«Fisica sognante» è stato pubblicato come bollettino trimestrale dell’Associazione per l’Insegnamento della Fisica a settembre 2013. Si tratta della seconda pubblicazione di Federico Benuzzi, dopo l’ebook «Giocolieri si diventa – manuale pratico di giocoleria», con Giochidimagia Editore. I due testi racchiudono le due anime dell’autore, che è insegnante e giocoliere, ma anche attore e presentatore: dotato di una personalità poliedrica, gestisce anche un blog, www.federicobenuzzi.com, e ha un canale YouTube che conta ormai più di duemila iscritti.
Il libretto è a metà tra il saggio scientifico e l’autobiografia, visto che numerose sono le riflessioni dell’autore sul proprio percorso e sull’insegnamento in particolare. È un saggio scientifico, perché tra le pagine possiamo trovare la spiegazione fisica del funzionamento del monociclo, del diablo o della giocoleria, ma l’inizio è dato dalle risposte alle domande che sono state poste allo stesso Benuzzi al termine degli spettacoli di giocoleria attraverso i quali divulga la fisica. Il ritmo narrativo è veloce e sembra di sentire la voce dell’autore che, come succede nei video pubblicati su YouTube, ci guida nella conoscenza dell’affascinante mondo della fisica. In alcuni punti è importante avere a portata di mano carta e penna, per poter seguire efficacemente i calcoli che vengono svolti. La parte di riflessioni, però, è forse il vero punto di forza del libro, soprattutto se, come nel mio caso, vi capiterà di leggere anche «Lo spettacolo della fisica», recente pubblicazione per la casa editrice Dedalo: si può entrare in contatto con il modo di essere di questo poliedrico insegnante di matematica e fisica e fare tesoro della sua esperienza per migliorare anche il proprio stare in classe. Federico Benuzzi è un insegnante che sa mettersi in discussione, ma che non è disposto a stravolgere il proprio modo di essere solo per ottenere più consensi, è un insegnante che sa usare le regole della scuola per creare un’alleanza con gli studenti, è un insegnante che riesce a spingere i suoi studenti a fare del proprio meglio, esattamente come ha chiesto al lettore, con questo libro, di vincere la propria paura della matematica per acquisire una maggiore consapevolezza delle cose.
Questo libro mi è stato regalato da una collega che aveva assistito ad uno spettacolo di Federico Benuzzi durante il Festival di BergamoScienza ed è rimasto a lungo nella mia libreria in attesa che lo prendessi in mano e gli dedicassi un po’ di tempo. Averlo letto dopo «Lo spettacolo della fisica» mi ha permesso di coglierne gli elementi di continuità e, al tempo stesso, le differenze che li rendono complementari.
«Lo spettacolo della fisica», pubblicato a marzo 2021 dalla casa editrice Dedalo, è stato scritto da Federico Benuzzi. Nella presentazione del suo blog, www.federicobenuzzi.com, Benuzzi dice di essere «professore, conferenziere, presentatore, giocoliere, attore…»: è, in effetti, un personaggio poliedrico, che ha al suo attivo non solo spettacoli teatrali, ma anche libri, come «Fisica sognante», pubblicato come bollettino trimestrale dell’Associazione per l’Insegnamento della Fisica, «La legge del perdente», pubblicato nel 2018 sempre per la casa editrice Dedalo, l’ebook «Giocolieri si diventa – manuale pratico di giocoleria», con Giochidimagia Editore ed è anche gestore del canale YouTube che porta il suo nome.
Esattamente come ne «La legge del perdente», il libro comincia con un incontro: ai compagni di avventura della scorsa volta, ovvero a Fazioli, l’ingegnere in pensione, e ad Andrea, studente universitario alla facoltà di statistica, si aggiunge Sara, cameriera aspirante attrice. Nella premessa, Federico Benuzzi ci dice che le pagine che andremo a leggere saranno «pagine di fisica, di didattica e di giocoleria» e in effetti c’è tutto quanto premesso e anche molto altro: oltre alla vicenda dei quattro amici, c’è una descrizione accurata di Bologna che fa veramente venir voglia di visitarla, ci sono la fisica e la matematica della giocoleria e, parlando di didattica, l’autore non si rivolge solo agli insegnanti, ma anche agli studenti. L’attività di Federico diventa, come succede sul palco, un’occasione per coinvolgere i suoi amici e per spiegare la fisica, che ritroviamo negli equilibrismi, spiegati con tanto di diagrammi delle forze, nelle leve e nella loro classificazione, nell’equilibrio, stabile instabile e indifferente e nel funzionamento del monociclo.
Oltre alla narrazione, ci sono le illustrazioni di Emanuela Bellisario e, distribuiti tra le pagine, troviamo dei QR code che rimandano a video e link, in coerenza con quanto scrive lo stesso autore: «è fondamentale, quando si spiega, mischiare insieme più registri comunicativi: è nella loro integrazione il massimo potere esplicativo possibile.»
