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Giovedì, 01 Agosto 2013 13:21

Zero o le cinque vite di Aémer

TRAMA:
3000 a.C. – Uruk, bassa Mesopotamia. Tanmuzzi, ricco pastore manda un vaso in dono ad Aémer, sacerdotessa dell’Amore. Al momento della consegna, il vaso viene rotto e Tanmuzzi, informato, decide di recarsi personalmente in visita a Uruk. Innamoratosi di Aémer, vivono per lunghe settimane un’intensa storia d’amore, ma benché la loro passione sia sempre viva, Tanmuzzi decide di andarsene: le sue giornate sono troppo vuote. Una notte, mentre Tanmuzzi sta ideando un sistema più astratto per rappresentare i numeri, gli uomini della montagna lo uccidono. Il suo fedele scriba Askum, decifrati i segni incisi in fretta da Tanmuzzi prima di morire, si accorge che “non si trattava più di una scrittura delle cose, ma di una scrittura delle parole”. Al termine del suo lavoro, Askum può portare ad Aémer il canto che Tanmuzzi ha composto per lei.
 
2000 a.C. – Ur. In un locale di Ur, Aémer lavora come kezertu, prostituta. Nelle sue giornate libere si incontra con Adappa, un giovane che studia per diventare scriba, perché le insegni a scrivere. Una sera, alla locanda arriva Unzu, nuovo responsabile dell’irrigazione per la regione di Ur, ubriaco e disperato perché la moglie non può dargli figli. Si ritrovano così: Aémer e Unzu un tempo erano innamorati, ma i genitori di lui avevano escogitato uno stratagemma per allontanarli. Unzu sostituisce Adappa nell’insegnarle a scrivere e spiega ad Aémer il nuovo metodo di rappresentazione dei numeri. Dopo una lunga frequentazione, Unzu le propone di sposarlo, ma Aémer preferisce il ruolo di amante: “la nostra vera opportunità è che possiamo amarci di un amore libero”, dice.
 
500 a.C. – Babilonia. Rientrata da poco a Babilonia, Aémer, oniromante (ovvero interpretatrice di sogni), incontra il fratello Hattâru, da cui era stata allontanata anni prima. Hattâru, che passa il suo tempo nell’osservatorio centrale di Babilonia, sopra la ziggurat più famosa di tutta la regione, scopre che il padre dell’amante della sorella è responsabile dell’uccisione dei loro genitori e della loro separazione da piccoli, perciò quando lo incontra tenta di ucciderlo. Aémer non può più continuare la sua storia d’amore e alla fine si ritira nell’osservatorio per aiutare il fratello nel suo lavoro. Mentre lo zero sta facendo la sua comparsa, in forma di una colonna vuota nella scrittura dei numeri, Aémer e Hattâru sono sempre più vicini e decidono di dar vita al loro amore, anche se la legge “aveva inserito una colonna vuota che impediva loro di colmare lo spazio che li separava e li manteneva fuori portata l’uno per l’altra”.
 
IX sec. d.C. – Baghdad. Una giovane donna, di nome Aémer, sta rubando dei libri e Mohand, alla ricerca di opere scientifiche, si accorge di quello che lei sta facendo e le si avvicina per chiedergliene il motivo. Parlando, Mohand le racconta di essere alla ricerca di un libro raro, che spazza via gran parte dell’ambiguità nella scrittura dei numeri, dando importanza al posto occupato dai singoli numeri e, proprio mentre Aémer lo sta rubando, le guardie la scoprono e la portano in prigione. Ma il Sultano aveva ordinato che il primo ladro catturato durante l’operazione nata per porre fine ai furti nel suk fosse graziato e Aémer può tornare alla sua vita e donare il libro a Mohand. Aémer decide poi di accompagnare Al-Sanuba, il padrone che le ha restituito la libertà anni prima, in un viaggio alla scoperta del mare. Durante il viaggio, vengono rapiti dai predoni hindi e restano nel loro villaggio per circa tre anni. Panca, il capo, sembra essersi affezionato ad Aémer, ma quando si rende conto che non potrà mai essere ricambiato, la lascia libera. Panca e il suo popolo vengono catturati dal Sultano e, grazie all’intervento di Aémer e Mohand, almeno il popolo viene liberato, perché in cambio della sua libertà, Panca ha spiegato il simbolo dello zero a Mohand. Aémer assiste all’esecuzione di Panca e poi segue la colonna in movimento, abbandonando Baghdad.
 
Primavera 2003 – Baghdad. Aémer, archeologa in Iraq durante la seconda guerra del golfo, viene ritrovata da Obeid, un partigiano irakeno, in fondo a un cratere scavato da un mortaio. Si recano insieme a Uruk, dove le loro strade si separano. Aémer incontra i soldati alleati che le rilasciano il salvacondotto per raggiungere Uruk, dove trova il sito archeologico deserto. Obeid, ritrovata la madre dopo tredici anni, parte alla ricerca di Aémer e insieme si recano a Ur, dove lei gli dice di essere incinta.
 
COMMENTO:
Caratteristica principale del libro è il fatto che i numeri vengono presentati come una metafora della vita, mentre lo zero, con lo scorrere dei secoli, si inserisce nella quotidianità. Il libro è composto da cinque diverse storie, che hanno come protagonisti l’amore, i numeri e Aémer, di volta in volta archeologa, sacerdotessa dell’amore, prostituta, oniromante, ladra e danzatrice. Apparentemente slegate, le storie fanno da sfondo all’evoluzione della scrittura dei numeri e alla comparsa dello zero.
Adatto anche a chi non ha preparazione matematica, il libro può appassionare chiunque, offrendo uno spaccato della storia e della cultura dell’Iraq.
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Giovedì, 01 Agosto 2013 13:19

Mr Quadrato

TRAMA:
Continua il dialogo de "I magnifici dieci" fra Filippo e il nonno, ma in questo caso i protagonisti del libro non sono i numeri, ma la geometria. Si comincia con gli Egizi e si passa alla classificazione dei poligoni: il quadrato, forma ideale per costruire delle case confinanti se si vuole risparmiare sui muri perimetrali, il rettangolo, ottimo per godersi il sole e il triangolo, utile per il tetto grazie alla sua indeformabilità. Con il triangolo, si fa strada il teorema di Pitagora, applicato con la casetta di Snoopy. 
Il nonno non si lascia spaventare da nulla e spiega a Filippo, con semplici esempi, in cosa consista la grande “rivoluzione” di Euclide e cosa sia il “sistema assiomatico deduttivo”.
Progredendo nella spiegazione, il nonno mescola geometria e mitologia, descrivendo il poligono con l’area maggiore a parità di perimetro: il cerchio, come ben sapeva la regina Didone, fondatrice di Cartagine. Nel cerchio si cela anche un numero importante: il pi greco, di cui Archimede aveva trovato un’ottima approssimazione. 
Attraverso gli assi di simmetria, le decorazioni dell’Alhambra a Granata e la misurazione dell’altezza della piramide da parte di Talete, si approda alla tridimensionalità e il nonno può parlare della sfera, che ha il pregio di essere il solido con la minore superficie laterale a parità di volume. 
Dopo aver descritto la geometria analitica e le coniche, senza dimenticare gli specchi ustori di Archimede, ecco i ponti di Konigsberg e i fogli dei topologi vengono paragonati alla plastilina o alla gomma, perché possono dilatarsi, restringersi o torcersi. 
In conclusione, il nonno trova il modo di parlare anche delle geometrie non euclidee, così chiaramente che anche Filippo può capire.
 
