«La scienza delle donne» è stato pubblicato nel 2017 dalla casa editrice Hoepli, nella collana Microscopi, diretta da Massimo Temporelli, del quale l’autrice, Maria Rosa Panté, è stata insegnante. Maria Rosa Panté ha pubblicato un libro di poesie, «L’amplesso erotico. Voci femminili dal mito», una raccolta di racconti, «Noi che non fummo muse», un romanzo umoristico, «Non ho l’età» e questo libro, nel 2017, dal quale è stato tratto lo spettacolo teatrale «La passione dei numeri». Ha scritto anche altri testi teatrali e da anni collabora con l’attrice Lucilla Giagnoni. Ha fondato l’associazione FAST (FAcciamole STudiare), con l’intento di sostenere le ragazze nel loro percorso di studi, ospitandole in famiglia.
Il libro raccoglie le biografie di diciotto matematiche: una vissuta nell’antichità, una nata nel XVII secolo, sei nate nel XVIII secolo, cinque nate nel XIX secolo e cinque nate nel XX secolo. Come dichiara l’autrice nell’introduzione, quando le è stato chiesto di scrivere di donne e scienza, ha scelto le matematiche, perché «quando si parla di scienza, l’immaginario collettivo difficilmente colloca la donna nell’ambito del puro pensiero, della speculazione, piuttosto la associa alle scienze applicate e preferibilmente ai settori pratici, inerenti la cura: medicina, chimica, biologia, psicologia.» Uno dei più diffusi stereotipi descrive il cervello femminile come non matematico, ma in realtà la matematica può essere “comoda” per una donna, visto che «non deve uscire di casa, non ha bisogno di laboratori, ma solo della sua mente». Ed è proprio perché le donne scelte non sono “solo” matematiche, che l’autrice sceglie di presentarle non in ordine cronologico (troppo scontato), ma in base ai legami familiari o al loro impegno politico o filantropico. Frequentemente impegnate nel campo dell’educazione, «si dedicano alla costruzione di connessioni e reti», hanno in genere un’estrazione sociale alta e sono «sempre impegnate a “liberare” se stesse dai molti ostacoli del quotidiano». Per quanto Maria Rosa Panté si concentri sulle notizie biografiche e sui risultati ottenuti in campo matematico, i ritratti che emergono descrivono la figura della donna in tutti i suoi aspetti.
Le prime tre matematiche sono “Figlie di papà”, ovvero tre donne che «hanno potuto studiare e si sono appassionate alle materie scientifiche, e alla matematica in particolare, grazie al padre.» Le storie di Ipazia, Elena Lucrezia Cornaro e Olga Alexandrovna Ladyženskaja, sono storie di donne «perseguitate, ostacolate, poco riconosciute nel loro valore, [tanto che] ne sono letteralmente morte». Il capitolo dedicato a madri e figlie ha come protagoniste Annabelle Milbanke, la madre, Ada Lovelace Byron, la figlia, e Mary Somerville, sua insegnante. Ada, figlia di una matematica e di un poeta, regalerà alla storia il primo software e la “colpa” di tale risultato, forse, sarà proprio della poesia che la madre è stata così determinata a “estirpare” da lei. Come ci ricorda l’autrice, «la poesia è tignosa, non ti molla mai, come la matematica, del resto». Nel terzo capitolo incontriamo due “sorelle”, Caroline Lucretia Herschel, sorella di William, matematico, astronomo e compositore, e Simone Weil, sorella di André, uno dei più importanti studiosi del Novecento. Entrambe sono state sostenute dai fratelli, ai quali erano molto affezionate, e hanno potuto fiorire grazie a loro. Il quarto capitolo parla di una moglie, Grace Chisholm Young, costretta a vivere all’ombra del marito, e di un’amante, Gabrielle Émilie Le Tonnelier de Breteuil, marchesa du Châtelet, amante di Voltaire, che «ha fame di conoscere e, in particolare, è attratta da argomenti quasi vietati o impensabili alle donne di quell’epoca», come le opere di Newton e Leibniz. Il quinto capitolo è per Julia Bowman Robinson, definita «una matrigna buona»: è un rapporto simile a quello tra madre e figlio quello che la lega al giovane matematico Yuri Matjasevic, che ha risolto il problema che lei per prima aveva affrontato. Il sesto capitolo è dedicato alla lotta ai pregiudizi, perché «Infagottate, nude, vestite da donna o da uomo, l’abito non fa la matematica, anche se nella storia spesso è l’abito a condizionare il giudizio e il pregiudizio.» Sophie Germain ha dovuto fingersi Antoine Auguste Le Blanc e questo le ha permesso di interagire con i più grandi matematici del tempo, Emmy Noether e Hedy Lamarr sono «due facce della stessa medaglia»: «di una si pensava che fosse troppo matematica per essere una vera donna e infatti era considerata un uomo, [...] l’altra, invece, era troppo bella, troppo femmina per pensare che fosse anche intelligente». Il settimo capitolo è dedicato a due rivoluzionarie: Sofja Kovalevskaja, matematica e scrittrice, che si sposa per poter studiare, e Grete Hermann, «matematica e fisica, filosofa, pedagoga, insegnante, politica». Le ultime due donne sono note filantrope: Maria Gaetana Agnesi, matematica milanese, che ha avuto come obiettivo la gloria di Dio, perseguita attraverso gli studi e, nella seconda parte della sua vita, attraverso la cura delle donne anziane dementi, e Florence Nightingale, nota per aver rivoluzionato il ruolo dell’infermiera, mentre in pochi sanno che ha perseguito la gloria di Dio attraverso la statistica, che per lei era la voce di Dio, perché aiutava a comprenderne i voleri.
