperimenti di Rømer e Fizeau, e dopo l’interferenza luminosa si chiude con l’esperimento di Michelson e Morley.

Durante la lettura, sembra davvero di trovarsi all’interno di una classe e di sentire la partecipazione di tutti i ragazzi: non era certo facile dare voce a tutti, ma gli autori riescono a realizzare una sorta di inclusione, che si realizza anche attraverso il coinvolgimento di Amir, ragazzino immigrato che sembra far fatica ad inserirsi all’interno di questa classe, nella quale è arrivato solamente in corso d’anno.
L’abile narrazione mostra tutta la sua forza nel coinvolgere il lettore attraverso concetti di fisica non sempre facili da digerire ed è proprio questo che rende la lettura adatta anche ai ragazzi delle medie, nonostante si parli di teoria della relatività: il lettore può essere invogliato ad approfondire l’argomento, grazie agli indizi disseminati nel corso della storia. Il libro non è consigliato solo ai ragazzi delle medie, ma anche a quelli delle superiori, che possono in esso trovare uno stimolo per affrontare le difficoltà concettuali della fisica moderna, attraverso la passione e la curiosità che questo libro fa nascere.

Venerdì, 13 Agosto 2021 16:23

3 giugno 2021

Verifica di fisica, classe quarta liceo scientifico.
Argomento: potenziale elettrico.

Durata: 60 minuti.

Giovedì, 12 Agosto 2021 11:35

Al telefono con Einstein

«Al telefono con Einstein» è stato pubblicato in Italia nell’aprile del 2021 dalla casa editrice Salani, ma è in realtà stato scritto nel 2018 da R. J. Gadney poco prima della sua morte. Scrittore, artista e accademico, Gadney ha tenuto lezioni nelle università più prestigiose al mondo e ha vinto un Bafta nel 1983, per una serie televisiva in sette parti su John F. Kennedy, interpretata da Martin Sheen.

Il 14 marzo del 1954, giorno del settantacinquesimo compleanno di Einstein, Mimi, che voleva telefonare alla farmacia, sbaglia le ultime due cifre del numero di telefono e si ritrova a parlare con Einstein. Dopo questo breve capitolo, nel quale si coglie la curiosità di Einstein per la sua nuova conoscenza, comincia la biografia del grande fisico: senza la pesantezza delle note a piè di pagina, contiene comunque lettere, articoli e discorsi nelle loro parole originali e numerose fotografie che, personalmente, non mi era mai capitato di vedere in precedenza, come le cartoline inviategli da Elsa, ad esempio. La biografia contiene molti particolari che non conoscevo, come la passione di Einstein per Ilse, la secondogenita di Elsa, oppure il premio Nobel di Ossietzky, proposto dallo stesso Einstein, il giornalista tedesco che si era opposto al neonato regime nazista ed era rimasto vittima di crudeli maltrattamenti.

Solamente alla fine del romanzo, scopriamo come la biografia potrebbe inserirsi all’interno della narrazione principale: Mimi deve preparare un progetto per la scuola e decide di realizzarlo su Einstein e di corredarlo di fotografie. Da qui nascono le domande e, quindi, la biografia che abbiamo letto poche pagine prima. Mimi Beaufort è nata a Greenwich e con la sorella minore Isabella ha frequentato il college di Princeton, dove entrambe si sono distinte nello studio della musica, la stessa abilità che le rende ospiti così gradite in casa Einstein. Il grande fisico non dev’essere solo grato per le ore di spensieratezza che le ragazze gli hanno regalato, ma, stando alla narrazione, per il ruolo che in qualche modo hanno avuto nell’interruzione delle indagini sul suo presunto comunismo. Al termine della sua vita, lascia in eredità alle sorelle la possibilità di realizzare il loro sogno: sarà proprio Einstein a pagare il viaggio e l’alloggio nel Regno Unito presso l’Accademia Reale di musica.

Il libro è scorrevole e alla portata di tutti, grazia alla prosa semplice, alle fotografie che rendono più leggera la lettura e alle citazioni che ci fanno cogliere la vera voce di Einstein: ha la precisione di una biografia e la leggerezza di un romanzo. Come dice Ian McEwan, nel commento che viene riportato nella quarta di copertina dell’edizione italiana, si tratta di «un romanzo originale e brillante», «ingegnosamente a cavallo tra verità storica e immaginazione». Non resta che dedicarsi alla lettura.