Il libro è alla portata di tutti e si legge molto agevolmente: non è consigliato solo agli insegnanti, ma anche agli studenti delle scuole superiori, visto che i contenuti di fisica sono ben spiegati, mai banalizzati, ma chiari e semplici da capire. Mi ha colpito molto il fatto che Federico Benuzzi non abbia paura di stimolare il lettore a puntare un po’ più in alto e presenti quindi anche un percorso fatto di formule che possano aiutare a capire meglio la fisica. Non si tratta solo di spettacolo della fisica, perché anche la matematica ha un suo ruolo, protagonista negli schemi della giocoleria: non solo aiuta a rappresentare le combinazioni che si possono realizzare, ma può aiutare a trovare nuove combinazioni, come nel caso della “6x44x6”, «definito a furor di popolo il più bello schema di giocoleria che sia mai stato scoperto», per il quale «tutti riconoscono che, senza la matematica, probabilmente non lo si sarebbe mai trovato.»
Dopo aver visto dal vivo «L’azzardo del giocoliere», dal quale è tratto il libro «La legge del perdente», posso confermare che ciò che cogliamo in queste pagine è ciò che Benuzzi presenta nei suoi spettacoli, ovvero un intrattenimento intelligente, ma al tempo stesso coinvolgente, come mi hanno dimostrato i commenti entusiasti degli insegnanti di altre discipline, che mi hanno confermato la chiarezza degli argomenti spiegati. Consiglio vivamente la lettura di questo libro e, se possibile, la partecipazione a uno dei suoi spettacoli, perché, durante le sue performances dal vivo, la giocoleria e l’insegnamento, ovvero le due passioni, le due anime dell’autore, «potranno fondersi nuovamente insieme, in uno spettacolo unico, che vedrà andar di pari passo l’arte e la scienza. La tecnica e la sua descrizione matematica. Fisica e giocoleria.»
«Troppo belle per il Nobel» è uscito nel 2008 ed è stato ripubblicato in edizione tascabile a fine 2019 dalla casa editrice Bollati Boringhieri. L’autore è Nicolas Witkowski, fisico di formazione, che ha scritto numerose opere sulla storia della scienza, come «La vasca di Archimede» e «La storia sentimentale della scienza».
Il libro è costituito da ventuno capitoli, che attraversano la storia umana a partire dalla preistoria fino ad arrivare al XX secolo. La rassegna proposta è diversa rispetto a tutte quelle realizzate sul tema, perché non troviamo i soliti personaggi: Rosalind Franklin, Lise Meitner e Ipazia vengono citate come esempi nella premessa introduttiva, ma non trovano posto nel percorso, ad esempio. Fin dall’inizio, il testo mostra la sua particolarità, visto che comincia con la preistoria, una storia interamente maschile nella quale la donna è assente, un po’ come la storia delle scienze, scritta esclusivamente dagli uomini. Nella premessa, Witkowski dice le donne che vengono in genere menzionate nelle storie della scienza «si contano sulle dita di due mani» e, per questo motivo, per scrivere il libro ha dovuto «procedere a indagini delicate, rimbalzando da una biografia tronca a una nota a piè di pagina criptata» e soprattutto rimuovere dal quadro generale «la polvere di sufficienza maschile depositata dai secoli». Nella lettura, si riesce a percepire tutto questo lavoro di ricerca e si coglie anche la reale convinzione dell’autore che dice: «A un grand’uomo basta essere eccezionale; una donna deve essere straordinaria.»
La rassegna comincia con Huang Daopo, «inventore» dell’arcolaio a pedale nel XIII secolo, Sophie sorella di Tycho Brahe e Barbara Mühleck moglie di Keplero, dedite alla chimica, e Martine de Beausoleil, che suggerì a Richelieu di creare un corpo di ingegneri minerari. Nel 1700, le donne vengono citate nelle opere letterarie, ma nascoste dietro alcuni asterischi: diventano in questo modo il «simbolo stesso dell’ignoranza» e la loro presenza libera «da qualsiasi complesso d’inferiorità il lettore che altrimenti non avrebbe mai affrontato un’opera erudita». La maggior parte delle donne nominate è nata proprio nel XVIII secolo: Emilie du Châtelet, che tradusse in francese i Principia di Newton, Isabelle Godin, protagonista di un salvataggio inaspettato durante la spedizione per misurare la Terra, Elizabeth Thible, prima donna a mettere piede su una mongolfiera, Charlotte Corday, assassina di Marat, Marie Lavoisier, che portò a compimento il “Trattato di chimica elementare” iniziato dal marito, e Mary Somerville, che riuscì nell’impresa di far uscire le donne dalla cucina fino ad arrivare nell’atrio della Royal Society, dove venne sistemato il suo busto per «celebrare l’autorità dell’intelligenza femminile». Si procede con le scrittrici Mary Shelley e George Sand, con Ada Lovelace, alla quale venne «negato l’accesso alla biblioteca della Royal Society in quanto donna», Sophie Germain, che si finse uomo per poter interloquire con i più grandi matematici del tempo, Agnes Pockels, che fece grandi scoperte nella propria cucina nonostante la reclusione impostale dai genitori, mentre Katherine Blodgett diede seguito ai suoi lavori. Clémence Royer, «intrepida pioniera del femminismo», tradusse in francese l’opera di Darwin mentre Athénaïs Mialaret, che collaborò alle opere del marito, dopo la morte di lui «dovette dimostrare davanti alla giustizia la sua partecipazione all’opera comune». Loïe Fuller si rese protagonista della pericolosa Danza del Radio, mentre l’avventuriera Ida Pfeiffer vide la propria opera plagiata da Jules Verne. Sofja Kovalevskaja, grande matematica, è ricordata più per la sua vita libertina che per le sue abilità nella disciplina, mentre Marie Curie e Hertha Ayrton vengono ricordate anche per il