«Il mistero del suono senza numero» è stato pubblicato dalla casa editrice Scienza Express a maggio 2017 e l’autore è Flavio Ubaldini: conosciuto sul web come Dioniso, è l’autore del blog Pitagora e dintorni, un «diario con divagazioni». All’interno del blog troviamo un’autobiografia quasi poetica, a tratti musicale – Ubaldini è laureato in matematica e diplomato in trombone – che dice tutto del suo percorso e dei suoi sogni, abbinando ogni fase della sua vita al colore del cielo.
Dove la storia sfuma nella leggenda, si crea lo spazio per il mistero ed è proprio lì che nasce questa storia, nella leggenda che ammanta la figura di Pitagora, come indicato dal sottotitolo «Pitagora e la musica dell’universo». Le idee più profonde della matematica e della filosofia pitagorica sono trasmesse al lettore nel corso della storia e, permeando la vicenda, consentono un’assimilazione più efficace dei concetti difficili. In esergo troviamo la scritta Panta ariqmoz esti, cioè Tutto è numero: è il motto della scuola pitagorica. Si tratta di un numero che ha perso la sua entità astratta, essendo un costituente fisico dell’universo ammantato di sacralità.
Tra i protagonisti, Ippaso, responsabile della scoperta degli irrazionali, è colui da cui tutto ha origine ed è per questo motivo che lo troviamo già nel prologo, dopo che è stato espulso dalla scuola, protagonista di una violenta lite. Mentre giace a terra incosciente, la sua mente torna a quando, quattordici anni prima, ha incontrato per strada Pitagora ed è rimasto affascinato dalla sua voce. Aveva appena sostenuto la competizione delle Olimpiadi, quando ha deciso di far parte della scuola. Descritto come presuntuoso e facile preda delle emozioni, Ippaso è il classico allievo irriverente e indisponente, ma molto intelligente. Non è amato, come spesso capita agli innovatori, anche se Pitagora rivede sé stesso in lui.
La scuola di Pitagora è caratterizzata dalla segretezza, ma non è solo rigida, come lasciano intuire le sue regole, è anche innovativa, visto che permette l’accesso alle donne, è chiusa verso chi non è devoto al sapere – come mostrato dalla distinzione tra acusmatici e matematici – ma al tempo stesso è aperta a tutti, senza distinzione di genere o di ceto. Durante lo sviluppo della storia, si ha l’impressione di veder nascere un triangolo, che ha ai suoi vertici Pitagora, Ippaso e un altro membro della scuola con il quale c’è una rivalità per il cuore di Muia, la figlia di Pitagora. Mentre Ippaso fa le sue scelte spinto dall’amore per il sapere e dalla volontà di trovare la verità, l’altro ambisce al potere e riesce a manipolare Pitagora.
Il percorso è davvero interessante: in superficie è una storia semplice e ricca di mistero, ma in profondità nasconde l’essenza della matematica: mette in luce le caratteristiche della scuola pitagorica, il percorso della ricerca matematica dalla nascita di un’idea fino alla sua formalizzazione, ed evidenzia come le domande fondamentali si mostrino a volte come banali, ma possano mettere in crisi anche i saperi più antichi. Nel corso della narrazione, il lettore capisce, attraverso gli esempi forniti, cos’è una dimostrazione, il cuore del sapere pitagorico, che permette l’accesso alla «profonda essenza della verità» e, al tempo stesso, porta le affermazioni provate ad assumere una «validità universale».
Matematica in podcast
Nel decimo episodio del podcast Le maschere del Carnevale Matematico, Fabio Quartieri intervista due scrittori: il primo, Flavio Ubaldini, è un informatico e autore del blog Pitagora e dintorni, e parla dei due romanzi pubblicati con Scienza Express, Il mistero del suono senza numero, ambientato a Crotone nella scuola pitagorica, e Il mistero della discesa infinita, ambientato a Elea e riguardante Zenone. Nelle sue storie, Flavio Ubaldini usa il mistero per raccontare la matematica, dopo aver fatto un grande lavoro di ricerca, visto che si è anche recato sul luogo di ambientazione della storia. Oltre alla scrittura, ciò che lo accomuna alla seconda intervistata, Elena Tosato, è la passione per la matematica: Elena ha cominciato a scrivere poesie scientifiche nell’estate dopo aver sostenuto l’esame di Fisica 1, quando, in terzine, ha scritto il centunesimo canto della Divina Commedia, immaginando Dante che entrava nel mondo della fisica esplorando il secondo principio della termodinamica. Crescendo nelle sue composizioni, quando Le Scienze ha realizzato una collana dedicata ai paradossi, Elena ha cominciato a scrivere un sonetto per ogni paradosso e, su consiglio di Roberto Lucchetti, ha proposto il suo lavoro per la pubblicazione: Scienza Express ha dato vita alla sua poesia con il libro E tutto sembrò falso e sembrò vero.