Venerdì, 06 Agosto 2021 17:44

177 - 6 agosto 2021

Matematica bestia nera 
Ho parlato, nella scorsa newsletter, del concorso STEM e dei commenti sui giornali. Davide Calza, gestore del canale YouTube MATH-segnale insieme a Riccardo Moschetti, ha partecipato al concorso e ci offre un commento in base alla sua esperienza. Ci sono poi una serie di video con la soluzione dei quesiti e il ragionamento realizzato da Davide per risolverli. Per tutti coloro che sono impegnati nei concorsi, potrebbero essere un’occasione di confronto e di riflessione, ma le cose richieste, reperibili su un qualsiasi testo di matematica dello scientifico, potrebbero essere anche un’ottima palestra per un ripasso in vista della maturità scientifica.
Dopo tanti commenti sui risultati dei test Invalsi, non possiamo farci mancare il commento del Post, scritto da Leonardo Tondelli, che la scuola la vive, ma senza i titoli sensazionali ai quali ci hanno abituati le altre testate. Il problema dei titoli sensazionali è che in genere sono l’unica cosa che la maggior parte dei lettori legge e «dai titoli partiranno poi per tutta una serie di osservazioni sulla scuola, sulle sue criticità, ecc. – anche in buona fede». Il focus di Tondelli è un po’ diverso rispetto a quello cui siamo abituati, perché parla dal punto di vista del tecnico di laboratorio, visto che le prove erano computer based, ricordando che «la somministrazione funziona se gli studenti decidono di farla seriamente, e non credo che sia successo.»
In entrambi i casi, si tratta di singoli punti di vista, ma sono il punto di vista di chi, sia le prove Invalsi che il concorso STEM, l’hanno vissuto dall’interno e, per questo motivo, val la pena prenderli in considerazione. Per una visione più d’insieme, per quanto riguarda l’Invalsi, possiamo leggere quanto scritto da Maria Mellone della Commissione Italiana per l’Insegnamento della Matematica dell’Unione Matematica Italiana su MaddMaths!. La riflessione comincia con la considerazione che «è evidente che il quadro di grandissima sofferenza – restituito dai risultati delle prove INVALSI di quest’anno – vada letto in una cornice interpretativa più complessa rispetto alla mera lettura in termini di “risultati della Dad”.» Dopo aver sottolineato che sarebbe importante investire sulla formazione degli insegnanti, nella riflessione di Maria Mellone ritroviamo quanto scritto da Leonardo Tondelli, inserito però in una visione più generale e completa, che mette ad esempio in evidenza il peso dell’origine svantaggiata sugli esiti della prova, visto che i risultati Invalsi «sembrano suggerire che la pandemia possa aver agito con maggiore violenza proprio sulle situazioni più critiche, incrementando i contesti di povertà educativa e mettendo ancora di più in crisi l’essenziale funzione perequativa della scuola». Insomma, sono parecchie le informazioni che ci vengono fornite dalle prove Invalsi e il problema è più complesso di quanto i giornali riescano a comunicare.