proprio contributo durante la Prima Guerra Mondiale, l’una con le attrezzature realizzate grazie alla scoperta del radio e l’altra con i ventilatori che cambiano l’aria nelle trincee, grazie agli studi sulla fluidodinamica. Nel percorso, incontriamo anche alcune muse, come Alice Liddell, musa di Lewis Carroll, o la donna senza nome che grazie ad un «episodio folgorante e tardivo» permise a Schrödinger di trovare la famosa equazione. Tra i talenti non riconosciuti, troviamo Alicia Boole, figlia del logico e matematico Boole, che «giocava all’ipercubo invece che con le bambole», ma «non conobbe gli onori della gloria scientifica», esattamente come Emmy Noether, «doppio femminile» di Einstein, che ci mostra come «ciò che in Albert suscitava ammirazione, in Emmy infastidiva» o Chieng Shiung Wu, che perse il meritato Nobel per l’esperimento di parità nel 1957. La rassegna si chiude con il campo della primatologia e quattro donne, Jane Goodall, Biruté Galdikas, Shirley Strum e Dian Fossey, che sono riuscite ad approcciare lo studio dei primati in modo completamente diverso e innovativo, rispetto agli uomini che le hanno precedute.
Come si può notare, la rassegna si avventura lontano dai soliti sentieri battuti e, nella lettura, siamo accompagnati da un umorismo sottile e denso di ironia, che ci permette di gustarci la carrellata con una certa leggerezza, mentre continui richiami collegano tra loro i singoli capitoli. Ad ogni capitolo sono dedicate circa cinque o sei pagine, e la conclusione è con il paragrafo “E ancora…”, dove ritroviamo una bibliografia e alcuni suggerimenti per approfondire i riferimenti e i rimandi ad ulteriori argomenti. Un plauso particolare ai due traduttori, Chiara Tartarini, professoressa associata all’Università di Bologna, e Alessandro Serra, scomparso recentemente e docente di psicologia dell’arte. Nella loro traduzione, sottolineano anche i giochi di parole proposti dall’autore e impossibili da rendere in italiano, perciò richiamano il testo originale perché sia possibile, per il lettore, cogliere la sottigliezza di alcuni passaggi. È un libro sicuramente da leggere e da tenere nella propria libreria per rileggerne ogni tanto dei passi: gli aneddoti e i percorsi proposti, che di fatto, per la maggior parte, non conoscevo, hanno arricchito il mio bagaglio personale e diventeranno parte della mia narrazione durante le mie lezioni.
Consigli di lettura per i più piccoli
Per i più piccoli, il libro di Eugenia Cheng, pubblicato da Editoriale Scienza, Molly e i misteri matematici è una garanzia. “Trova gli indizi e solleva le alette”, recita il sottotitolo, perciò abbiamo chiara l’idea di un libro attivo, nel quale i più piccoli sono invitati a esplorare la matematica attraverso un’avventura, un gioco che permette di superare la paura e la noia. L’ho consigliato e lo consiglierei ai bambini che amano giocare, ma anche a quelli che non amano leggere, perché possano capire che la matematica è un gioco coinvolgente. Eugenia Cheng, l’autrice, è davvero originale: matematica e pianista, educatrice e autrice, possiamo vederla all’opera in una puntata di The Late Show con Stephen Colbert. Oltre a un po’ di risate, ci regala piccole grandi verità sulla matematica: “sono una matematica non una calcolatrice” ci ricorda, ad esempio, quando prova a fare il calcolo degli strati di pasta (crescita esponenziale), oppure ci dice che con la matematica ognuno può creare i propri percorsi e, proprio come si fa in cucina, si parte da semplici ingredienti per realizzare qualcosa di delizioso. In una breve chiacchierata (poco più di 5 minuti e con sottotitoli in italiano), intitolata Quando 1+1=3, Eugenia Cheng ci racconta le reazioni della gente quando dice di essere una matematica: le dicono “devi essere molto intelligente”, le raccontano di non aver mai amato la matematica o che avrebbero tanto voluto capirla meglio… A Eugenia Cheng piace spiegare la matematica, perché ha come obiettivo quello di liberare il mondo dalla matofobia, ovvero dalla paura della matematica: la matematica non è un insieme di regole, ma una comprensione logica delle cose, perché nella matematica siamo tutti esploratori delle lande selvagge della logica. La matematica è libertà e sogno e non è amata solo a causa di un piccolo problema di immagine…
Consigli di lettura per donne e STEM
Amo leggere libri di divulgazione matematica, ma amo soprattutto i romanzi che contengono storie di percorsi unici e incredibili, percorsi che mai pensavi avrebbero potuto diventare vincenti, eppure lo sono stati. Amo, in particolare, le storie che riguardano grandi donne, come quella raccontata in Marie e Bronia, un patto tra sorelle. Conoscevo già il patto stipulato tra Marie Curie e sua sorella Bronia, ma questo racconto (dal quale è stato tratto anche uno spettacolo teatrale) è particolarmente intenso: ciò che appassiona è il fatto che le due sorelle vengono viste nella loro quotidianità e anche attraverso gli scontri che appartengono ad ogni rapporto di sorellanza. Il racconto si concentra, quindi, sul lato più umano di una giovane Marie. Il patto tra le due sorelle è stato reso possibile dal sostegno del padre, che riteneva che non ci fosse nulla che potesse essere loro negato solo perché donne: «lui ci ha incoraggiate a sfidare la mentalità di chi voleva relegare le donne in casa, ed era certo che saremmo state capaci di andare fino in fondo», dice Marie nella fase finale. E Bronia fa diventare questo esempio vincolante per entrambe, come madri: dice a Marie che entrambe dovranno «insegnare alle [proprie] figlie che niente è impossibile».