Matematica in un’ora
Il progetto Un’ora sola di Rai Scuola ripresenta al pubblico, rivisitando in chiave moderna, ciò che è stato prodotto negli anni scorsi dalla Rai, in ambito educativo e culturale. La seconda puntata è stata dedicata all’arte e alla matematica e il protagonista è stato Michele Emmer, matematico e regista. Nell’arco di dieci anni, a partire dal 1979, ha realizzato, con l’aiuto del padre Luciano, regista di cinema e di film d’arte, 18 cortometraggi sui rapporti tra cultura umanistica e matematica, esplorando diversi ambiti. Ritroviamo le tassellazioni e la figura di Escher, con l’esplorazione dell’Alhambra e lo studio delle tassellazioni ivi rappresentate. Ci sono spezzoni di interviste a Penrose, che non parla solo delle tassellazioni e del suo rapporto con Escher, ma anche delle figure impossibili, lo stesso Emmer ci presenta il nastro di Mobius e ci parla di Flatlandia e del cortometraggio tratto dal film (una vera sfida con i mezzi degli anni ’80). Il viaggio tra matematica e arte si conclude con la grande passione di Emmer, cioè le bolle di sapone, che affascinano tutti, ma contengono anche una grande ricchezza matematica, espressa dalle superfici minime.
Matematica in libri
Ritroviamo le superfici minime anche nel percorso proposto da Marco Andreatta con il libro Archimede, l’arte della misura. Il viaggio comincia con le leggende legate alla vita di Archimede e prosegue con una descrizione dettagliata del suo metodo meccanico, che ha anticipato l’analisi matematica attuale. Le superfici minime sono le protagoniste del teorema egregio di Gauss e sono uno dei gradini della scala che ci permette di raggiungere l’equazione di campo di Einstein. Dalla descrizione del globo terrestre, grazie al calcolo del volume e della superficie della sfera di Archimede, si è passati attraverso la definizione di sfera come superficie minima con Gauss, per approdare all’equazione di campo di Einstein che mira a descrivere la forma dell’universo. La conclusione è di alto livello, visto che si parla di onde gravitazionali. La lettura, particolarmente interessante, per quanto impegnativa è sicuramente adatta a tutti. Nel corso della narrazione incappiamo anche nella scodella di Galilei, nella quale i volumi sono confrontati grazie al principio di Cavalieri, descritto in questo breve video usando i fumetti. Nel video, Maurizio Medina evidenzia come il principio sia sufficiente ma non necessario.
Matematica donna
Claudia Malvenuto, professore associato di matematica alla Sapienza Università di Roma, presentando Ingrid Daubechies nel giorno in cui è stata insignita della laurea honoris causa in matematica, ha citato Elizabeth Cady Stanton, femminista e attivista vissuta nel XIX secolo, la cui citazione è stata incisa all’ingresso dell’Università di San Diego: “Lo sviluppo della propria persona è un dovere più alto del sacrificio di sé”. RaiPlay ci propone una breve intervista della celebre matematica, considerata la madrina delle immagini digitali, visto che si è occupata della compressione delle immagini. Nel corso del suo racconto, Ingrid Daubechies, che in realtà è laureata in fisica, dice che la madre era preoccupata per il suo futuro, che prevedeva senza una fissa dimora, avendo scartato ingegneria in favore della fisica. Al di là di queste note di colore, ciò che colpisce è la sua affermazione riguardo l’insegnamento della matematica: sostiene che dovremmo migliorare la didattica, non solo per questioni di genere, ma per incrementare le opportunità di successo di tutti. Infatti, come per lo sport è irrealistico aspettarsi che tutti possano diventare atleti olimpionici, ma è comunque importante che tutti possano vivere lo sport come momento di crescita, allo stesso modo in matematica: non tutti avranno la possibilità di eccellere, ma è importante che a tutti sia data la possibilità di imparare.