La matematica della quotidianità
Il virus continua a mietere vittime... matematiche! Ebbene sì: il “paradosso” dei contagi tra i vaccinati ci viene finalmente spiegato dal Post, a partire dal sottotitolo, che introduce il ragionamento, ovvero «Perché l’aumento delle vaccinazioni fa sembrare che si ammalino di più i vaccinati, anche se non è vero». Il problema sembra essere sempre lo stesso, ovvero i numeri assoluti che, nella matematica giornalistica, vincono sempre contro le percentuali. Lo spiega molto bene Paola Pozzolo, citata in questo post dallo scrittore Matteo Bussola, autrice della pagina Facebook La tua statistica e del blog omonimo. L’immagine che accompagna il post è davvero semplice e immediata e il confronto è tra un cesto di 10 pesche, con 2 pesche marce e un cesto di 90 mele, con 2 mele marce. I frutti marci in totale sono 4 e, siamo d’accordo tutti, la metà sono mele, ma, rispetto al totale delle mele, sono solo il 2% contro il 20% delle pesche. Se al posto delle pesche e delle mele sostituissimo il gruppo dei non vaccinati e il gruppo dei vaccinati, spiegheremmo perché non ha senso dire: “La metà dei vaccinati è infetta”, visto che la verità sarebbe “La metà degli infetti è vaccinata”. Ma d’altra parte, la questione dei numeri assoluti torna in continuazione: il prof. Alfredo Marzocchi, dell’Università Cattolica di Brescia, sottolinea (sempre su Facebook) un altro errore, riguardante le Olimpiadi, ovvero: «Los Angeles 1932, 346 medaglie attribuite, 36 per l'Italia; Roma 1960, 461 medaglie attribuite, 36 per l’Italia; Tokyo 2020, ad oggi 566 medaglie attribuite, 36 per l’Italia. Ma voi ci vedete un record?». Il problema, in realtà, non è così semplice: «si potrebbe dividere il numero di medaglie vinte per il numero di medaglie effettivamente conseguibili», oppure bisognerebbe «contare quanti stati hanno partecipato... sono molti di più, ora. Di certo è difficile confrontare edizioni così distanti fra loro nel tempo...», come sottolinea Alberto Saracco, dell’Università degli Studi di Parma. Insomma, anche in questo caso, il problema non è semplice come lo mostrano alcuni giornalisti.

Matematica alle Olimpiadi
Mentre le Olimpiadi sono ancora in corso e continuano a regalarci tante emozioni, la matematica (onnipresente) si fa sentire anche nello sport. Cominciamo con Anna Kiesenhofer, medaglia d’oro nel ciclismo su strada: non solo campionessa austriaca di ciclismo ma anche docente all’EPFL di Lausanna nel gruppo di equazioni alle derivate parziali. Nel suo post, MaddMaths! sottolinea l’attualità del detto «Mens sana in corpore sano», anche se il resto del mondo tende a vedere i matematici «come nerd imbranatissimi del tutto incapaci di qualsiasi tipo di attività fisica».
Gabby Thomas, laureata in neurobiologia ad Harvard e impegnata in un Master in Epidemiologia all’Università di Austin in Texas, ai giochi di Tokyo ha vinto la medaglia di bronzo nei 200 metri. Repubblica, nel raccontarci la sua storia, la definisce «La scienziata più veloce del pianeta, in grado di predire distribuzione e frequenza delle malattie». Nella sua storia anche una diagnosi di tumore al fegato, fortunatamente benigno, che ha in qualche modo reso più difficile il suo percorso verso la medaglia. Repubblica ci ricorda anche Daniele Garozzo, campione olimpico a Rio 2016 e argento a Tokyo nel fioretto, che è laureando in medicina all’Università degli Studi di Roma Tor Vergata.
Pare che Alan Turing abbia lasciato dietro di sé un grande esempio, se consideriamo la sua quasi qualificazione alle Olimpiadi del 1948: «pur 35enne, ottenne il quinto posto nella maratona per la pre-qualificazione olimpica del 1947; purtroppo alla fine dell’anno un infortunio a una gamba, costringendolo a un lungo stop, non gli permise di gareggiare ulteriormente per cercare di ottenere un posto nella squadra olimpica inglese.» (dal sito MaddMaths!)
Parlando di Olimpiadi, non possiamo dimenticare la competizione matematica: nei giorni scorsi si è tenuta la sessantaduesima Olimpiade Internazionale di Matematica e Luigi Amedeo Bianchi dalle pagine di MaddMaths! ci comunica i nomi dei nostri migliori atleti. Matteo Poletto ha vinto la medaglia d’oro, ottenendo il decimo posto assoluto su 619 concorrenti, mentre Matteo Damiano, Massimiliano Foschi e Romeo Passaro hanno ottenuto la medaglia d'argento, mancando di poco quella più preziosa, come pure Tommaso Lunghi, e Davide Pierrat ha ottenuto quella di bronzo. «Con sei medaglie su sei componenti, la squadra italiana arriva a un ottimo settimo posto assoluto su 107 squadre partecipanti, a pari merito con Israele e alle spalle di quelle squadre che sono habitué dell’alta classifica: Cina, Russia, Corea del Sud, Stati Uniti, Canada e Ucraina.»