Consigli di lettura per le vacanze
Vacanze matematiche è l’ultimo lavoro di Anna Cerasoli: la storia è ambientata a Samo, dove Bianca si trova in vacanza. Mentre la scuola è in vacanza, la matematica entra in azione, attraverso le “furbate” a cui la Cerasoli ci ha abituato, attraverso giochi e aneddoti, attraverso un racconto divertente e coinvolgente.
Consigli di lettura per andare in vacanza
Ho avuto occasione di conoscere virtualmente Sandra Lucente grazie al video Matera, una prof di matematica con un cubo ‘dimostra la bellezza’ della Capitale della cultura, che mi è già capitato di condividere attraverso la newsletter. Nel video, la prof.ssa Lucente usa il cubo di Yoshimoto per presentare la bellezza di Matera, ma al tempo stesso per divulgare la matematica e farne apprezzare la creatività. Questo video ci permette di coglierne lo stile e, al tempo stesso, ci introduce ai suoi due libri, che sono davvero l’ideale per organizzare le proprie vacanze. Itinerari matematici in Puglia e Itinerari matematici in Basilicata non sono solo il racconto delle vacanze di Paul, il turista matematico protagonista di questi diari, ma sono vera divulgazione matematica, nella sua forma migliore. Non conosco le due regioni, ma i due libri non hanno fatto altro che incuriosirmi e farmi venire voglia di visitare di persona queste zone: se avete occasione, dovete assolutamente approfittare della guida sapiente di Sandra Lucente. All’interno dei libri, troviamo parecchi suggerimenti per approfondire gli argomenti trattati, come ad esempio la lezione sull’Hotel Infinito realizzata da Jeff Dekofsky per TedEd.
Già detto ma…
Nella scorsa newsletter ho annunciato la chiacchierata che si sarebbe svolta con Paolo Alessandrini, autore di Bestiario matematico: per chi si fosse perso la diretta, è possibile gustarsi la presentazione di Paolo su YouTube con Chiara Burberi e con me.
Matematica bestia nera
Mentre ulteriori impegni mi spingono a chiudere in fretta questa newsletter e a lasciare gli argomenti più impegnativi per la prossima, non posso ignorare alcuni “richiami” alla difficoltà della matematica fatti dai giornali. Il Post, con il tono misurato e obiettivo che lo contraddistingue, ci informa che «Durante l’ultimo anno scolastico, condizionato fortemente dall’epidemia, l’apprendimento dell’italiano e della matematica è peggiorato sensibilmente rispetto al 2019, mentre il livello dell’inglese è rimasto ai livelli simili a quelli registrati prima dell’introduzione della didattica a distanza.» L’affermazione nasce dai risultati delle ultime prove organizzate dall'INVALSI, l’ente responsabile della valutazione della scuola italiana. La situazione non è migliore se pensiamo ai prof! TUTTOSCUOLA (ma non solo) ne parla con toni allarmistici, dicendo che la bestia nera colpisce ancora. Sotto accusa sono le prove scritte delle classi di concorso STEM ed è incredibile che, stando a quanto riportato dall’articolo, gli insegnanti di matematica siano i primi ad essere preoccupati proprio per matematica. Una riflessione più approfondita viene fatta da Federico Benuzzi, con un post intitolato Mai più bocciature! Al di là di quello che dice il titolo, provate a leggere con attenzione e forse, come me, ci troverete tante esperienze vissute e tante riflessioni già fatte, ma che, a fine anno, è inevitabile fare per provare, nel proprio piccolo, a migliorare le cose. In ogni caso, al di là delle singole situazioni, ricordate che i ragazzi che smettono di studiare matematica hanno scompensi cerebrali, come ci raccontano nelle pagine di MaddMaths!
Buona matematica! Ci sentiamo tra TRE settimane!
Daniela
«Itinerari matematici in Basilicata» è stato pubblicato nel 2019 dalla casa editrice Giazira Scritture ed è stato scritto da Sandra Lucente, autrice nel 2016 di «Itinerari matematici in Puglia». Sandra Lucente insegna e fa ricerca in Analisi Matematica presso l’Università degli Studi di Bari, dove è anche presidente del Museo della matematica. Ho avuto occasione di conoscerla virtualmente grazie al video «Matera, una prof di matematica con un cubo ‘dimostra la bellezza’ della Capitale della cultura»: il suo utilizzo del cubo di Yoshimoto per presentare la bellezza di Matera è il suo modo per divulgare la matematica e farne apprezzare la creatività.