Matematica tra dimostrazioni e ChatGPT
Davide Murari, dottorando in Analisi Numerica, gestisce il blog MathOne, la cui mission è già esplicitata dal sottotitolo: “pillole di matematica per comprenderla meglio ogni giorno”. In uno dei suoi ultimi post parla dello sviluppo dei dispositivi di calcolo nella storia, sottolineando il fatto che la matematica non si può ridurre al calcolo, perché è ragionamento, logica, astrazione. Citando Leibniz, Davide dice che «È indegno che uomini eccellenti perdano ore ad essere schiavi dei calcoli». Va in questa direzione anche Presh Talwalkar del canale Mind Your Decisions, proponendoci due video interessanti, che contengono una dimostrazione. Il primo riguarda i numeri di Dudeney, cioè quei numeri la cui radice cubica è data dalla somma delle cifre che li compongono. I numeri in questione sono solamente sette e Presh Talwalkar, dopo averci guidato nel ragionamento, riconosce che non sono tanti i numeri che potrebbero avere questa proprietà, ma diventerebbe lunga fare il calcolo per tutti, perciò chiede l’aiuto di ChatGPT. Allo stesso modo, riesce a dimostrare che 69 è un numero parecchio interessante dal punto di vista matematico, perché se ne calcoliamo il quadrato e il cubo scopriamo che i due numeri sono composti da tutte e dieci le cifre. Anche in questo caso, Presh Talwalkar si fa aiutare da ChatGPT. Se non vogliamo ricorrere all’Intelligenza Artificiale, possiamo sempre seguire il consiglio di Davide Murari, che parla del Metodo di Hadamard per la soluzione dei problemi. Costituito da quattro fasi, dà molta importanza al pensiero inconscio e al momento del riposo. In altre parole, richiama l’intuizione creativa descritta in questo articolo di Piergiorgio Odifreddi: «l’esperienza di Poincaré gli suggeriva che i suoi risultati più famosi, come lui stesso raccontò, gli erano venuti con ispirazioni improvvise: dopo aver bevuto una tazza di caffè, sul predellino di un autobus sul quale stava salendo, passeggiando sulla spiaggia, attraversando la strada... In momenti, cioè, in cui l’inconscio aveva preso le redini del pensiero, dopo che a lungo e consciamente questo si era concentrato sui problemi da risolvere.»
Matematica in vacanza… in video
Ci sono alcuni canali YouTube che val la pena seguire anche in estate, peché possono proporci delle sfide, consentendoci di mantenerci allenati, ma al tempo stesso ci invitano a tenere aperta una finestra sulla matematica, coltivando la nostra passione. Sto parlando sempre di Presh Talwalkar e del suo Mind your decisions: il video che propongo con questa newsletter comincia con otto ottagoni che racchiudono un poligono di 16 lati del quale bisogna determinare l’area, facendo alcune considerazioni geometriche. Sempre in termini di aree, troviamo l’area del dodecagono inscritto in una circonferenza di raggio uno, calcolata con una dimostrazione grafica, nello stile proprio del canale Math Visual Proofs. Tra i canali proposti non può mancare il MATH-segnale, che ci offre degli shorts con dimostrazioni di 60 secondi, come quella della disuguaglianza triangolare (ma non mancano i video più “leggeri”, come questo, che scherza sui fattoriali e i baci dei matematici!). Recentemente, mi sono imbattuta in GeoMathry, che offre video davvero stimolanti! Non può mancare IlariaF Math, che con questo video sui quadrati magici ci invita alla riflessione e al ragionamento, e che in passato ha proposto i problemi della Matematica da ombrellone. Anche Federico Benuzzi ci offre un repertorio vastissimo di brevi filmati: dalla matematica alla fisica, passando per l’attualità e raccogliendo, spesso, le provocazioni di chi lo segue. In questo caso, si parla del quinto postulato di Euclide e si arriva a citare Bertrand Russell.