COMMENTO:
Il libro ha il notevole pregio di essere adatto sia ai ragazzi delle medie, grazie alla sua semplicità e alla grande chiarezza, sia agli adulti, dato che offre numerosi spunti di riflessione, che possono poi essere approfonditi ulteriormente. 
Simpatico e scorrevole, si legge d’un fiato.
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Giovedì, 01 Agosto 2013 13:18

Com'è bella la matematica

TRAMA:
Le lettere sono indirizzate a Meg e seguono il suo percorso scolastico, dalle scuole superiori fino a un incarico universitario. La matematica delle superiori non ha molto a che fare con la matematica di più alto livello, ma è necessaria per potervi accedere, perché essa “richiede una grande quantità di nozioni fondamentali e di tecnica”. E nonostante la ricerca continui a progredire, esistono ambiti in continua espansione: “lo spazio per la ricerca è così sconfinato, che sarà difficile stabilire da dove partire o quale direzione prendere”. La matematica fugge la rigidità, richiede grande immaginazione, fa sorgere sempre nuove domande con il progredire della conoscenza: “se fosse un edificio sarebbe una piramide costruita al contrario, con una base molto stretta e ogni piano più ampio del sottostante. Più l’edificio è alto, più c’è spazio per costruire”. 
“Incontriamo dei matematici ogni giorno e in ogni luogo, ma raramente ce ne rendiamo conto”: la matematica permette di vedere l’universo in modo diverso, aprendo gli occhi di chi la studia, ma tutto questo non è possibile senza insegnanti che la presentino “come una disciplina multiforme, creativa, originale e sempre nuova”.
All’inizio del percorso universitario, con il timore del nuovo cammino che le si prospetta, Stewart offre a Meg “un’idea cui aggrapparsi nei momenti più difficili”: le parla delle proprie passeggiate in Texas e della matematica che studia le simmetrie della natura. Come hanno fatto i matematici a pensare quelle cose? Qual è il metodo di studio più adeguato? Rifacendosi all’esperienza di Poincaré, Stewart propone un metodo di studio, in base al quale è meglio non soffermarsi troppo sulle cose che non si capiscono, perché anche ciò che in un primo momento non è chiaro può sempre chiarirsi in seguito. 
E le dimostrazioni? Nella vita universitaria, a differenza delle superiori, le dimostrazioni sono onnipresenti e si fatica a capire l’accanimento dei matematici per questo aspetto della disciplina, ma “I matematici hanno bisogno delle dimostrazioni per ragioni di onestà”. I computer, al contrario di quanto si è portati a credere, non aiutano nella dimostrazione, se non laddove si devono enumerare tutti i casi possibili. La dimostrazione è come una narrazione: le dimostrazioni più difficili sono il “Guerra e pace” della matematica.
Stewart prosegue suggerendo a Meg il metodo migliore per diventare un matematico famoso, mettendola in guardia dalle difficoltà dei problemi più famosi, descrivendo i gradini della carriera, indicandole come scegliere il proprio supervisore.
Le propone la scelta, che le si presenterà al termine degli studi universitari, fra la matematica pura e quella applicata e, sostenendo che ormai è una distinzione sterile, senza senso, racconta di come sia sorta (risale solo agli anni ’60) e sottolinea come i due aspetti non possano esistere separatamente: alla matematica pura mancherebbe “la vera forza creativa della matematica [che] sta nei suoi legami con il mondo naturale”, ma anche quella applicata “ha bisogno di diventare generale e astratta, altrimenti non farebbe nessun progresso”. 
Raccomanda a Meg di leggere, di tenere “la mente sveglia e le antenne dritte”, per lasciare spazio alle nuove idee originali che potranno aprire la via ad una nuova ricerca. Parlandole della comunità matematica, della necessità di un respiro internazionale, per una disciplina che solo apparentemente si svolge nel chiuso di uno studio e in solitudine, la invita a aprire “bene le orecchie al momento del caffé”, per approfittare della collaborazione che, per quanto difficoltosa, è l’anima della ricerca. 
Nell’ultima lettera, Stewart affronta il discorso dell’Universo, del ruolo di Dio all’interno di esso e spiega a Meg che se Dio può essere considerato un matematico “ogni tanto ci permette di sbirciare da dietro le sue spalle”.
 
COMMENTO:
Come dichiara lo stesso autore, il testo è un “tentativo di aggiornare alcune parti del libro di Hardy”, Apologia di un matematico. E in effetti in molte pagine sembra che l’autore stia dibattendo con Hardy, come quando spiega il motivo per cui non ha più senso contrapporre la matematica pura a quella applicata.
Il libro è ottimo sia per gli insegnanti, sono numerosi e costruttivi gli spunti offerti e le critiche presentate, che per gli studenti, grazie ai suggerimenti per trovare il proprio metodo di studio. Offre un’ottima descrizione della matematica, attraverso semplici metafore, comprensibili per tutti. Più complessa è la seconda parte, quando, in conseguenza all’approfondirsi degli studi di Meg, l’autore si addentra nei particolari del mondo matematico, non tralasciando di descrivere, con una buona dose di ironia, la vita accademica e le piccole e grandi manie di famosi matematici. 
Interessanti le digressioni autobiografiche, che, inserendosi nel ritmo della narrazione, danno un tono di leggerezza agli argomenti trattati.
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Giovedì, 01 Agosto 2013 13:14

Racconti matematici

TRAMA:
 
NUMERI
Il libro di sabbia – Jorge Luis Borges
La voce narrante è quella di un uomo che vive solo al quarto piano di calle Belgrano. Qualche mese prima, uno sconosciuto si è presentato alla sua porta, per vendergli Il libro di sabbia, cosiddetto perché “né il libro né la sabbia hanno principio o fine”. Il protagonista ottiene il libro offrendo in cambio l’ammontare della propria pensione e la Bibbia di Wiclif in caratteri gotici. “Alla gioia di possederlo si aggiunse il timore che me lo rubassero, e poi il sospetto che non fosse davvero infinito”. Per questo motivo, alla fine del racconto, il protagonista abbandona il libro su uno scaffale della Biblioteca Nazionale.
 