Non solo video…
«Chi è più forte: Messi, Ibrahimovic o Mbappè? Cos’è più pericoloso la Lotteria Italia, un Gratta & Vinci o una slot? Cosa rende un gioco più pericoloso di un altro? E cosa c’entra PES? Ma soprattutto, come si pronuncia Mbappè?» Come è tipico del canale Taxi1729, la presentazione è particolarmente simpatica e coinvolgente e soprattutto istruttiva, visto che si parla di probabilità e gioco d’azzardo: se avete 5 minuti, val davvero la pena dare un’occhiata!

Consigli di lettura
Troppo belle per il Nobel di Nicolas Witkowski è una rassegna di donne che, attraverso i secoli, hanno ottenuto risultati interessanti, in genere in campo scientifico, ma sono state dimenticate. La rassegna si avventura lontano dai soliti sentieri battuti e, nella lettura, siamo accompagnati da un umorismo sottile e denso di ironia, che ci permette di gustarci la carrellata con una certa leggerezza, mentre continui richiami collegano tra loro i singoli capitoli. È un libro sicuramente da leggere e da tenere nella propria libreria per rileggerne ogni tanto dei passi, considerando che per scrivere il libro Witkowski ha dovuto «procedere a indagini delicate, rimbalzando da una biografia tronca a una nota a piè di pagina criptata» e soprattutto rimuovere dal quadro generale «la polvere di sufficienza maschile depositata dai secoli».
Lo spettacolo della fisica e Fisica sognante sono entrambi stati scritti da Federico Benuzzi, che sul proprio blog si definisce «professore, conferenziere, presentatore, giocoliere, attore…». Entrambi i libri sono alla portata di tutti, ma mentre il secondo è soprattutto una riflessione sul proprio percorso, sia come insegnante che come giocoliere, Lo spettacolo della fisica è più maturo e si coglie tutta l’esperienza costruita nell’ambito della divulgazione. Federico Benuzzi ha avuto occasione di parlare del proprio lavoro facendo un breve intervento a UnoMattina su Rai1.
Interessanti consigli di lettura provengono anche da MaddMaths!, dove lo staff e i collaboratori hanno condiviso i propri «consigli sui più interessanti libri a tema matematico da leggere». Ce ne sono per tutti i gusti e per tutte le età, a partire dal grande classico Mago dei numeri.

Yuliya Nesterova, studente all’Università di Ottawa in Canada, ha proposto il tema per l’International Day of Mathematics edizione 2022: Mathematics Unites. La spiegazione è bellissima: «La matematica unisce, per segnalare che è un linguaggio comune che abbiamo tutti e un tema comune con il quale incontrarsi.»

Buona matematica! Ci sentiamo tra TRE settimane!
Daniela

PS: La fotografia allegata è stata scattata durante una visita al Castello di Issogne, in Val d’Aosta. Pare che i graffiti andassero molto di moda nei secoli scorsi, ma con un significato più positivo di quello che gli attribuiamo oggi: quelli della foto sono graffiti matematici, probabilmente frutto di una lezione.

Mercoledì, 04 Agosto 2021 22:10

Fisica sognante

«Fisica sognante» è stato pubblicato come bollettino trimestrale dell’Associazione per l’Insegnamento della Fisica a settembre 2013. Si tratta della seconda pubblicazione di Federico Benuzzi, dopo l’ebook «Giocolieri si diventa – manuale pratico di giocoleria», con Giochidimagia Editore. I due testi racchiudono le due anime dell’autore, che è insegnante e giocoliere, ma anche attore e presentatore: dotato di una personalità poliedrica, gestisce anche un blog, www.federicobenuzzi.com, e ha un canale YouTube che conta ormai più di duemila iscritti.