Matematica sempre nuova
In un post su Facebook a fine maggio, Gianfranco Bo, del blog Base Cinque – appunti di matematica ricreativa, si era domandato se Flatlandia avrebbe potuto accettare un monotile, come l’ein-stein recentemente scoperto, che per completare la tassellazione aveva bisogno di uscire dal piano per eseguire una riflessione. Probabilmente, Kaplan, Smith, Myers e Goodman-Strauss hanno letto il post di Gianfranco e hanno realizzato una nuova tassellazione non periodica che si basa solo su traslazioni e rotazioni. MaddMaths!, sempre sul pezzo, ci fornisce le immagini e il link all’articolo per capire meglio di cosa si tratti.
Buona matematica! Ci sentiamo tra TRE settimane!
Daniela
«Archimede, l’arte della misura» è stato pubblicato nel 2021 dalla Casa Editrice il Mulino, sesto libro della collana “Formule per leggere il mondo”, che esplora le formule presentandone il percorso di scoperta fino ad arrivare all’utilizzo attuale, passando per i problemi da esse risolti. L’autore è Marco Andreatta, che con questo libro ha vinto il Premio Nazionale per la Divulgazione Scientifica nel 2022, nell’area “Scienze matematiche, fisiche e naturali”. Marco Andreatta è professore ordinario di geometria all’Università di Trento, nella sua carriera è stato Presidente del Muse, il museo delle scienze di Trento, e con la casa editrice il Mulino ha pubblicato anche «La forma delle cose. L’alfabeto della geometria» nel 2019.
Il racconto di Marco Andreatta prende avvio dalla considerazione che la misura delle cose «è un’attività centrale della specie umana, con implicazioni non solo di natura matematica e scientifica ma anche economica e politica».
Con il primo capitolo incontriamo l’aneddoto più noto riguardante Archimede, cioè la difesa della città di Siracusa durante l’assedio romano: al termine ci sarà un cambio di equilibri di potere che determinerà un arresto dello sviluppo della matematica. Il secondo capitolo è dedicato al Metodo e l’autore indaga con dovizia di particolari il contesto nel quale è stato scritto. Come tante altre opere dell’antichità, ha avuto un percorso travagliato, visto che è stato perduto, ritrovato, trafugato, ed è ricomparso solo nel 1998, quando ha cominciato una seconda vita nella sua versione digitale, accessibile a tutti. Il terzo capitolo è dedicato all’opera La misura del cerchio e della sfera, e i calcoli meccanici di Archimede sono ripercorsi con attenzione e tradotti nel linguaggio moderno, per essere resi più facilmente accessibili: il percorso è a tratti impegnativo, se si vuole seguire il procedimento, ma le figure e la chiarezza dell’autore non possono che essere fonte di ispirazione.
Dal quarto capitolo in poi, Archimede approda alla storia moderna, dove viene riscoperto, rivisitato, reinterpretato: in piena rivoluzione scientifica, Galileo Galilei ne utilizza i metodi per dimostrarci che il volume della scodella è uguale al volume del cono. Andreatta ci permette di scoprire in autonomia i calcoli proposti, attraverso un brano dei Discorsi di Galilei, con il quale ci invita a cogliere la ricchezza letteraria dell’opera. Dopo Galileo Galilei, è la volta di Guass: il suo teorema Egregium diventa l’inizio di un percorso che porta alle geometrie non euclidee, con la geometria sferica e l’imperfezione delle carte geografiche, fino ad arrivare al modello della pseudosfera di Beltrami, con la trattrice e la geometria iperbolica. Dopo il teorema di uniformizzazione dimostrato da Poincaré, il problema isoperimetrico e l’indagine degli iperspazi, con i tesseratti e le ipersfere, giungiamo ad Einstein, che usa la geometria di Riemann nella teoria della relatività.