Nove volte sette – Isaac Asimov
In un lontano futuro, l’umanità è coinvolta in una terribile guerra spaziale. Emerge dal nulla la figura di Myron Aub, tecnico di infimo rango, abbastanza avanti negli anni, che mostra capacità particolari: ha mandato a memoria alcune operazioni e sa calcolare sulla carta. Per vincere la guerra, ci si propone allora l’obiettivo di sostituire le calcolatrici, perché l’uomo “è uno strumento infinitamente più economico di una calcolatrice”. Sopraffatto dal peso della responsabilità per aver inventato una nuova scienza, la grafitica, che porterà ulteriore morte e distruzione, Aub si toglie la vita.
 
Quanto scommettiamo – Italo Calvino
Qfwfq e il Decano (k)yK hanno cominciato nella notte dei tempi a scommettere su ogni cosa, dalla nascita dell’universo alle partite di calcio. Nel momento in cui nell’universo non c’era nulla, Qfwfq vinceva sempre, ma da quando nell’universo hanno cominciato ad intervenire troppe variabili, la maggior parte delle vincite spetta al Decano.
 
L’hotel straordinario, o il milleunesimo viaggio di Ion il Tranquillo – Stanislaw Lem
Nella nebulosa ACD-1587 esiste un Albergo infinito, l’Hotel Cosmos. In esso è sempre possibile trovare posto per nuovi ospiti, anche quando l’albergo è al completo. Così, con particolari artifici matematici, è possibile trovare posto anche per gli infiniti ospiti che provengono dagli infiniti alberghi infiniti dell’universo, che sono stati chiusi da poco, per ristabilire l’equilibrio intergalattico.
 
La trama celeste – Adolfo Bioy Casares
Il capitano Ireneo Morris e il dottor Carlos Alberto Servian scomparvero da Buenos Aires il 20 dicembre. La notizia suscitò parecchio scalpore. Il protagonista riceve, a distanza di tempo, un pacco, contenente parecchie pagine scritte a macchina, intitolate Le avventure del capitano Morris, firmate C.A.S.
In queste pagine è narrata la precedente scomparsa del capitano, avvenuta tra il 23 giugno e il 31 agosto. L’ipotesi è quella che emerge dalle opere di Blanqui: l’esistenza di infiniti mondi, identici ma lievemente distinti.
 
Eupompo diede lustro all’Arte mediante i Numeri – Aldous Huxley
Emberlin, leggendo le Scoperte di Ben Jonson aveva notato una strana annotazione: “Eupompo diede lustro all’Arte mediante i Numeri”. Incuriosito da questa frase dal senso oscuro, si è dedicato ad un’infaticabile ricerca, dalla quale è emerso che Eupompo era un pittore che, innamoratosi improvvisamente dei numeri, aveva cercato di rappresentare dapprima i numeri e poi il Puro Numero. Ormai vecchio e pazzo, prima di finire la sua opera, si butta dalla finestra. Emberlin, convinto di dover applicare ciò che ha letto per poterlo conoscere fino in fondo, è caduto nella stessa pazzia e non sembra rendersi conto del suo progressivo peggioramento.
 
Esame dell’opera di Herbert Quain – Jorge Luis Borges
L’immaginario scrittore Herbert Quain è morto a Roscommon, ma la sua morte ha avuto poco rilievo sui giornali. Il protagonista decide di analizzare le sue opere, nelle quali “la complessità formale aveva intorpidito l’immaginazione dell’autore”.
 
SPAZI
I sette messaggeri – Dino Buzzati
È la storia di un principe che è partito, all’età di trent’anni, per esplorare il regno del padre. Allontanandosi sempre di più dalla capitale, i contatti con la sua famiglia diminuiscono, nonostante possa servirsi di sette messaggeri. La sera in cui scrive, è arrivato il quarto messaggero dopo sette anni di viaggio: ripartirà l’indomani per l’ultima volta e, se la morte non sopraggiungerà prima, raggiungerà di nuovo il principe solo tra trentaquattro anni.
 
Continuità dei parchi – Julio Cortàzar
Un uomo legge un romanzo che lo appassiona, seduto nella sua poltrona di velluto verde. Nel libro il protagonista vuole uccidere un uomo con un pugnale e, proprio verso la fine del romanzo, lo raggiunge alle spalle mentre è seduto a leggere nella sua poltrona di velluto verde.
 
Geometria solida – Ian McEwan
Il protagonista è impegnato nella lettura dei diari del bisnonno, nei quali si parla di un matematico, un tale Hunter, scomparso nel nulla per dimostrare, durante un convegno matematico, che esiste il piano senza superficie. Dopo l’ennesima lite con la moglie, il protagonista si mostra particolarmente gentile nei suoi confronti e, in camera da letto, comincia a farle fare strani movimenti, tanto “le piaceva essere maneggiata in quel modo e si sottomise volentieri”. Grazie alla matematica, non ha più bisogno di ricorrere al divorzio.
 
La quadratura del cerchio – O. Henry
Le famiglie Folwell e Harkness sono state impegnate in una faida per quarant’anni, nelle montagne del Cumberland. Quando sono rimasti solo Cal Harkness e Sam Folwell, Cal, che dovrebbe essere la prossima vittima, decide di abbandonare il paese, ma Sam lo raggiunge a New York. L’artificiosità del paesaggio, queste linee rette che vanno contro la natura delle linee curve, cambia la natura del loro rapporto: i due “nemici implacabili si strinsero la mano”.
 
La Biblioteca Universale – Kurd Laßwitz
Il professor Wallhausen, scrittore, impegnato in una discussione con l’editore Max Burkel, ipotizza l’esistenza di una Biblioteca Universale, che, per contenere tutte le opere possibili e immaginabili (tantissime ma non infinite), dovrà essere composta da un numero di libri pari ad un 1 seguito da due milioni di zeri. Il racconto dimostra che “L’intelletto è infinitamente più grande della comprensione”.
 
Il conte di Montecristo – Italo Calvino
Isolato in una cella del castello d’If, Edmond Dantès non ha alcuna idea di come sia strutturata la fortezza, ma è a conoscenza di tutti gli inutili tentativi dell’Abate Faria di scavarsi una via di fuga tra le pietre. “Se riuscirò col pensiero a costruire una fortezza da cui è impossibile fuggire, questa fortezza pensata o sarà uguale alla vera – e in questo caso è certo che di qui non fuggiremo mai; ma almeno avremo raggiunto la tranquillità di chi sa che sta qui perché non potrebbe trovarsi altrove – o sarà una fortezza dalla quale la fuga è ancora più impossibile che di qui – e allora è segno che qui una possibilità di fuga esiste: basterà individuare il punto in cui la fortezza pensata non coincide con quella vera per trovarla.”
 
La casa nuova – Robert Heinlein
L’architetto Quintus Teal decide di realizzare, per i coniugi Bailey, una casa dalla struttura particolare, ovvero quella di un tesseract, un ipercubo. La grande caratteristica della casa è data dal fatto che ogni camera ha una completa esposizione all’esterno, ma ogni parete serve due camere. Non solo: alla base c’è una sola camera. Nella notte prima che l’architetto mostri la casa ai coniugi, ha luogo un terremoto, che fa precipitare la casa dal punto di vista quadridimensionale: i tre riescono ad accedervi, ma non riescono più a uscirne.
 