Ed è con le statistiche che si chiude questa bellissima carrellata di donne uniche e da imitare: Maria Rosa Panté tira le somme raccontandoci le epoche, i luoghi, lo stato civile di queste donne, indagandone gli ambiti prevalenti delle ricerche di cui sono state autrici, e prospettando al lettore quanto resti ancora da fare in termini di emancipazione della donna, se si allarga lo sguardo e non ci si limita al mondo occidentale.
Questo libro permette ad ognuno di noi di leggere la vicenda delle protagoniste con occhi nuovi, scardinando gli stereotipi presenti anche ai giorni nostri. È un libro di matematica alla portata di tutti, è un libro che ci racconta la storia che non trova spazio nei libri scolastici, è un libro che ci parla della forza delle donne, della loro unicità, della loro eccezionalità. Queste donne non si sono occupate “solo” di matematica, ma hanno usato la matematica per cambiare il mondo e, più attuali che mai, sono delle role model per ognuna di noi.
«Il gatto di Tesla» è stato pubblicato dalla casa editrice Scienza Express a settembre 2020. L’autrice, Monica Marelli, laureata in fisica, è una divulgatrice, ma anche un’illustratrice (la copertina del libro è un suo disegno). Nel 2001, Federchimica le ha conferito il Premio per la divulgazione scientifica e nel 2009 ha vinto il premio Frascati Scienza nella sezione La Scienza per i piccoli. Ci aveva già guidato alla scoperta della meccanica quantistica con «C’era un gatto che non c’era» e, anche in questo caso, è garantita una buona dose di leggerezza, alla scoperta delle «invenzioni, ricerche e meraviglie dell’elettromagnetismo».
La guida, in questo nuovo viaggio, è sempre il “bellissimo tabby tigrato tra il nocciola e il marrone scuro, con il naso mezzo rosa e mezzo bruno e le labbra tutte rosa” del primo volumetto e, questa volta, non si limita a concedere un’intervista in quanto discendente del famoso gatto di Schrödinger, ma coinvolge Monica in un viaggio nel tempo, che la porta al 6 luglio del 1934 a New York, per la precisione al trentatreesimo piano del New Yorker, un albergo all’incrocio tra la Trentaquattresima Strada e la Ottava Avenue. Nella stanza 3327 di questo albergo, Nikola Tesla ha passato gli ultimi anni della sua vita: nonostante l’eccentricità per la quale è noto e forse grazie alla sua amicizia con il felino, lo scienziato permette a Monica di intervistarlo. Le parla della propria vita e dello sviluppo dell’elettromagnetismo: «mi fa bene parlare con te. Rivedo la mia vita, metto a posto i tasselli, rivivo alcune emozioni, belle o brutte che siano».
A partire dai suoi esordi in Europa fino al viaggio che l’ha portato negli Stati Uniti, Tesla racconta la Guerra delle Correnti presentando, per una volta, una versione di Edison molto diversa da quella mitizzata e patinata nella quale ci siamo imbattuti tante volte al cinema. Impariamo anche che Tesla aveva scoperto i raggi X prima di Roentgen e che è il vero inventore della radio, anche se la paternità gli verrà riconosciuta solo dopo la sua morte. Le manie di Tesla vengono presentate con bonarietà, mentre Monica si immedesima nella sua capacità di affezionarsi agli animali e di soffrire per le loro sofferenze: le vicende della Guerra delle Correnti, vissuta senza esclusione di colpi da parte di Edison con il sacrificio di numerosi animali, non possono che farci inorridire.