Pur non mancando di spiegare e dimostrare classicamente, l’autore mostra di prediligere un approccio meccanico, simile a quello di Archimede, e non manca di sottolineare la ricchezza di questo metodo. Nel percorso non mancano i riferimenti letterari, come il Purgatorio e il Paradiso di Dante, e la scalata si conclude con l’interpretazione geometrica di Minkowski della teoria della relatività. L’ultimo passo è dato dall’equazione di campo, riconosciuta come una versione contemporanea di quella di Archimede, che presenta da un lato il marmo pregiato della geometria e dall’altro il legno scadente della materia. Archimede ha descritto la sfera, e quindi il globo terrestre, calcolandone il volume e la superficie, Gauss è ripartito dalla sfera, definendola come la superficie di massimo volume con un dato bordo, e l’equazione di campo definisce la forma dell’universo, in un bellissimo crescendo, sia dal punto di vista dell’ambizione dei fisici – che ampliano l’orizzonte di ciò che può essere descritto – sia per quanto riguarda la matematica implicata, visto che nell’equazione di campo, grazie alla notazione tensoriale, sono riassunte dieci equazioni differenziali alle derivate parziali non lineari. Non solo: l’ascesa si conclude con le onde gravitazionali, fenomeno intravisto da Henri Poincaré, teorizzato da Einstein ed osservato solo recentemente, che costituisce di fatto una soluzione numerica della stessa equazione.
Marco Andreatta comincia con le leggende che costellano la vita di Archimede per arrivare alle più grandi scoperte dell’epoca moderna, ovvero alla conferma della teoria della relatività generale. La casa editrice ha fatto una scelta coraggiosa nel proporre una collana dedicata alle formule (che compaiono persino in copertina), se vale quanto ha sempre dichiarato Hawking in merito al crollo delle vendite di un libro in presenza di formule. Il lettore sa di doversi impegnare per seguire il percorso, che non è stato certo banalizzato: le immagini e la meccanicità tipica del metodo archimedeo rendono sicuramente tutto più facile, ma a volte sono necessari carta e penna per ottenere una comprensione piena.
Il percorso storico presentato da Marco Andreatta è davvero godibile: ottimo per cogliere la continuità tra passato e presente, fonte di ispirazione per gli insegnanti, consigliatissimo a tutti!
Verifica di fisica, classe seconda liceo scientifico.
Argomento: forze e moto
Durata: 60 minuti.
Verifica di fisica, classe prima liceo scientifico.
Argomento: statica dei fluidi
Durata: 60 minuti.
Verifica di matematica, classe prima liceo scientifico.
Argomento: disequazioni fratte, sistemi, con valori assoluti
Durata: 120 minuti.
Verifica di matematica, classe seconda liceo scientifico.
Argomento: disequazioni di secondo grado, irrazionali, con valori assoluti
Durata: 120 minuti.
Verifica di matematica, classe prima liceo scientifico.
Argomento: Geometria euclidea, i quadrilateri
Durata: 50 minuti.
May12
La festa delle donne in matematica è stata celebrata alla grande presso il Dipartimento di Matematica Guido Castelnuovo dell’Università di Roma La Sapienza: con l’Unione Matematica Italiana, è stata organizzata un’iniziativa davvero speciale, che ha visto il proprio culmine nel conferimento del Dottorato honoris causa in matematica a Ingrid Daubechies, vincitrice del Wolf Prize 2023. Nella scorsa newsletter avevo segnalato Mathemalchemy, l’installazione artistica realizzata proprio da Ingrid Daubechies con altre 23 persone, tra matematici e artisti, per comunicare la meraviglia e la stravaganza della matematica. L’installazione è stata ospitata dall’Art Museum of Juniata College, perché una dei matemalchimisti, Kimberly Roth, è membro della facoltà di matematica. Durante la mostra, Kim Roth ha chiesto a Jay Hosler, scrittore di fumetti scientifici, di realizzare delle illustrazioni per accompagnare la mostra e questi ha coinvolto il figlio Max, che stava concludendo la specializzazione in matematica. Ora il fumetto è disponibile anche in italiano e possiamo ritrovarlo tra le pagine di MaddMaths! Nella mostra era possibile vedere due sagome, rappresentanti il bambino e il matematico adulto: padre e figlio hanno scelto, come protagonisti, una bambina con la sua mamma matematica e la bambina ha nome Emmy, in omaggio alla matematica Emmy Noether. Nel fumetto, quando Emmy precipita in questo mondo fantastico, resta impigliata in un nodo trifoglio e, dopo essere stata ripescata, la piovra Cayley la porta all’emporio Da Conway in cerca di consigli, con un piccolo solido di Johnson da barattare in cambio di informazioni. Dopo aver assistito alla setacciata dei numeri primi, Emmy raggiunge la tartaruga Tess, con la quale percorre il sentiero di Zenone, che in realtà è un nastro di Mobius.