Fuga – Daniele Del Giudice
Santino fugge, dopo aver rubato la moto di un Pretannanze. La vittima del furto vuole uccidere Santino, che trova rifugio nel Cimitero del Popolo o Trecentosessantasei fosse, attivo a Napoli dal 1762 al 1890. Qui il custode lo aiuta a salvarsi, buttando in una fossa il suo inseguitore.
 
Riflusso – José Saramago
Un re particolarmente sensibile aveva voluto che all’interno del suo paese non ci fosse alcuna immagine della morte e, per questo motivo, aveva fatto realizzare un unico cimitero quadrato, con un lato di 10 km, racchiuso da un muro di 9 m di altezza, all’interno del quale venivano fatti tumulare tutti i morti del paese, persone o animali che fossero. Ma dopo un periodo di prosperità e di apparente vittoria sulla morte, gli uomini ricominciano a tumulare i loro cari fuori dal cimitero e comincia il declino.
 
Ragazzo – Dario Voltolini
Un ragazzo che recapita le pizze a domicilio è il protagonista di questo racconto: è un ragazzo con un progetto, che resta nel mondo della pizza a domicilio solo per guadagnare soldi a sufficienza per aprire una sua attività.
 
Naturalmente – Fredric Brown
Henry Blodgett è uno studente universitario, in ansia per l’esame di geometria del giorno dopo, che potrebbe segnare la sua espulsione dall’università se venisse bocciato. Decide quindi di ricorrere alla magia nera e di invocare un demone che possa aiutarlo, ma “il demone lo ghermì attraverso le linee di gesso dell’inutile esagono che Henry aveva disegnato per errore, invece del pentagono che l’avrebbe protetto”.
 
Tennis, trigonometria e tornado – David Foster Wallace
Il protagonista descrive la sua difficile convivenza nel Midwest con le avverse condizioni climatiche, dal forte vento ai tornado, alle quali lui riesce ad adattarsi: infatti, diventa un quasi-campione di tennis nella categoria juniores, proprio grazie alla sua capacità di adattamento e alla sua mente geometrica, non certo per le sue doti fisiche e sportive.
 
RITRATTI
Pitagora – Umberto Eco
Si tratta di un’intervista di Umberto Eco a Pitagora, durante la quale Pitagora enuncia il suo pensiero, la sua convinzione che tutto sia numero e che l’anima stessa dell’uomo, rispondendo alle leggi della musica, “è un puro gioco di rapporti numerici”. Secondo Eco, Pitagora ha esagerato: la verità alla quale egli è approdato è solo una delle tante possibili, ma Pitagora continua a accusarlo di non aver capito.
 
La morte di Archimede – Karel Capek
Una versione diversa della morte di Archimede, alla quale l’ambizioso capitano di stato maggiore Lucius propone di lavorare per Roma, per contribuire a renderla l’unico impero del mondo. Ma Archimede ha altro a cui pensare, qualcosa di più durevole.
 
Paolo Uccello – Marcel Schwob
Ritratto di Paolo di Dono, più noto come Paolo Uccello. Deriso da Ghiberti, Della Robbia, Brunelleschi e Donatello, suoi contemporanei, Paolo Uccello viveva come un eremita e raffigurava la realtà al fine di ridurla a linee semplici: “raccoglieva i cerchi, e divideva gli angoli, ed esaminava tutte le creature in tutti i loro aspetti, e andava a chiedere l’interpretazione dei problemi d’Euclide al suo amico matematico Giovanni Manetti”.
 
Un Hugo geometra – Raymond Queneau 
La vita di Léopold Hugo – figlio del fratello del celebre Victor Hugo – nato nel 1828 e funzionario del Ministero dei Lavori pubblici. Sembra si sia dedicato alla geometria, ma l’Accademia delle scienze, dopo aver visionato i suoi lavori per raccomandazione dello zio, non lo prese mai sul serio.
 
John von Neumann 1903-1957 – Hans Magnus Enzensberger
La vita di John von Neumann tra le righe di una poesia: “Anche chi non ha mai sentito parlare di lui col mouse in pugno aziona la sua algebra combinatoria”.
 
Breve ritratto di Alan Turing – Emmanuel Carrère
L’8 giugno del 1954, la domestica scopre il cadavere di Alan Turing: secondo l’esito di una breve inchiesta, è morto avvelenandosi con una mela intinta nel cianuro. Aveva quarantadue anni. Dopo il suo exploit, giovanissimo, sulla decidibilità, Turing fece perdere le sue tracce nell’ambiente accademico. Era impegnato, come si seppe vent’anni dopo la sua morte, nella decrittazione dei messaggi tedeschi cifrati dalla macchina Enigma: per quattro anni, “Turing si immerse nell’oscuro mondo dello spionaggio”. Tornato alla sua vita, non parlò mai della sua impresa. 
Dopo aver elaborato un test, considerato tuttora un riferimento nel mondo dell’intelligenza artificiale, venne condannato per la sua omosessualità e, forse in seguito a questa condanna, decise di togliersi la vita.
 
L’UOMO MATEMATICO
L’uomo matematico – Robert Musil
Tutto il nostro progresso è nato grazie alla matematica, anche se ormai molte cose proseguono oggi autonomamente, quasi dimentiche della loro impronta originaria. Il matematico lavora proprio con questa convinzione, anche se non è l’utilizzo pratico della sua opera a spronarlo: “egli serve la verità, vale a dire il proprio destino, non lo scopo di esso”. “I matematici sono un’analogia dell’uomo spirituale dell’avvenire”.
 
COMMENTO:
Raccolta di racconti interessanti: si può proprio dire che ce ne siano per tutti i gusti, anche se molti sembrano avere a che fare con la fantascienza, forse proprio perché certi aspetti della matematica moderna sono, per noi uomini calati nel concreto della quotidianità, pura fantascienza. I racconti possono essere "gustati" anche da chi sia digiuno di matematica, ma sicuramente, conoscendo alcuni aspetti della materia, tutto acquista un sapore e un colore diversi.
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Giovedì, 01 Agosto 2013 08:38