Il libretto è a metà tra il saggio scientifico e l’autobiografia, visto che numerose sono le riflessioni dell’autore sul proprio percorso e sull’insegnamento in particolare. È un saggio scientifico, perché tra le pagine possiamo trovare la spiegazione fisica del funzionamento del monociclo, del diablo o della giocoleria, ma l’inizio è dato dalle risposte alle domande che sono state poste allo stesso Benuzzi al termine degli spettacoli di giocoleria attraverso i quali divulga la fisica. Il ritmo narrativo è veloce e sembra di sentire la voce dell’autore che, come succede nei video pubblicati su YouTube, ci guida nella conoscenza dell’affascinante mondo della fisica. In alcuni punti è importante avere a portata di mano carta e penna, per poter seguire efficacemente i calcoli che vengono svolti. La parte di riflessioni, però, è forse il vero punto di forza del libro, soprattutto se, come nel mio caso, vi capiterà di leggere anche «Lo spettacolo della fisica», recente pubblicazione per la casa editrice Dedalo: si può entrare in contatto con il modo di essere di questo poliedrico insegnante di matematica e fisica e fare tesoro della sua esperienza per migliorare anche il proprio stare in classe. Federico Benuzzi è un insegnante che sa mettersi in discussione, ma che non è disposto a stravolgere il proprio modo di essere solo per ottenere più consensi, è un insegnante che sa usare le regole della scuola per creare un’alleanza con gli studenti, è un insegnante che riesce a spingere i suoi studenti a fare del proprio meglio, esattamente come ha chiesto al lettore, con questo libro, di vincere la propria paura della matematica per acquisire una maggiore consapevolezza delle cose.

Questo libro mi è stato regalato da una collega che aveva assistito ad uno spettacolo di Federico Benuzzi durante il Festival di BergamoScienza ed è rimasto a lungo nella mia libreria in attesa che lo prendessi in mano e gli dedicassi un po’ di tempo. Averlo letto dopo «Lo spettacolo della fisica» mi ha permesso di coglierne gli elementi di continuità e, al tempo stesso, le differenze che li rendono complementari.

Domenica, 01 Agosto 2021 18:28

Lo spettacolo della fisica

«Lo spettacolo della fisica», pubblicato a marzo 2021 dalla casa editrice Dedalo, è stato scritto da Federico Benuzzi. Nella presentazione del suo blog, www.federicobenuzzi.com, Benuzzi dice di essere «professore, conferenziere, presentatore, giocoliere, attore…»: è, in effetti, un personaggio poliedrico, che ha al suo attivo non solo spettacoli teatrali, ma anche libri, come «Fisica sognante», pubblicato come bollettino trimestrale dell’Associazione per l’Insegnamento della Fisica, «La legge del perdente», pubblicato nel 2018 sempre per la casa editrice Dedalo, l’ebook «Giocolieri si diventa – manuale pratico di giocoleria», con Giochidimagia Editore ed è anche gestore del canale YouTube che porta il suo nome.

Esattamente come ne «La legge del perdente», il libro comincia con un incontro: ai compagni di avventura della scorsa volta, ovvero a Fazioli, l’ingegnere in pensione, e ad Andrea, studente universitario alla facoltà di statistica, si aggiunge Sara, cameriera aspirante attrice. Nella premessa, Federico Benuzzi ci dice che le pagine che andremo a leggere saranno «pagine di fisica, di didattica e di giocoleria» e in effetti c’è tutto quanto premesso e anche molto altro: oltre alla vicenda dei quattro amici, c’è una descrizione accurata di Bologna che fa veramente venir voglia di visitarla, ci sono la fisica e la matematica della giocoleria e, parlando di didattica, l’autore non si rivolge solo agli insegnanti, ma anche agli studenti. L’attività di Federico diventa, come succede sul palco, un’occasione per coinvolgere i suoi amici e per spiegare la fisica, che ritroviamo negli equilibrismi, spiegati con tanto di diagrammi delle forze, nelle leve e nella loro classificazione, nell’equilibrio, stabile instabile e indifferente e nel funzionamento del monociclo.

Oltre alla narrazione, ci sono le illustrazioni di Emanuela Bellisario e, distribuiti tra le pagine, troviamo dei QR code che rimandano a video e link, in coerenza con quanto scrive lo stesso autore: «è fondamentale, quando si spiega, mischiare insieme più registri comunicativi: è nella loro integrazione il massimo potere esplicativo possibile.»