Pur mantenendo lo stile degli itinerari ambientati in Puglia, ci sono alcune differenze: pensavo che, con il libro precedente, Sandra Lucente avesse esplorato tutta la matematica che è possibile esplorare mantenendo un livello divulgativo, ma con questo libro riesce a migliorarsi, presentando nuovi argomenti o ritornando su quanto già visto a un livello diverso. È ancora Paul, il turista matematico, che ci guida attraverso venticinque percorsi, quasi tutti legati a due paesi diversi della Basilicata (con l’eccezione di Venosa e Matera che hanno un capitolo a testa): nei titoli, sono espressi i luoghi, matematici e fisici, che verranno visitati. Al termine, ritroviamo il taccuino di Paul, che, in poche parole e con qualche schizzo, riesce a riassumere con chiarezza i concetti matematici: l’immagine è elegante oltre ogni dire nella sua semplicità. Il taccuino è particolarmente importante, visto che «in questo secondo percorso i concetti astratti sono maggiormente protagonisti». Il capitolo è concluso da «un pezzo scritto dall’immaginario Paul per il suo immaginario blog “A parole”», dove i concetti matematici presentati sono visti nella loro doppia veste, matematica e quotidiana, e ritroviamo così gli irrazionali, le affinità, l’eccentricità, la varietà, la riflessione, il complesso, l’intervallo, la funzione, la composizione, la frequenza, l’integrazione, il segno, l’insieme, la scoperta… Si tratta di un grande arricchimento, visto che questi piccoli percorsi che si aprono nella narrazione potrebbero arricchire la lezione di un qualsiasi insegnante di matematica, come introduzione di un nuovo argomento oppure da proporre alla fine per sdrammatizzare, visto che «al sapere si arriva utilizzando tutti i sensi. Nel diario è privilegiato l’apprendimento della matematica tramite la vista, nel blog è privilegiato l’udito e ci si apre a tutte le scienze.» Ed è così che «i sensi vista e ascolto si fondono nelle foto di questo libro», affidate, in questa occasione, a Carlo Cardinale, che affianca e arricchisce il percorso proposto da Paul: «gli scatti hanno acquisito geometria e i pensieri di Paul poesia».
Un altro elemento di novità è costituito dalla presenza di personaggi storici, come Leonardo Sinisgalli, Carlo Levi, Rocco Scotellaro, José García Ortega, Francesco Saverio Nitti, Albino Pierro… personaggi che non appartengono necessariamente solo all’ambito matematico, perché Sandra Lucente non crede nella divisione tra le due culture: «L’idea di dividere il sapere in ambiti è figlia di un’innata necessità di classificare, ma i vari ambiti devono dialogare tra loro, altrimenti il sapere muore.» Nel diario di Paul si «passa continuamente dalla matematica all’arte», tanto che la bellezza dell’arte, dell’architettura, delle forme e della natura ci riempiono gli occhi di meraviglia e la testa di pensieri.
Nella bellezza della Basilicata, trova spazio, purtroppo, la catastrofe evocata dai terremoti che hanno spesso colpito questa terra, dalle frane che incombono su interi paesi, rischiando di compromettere vita, storia e cultura: «se non si interviene o se si interviene male, il vuoto, che è assenza di cura, agirà facendo perdere l’unicità di questo luogo.»
Con questo libro, Sandra Lucente ci augura «Buona lettura, buon itinerario, buon gioco», perché si legge come un diario di viaggio, si percorre e si studia come un libro di matematica, ma si può usare per giocare, come dimostrano gli “A parole”. «Una terra che custodisce tante bellezze artistiche non può essere ancora sconosciuta», scrive l’autrice: vale sia per la Basilicata che per la matematica.
«Itinerari matematici in Puglia» è stato pubblicato nel 2016 dalla casa editrice Giazira Scritture ed è il primo percorso proposto da Sandra Lucente, seguito nel 2019 da «Itinerari matematici in Basilicata». Sandra Lucente, ricercatrice di analisi matematica presso il Dipartimento di Matematica dell’Università degli Studi di Bari dove è anche presidente del Museo della matematica. è nota per la sua attività di divulgazione: collabora con il blog di MaddMaths!, scrive spesso articoli per Repubblica di Bari e per riviste di divulgazione scientifica.
Il libro presenta una riflessione sia sul turismo che sulla ricerca matematica e la matematica in generale, ed è per questo che può essere considerato sia guida turistica che saggio matematico, rivolgendosi sia al turista che visita la Puglia, che all’insegnante o all’appassionato della disciplina. «Itinerari matematici in Puglia» esprime l’amore di Sandra Lucente per la propria terra, vista con gli occhi dell’appassionata matematica: vuole far «capire che la fortuna di abitarla, di attraversarla, di raccontarla e di viverne la storia, la musica e la gastronomia, è più feconda di un’occasionale vendita di mille souvenir.» A questo si aggiunge che «narrare la matematica serve a far comprendere definizioni e problemi, salvando da quella peste culturale che è la paura della matematica stessa»: nonostante non manchino le difficoltà, visto che le sue strade «si rivelano semplici solo dopo averle percorse», la matematica che ci viene presentata è ricca di immaginazione, creatività e bellezza.