La chioma di Berenice

TRAMA:
Nel 226 a.C., subito dopo il terremoto che ha distrutto il Colosso di Rodi, giunge ad Alessandria il venticinquenne Teofrasto Excelsior. Durante il viaggio in nave si è conquistato la fama di abile raccontatore con la storia della Chioma di Berenice, raccontata seguendo la descrizione di Callimaco nella poesia dedicata ai bellissimi capelli della regina. 
Approdato ad Alessandria, secondo le leggi in vigore all’epoca, a Teofrasto viene requisito il trattato Sulla natura di Filolao, manoscritto che è riuscito a procurarsi con enorme fatica. Per recuperare il trattato, Teofrasto si ferma ad Alessandria e prende servizio presso una locanda. Il manoscritto che gli viene consegnato, quindici giorni dopo, è in realtà una copia e per riavere l’originale, Teofrasto si reca alla Biblioteca dove incontra Eratostene il quale, resosi conto della grande cultura del suo antagonista, lo fa diventare uno dei suoi più stretti collaboratori. 
Nel frattempo, Evergete chiede a Eratostene, che ha realizzato la carta delle terre allora conosciute, di misurare la circonferenza della terra. Dopo anni di studio, un giorno del 221 a.C., Eratostene sta presentando il proprio progetto a Evergete, quando questi muore improvvisamente. Il regno viene affidato a Lago, primogenito del re e allievo di Eratostene, per quanto la madre, Berenice, non sia d’accordo e non lo ritenga adatto per l’incarico. 
Successivamente, nonostante a corte il progetto sia in parte osteggiato per gli eccessivi costi che comporta, Eratostene ottiene il consenso del re Lago, salito al trono con il nome di Tolomeo Filopatore e comincia la sua spedizione: mentre con una barca scende lungo il Nilo, sulla terraferma il bematista Beton, guardia del corpo personale di Berenice, misura, contando i propri passi, la lunghezza della strada che collega Alessandria a Siene, seguendo il percorso del Nilo e Teofrasto, in groppa a un asino, conta i passi di Beton. Al termine della giornata, Eratostene fa la media fra i due conteggi se lo scarto è minimo, altrimenti è necessario ripetere la misurazione.
È proprio quello che succede all’altezza del quarto meandro: c’è uno scarto tra i due conteggi di ben 88 passi e tale differenza rende la media priva di significato. Eratostene dà ordine di fare marcia indietro fino al segnale precedente. Giunti all’altezza del segnale, vengono attaccati e Beton resta ferito. La spedizione si interrompe e Eratostene decide di tornare ad Alessandria per poter riflettere sulla spedizione e dare modo a Beton, nel frattempo, di riprendersi. 
Giunto ad Alessandria, gli viene data notizia della morte di Magas, fratello minore del re. Berenice è sconvolta e accusa il figlio maggiore di esserne il responsabile.
Informato che la spedizione può riprendere, Eratostene raggiunge i suoi compagni insieme ad Arsinoe, sorella minore del re, il cui viaggio è stato caldeggiato dalla madre, per allontanarla dagli intrighi di corte. 
Avvenuta la misurazione, il primo giorno d’estate, quando il sole è allo zenit e raggiunge il fondo di un pozzo a Siene, Eratostene può dichiarare la lunghezza della circonferenza della Terra, di 250.000 stadi (con uno scarto di circa 400 km rispetto alle misurazioni odierne). Nello stesso tempo, Berenice muore, avvelenata.
 
COMMENTO:
Libro dalla facile lettura (probabilmente ne verrà fatto anche un film) pone l’accento sulle vicende di corte al tempo dei re Tolomei in Egitto. Interessante la presentazione della Grande Biblioteca, del modo in cui venivano reperiti i libri, coinvolgente la descrizione del Faro di Alessandria e suggestivo il racconto della distruzione del Colosso di Rodi a causa di un terremoto. Nel complesso è un libro ricco di informazioni, di racconti, di storia…
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Giovedì, 01 Agosto 2013 08:02

Le gioie della matematica

TRAMA:
Essendo composto da 146 saggi, non è possibile raccontare la trama di questo libro. Perciò, riporto i titoli dei saggi:
 
L'evoluzione del sistema decimale – Il teorema di Pitagora – Illusioni ottiche e computergrafica – La cicloide: l'Elena della geometria – Da un triangolo a un quadrato – La cometa di Halley – Una figura impossibile: il triangolo di Penrose – I quipu – Calligrafia, tipografia e matematica – Il grano e la scacchiera – Calcolo della probabilità e pi greco – Terremoti e logaritmi – Il soffitto parabolico del Campidoglio – Computer, sistemi di numerazione ed elettricità – Topo: un gioco matematico – La successione di Fibonacci – Una modifica al teorema di Pitagora – Trinità di anelli: un modello topologico – Anatomia e sezione aurea – La catenaria e le curve paraboliche – Il problema della "T" – Talete e la Grande piramide – L'Albergo Infinito – I cristalli: i poliedri della natura – Il triangolo di Pascal, la successione di Fibonacci e la formula binomiale – Matematica del tavolo da biliardo – La geometria del percorso di un elettrone – L'anello di Moebius e la bottiglia di Klein – Un rompicapo di Sam Loyd – Matematica e origami – Il trucco di Fibonacci – Evoluzione dei simboli matematici – Alcuni progetti geometrici di Leonardo da Vinci – Dieci date storiche – Il Teorema di Napoleone – Il matematico Lewis Carroll – Contare sulle dita – Una modifica dell'anello di Moebius – Il teorema di Erone – Uno sguardo alla geometria e all'architettura gotica – I bastoncini di Nepero – Arte e geometria proiettiva – Il cerchio e l'infinito – La pista meravigliosa – I cavalli persiani e il rompicapo di Sam Loyd – Lunule – Esagoni nella natura – Googol e googolplesso – Un cubo magico – Frattali: reali o immaginari? – Nanosecondi: misurando il tempo sui computer – La cupola geodetica di Leonardo da Vinci – Quadrati magici – Il quadrato magico "speciale" – Il triangolo cinese – La morte di Archimede – Un mondo non euclideo – Palle di cannone e piramidi – La concoide di Nicomede – Il nodo a trifoglio – Il quadrato magico di Beniamo Franklin – I numeri irrazionali e il teorema di Pitagora – I numeri primi – Il rettangolo aureo – Costruzione di un tritetraflexagono – L'infinito si può trovare anche in spazi molto piccoli – I cinque solidi platonici – Il metodo della piramide per costruire quadrati magici – I solidi di Keplero-Poinsot – La spirale di Fraser – L'icosaedro e il rettangolo aureo – Il paradosso di Zenone: Achille e la tartaruga – L'esagramma mistico – Il rompicapo delle monetine – Tassellature – L'indovinello di Diofanto – Il problema dei ponti di Konigsberg e la topologia – I grafi – Calendari aztechi – Il trio impossibile – Un antico quadrato magico tibetano – Perimetro, area e serie infinita – Il problema della scacchiera – La calcolatrice di Pascal – Isaac Newton e il calcolo infinitesimale – Calcolo infinitesimale giapponese – La dimostrazione che 1 = 2 – La simmetria dei cristalli – La matematica della musica – Palindromi numerici – Il paradosso dell'esame inatteso – Un testo cuneiforme babilonese – La spirale di Archimede – L'evoluzione dei concetti matematici – Il problema dei quattro colori e la topologia – Arte e simmetria dinamica – I numeri transfiniti – Un problema logico – La curva a fiocco di neve – Lo zero: dove e quando – Il teorema di Pappo e il rompicapo delle nove monete – Un cerchio magico giapponese – Cupola sferica e distillazione dell'acqua – L'elica: matematica e genetica – La linea magica – Matematica e architettura – Storia delle illusioni ottiche – La trisezione degli angoli e il triangolo equilatero – Il problema dell'acqua, della legna e del grano – Charles Babbage: il Leonardo da Vinci dei moderni computer – La matematica e l'arte islamica – Un quadrato magico cinese – Infinito e limiti – Il rompicapo delle monete false – Il Partenone: un progetto ottico e matematico – La probabilità e il triangolo di Pascal – La sviluppante – Il pentagono, il pentagramma e il triangolo aureo – Tre uomini davanti a un muro – Una fallacia geometrica e la successione di Fibonacci – I labirinti – "Scacchiere" cinesi – Le sezioni coniche – La vite di Archimede – L'illusione ottica per irradiazione – Il teorema di Pitagora e il presidente Garfield – Il paradosso della ruota di Aristotele – Stonehenge – Quante dimensioni ci sono? – Computer e dimensioni – Il "doppio" anello di Moebius – Una curva paradossale: la curva che riempie lo spazio – L'abaco – Matematica e tessitura – Il numero di Mersenne – Il rompicapo del tangram – Infinito vs finito – Eratostene e la misurazione della Terra – Geometria proiettiva e programmazione lineare – Il problema del ragno e della mosca – Matematica e bolle di sapone – Il paradosso della moneta – Esamini – La successione di Fibonacci e la natura – La scimmia e le noci di cocco – Ragni e spirali
 