Tra le partecipanti all’evento presso La Sapienza c’era Alice Milani, autrice della graphic novel Sofia Kovalevskaja: pubblicata da Coconino Press: è la storia della grande matematica russa, dei pregiudizi che ha dovuto affrontare nella sua breve vita e di come sia riuscita a dimostrare teoremi che l’hanno resa celebre, pur avendo dovuto superare molti ostacoli. È lo stesso Roberto Natalini a parlarci del lavoro di Alice Milani dalle pagine di MaddMaths!, ricordando il suo contributo al numero di Comics&Science del 2018, The Women in Math issue. Nel post, il direttore dell’Istituto per le Applicazioni del Calcolo del CNR cita il proprio articolo comparso sullo stesso numero di Comics&Science, Il senso di Sofia per la Matematica, che ci permette di cogliere il senso del teorema di Cauchy-Kovalevskaja, e richiama il risultato che la portò a vincere il premio Bordin dell’Accademia Francese delle Scienze, indicando un’animazione virtuale della trottola di Sofia, (che è anche il titolo di un libro per bambini della collana Donne nella scienza di Editoriale Scienza).
Altra partecipante illustre dell’evento è stata Sandra Lucente, dell’Università degli Studi di Bari, che il 3 maggio scorso ha condiviso, sulla propria bacheca Facebook, la notizia di un suo ex studente che l’ha fermata al termine di una lezione per mostrarle una cosa: «mi sono tatuato la prima proposizione del suo corso». Si tratta di Simone Marrone, ex giocatore di basket, che, stando a quanto riportato su Orizzonte scuola, ha imparato che «anche le cose banali contano e non bisogna mai dare nulla per scontato». Per Sandra Lucente questo episodio non è che la conferma che insegnare è il mestiere più bello del mondo… e come darle torto?
Mega-matematica
Archimede una vita geniale è un libretto pensato per piccoli lettori, dai 9 anni in su: è la storia di Giacomo, il protagonista undicenne, che nell’estate tra la quinta elementare e la prima media incontra Archimede. Come un amico un po’ speciale, o un nonno, Archimede lo aiuta ad affrontare le vicissitudini della vita, raccontandogli episodi del suo passato, le sue invenzioni, appassionandolo così alla geometria.
Due anni fa, in occasione della festa del pi greco, Alberto Saracco ha lanciato l’iniziativa del #meganumeropreferito e ho realizzato un video anch’io, parlando del problema dei buoi di Archimede. Il risultato restituisce un numero che contiene oltre 200.000 cifre, ma ciò che conta è il ruolo di Archimede nell’ideazione del problema, gli amici ai quali lo propone e il percorso, dall’antichità ai giorni nostri, per giungere alla soluzione, trovata per via informatica. Dopo il meganumero, mi sono imbattuta nel canale OneMinuteThings che propone un megapoligono, l’hexamryiakaipentachiliapentahectokaitriacontakaiheptagon, ovvero il poligono con 65537 lati (il suo nome è davvero interessante, visto che in inglese è composto da 56 lettere!). Questo è il più grande poligono con un numero primo di lati che può essere costruito usando riga e compasso, dato che il numero di lati è il quinto numero di Fermat (con n=4). La sua costruzione è stata completata nel 1894 da Johann Gustav Hermes, che ha usato 200 pagine per descriverne la costruzione. Un altro meganumero lo ritroviamo sul canale di Taxi1729: negli ultimi due anni, il gruppo ha raccolto 21176 giocate di Win For Life e ha quindi realizzato un filmato per raccoglierle e calcolare la frequenza dei risultati, confrontata poi con il calcolo teorico. A fare concorrenza ai calcoli di Taxi1729 ci sono le giraffe, che pare siano delle abili calcolatrici e che abbiano dimostrato abilità statistiche, stando a uno studio appena pubblicato su Scientific Reports. Secondo questo studio, le giraffe sono state in grado, in 17 prove su 20, di selezionare il contenitore che aveva maggiori probabilità di offrire loro delle carote (le loro preferite) e non grazie all’olfatto, ma per merito del calcolo mentale!