Il libro è alla portata di tutti e si legge molto agevolmente: non è consigliato solo agli insegnanti, ma anche agli studenti delle scuole superiori, visto che i contenuti di fisica sono ben spiegati, mai banalizzati, ma chiari e semplici da capire. Mi ha colpito molto il fatto che Federico Benuzzi non abbia paura di stimolare il lettore a puntare un po’ più in alto e presenti quindi anche un percorso fatto di formule che possano aiutare a capire meglio la fisica. Non si tratta solo di spettacolo della fisica, perché anche la matematica ha un suo ruolo, protagonista negli schemi della giocoleria: non solo aiuta a rappresentare le combinazioni che si possono realizzare, ma può aiutare a trovare nuove combinazioni, come nel caso della “6x44x6”, «definito a furor di popolo il più bello schema di giocoleria che sia mai stato scoperto», per il quale «tutti riconoscono che, senza la matematica, probabilmente non lo si sarebbe mai trovato.»

Dopo aver visto dal vivo «L’azzardo del giocoliere», dal quale è tratto il libro «La legge del perdente», posso confermare che ciò che cogliamo in queste pagine è ciò che Benuzzi presenta nei suoi spettacoli, ovvero un intrattenimento intelligente, ma al tempo stesso coinvolgente, come mi hanno dimostrato i commenti entusiasti degli insegnanti di altre discipline, che mi hanno confermato la chiarezza degli argomenti spiegati. Consiglio vivamente la lettura di questo libro e, se possibile, la partecipazione a uno dei suoi spettacoli, perché, durante le sue performances dal vivo, la giocoleria e l’insegnamento, ovvero le due passioni, le due anime dell’autore, «potranno fondersi nuovamente insieme, in uno spettacolo unico, che vedrà andar di pari passo l’arte e la scienza. La tecnica e la sua descrizione matematica. Fisica e giocoleria.»

Venerdì, 30 Luglio 2021 15:02

Troppo belle per il Nobel

«Troppo belle per il Nobel» è uscito nel 2008 ed è stato ripubblicato in edizione tascabile a fine 2019 dalla casa editrice Bollati Boringhieri. L’autore è Nicolas Witkowski, fisico di formazione, che ha scritto numerose opere sulla storia della scienza, come «La vasca di Archimede» e «La storia sentimentale della scienza».

Il libro è costituito da ventuno capitoli, che attraversano la storia umana a partire dalla preistoria fino ad arrivare al XX secolo. La rassegna proposta è diversa rispetto a tutte quelle realizzate sul tema, perché non troviamo i soliti personaggi: Rosalind Franklin, Lise Meitner e Ipazia vengono citate come esempi nella premessa introduttiva, ma non trovano posto nel percorso, ad esempio. Fin dall’inizio, il testo mostra la sua particolarità, visto che comincia con la preistoria, una storia interamente maschile nella quale la donna è assente, un po’ come la storia delle scienze, scritta esclusivamente dagli uomini. Nella premessa, Witkowski dice le donne che vengono in genere menzionate nelle storie della scienza «si contano sulle dita di due mani» e, per questo motivo, per scrivere il libro ha dovuto «procedere a indagini delicate, rimbalzando da una biografia tronca a una nota a piè di pagina criptata» e soprattutto rimuovere dal quadro generale «la polvere di sufficienza maschile depositata dai secoli». Nella lettura, si riesce a percepire tutto questo lavoro di ricerca e si coglie anche la reale convinzione dell’autore che dice: «A un grand’uomo basta essere eccezionale; una donna deve essere straordinaria.»