COMMENTO:
Una vera ricchezza… tantissimi spunti, in 146 piccoli saggi, alcuni brevi altri meno, che raccontano una matematica veramente gioiosa, una matematica nascosta in mille aspetti della vita quotidiana, dal computer, al soffitto del Campidoglio alla Casa Bianca, dall’anatomia, alla piramide di Cheope.
Consigliato a quegli alunni che hanno bisogno di nuovi stimoli per imparare ad amare e a guardare con occhi diversi la matematica. 
I saggi costituiscono un “assaggio”, per gli approfondimenti si rimanda ad altri libri. Ma almeno con questo libro può nascere la voglia di approfondire e la curiosità di conoscere qualcosa di più…
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Giovedì, 01 Agosto 2013 08:01

Penna, pennello e bacchetta

TRAMA:
«Quando Pino Donghi mi invitò a tenere una serie delle prestigiose “Lezioni italiane” organizzate dalla Fondazione Sigma-Tau e dall’Editore Laterza, decisi […] di cogliere l’occasione per offrirmi una terapia pubblica di autoanalisi, con Umberto Eco nell’insolito ruolo dello psicoanalista virtuale. Questo libretto riporta la trascrizione delle associazioni libere emerse nel corso di tre sedute nell’Aula Magna dell’Università di Bologna il 29, 30 e 31 marzo 2004. Esse smascherano una triplice invidia del matematico nei confronti della penna dello scrittore, del pennello del pittore e della bacchetta del direttore d’orchestra: invidia che si manifesta in un delirio di potenza che lo spinge a ridurre il fecondo calore, o la calda fecondità, dell’arte agli ‘aridi’ numeri dell’aritmetica, o alle ‘fredde’ forme della geometria». [dal capitolo introduttivo]
La matematica sembra vivere in un mondo tutto suo, eppure nelle opere letterarie può essere non solo la protagonista, ma anche la struttura, come dimostrano sonetti, sestine, anagrammi, palindromi, acrostici… Allo stesso modo per l’arte: scienza e arte sono visioni complementari del mondo, visto che entrambe hanno sviluppato tecniche adatte a descriverlo a partire da punti di vista differenti e la matematica si inserisce in questa complementarietà non solo come linguaggio, ma anche a livello di rappresentazione e di struttura, come dimostrato da molte correnti pittoriche, dalla sezione aurea, dalla prospettiva, dalla simmetria. L’arte inoltre ha partecipato ai grandi sconvolgimenti matematici, come la scoperta delle geometrie non euclidee nell’Ottocento. Non possiamo poi dimenticare i frattali, una forma d’arte matematica che si può facilmente simulare al computer e l’arte ottica, che crea illusioni visive. 
Infine, accostare musica e matematica può sembrare una provocazione, ma in realtà nel passato erano due muse quasi indistinguibili. Nella musica molte strutture sono riconducibili a classificazioni matematiche, a partire dal metro fino ai canoni. Ma anche nella matematica si trova parecchia musica: Pitagora sostenne che il movimento delle sfere celesti produceva una musica cosmica e strutturata secondo rapporti armonici. Nel 1638, Galilei enunciò le leggi dell’armonia e Keplero tentò di costruire una sinfonia celeste; successivamente, Newton collegò l’ottica e l’acustica. Eulero usò i logaritmi per esprimere i rapporti fra le frequenze delle sette note della scala; d’Alembert, nel 1747, descrisse il moto di una corda vibrante con l’equazione d’onda e Fourier generalizzò i contributi di Bernoulli, con la serie che porta il suo nome. In tempi più recenti, onde acustiche, elettromagnetismo e matematica hanno ritrovato la loro identità dapprima nell’organo Hammond e nella chitarra elettrica (anni ’30 e ’40) e poi nel sintetizzatore digitale.
Il metodo matematico parte da assiomi, grazie ai quali si dimostrano teoremi, mediante regole di deduzione: come un gioco, in cui si devono seguire correttamente regole che non hanno niente a che vedere con la realtà. Anche il linguaggio, secondo Wittgenstein, si può paragonare a un gioco, perciò se letteratura e matematica sono entrambe gioco, allora sono la stessa cosa, cioè:
LETTERATURA = GIOCO = MATEMATICA
L’essenza della matematica sta nel considerare strutture astratte, ognuna delle quali può essere interpretata in molti modi e l’arte può essere considerata una costruzione di opere che non hanno niente a che vedere con le raffigurazioni del mondo reale. Anche qui si può quindi giungere a una visione unificante:
ARTE = ASTRAZIONE = MATEMATICA
Il metodo matematico consiste nel connettere tra loro parti apparentemente disgiunte, ovvero nel creare un’armonia e la stessa cosa vale per la musica. Perciò nasce l’identità:
MUSICA = ARMONIA = MATEMATICA
E dalle tre identità si deduce: GIOCO = ASTRAZIONE = ARMONIA
ma soprattutto si deduce che “la matematica è poesia dell’universo, pittura astratta del mondo, musica delle sfere”.
 
