«Il fattore coniglio» è un romanzo pubblicato a marzo 2023 dalla casa editrice Mondadori per la collana Strade Blu. Primo romanzo di una trilogia, dovrebbe essere seguito da «Il Paradosso dell’alce», non ancora pubblicato in Italia, e «La teoria del castoro», che verrà pubblicata in Finlandia a ottobre del 2023. L’autore è Antti Tuomainen, copywriter pluripremiato, che nel 2007 ha fatto il suo debutto letterario, ottenendo grandi soddisfazioni e premi anche come scrittore.
Il protagonista della trilogia è Henric Pekka Olavi Koskinen, un attuario quarantaduenne, convinto di poter trovare qualsiasi risposta nella matematica: «Fin da bambino avevo capito che la chiave era la matematica. La gente tradiva, i numeri no. Ero circondato dal caos, ma i numeri rappresentavano l’ordine.» La sua vita così ordinata e prevedibile, basata su un equilibrio che pare cristallizzato – «Vivo per conto mio, da solo. Considerate tutte le variabili stocastiche, è di gran lunga l’opzione più sensata» – viene sconvolta. Dapprima, dopo anni di lavoro come attuario presso un’assicurazione, impegnato a valutare i rischi attraverso il calcolo delle probabilità, si dimette, «perché non sopportavo di vedere il mio posto di lavoro trasformato in un parco giochi». Poi, all’inaspettata morte del fratello, riceve in eredità proprio un parco divertimenti, o, come precisa lui stesso più volte, un parco avventura. Purtroppo, riceve in eredità anche un grande debito, dovuto al vizio del gioco del fratello, e questo, attraverso una serie di imprevisti, sconvolge la vita di Henric fino a farlo dubitare di riuscire a risolvere i suoi problemi con la matematica, come ha sempre fatto.
Il libro è davvero interessante perché offre un modo esilarante di considerare la matematica, attualizzandola e mostrandone l’efficacia nella quotidianità. Oltre all’originalità del protagonista, c’è la suspence che ci fa sentire la necessità di andare oltre, dalla prima all’ultima pagina, nella speranza di riuscire a trovare una soluzione che possa in qualche modo portare un vantaggio al protagonista, «un attuario […] aduso alla logica e alla prevedibilità; in una parola, a ragionare». È proprio questo suo modo di interpretare la realtà che a un certo punto presenta un limite: è come se la matematica non fosse adatta per interpretare il mondo che ci circonda, perché la maggior parte delle persone non agisce in base alla logica e sembra che l’arma di difesa di Henric sia ora inefficace.
Nel racconto non mancano riflessioni sulla vita, date dalle citazioni di Schopenhauer (che è anche il nome del gatto del protagonista) che nel suo saggio “Della vanità e dei dolori della vita” parla dell’esistenza umana come di un debito per il quale «la richiesta di pagamento assume la forma dei bisogni pressanti, dei desideri tormentosi e delle infinite miserie che l’esistenza stessa ha creato». Ad una vita che avviene nel peggiore dei mondi possibili, si contrappone l’interpretazione di Leibniz, che parla di «migliore dei mondi possibili», ma per Henric è più attendibile il filosofo, perché, dati i problemi che si trova ad affrontare, «trovare una soluzione a questi problemi è una questione di vita o di morte, letteralmente». La copertina del libro, invitandoci alla lettura con conigli dispersi tra formule matematiche, ci ingolosisce parlando di «un esilarante noir pieno di amore, morte e matematica attuariale» ed è l’amore per Laura, la direttrice del parco, a sovvertire l’ordine più che mai, visto che le parole di Henric non sono più «il risultato né di un pensiero critico né di alcun processo computazionale» come invece avveniva in precedenza.
La successione degli eventi è così assurdamente improbabile da rendere impensabile una soluzione matematica, forse proprio perché il protagonista appare così rigido: è solo apparenza, perché la matematica regala una flessibilità tale da permettere ad Henric di cavarsela.
TRAMA:
La vicenda ha inizio il 25 marzo del 510 a.C. e si conclude, quasi cinque mesi dopo, il 12 agosto. La scena iniziale vede Pitagora, l’uomo più influente del periodo, davanti ai sei uomini più importanti della sua scuola, i Grandi Maestri tra i quali vuole trovare un successore: “solo colui che fosse stato nominato suo successore avrebbe ricevuto gli ultimi insegnamenti, salendo così un altro gradino sulla scala tra l’uomo e la divinità”. All’improvviso, Cleomenide, uno dei Maestri, muore avvelenato dalla mandragola contenuta nel vino che sta bevendo.