Il libro presenta trenta percorsi, ai quali vengono dedicate quattro o cinque pagine ciascuno, che cominciano innanzitutto con la descrizione di un luogo e della matematica che lo abita, per procedere con un’analisi della teoria sottostante, attraverso le immagini rubate dal taccuino di Paul, l’immaginario turista che ci guida nell’esplorazione. Il tutto si conclude con il paragrafo «Sguardo matematico», che è un elenco puntato di suggerimenti per attività, giochi, percorsi, che possono essere fatti sia dagli appassionati di matematica che dagli insegnanti con i propri alunni. Quella che abbiamo tra le mani è una guida turistica doppia, perché ci guida nell’esplorazione della Puglia e ci porta nelle terre della matematica, facendoci attraversare tutti gli ambiti. Ci ritroviamo così a rimirare la successione di Fibonacci a Castel del Monte, ad imparare i numeri figurati nel castello di Copertino, a discutere dei numeri costruibili davanti al rosone della cattedrale di Troia, ad osservare le coniche nei trulli di Alberobello, a ritrovare spirali, nodi e cuspidi un po’ ovunque, a discutere le serie geometriche di Gravina e San Vito, a parlare del concetto di curvatura nella basilica di Galatina, a rimirare i frattali marini di Polignano… Ogni luogo diventa un’occasione per parlare di un concetto matematico, in un incrocio di storia dell’arte e storia della matematica nella quale ritroviamo i percorsi dei singoli matematici, come De Giorgi, di origine leccese, o Paul Erdos, l’esperto di calcolo combinatorio, o di Riemann per l’analisi. Questo libro è una vera ricchezza, nel suo creare un ponte tra la matematica, l’arte e l’architettura, e si può leggere dall’inizio alla fine come un diario, oppure saltare avanti e indietro, lasciandosi guidare dalle proprie passioni e suggestionare dai titoli.
«Itinerari matematici in Puglia» è stata una lettura interessante, che però mi sono negata a lungo, in attesa del momento in cui avessi avuto l’occasione di visitare la Puglia di persona. Mancandomi per ora l’occasione, ho deciso di pregustare la visita attraverso i percorsi proposti da Sandra Lucente, dopo averla conosciuta grazie alla sua attività di divulgatrice. Nella lettura, mi pareva di sentire la sua voce che mi guidava nel percorso e riflettevo sul fatto che non solo la bellezza ma anche la matematica è negli occhi di chi guarda, forse perché è possibile ritrovarla nell’arte e nell’architettura solo se in qualche modo la si conosce già, altrimenti noteremo la bellezza, l’armonia delle forme, ma non sapremo spiegarcene il motivo.
«La matematica è viaggio tra cristallo e grotta. È analisi e sintesi, locale e globale, particolare e panorama, infinito e infinitesimo. Ogni volta che si attiva lo sguardo matematico bisogna utilizzare questa doppia visione e cogliere infine quello che si cerca con la foto perfetta: l’armonia. È l’armonia il mistero che unisce architettura e territorio, musica e danza, ordine e caos, parola e simbolo. Per noi, Matematica e Puglia.»
«Vacanze matematiche», pubblicato a maggio 2021 da Feltrinelli Kids, è l’ultimo libro di Anna Cerasoli. Dopo aver insegnato matematica alla scuola secondaria e aver pubblicato vari manuali scolastici, Anna Cerasoli si dedica ormai da tempo alla divulgazione per i più piccoli e anche «Vacanze matematiche» è dedicato a loro, rivolgendosi ai ragazzi dai 10 anni in su.
La storia è ambientata nell’isola di Samo, dove la tredicenne Bianca ha l’occasione di trascorrere le vacanze con il fratellino Andrea e il suo amico Diego, entrambi di dieci anni e soprannominati i pirati. L’incontro con Sofia, anche lei tredicenne, è l’occasione per imparare nuove cose, visto che la ragazzina è impegnata a preparare dei giochi matematici per la festa del pi greco, giornata nella quale la sua scuola, dedicata a Pitagora, organizza tutti gli anni una grande festa della matematica. I nostri protagonisti possono così giocare con la matematica attraverso i quadrati magici, imparando a risolverli e a idearli e l’ulteriore incontro con Andreas, compagno di classe di Sofia, permette loro di conoscere i numeri triangoli perché, pur non parlando italiano, il tredicenne si esprime attraverso il linguaggio universale della matematica. È una vacanza all’insegna della matematica e dell’ecologia, che si conclude con una sorpresa, grazie all’eccezionale ritrovamento realizzato da Andrea e Diego.