COMMENTO:
Il libro offre spunti interessanti, soprattutto nella connessione con altre forme di sapere, apparentemente molto lontane dalla matematica. 
Al contrario di quanto può sembrare dal capitolo introduttivo, non sempre la lettura è scorrevole e indolore, visto che molti riferimenti matematici, ma anche e forse soprattutto alle tre arti, letteratura, pittura e musica, sono per coloro che conoscono, almeno un po’, gli argomenti dei quali si sta parlando.
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Giovedì, 01 Agosto 2013 07:59

I problemi del millennio

TRAMA:
Il 24 maggio 2000, durante un Convegno a Parigi, il Clay Mathematics Institute annuncia la messa in palio di sette premi da un milione di dollari, per la soluzione di altrettanti problemi di matematica rimasti irrisolti e giudicati da una commissione internazionale di matematici i sette più difficili e importanti fra quelli ancora da sciogliere. “I problemi del Millennio potrebbero non dare l’idea di dove sia diretta la matematica, ma ci offrono un’eccellente istantanea che mostra dove si trovino, oggi, le sue frontiere”.
L’IPOTESI DI RIEMANN – Essa costituisce l’ultimo problema rimasto irrisolto della lista di Hilbert del 1900. Le sue origini risalgono alla distribuzione dei numeri primi nella successione dei numeri naturali. Nel 1740 Eulero introdusse una funzione denominata con la lettera greca “zeta” (z): Riemann usò tale funzione per indagare il modello di distribuzione dei numeri primi e il suo lavoro fornì un solido legame con la geometria del piano complesso. L’ipotesi di Riemann ha implicazioni importanti per la nostra conoscenza dei numeri primi, ma anche per la sicurezza di Internet. Per lungo tempo si è nutrita la speranza che Riemann avesse lasciato un indizio sepolto da qualche parte fra i suoi appunti, ma inutilmente: non potremo mai sapere con sicurezza in che modo arrivò alle sue conclusioni. La maggior parte dei matematici ritiene che la congettura sia vera.
LA TEORIA DI YANG-MILLS E L’IPOTESI DEL GAP DI MASSA – Il secondo problema del Millennio è un enigma specifico che i matematici dovranno risolvere per dimostrarsi all’altezza della sfida lanciata loro dai fisici. La teoria di Yang-Mills (anni Cinquanta) è un primo passo verso la Grande Teoria Unificata. Nella QFT (Quantum Field Theory), la matematica coinvolge il concetto di simmetria: Yang e Mills lavorarono in questa direzione. Nessuno finora è stato in grado di risolvere le loro equazioni: i fisici le usano per formulare regole con le quali calcolare vari numeri chiave in un modo “approssimato”. “La sua soluzione segnerebbe l’inizio di un’area della matematica nuova e fondamentale, caratterizzata da profonde e importanti implicazioni con la nostra attuale conoscenza dell’universo”.
IL PROBLEMA P VERSUS NP – Per l’autore, è il problema che ha maggiori probabilità di essere risolto da un “dilettante sconosciuto”: riguarda l’efficienza che i computer possono raggiungere nell’eseguire certi tipi di compito. Riferendosi al problema del commesso viaggiatore, i matematici puri cercarono di determinare quanto efficientemente un computer potesse eseguire un particolare compito. Per distinguere i processi, i matematici proposero una classificazione dei problemi: tra quelli risolvibili in un tempo polinomiale e quelli risolvibili in un tempo esponenziale, inserirono i problemi risolvibili in un tempo polinomiale non deterministico, o per brevità NP. 
LE EQUAZIONI DI NAVIER-STOKES – Basandosi sul lavoro di Bernoulli, Eulero formulò una serie di equazioni la cui soluzione descrive il moto di un fluido non viscoso. Nel 1882 Navier introdusse nelle equazioni di Eulero una correzione e, qualche anno dopo, Stokes ne ottenne una derivazione corretta. Grazie al lavoro di Navier e Stokes, alla fine del diciannovesimo secolo sembrava che i matematici fossero sul punto di elaborare una teoria completa della fluidodinamica. Ma nessuno, finora, è riuscito a trovare una formula che risolva le equazioni di Navier-Stokes: non solo, nessuno è riuscito a dimostrare che tale soluzione esista. “I progressi compiuti verso una soluzione delle equazioni di Navier-Stokes sono stati finora talmente piccoli che il Clay Institute assegnerà il premio da un milione di dollari al risolutore di una qualsiasi delle varianti del problema.”.
LA CONGETTURA DI POINCARÉ –La congettura emerge per caso, da un errore compiuto all’inizio dell’indagine di Poincaré nella topologia. Nei primi anni del ventesimo secolo, Poincaré e altri matematici si accinsero a classificare gli analoghi delle superfici a più dimensioni, che chiamarono “varietà”. La congettura è stata dimostrata nel 1960 per varietà da cinque dimensioni in su (Smale) e nel 1981 è stata dimostrata per varietà quadridimensionali (Freedman). Manca la dimostrazione per le varietà tridimensionali. [Questo problema è stato probabilmente risolto dal russo Grigori Perelman, ma è presente una seconda dimostrazione, dell’inglese Martin Dunwoody. Non si può stabilire chi dei due abbia diritto al premio, visto che per il Clay Institute devono passare due anni dall’annuncio della dimostrazione.]
LA CONGETTURA DI BIRCH E SWINNERTON-DYER – Tale congettura riguarda le “curve ellittiche”. Una sua dimostrazione avrebbe ripercussioni su tutta la matematica moderna. Prima del 1994 non era nemmeno sicuro che la congettura avesse davvero senso.
LA CONGETTURA DI HODGE – Con ogni probabilità è il problema meno accessibile, poiché si tratta di una questione altamente tecnica e “non c’è nemmeno un reale consenso riguardo a ciò che essa effettivamente sostiene”. Una dimostrazione della congettura stabilirebbe un collegamento fondamentale fra le tre discipline della geometria algebrica, dell’analisi e della topologia. Hodge espose la sua congettura nel discorso pronunciato all’International Congress of Mathematicians, tenutosi nel 1950 in Inghilterra. Attualmente, non esiste alcuna prova che indichi la correttezza dell’intuizione di Hodge.
 
COMMENTO:
Libro interessante, anche se complesso. Uno sguardo sui problemi attuali della matematica, ma non solo: l’autore offre anche ampi panorami sulla storia della matematica, sulla sua evoluzione, su ciò che ha generato i problemi del millennio, infatti non ha come obiettivo la descrizione dettagliata dei problemi: “Il mio obiettivo consiste nel collocare ciascun problema in un suo scenario, descrivere come emerse, spiegare che cosa lo renda particolarmente difficile, e darvi un’idea del perché i matematici lo considerino tanto importante”.
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Giovedì, 01 Agosto 2013 07:58