La rassegna comincia con Huang Daopo, «inventore» dell’arcolaio a pedale nel XIII secolo, Sophie sorella di Tycho Brahe e Barbara Mühleck moglie di Keplero, dedite alla chimica, e Martine de Beausoleil, che suggerì a Richelieu di creare un corpo di ingegneri minerari. Nel 1700, le donne vengono citate nelle opere letterarie, ma nascoste dietro alcuni asterischi: diventano in questo modo il «simbolo stesso dell’ignoranza» e la loro presenza libera «da qualsiasi complesso d’inferiorità il lettore che altrimenti non avrebbe mai affrontato un’opera erudita». La maggior parte delle donne nominate è nata proprio nel XVIII secolo: Emilie du Châtelet, che tradusse in francese i Principia di Newton, Isabelle Godin, protagonista di un salvataggio inaspettato durante la spedizione per misurare la Terra, Elizabeth Thible, prima donna a mettere piede su una mongolfiera, Charlotte Corday, assassina di Marat, Marie Lavoisier, che portò a compimento il “Trattato di chimica elementare” iniziato dal marito, e Mary Somerville, che riuscì nell’impresa di far uscire le donne dalla cucina fino ad arrivare nell’atrio della Royal Society, dove venne sistemato il suo busto per «celebrare l’autorità dell’intelligenza femminile». Si procede con le scrittrici Mary Shelley e George Sand, con Ada Lovelace, alla quale venne «negato l’accesso alla biblioteca della Royal Society in quanto donna», Sophie Germain, che si finse uomo per poter interloquire con i più grandi matematici del tempo, Agnes Pockels, che fece grandi scoperte nella propria cucina nonostante la reclusione impostale dai genitori, mentre Katherine Blodgett diede seguito ai suoi lavori. Clémence Royer, «intrepida pioniera del femminismo», tradusse in francese l’opera di Darwin mentre Athénaïs Mialaret, che collaborò alle opere del marito, dopo la morte di lui «dovette dimostrare davanti alla giustizia la sua partecipazione all’opera comune». Loïe Fuller si rese protagonista della pericolosa Danza del Radio, mentre l’avventuriera Ida Pfeiffer vide la propria opera plagiata da Jules Verne. Sofja Kovalevskaja, grande matematica, è ricordata più per la sua vita libertina che per le sue abilità nella disciplina, mentre Marie Curie e Hertha Ayrton vengono ricordate anche per il proprio contributo durante la Prima Guerra Mondiale, l’una con le attrezzature realizzate grazie alla scoperta del radio e l’altra con i ventilatori che cambiano l’aria nelle trincee, grazie agli studi sulla fluidodinamica. Nel percorso, incontriamo anche alcune muse, come Alice Liddell, musa di Lewis Carroll, o la donna senza nome che grazie ad un «episodio folgorante e tardivo» permise a Schrödinger di trovare la famosa equazione. Tra i talenti non riconosciuti, troviamo Alicia Boole, figlia del logico e matematico Boole, che «giocava all’ipercubo invece che con le bambole», ma «non conobbe gli onori della gloria scientifica», esattamente come Emmy Noether, «doppio femminile» di Einstein, che ci mostra come «ciò che in Albert suscitava ammirazione, in Emmy infastidiva» o Chieng Shiung Wu, che perse il meritato Nobel per l’esperimento di parità nel 1957. La rassegna si chiude con il campo della primatologia e quattro donne, Jane Goodall, Biruté Galdikas, Shirley Strum e Dian Fossey, che sono riuscite ad approcciare lo studio dei primati in modo completamente diverso e innovativo, rispetto agli uomini che le hanno precedute.

Come si può notare, la rassegna si avventura lontano dai soliti sentieri battuti e, nella lettura, siamo accompagnati da un umorismo sottile e denso di ironia, che ci permette di gustarci la carrellata con una certa leggerezza, mentre continui richiami collegano tra loro i singoli capitoli. Ad ogni capitolo sono dedicate circa cinque o sei pagine, e la conclusione è con il paragrafo “E ancora…”, dove ritroviamo una bibliografia e alcuni suggerimenti per approfondire i riferimenti e i rimandi ad ulteriori argomenti. Un plauso particolare ai due traduttori, Chiara Tartarini, professoressa associata all’Università di Bologna, e Alessandro Serra, scomparso recentemente e docente di psicologia dell’arte. Nella loro traduzione, sottolineano anche i giochi di parole proposti dall’autore e impossibili da rendere in italiano, perciò richiamano il testo originale perché sia possibile, per il lettore, cogliere la sottigliezza di alcuni passaggi. È un libro sicuramente da leggere e da tenere nella propria libreria per rileggerne ogni tanto dei passi: gli aneddoti e i percorsi proposti, che di fatto, per la maggior parte, non conoscevo, hanno arricchito il mio bagaglio personale e diventeranno parte della mia narrazione durante le mie lezioni.

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