Algoritmi
Nella collana Le grandi voci, la casa Editrice Dedalo propone Algoritmi per un nuovo mondo, del matematico Alfio Quarteroni. L’autore ci guida in questo percorso, a partire dalla pandemia, passando attraverso la sua autobiografia e arrivando fino ai quesiti etici e morali che riguardano l’Intelligenza Artificiale, mentre la matematica, con i suoi algoritmi, cresce nell’interazione con i computer. Alfio Quarteroni ha raccontato, recentemente, il suo lavoro con i modelli matematici nella serie podcast iHeart, di Enrico Schlitzer, prodotta da MaddMaths!, e cinque anni fa ha partecipato a TEDxTrento: qui esordisce dicendo che parlerà della matematica “del” cuore, visto che la matematica è per lui una passione, ma anche della matematica “per” il cuore, visto che, usata in questo modo, diventa un aiuto per la medicina. La matematica che sta dietro a questo modello è estremamente raffinata, perché la vita è complessa, ma anche accurata, specifica di ogni paziente pur non avendo bisogno di essere invasiva, e, al tempo stesso, permette di spostare lo sguardo in avanti e di predire il futuro, realizzando il tutto praticamente senza costi. Davide Passaro del blog Math is in the air, all’indomani della pubblicazione del libro, ha intervistato Alfio Quarteroni, che ha ribadito come i modelli matematici permettano di fare una fotografia più realistica della realtà e di usare i dati per alimentare i modelli e prevedere il futuro. Nella parte finale dell’intervista, Davide insiste su alcuni aspetti personali e Quarteroni non si sottrae, dichiarando che «La passione per la matematica è nata tardivamente, quasi all’ultimo momento», perché «mi affascinava l’idea di fare qualcosa di oscuro ma di potenzialmente molto importante per il mondo futuro».
Comunicare la matematica
È online una nuova puntata del podcast Le maschere del Carnevale matematico: questa volta Fabio Quartieri ha intervistato Veronica Grieco e Luca Balletti. Insegnante di matematica, divulgatrice e vincitrice di Famelab2019, Veronica è anche animatrice del Festival della Scienza di Genova, esperienza che ha intrapreso da studente e con la quale continua a mettersi in gioco insieme al compagno. Bellissimo il discorso per la finale di Famelab: riesce a collegare gli astronauti alla pasticceria e, con la pasta sfoglia, raggiunge la Luna. Il collegamento è estremamente interessante e può essere un modo originale per introdurre gli esponenziali in classe. Inoltre, nella sua chiacchierata sottolinea la potenza del pensiero matematico, al quale non serve nemmeno un foglio per esprimersi! Luca Balletti è un ricercatore del CNR, che si occupa di mettere in comunicazione il mondo della ricerca con i cittadini: l’entusiasmo di Luca nel parlare della matematica è contagioso.
Ha a che fare con la comunicazione della matematica anche il concorso nazionale di comunicazione creativa Espressioni matematiche: aperto a tutti gli ordini di scuola, scade il 30 giugno 2023 e non pone limiti sui mezzi da utilizzare. Ciò che conta è l’obiettivo del concorso, ovvero «stimolare tra gli allievi e gli insegnanti delle scuole italiane la ricerca e lo sviluppo di modalità creative di comunicazione della matematica».
Tutto è… relativo
Federico Benuzzi regala sempre ricchissimi spunti da sfruttare in classe (e da condividere con la newsletter), ma in questo caso si è superato: Un viaggio nella relatività è la sua ultima fatica per la casa editrice Dedalo. Pubblicato nella collana “Piccola biblioteca della scienza” ha l’ambizione di spiegare la teoria della relatività ai più piccoli… e ci riesce. Per i più grandi, invece, oltre al video Tutto è relativo?, è stata pubblicata una serie di cinque video sulla relatività generale.
Per concludere in leggerezza, propongo la recensione del gioco Mathematicus offerta da IlariaF Math: sottolineando che il gioco offre diversi livelli di partecipazione, ci mostra le applicazioni nell’ambito della didattica, pur senza entrare nei dettagli del procedimento di gioco. L’autore del gioco è Cesare Baj, tra le altre cose fondatore di Newton, prima rivista di divulgazione per i ragazzi. Ilaria propone, nei link in descrizione, l’articolo di Prisma che ce lo descrive.
Buona matematica! Ci sentiamo tra QUATTRO* settimane!