Qualche giorno dopo, Akenon, egizio noto per la sua abilità a investigare, si trova a Sibari, presso Glauco, un aristocratico che vuole verificare un tradimento. Akenon ristabilisce la verità, ma solo l’intervento di Arianna, la figlia di Pitagora, lo salva dalle conseguenze. Pitagora vuole coinvolgerlo nelle indagini, ma inizialmente Akenon non ha intenzione di prendervi parte: solo la seconda morte lo convincerà a fermarsi a Crotone per risolvere il mistero. Arianna lo aiuta nelle indagini, mentre Cilone, membro del Consiglio dei Mille, trama contro i pitagorici e tenta di eliminare Akenon, guardato con ostilità perché straniero e perché cerca di risolvere il caso.
COMMENTO:
Il libro è fedele agli episodi storici del VI sec. a.C., periodo nel quale Pitagora è stato uno degli uomini più influenti. I personaggi principali come Milone, il genero di Pitagora, Cilone, vendicativo e meschino, e Telis, il capopopolo sibarita, sono realmente esistiti e reale è la vicenda che li vede coinvolti, almeno nella sua parte principale, se escludiamo la finzione letteraria del giallo.
Nonostante le sue 700 pagine, la vicenda scorre velocemente, mentre si viene catturati dal mistero e dalla storia di Akenon e Arianna, sia per il loro passato che per quanto si trovano a condividere.
Geniale la trovata dell’autore che presenta alcune pagine di un’inesistente Enciclopedia matematica, scritta da Socram Ofisis nel 1926 (Socram è Marcos al contrario): si comincia con la storia di Pitagora e si continua con la presentazione dei contenuti matematici, ovvero il pentacolo, il pi greco, la sezione aurea, il teorema di Pitagora e i numeri irrazionali.
Il libro è consigliato a tutti coloro che amano la lettura, perché è un modo diverso dal solito per imparare qualcosa della matematica e della filosofia del mondo pitagorico e della storia della fine del VI secolo a.C.
Per chi volesse avere ulteriori informazioni, può visitare il sito dell’autore http://www.marcoschicot.com, nel quale viene raccontata la genesi del libro, della quale è responsabile Lucia, la primogenita di Chicot.
TRAMA:
Il romanzo parla della morte di Cartesio, tutt’ora oggetto di numerose congetture e ipotesi: la polmonite non convince il dottor Eike Pies, medico e storico tedesco, che ha scoperto una lettera scritta da Van Wullen, secondo medico della regina Cristina di Svezia, a un collega. Nella lettera, il medico descrive i sintomi di Cartesio, non riferibili alla polmonite, ma all’avvelenamento. Nel romanzo, Bondi parte dagli avvenimenti storici per presentarci la sua verità: ha incontrato personalmente il dottor Pies, dopo aver letto il suo libro, e ha deciso di scriverne a sua volta per riproporre la necessità di ristabilire la verità all’attenzione generale.
L’intreccio si sviluppa seguendo tre linee principali, che vengono presentate alternate: la morte di Cartesio, la conversione della regina Cristina e, ai giorni nostri, il test dell’assorbimento atomico sul teschio. Nella parte riguardante la morte di Cartesio, l’autore ci presenta le varie ipotesi di complotto che sono state indagate nel corso degli anni, con i personaggi che ruotano attorno alla figura del filosofo. La parte riguardante la conversione della regina Cristina ha, tra gli attori principali, Raimondo Montecuccoli, generale dell’impero asburgico, che, quattro anni dopo la morte del filosofo, riceve l’ordine di Ferdinando III d’Asburgo di recarsi a Stoccolma per un’importante missione diplomatica. Il generale ha il compito di accompagnare Cristina a Roma, visto che ha manifestato il desiderio di convertirsi al cattolicesimo, ma, nel corso della vicenda romanzata, Montecuccoli – che ha capito che la morte di Cartesio ha coinvolto emotivamente la regina – decide di indagare per capire le reali cause della morte del filosofo.
L’ultima parte della storia è ambientata nel presente, precisamente nel 2009 e tra i protagonisti, oltre al dottor Eike Pies, ci sono Elisabetta Palatini, dottoranda in filosofia presso l’Università di Parma, e Thomas Doyle, professore di filosofia presso la Oxford University. Partendo proprio da uno scritto lasciato da Montecuccoli, una sua lettera indirizzata al Papa e scritta sul letto di morte, i due studiosi vogliono stabilire la verità riguardo la morte di Cartesio e decidono di trafugarne il teschio, conservato al Musée de l’Homme di Parigi per poterlo sottoporre al test dell’assorbimento atomico.
COMMENTO:
L’intreccio delle tre vicende permette di avvicinarsi poco a poco alla conclusione, scoprendo la verità dell’autore sulla morte di Cartesio. Al termine del romanzo, inoltre, la nota di Bondi permette di ricostruire la verità storica della vicenda e stupisce scoprire quanto l’autore abbia mantenuto il legame con la realtà.
Il romanzo è davvero coinvolgente e alla portata di tutti, consigliato a chi vuole “incontrare” la figura di Cartesio in un modo non convenzionale. La verità sulla sua morte è ancora oggetto di congetture e ipotesi, ma chissà che prima o poi si possa giungere a una conclusione, grazie anche alle nuove analisi che la scienza ci mette a disposizione.
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