Il pallino della matematica

TRAMA:
Attraverso un attento esame degli animali e dei bambini, l’autore ci convince innanzi tutto che le nostre competenze matematiche hanno radici biologiche. Nel mondo animale, l’aritmetica è molto diffusa, forse anche grazie al vantaggio selettivo che essa procura, ma i numeri percepiti dagli animali non sono quantità esatte. Gli uomini sono dotati di una rappresentazione mentale delle quantità molto simile a quella che ha un animale. Nel corso degli anni Ottanta, in bambini di meno di sei mesi e persino in neonati di qualche giorno, sono state riscontrate autentiche capacità numeriche: neonati di tre o quattro giorni sono in grado di distinguere il 2 dal 3, e sanno che 1+1=2. L’assenza di un linguaggio non impedisce i calcoli numerici elementari, anche se le abilità del bambino sono limitate agli aspetti più semplici dell’aritmetica. La sola nozione aritmetica di cui il bambino sembra essere privo è forse la relazione di ordine, ma in ogni caso è un matematico migliore di quanto immaginassimo.
Come ha fatto l’uomo a superare lo stadio dell’approssimazione dei numeri? Pare che la numerazione più evoluta passi attraverso il conto delle diverse parti del corpo, per arrivare alla notazione posizionale in base 10, che ha semplificato i calcoli, l’apprendimento, la lettura, la scrittura… Nonostante la semplicità del nostro sistema di numerazione, però, un numero elevato di persone commette errori nei calcoli più elementari. Eppure a tre anni e mezzo un bambino si destreggia già nell’arte del contare e tra i quattro e i sette anni, non solo capisce i calcoli che fa, ma li sceglie molto accuratamente. Purtroppo, cominciando a frequentare la scuola, si passa a un’aritmetica imparata a memoria e nascono le prime difficoltà: le tabelle della moltiplicazione e dell’addizione, a causa della loro struttura, non sono certo facili da imparare e fatichiamo a conservarle in compartimenti separati. Forse sarebbe utile modificare i metodi di insegnamento, interrogandoci sull’opportunità di inculcare gli algoritmi di calcolo a viva forza nella mente dei bambini. L’autore sostiene che un uso ragionato della calcolatrice potrebbe liberare il bambino dagli aspetti fastidiosi e meccanici del calcolo, permettendogli di concentrarsi sul significato e aiutandolo a sviluppare il suo senso naturale di approssimazione. 
Cosa distingue Einstein, o comunque un uomo dalle prodigiose capacità di calcolo, da un comune mortale? Il genio è un dono innato, legato a un’organizzazione cerebrale diversa o è il risultato di anni di allenamento all’aritmetica? L’ipotesi di un legame diretto tra la misura del cervello e l’intelligenza è stata rifiutata, come pure quella di una superiorità maschile. Numerosi ricercatori si sono sforzati di trasformare, con un intenso allenamento, studenti normali in prodigi di memoria o di calcolo e i risultati dimostrano che la passione può generare il talento. 
Seguendo i numeri fin dentro la corteccia cerebrale, attraverso la neuropsicologia conoscitiva e le nuove immagini del cervello in azione, l’autore spiega che l’idea che il pensiero possa essere localizzato in un piccolo numero di regioni cerebrali è stata abbandonata. Infatti, ciascuna operazione aritmetica fa entrare in attività una rete cerebrale estesa e la logica e il calcolo sono proprietà accessibili soltanto a cervelli opportunamente educati. La difficoltà della matematica è dovuta, secondo l’autore, all’architettura del nostro cervello, inadatta a lunghe catene di ragionamenti simbolici.
 
COMMENTO:
Lettura interessante sia per gli insegnanti, che possono trovare interessanti suggerimenti per far odiare un po’ meno la matematica agli alunni, sia per gli alunni, che hanno la possibilità di convincersi che il talento per la matematica non è unicamente un dono innato.
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Giovedì, 01 Agosto 2013 07:56

Professione matematico

TRAMA:
Dodici interviste ad altrettanti matematici italiani. La prima cosa sorprendente è che la maggior parte degli intervistati non ha scoperto molto presto la propria passione per la matematica, alcuni sono addirittura laureati in fisica. È unanime l’idea che il computer non abbia sostanzialmente cambiato il modo di fare ricerca. Il problema dei cervelli in fuga, invece, è in realtà segnalato come mancanza di ricchezza per l’Italia: i continui viaggi indicano un importante e vitale scambio di idee, purtroppo però nessuno straniero si sente invogliato a venire in Italia e questa è la vera povertà. Unanime è la critica nei confronti della riforma universitaria, unanime l’elenco delle qualità necessarie per diventare matematici eccellenti: l’interesse, la fantasia, la disciplina, lo studio, l’importanza delle buone guide… ma attualmente sembra tutto più difficile, visto che lo studente medio mostra una difficoltà di concentrazione sempre maggiore e mancano i nessi logici, la capacità di ragionare.
I matematici intervistati sono:
GIUSEPPE DA PRATO: laureato in fisica, ritiene che la stessa sia un utile strumento per capire i problemi concreti da cui nascono certe questioni di carattere matematico.
CORRADO DE CONCINI: presidente dell’Indam, agenzia di finanziamento della ricerca matematica, ritiene sia importante comunicare il fascino della matematica.
MICHELE EMMER: figlio di un regista, si occupa di superfici minime, ma anche di cinema.
FRANCO FAGNOLA: si occupa dello sviluppo del sesto problema di Hilbert.
ENRICO GIUSTI: ha lavorato con De Giorgi e Bombieri, ma oggi si occupa molto di divulgazione matematica. A lui si deve la fondazione del primo museo dedicato interamente alla matematica: i Giardini di Archimede.
GIORGIO ISRAEL: contesta la matematizzazione della sociologia e dell’economia, perché solo in fisica il processo è ormai collaudato e in biologia sta già dimostrando la sua efficacia. Esiste un limite nella rappresentazione matematica dei fenomeni.
PIERGIORGIO ODIFREDDI: logico, si occupa da alcuni anni della divulgazione della matematica. Esprime la sua preoccupazione per la crescente superficialità della società.
MARIO PRIMICERIO: matematico applicato, si è avvicinato alla scienza grazie alla propria curiosità. Parla diffusamente delle possibili collaborazioni, da lui incentivate, fra università e industria.
ALFIO QUARTERONI: espone molti aspetti curiosi delle applicazioni matematiche, come ad esempio il lavoro per il team Alinghi e sottolinea l’importanza del mettersi in discussione e del cambiare ogni tanto la propria attività, per mettersi alla prova.
GIUSEPPE TOMASSINI: si occupa di geometria superiore, ma in realtà la distinzione tra i vari ambiti non ha più molta importanza: è necessario trattare i problemi nella prospettiva più ampia possibile. 
CARLO TRAVERSO: parla non solo dell’algebra computazionale, di cosa sia e delle sue applicazioni, ma anche delle competenze richieste per essere ammessi a un corso di dottorato.
EDOARDO VESENTINI: sottolinea che fare ricerca matematica significa “rompersi la testa” su un problema e paragona la matematica a una droga.
 
COMMENTO:
Dalle parole degli studiosi di matematica emerge una grande passione per l’oggetto del loro studio e forse è proprio questo che rende la lettura del libro così piacevole. Ma questo non è certamente l’unico lato positivo in un libro che si legge d’un fiato. 
Le risposte inerenti le prospettive di lavoro per un matematico aprono davanti ai nostri occhi l’immagine di un mondo sconosciuto, poco noto anche a chi ha studiato matematica. Forse perché, come dice Enrico Giusti: la matematica “è un po’ come il nostro scheletro: da fuori non si vede, ma guai se non ci fosse!”.
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