«Pensate a come sarebbe diversa la nostra vita senza le invenzioni di Tesla: auto, fabbriche, computer… ogni cosa elettrica che ci circonda “contiene” un po’ del suo genio.» Guidati da questa consapevolezza, possiamo seguire il percorso nel mondo dell’elettromagnetismo, godendoci il viaggio, grazie alla guida eccezionale e ad una visione della realtà fuori dall’ordinario. Ancora una volta, un libretto prezioso, che in un paio d’ore può regalarci una visione d’insieme e, soprattutto, la voglia di andare oltre per approfondire l’argomento.
Verifica di matematica, classe prima liceo scientifico.
Argomento: MCD e mcm di polinomi, semplificazione di frazioni algebriche, condizioni di esistenza.
Durata: 60 minuti.
Verifica di matematica, classe quinta liceo scientifico.
Argomento: problemi con parametri, derivabilità, rette normali e rette tangenti.
Durata: 60 minuti.
Verifica di fisica, classe quinta liceo scientifico.
Argomento: induzione elettromagnetica.
Durata: 60 minuti.
Matematica e vita reale
In occasione del Giorno della Memoria, Nicola Ciccoli (professore associato di geometria presso l’Università di Perugia) ha scritto per MaddMaths! quattro ritratti di matematici che sono scomparsi a causa della Shoah. I quattro racconti sono brevi e possono essere un’occasione per parlare del Giorno della Memoria ai nostri alunni, permettendoci di conoscere: Juliusz Pawel Schauder, Jacques Feldbau, Felix Hausdorff e Vladimir Rokhlin. Quella di Rokhlin è una storia di resistenza e passione: resistenza perché è sopravvissuto ai campi di prigionia sia a ovest che a est, ma la sua passione per la matematica gli ha permesso di emergere e di sopravvivere, se pensiamo che durante la prigionia portava con sé un piccolo taccuino nel quale appuntava le sue idee sulla teoria della misura. La storia di Schauder è la storia di un gruppo di matematici che si ritrovano in un locale di Leopoli (nell’attuale Ucraina), e che riescono, allo scoppio della Seconda guerra mondiale, a sopravvivere in un clima di cambiamento continuo. Schauder commetterà l’errore di affidarsi ad un collega, che è in realtà un convinto nazista, e non si conosce nulla della sua morte. Tristissima la morte suicida di Hausdorff che, dopo aver tentato in qualche modo di sopravvivere durante la crescita del nazismo, realizza di non avere più scampo e quindi sceglie, insieme alla moglie e alla cognata, la via del suicidio. La storia di Jacques Feldbau ha una conclusione amara con la morte in un campo di concentramento a venti giorni dalla fine della guerra. Era stato costretto a nascondersi con il nome falso di Jacques Laboreur per nascondere le sue origini ebraiche, ma a nulla è servito; in compenso, ci volle più tempo perché venisse restituito alla storia con il suo vero nome.
Non solo video
Il racconto dei frattali da parte di Giuseppe Mingione è davvero affascinante: una passeggiata attraverso la complessità che nasce dall’iterazione di una regola semplice, che è poi la definizione dei frattali. Mingione parte dal cavolo romano e dalla caratteristica di autosomiglianza dei frattali per arrivare a parlare della fluttuazione dei mercati e della lunghezza delle coste, mostrandoci come la matematica abbia una sua utilità anche in questi ambiti. Parla infine dell’insieme di Mandelbrot e quindi del fascino della matematica legato a queste figure geometriche. Giuseppe Mingione è professore ordinario di analisi matematica all’università di Parma e ha come tratto distintivo la capacità di trasformare la complessità della matematica in una semplicità accessibile a tutti: questa chiacchierata per Ted di Arezzo ne è la dimostrazione.
MATH-segnale ha mantenuto la promessa fatta e il 16 gennaio Davide e Riccardo hanno pubblicato il video della premiazione della Notte dei meme. A conclusione del contest, possiamo goderci la grande fantasia dei ragazzi che hanno partecipato e soprattutto riflettere sulle difficoltà che sentono di avere in alcuni argomenti.
La matematica ha tutte le risposte?
Andrea Zanni ha realizzato una bellissima intervista a Silvia De Toffoli, matematica e filosofa: l’inizio fa riferimento al “bilinguismo” della ricercatrice, che ha unito lo studio della matematica a quello della filosofia, e si procede poi nella descrizione della ricerca matematica attuale, parlando di storia della matematica, in particolare della crisi dei fondamenti di inizio Novecento con Gödel e Hilbert, e proponendo alcune ottime letture. Si parla di entrambe le discipline, passando da una all’altra, considerandole come un’unica cultura e, soprattutto, senza dare più importanza al sapere umanistico rispetto a quello scientifico, come spesso avviene invece in Italia. Un ottimo approfondimento!