Al termine della narrazione, troviamo una ricca appendice, nella quale, capitolo per capitolo, sono ripresi e spiegati tutti i concetti matematici incontrati nel corso della storia, arricchiti con ulteriori giochi, esercizi, quesiti, dei quali viene fornita la soluzione nell’appendice finale. Nel corso della storia e nelle appendici troviamo indicazioni per ulteriori approfondimenti, che possono essere realizzati attraverso ricerche su internet, le “furbate” di Andrea (già proposte in altri libri), per svolgere i calcoli più velocemente, e i riferimenti alla storia della matematica. Gli argomenti trattati sono davvero vari: geometria, calcolo combinatorio, teorema di Pitagora, crescita esponenziale, numeri di Fibonacci, massimo comune divisore e minimo comune multiplo, crivello di Eratostene e numeri primi, triangolo di Tartaglia… La storia è accompagnata dalle illustrazioni di Allegra Agliardi, che contribuiscono non solo ad alleggerire la lettura, ma anche a spiegare i concetti matematici che, come sempre nei libri della Cerasoli, vengono presentati attraverso un mix di scritto e figurato.
Il libro è assolutamente consigliato: è una storia che sa appassionare e regalare una visione meno rigida e più simpatica della matematica. Insomma: la scuola va in vacanza, ma la matematica no!
«Marie e Bronia, un patto tra sorelle» è stato pubblicato In Italia dalla casa editrice Giralangolo nell’ottobre del 2020, ma in realtà l’edizione originale è del 2017. In Francia, il libro è stato finalista nel Prix Historia Jeunesse ed è stato nominato per undici premi letterari nel 2019. Da esso è stato tratto un adattamento teatrale dalla Compagnie du Saut de l’Ange con il titolo «Il patto delle sorelle», finalista al Prix Olympe de Gouges. Natacha Henry, l’autrice, è una saggista, storica e giornalista franco-britannica, che si è impegnata nella difesa della libertà di espressione personale delle donne e ha fondato, nel 2005, l’Associazione Gender Company, che analizza le disuguaglianze di genere e i pregiudizi della cultura popolare.
Nella versione italiana, il sottotitolo dice «L’affascinante storia di Marie Curie», ma di fatto non si tratta solamente della storia di Marie Curie ed è il titolo a dirci qual è il centro di questo romanzo, ovvero il «patto» tra le due sorelle, Bronia e Maria. Il testo comincia con la storia d’amore dei genitori e procede con la loro nascita, fino ad arrivare al momento in cui, nella Polonia di fine Ottocento controllata dai russi, alle ragazze è vietato l’accesso agli studi universitari. Le due sorelle, inizialmente, seguono le attività dell’Università Volante, un’università clandestina che permetteva alle donne di proseguire negli studi, ma che era rischioso frequentare. Bronia, che desiderava diventare un medico dalla morte della madre e della sorella, comincia a sentire la frustrazione del non poter realizzare il proprio sogno ed è Maria a proporre il patto: la sorella maggiore andrà a Parigi a studiare e poi, una volta laureata, manterrà Maria a Parigi con il suo stipendio da dottore. Il romanzo racconta la storia delle due sorelle in parallelo fino al 1903: la vita a Parigi di Bronia, dove conosce Kazimierz Dłuski, suo futuro marito e le vicende di Maria che, in Polonia, fa l’istitutrice e vive la sua prima storia d’amore, con Kazimierz Zorawski, che le sarà vietato sposare, in quanto lei è di un’estrazione sociale inferiore. Dopo questa delusione, Maria decide di abbandonare il suo sogno di studiare, ma la frequentazione del laboratorio di chimica grazie al cugino Jozef le restituisce un po’ di entusiasmo. Maria è quindi pronta per raggiungere Bronia e sarà ospite sua e del marito, mentre porterà avanti i propri studi. Durante il suo percorso, Maria conosce Pierre Curie e, dopo un po’ di dubbi, deciderà di stabilirsi definitivamente a Parigi.
In questo romanzo, ciò che appassiona è il fatto che le due sorelle vengono viste nella loro quotidianità e anche attraverso gli scontri che appartengono ad ogni rapporto di sorellanza. Il racconto si concentra, quindi, sul lato più umano di una giovane Marie. Il patto tra le due sorelle è stato reso possibile dal sostegno del padre, che riteneva che non ci fosse nulla che poteva essere loro negato solo perché donne: «lui ci ha incoraggiate a sfidare la mentalità di chi voleva relegare le donne in casa, ed era certo che saremmo state capaci di andare fino in fondo», dice Marie nella fase finale. E Bronia fa diventare questo esempio vincolante per entrambe, come madri: dice a Marie che entrambe dovranno «insegnare alle [proprie] figlie che niente è impossibile».
Nonostante conoscessi già la storia di questo patto – secondo me uno degli aspetti più affascinanti nella vicenda di Marie – mi è piaciuto molto leggere questo romanzo: scorrevole, reso molto dinamico dalla ricchezza di dialoghi, l’ho trovato una lettura alla portata dei ragazzi delle medie. Ne consiglierei la lettura in particolare alle ragazze, che possono trovare in Marie e Bronia un’ispirazione e un modello.