Daniela
*Non tre, perché la newsletter dovrebbe uscire proprio nel fine settimana che dedicheremo a un campus residenziale per progettare i nostri laboratori della prossima edizione di BergamoScienza…
«Un viaggio nella relatività» è stato pubblicato dalle Edizioni Dedalo a fine aprile di quest’anno. L’autore è il ben noto Federico Benuzzi, insegnante con esperienza ventennale, giocoliere professionista e divulgatore molto attivo sui social. Benuzzi ha scritto anche «La legge del perdente», sul calcolo delle probabilità, e «Lo spettacolo della fisica», sulla fisica dei suoi spettacoli di giocoleria, entrambi pubblicati con Dedalo, e collabora regolarmente con la rivista Sapere, sulla quale cura la rubrica “Fisica tra i banchi”. Il libretto ha la grande ambizione di raccontare la relatività ai più piccoli ed è stato pubblicato nella collana “Piccola biblioteca di scienza”, con la quale la casa editrice «affronta la scienza in maniera semplice dando la parola agli scienziati». Ogni libro della collana è pensato «per curiosi da 9 a 99 anni».
Il titolo suggerisce l’idea di un percorso, ma scopriamo poi che si tratta di un viaggio reale, quello compiuto da un padre con i suoi tre figli, da Bologna verso Roma. I tre figli sono Francesco e Nicola, gemelli undicenni, e Anna, una peperina di 9 anni. Il papà è l’alter ego di Federico Benuzzi e, abituata ai suoi filmati, confesso di aver sentito nella mia testa, per tutto il tempo della lettura, la sua voce. Con la scusa di far passare un po’ il tempo, il padre apre con i figli quello che, nel gergo familiare, chiamano “scuola time”, cioè: il padre “sale in cattedra” (e quindi si comporta come l’insegnante che è nella sua vita professionale) e i figli fanno a gara a rispondere. Un modo per stare insieme, per condividere, e per imparare qualcosa di nuovo. L’argomento, in questo caso, viene proposto dalle domande di Anna, alla quale sembra che il treno stia finalmente partendo, quando in realtà è il treno vicino a muoversi: i treni sono in moto uno rispetto all’altro ed è la banchina a dirci quale dei due treni si stia realmente muovendo rispetto alla stazione. Da qui in avanti è un susseguirsi di domande e curiosità sulla teoria della relatività: una delle prime provocazioni del papà cita la domanda che Einstein si è posto a sedici anni, quando voleva sapere cosa avrebbe visto nello specchio un osservatore in moto alla velocità della luce. Poi si passa alla distinzione tra passato, presente e futuro, che necessitano di una nuova definizione, si parla del paradosso dei gemelli, dei viaggi nel tempo e di quelli interstellari, delle prove sperimentali della dilatazione del tempo con gli orologi di Hafele e Keating, in un crescendo fino alla formula più famosa della fisica.
Il racconto è così ben fatto che sembra di trovarsi in treno con la famigliola: le interazioni tra i fratellini sono credibili e vivaci e la grande esperienza di Federico Benuzzi gli ha permesso di fare proprio un linguaggio semplice, e di prevedere, come ha fatto nei due testi precedenti, quelle che potrebbero essere le domande dei “figli”. Qui e là fanno capolino alcuni discorsi motivazionali, gli stessi che un insegnante riserva ai propri alunni, gli stessi che ogni genitore non risparmia ai propri figli, cogliendo ogni occasione per trasmettere i valori che ritiene importanti. Tra box che accompagnano il racconto, glossari, suggerimenti di letture ed esperimenti, il libro consente approfondimenti anche ai più grandi, mentre rende piacevole la lettura per i più piccoli con le simpatiche illustrazioni di Emanuela Carbonara e Gaia Aloisio.
Amo molto leggere libri pensati per i ragazzi, soprattutto se trattano di argomenti complessi, perché questo mi permette di far mia la semplicità delle spiegazioni, accedendo ad esempi alla portata di tutti e, al tempo stesso, a una modalità di interazione, che posso sfruttare anche in classe. Pare che lo stesso Einstein abbia detto che “Se non lo sai spiegare in modo semplice, non l’hai capito abbastanza bene” e l’ambizione di Benuzzi, alla luce di questa citazione, aveva una motivazione profonda. Certo è che, a libro finito, non possiamo che riconoscere l’abilità dell’autore nel farvi fronte. Il libro, prestandosi a diversi livelli di lettura, è davvero per tutti!
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