Ulteriore dimostrazione dell’inscindibile legame tra matematica e filosofia è il video del canale Veritasium, Math has a fatal flaw, ovvero la matematica ha un difetto fatale. Si tratta di un video di mezz’ora, abbastanza impegnativo sia come contenuti sia perché è in inglese, che spiega molto bene il teorema di incompletezza di Gödel. L’autore comincia con l’esempio di alcune verità impossibili da provare presenti nel gioco Life di Conway, nel confronto tra gli infiniti di Cantor, e, passando attraverso il paradosso di Russell, arriva all’imperativo di Hilbert “conosceremo!” e al suo discorso sulla matematica completa, consistente e decidibile. “A volte non conosciamo e non possiamo conoscere, ma nel tentativo di trovare queste risposte possiamo scoprire cose nuove che contribuiscono a cambiare il nostro mondo”, così viene detto in un passaggio. Questi problemi fondamentali non hanno distrutto la matematica, ma l’hanno resa più forte: hanno contribuito a trasformare il concetto di infinito, a cambiare il corso di una guerra mondiale e hanno portato all’invenzione dei nuovi dispositivi che usiamo quotidianamente.
Il nuovo video del MATH-segnale riguarda il problema di Basilea: Davide e Riccardo puntano un po’ più in alto, con la loro attività divulgativa, proponendoci un argomento che coinvolge la convergenza delle serie, ma niente paura! Tutto è presentato benissimo come sempre, con una chiarezza data (anche) da animazioni e immagini sempre efficaci. A queste si è aggiunta la timeline in alto nel video per aiutarci a capire a che punto siamo della storia. Non mancano momenti di leggerezza (penso ad esempio alla risata che mi ha fatto fare la musica associata all’ingresso in scena di Eulero!), ma bisogna effettivamente prendersi la mezz’ora necessaria per seguire con attenzione quanto presentato. La conclusione è (forse) terribile per quanti sono convinti che la matematica abbia sempre tutte le risposte: ci sono molte domande senza risposta nel mondo della matematica, ma l’entusiasmo e la capacità hanno permesso ad Eulero di ottenere risultati ragguardevoli, come ci ricorda il post del blog Close-up Engineering, che dedica a sua volta al matematico un’interessante presentazione del problema di Basilea.
Davide e Riccardo del MATH-segnale continuano a mettersi alla prova con gli shorts, ma stavolta non propongono semplici soluzioni di disequazioni. È il momento delle domande importanti, ovvero: pi greco è un numero normale? Se non sapete cosa sia un numero normale, non vi resta che guardare la spiegazione. Anche questa, in fondo, è una domanda senza risposta.
Matematica in giro…
Alberto Saracco ha intervistato Sofia Tavernelli e Selene Chiara Fabbriciani, che hanno realizzato due fumetti, per la loro prova d’esame del corso di artefatti geometrici per la didattica. I due fumetti, nella propria semplicità, mostrano tutta la ricchezza della didattica della matematica e della geometria proiettiva: il primo mostra la difficoltà di riportare una sfera su un piano e il secondo presenta il legame tra la storia dell’arte e la matematica.
Sandra Lucente, docente dell’Università di Bari, approfitta dell’ospitalità del blog Josway (o forse il blog Josway approfitta della bravura di Sandra Lucente) per parlare di Castel del Monte e della geometria nascosta dietro il celebre castello: ottagoni, numeri nascosti, rapporti aurei e triangoli… La spiegazione è davvero interessante e chiara: ci offre un assaggio di quanto ritroviamo negli Itinerari matematici in Puglia e può essere un ottimo modo per mostrare in classe la geometria nella pratica. D’altra parte, che la matematica sia presente nella realtà ci è stato mostrato, a più riprese, dai grafici della pandemia dei mesi scorsi. Stefano Pisani – noto sia per la sua collaborazione con Lercio che per la sua attività divulgativa in quanto matematico – richiama, in chiusura d’anno, proprio l’importanza della conoscenza matematica per interpretare la realtà, rifacendosi alla frase di Galilei “Il libro della natura è scritto nella lingua della matematica”.
Ricorrenze importanti…
Il 9 Febbraio la facoltà di Scienze matematiche fisiche e naturali dell’Università Cattolica di Brescia festeggia il proprio cinquantesimo attraverso una serie di iniziative che vanno sotto il titolo “Numero, tempo, intelligenza: le parole del futuro”. Si comincia con il saluto istituzionale, l’introduzione del preside di facoltà Maurizio Paolini e poi ci sono tre conferenze, tenute da Alfio Quarteroni, Antonio Ballarin Denti e Fulvio Parmigiani. L’evento si può seguire in presenza (e in tal caso è necessario iscriversi) oppure si può partecipare online connettendosi al link teams indicato.
Da cosa nasce cosa
La nostra partecipazione al festival di BergamoScienza, quest’anno, ha portato alla realizzazione di un laboratorio-gioco, un bestiario matematico costellato di giochi, indovinelli, quesiti. Al termine dell’esperienza, continuiamo a raccogliere dei frutti: questo video è stato realizzato da Maria Teresa Campana (classe 4^ liceo classico) che ha fatto una riflessione (non solo matematica) su Beta. Nel nostro laboratorio, Beta era stato presentato come un animale che ha a che fare con Eratostene (soprannominato Beta dai contemporanei che erano più critici con lui) e con il suo crivello per individuare i numeri primi.
Buona matematica! Ci sentiamo tra TRE settimane!
Daniela
Verifica di matematica, classe quinta liceo scientifico.
Argomento: derivate e definizione di derivata.
Durata: 20 minuti.
Una newsletter fuori programma…
Non potevo aspettare la scadenza delle tre settimane per parlarvi di questa nuova pubblicazione sul sito.
A ottobre, abbiamo partecipato al Festival di BergamoScienza e, come ogni anno, i nostri ragazzi sono riusciti a creare cose bellissime. Quest’anno, visto che le attività sono state – ancora una volta – a distanza, abbiamo deciso di dare una seconda vita a ciò che i ragazzi avevano ideato e, durante le vacanze di Natale, c’è stata l’occasione (e il tempo) di pubblicare sul sito quanto fatto (dopo opportune modifiche, ovviamente).
Ho già avuto modo di descrivere in modo abbastanza dettagliato quanto fatto, ma un conto è descrivere, un conto è permettere a chiunque di ripercorrere quanto fatto.
«Siamo nel Parco delle Cornelle, ma, dall’ultima volta che ci siete stati, tutto è cambiato. Dopo avervi smistato nei vari ingressi, la vostra guida estrae dalla tasca il vostro biglietto, ma… c’è un problema!» Comincia così il percorso del laboratorio che i nostri ragazzi hanno proposto agli studenti delle medie (e, in una versione più semplificata, anche alle quinte della scuola primaria). I nostri animatori, in realtà, sono stati anche più bravi, riempiendo di colore e vivacità il racconto: io ho cercato, in qualche modo, di proporvelo con i toni accesi della loro fantasia, ma un racconto scritto non avrà mai la stessa vivacità della parola viva. Spero riuscirete a farvi contagiare dal loro entusiasmo, e che sceglierete di visitare questo bestiario matematico che, in qualche modo, è stato ispirato dal Bestiario Matematico di Paolo Alessandrini, del quale trovate una citazione proprio al termine del percorso, con l’animale matematico più comune, più noto, più diffuso, ma anche più affascinante.
«È una mattina di ottobre ed è appena suonata la sveglia. Fuori dalla finestra, il cielo è grigio e il vento freddo muove le fronde degli alberi. Fa freddo. Dopo aver indossato la prima felpa che hai trovato, scendi a fare colazione.» Questo è l’incipit dell’escape room ideata dai nostri animatori più grandi: proposta ai maggiori di 13 anni, è stata presentata per un solo fine settimana. Prendetevi un po’ di tempo e seguite il percorso: è strutturata proprio come un’escape room e, chiusi nel solaio di una vecchia casa, con un sacco di strani oggetti, potremo guidarvi alla scoperta di vostra nonna, il personaggio misterioso che… No! È meglio che non aggiunga altro, perché potrei fornirvi degli indizi non previsti!
Solo un consiglio: approfittate di questi ultimi giorni di vacanza per giocare un po’ con la matematica!
Buona matematica e buon anno! Ci sentiamo tra dieci giorni!
Daniela
PS: Per riuscire a muovervi all’interno del percorso, in entrambi i casi è necessario usare il pc, visto che le mappe non sono gestibili attraverso lo schermo dello smartphone.
Pare che le stelle non funzionino. Forse c'è un guasto da riparare. Trovi qualcosa nella stanza che ti possa aiutare nell'impresa?
Tutti i riferimenti presenti nell’escape room sono stati presi (e reinterpretati) dal libro scritto da Amalia Ercoli Finzi con la figlia Elvina, Oltre le stelle più lontane.