«Molly e i misteri matematici» è stato pubblicato a febbraio 2021 da Editoriale Scienza: è l’ultimo libro di Eugenia Cheng ed è dedicato ai più piccoli. Matematica, educatrice, scrittrice, pianista, l’autrice ha come obiettivo quello di liberare il mondo dalla matofobia, ovvero dalla paura della matematica. Dopo aver studiato a Cambridge, Chicago e Nizza, attualmente insegna alla Scuola d’arte di Chicago, ma dedica buona parte del suo tempo a divulgare la matematica tra il pubblico, con libri come «Biscotti e radici quadrate» (2016), «La matematica dell’infinito» (2018), «L’arte della logica» (2019) e «X+y. Un manifesto matematico per ripensare la questione di genere» (2021). È stata una pioniera della matematica su YouTube, dove ha cominciato nel 2007 con video dedicati ai suoi studenti. Il libro è illustrato da Alexandra Artymowska, nota per i suoi libri-rompicapo, come «Un’avventura a forma di labirinto», con il quale è stata finalista al Silent Book Contest del 2016. Quello tra la Cheng e la Artymowska si è rivelato un ottimo connubio, unendo due genialità: da un lato l’abilità dell’illustratrice di esprimere concetti difficili attraverso le immagini, dall’altro il dono della Cheng di aprire i misteri della matematica al vasto pubblico.
«Molly e i misteri matematici» esprime già nel sottotitolo le azioni che saranno richieste al piccolo lettore: «trova gli indizi e solleva le alette», perché oltre alle bellissime immagini, ci sono finestrelle che guideranno il percorso. Molly, la protagonista, è una piccola esploratrice curiosa e, nella sua cameretta, trova un biglietto che la invita a fare qualcosa di straordinario: cosa succederebbe se rivoltasse la sua stanza come un calzino? Sembra impossibile, ma non per la matematica, che «è un sistema per capire il mondo… o per rendere possibili cose che sembrano impossibili!». Ci troviamo quindi catapultati in un mondo tutto al rovescio e siamo invitati, come Alice nel paese delle meraviglie, a esplorare una tana del coniglio a rovescio, dopo aver riflettuto sugli inversi della matematica. Molly incontra una scala impossibile, con una serie di oggetti impossibili e compito del lettore è di aiutarla a raggiungere l’uscita, che la porta in un labirinto. Qui Molly deve trovare il modo di raggiungere una casa e il lettore, giocando con le tassellature, si ritrova nell’atrio della casa, ampio e pieno di porte: le suggestive immagini ci permettono di cogliere l’infinito e l’auto-similarità. Ritrovatasi nel vano caldaia, Molly potrà uscirne grazie allo sviluppo piano del cubo nascosto nella pagina e da lì raggiungerà una stanza arredata con una bizzarra tappezzeria: lavorando su un tappeto e riflettendo sui quadrati latini, troverà la porta d’ingresso di una biblioteca, la cui chiave per l’uscita è data dal calcolo combinatorio. Siamo all’esterno ora, prima nel giardino delle simmetrie e poi nel frutteto dei frattali, dove riflettiamo sulla crescita esponenziale. L’immagine finale ci offre una visione globale del percorso che abbiamo fatto, offrendoci un’idea della quarta dimensione e dei viaggi nel tempo, ma un mistero resta senza soluzione (o forse no?): chi ha lasciato i biglietti che hanno guidato Molly (e il lettore) fino alla tappa finale? Ora Molly è nella sua cameretta, è ritornata al punto di partenza: forse è stato solo un sogno, ma in realtà un biglietto le ricorda che «le cose improbabili sono possibili in matematica, proprio come nella tua immaginazione!».
Opposti e inversi, oggetti e scale impossibili, tassellature, simmetrie, auto-similarità, geometria solida e piana, quadrati latini, frattali e spazio-tempo, incontrati all’interno del percorso, sono rivisitati con un approccio un po’ più impegnativo nelle ultime cinque pagine del libro. Eugenia Cheng non manca di ricordarci che la matematica nasce dalla realtà, dalle somiglianze che rileviamo nel mondo degli oggetti e otteniamo l’accesso al mondo delle idee, cioè ai concetti generali, grazie all’astrazione, che viviamo fin da quando accediamo al mondo dei numeri.
«Molly e i misteri matematici» non è un libro, ma un’avventura, un gioco che permette al lettore di incontrare la matematica senza paura, senza la noia di fare gli esercizi. L’ho consigliato e lo consiglierei ai bambini che amano la matematica, perché troverebbero nuove scuse per amarla, e a quelli che ne hanno paura, perché possano trovare il modo di appassionarsi. L’ho consigliato e lo consiglierei ai bambini che amano giocare, ma anche a quelli che non amano leggere, perché possano capire che la matematica è un gioco coinvolgente.
La scheda del libro, unitamente a un video che presenta il libro, è disponibile sul sito di Editoriale Scienza.
Non solo video…
(Tu chiamale se vuoi) Equazioni: un video per sdrammatizzare e vedere in modo diverso alcuni concetti matematici come quelli di funzione, infinito, grafici, curve, successioni, limiti... È stato realizzato da Marco Bramanti, professore al Politecnico di Milano, sulle note della canzone di Lucio Battisti “Emozioni”. Il video mi è stato segnalato da un ex alunno ed è stato condiviso con la newsletter #155, ma merita una visita, se non l’avete ancora fatto.
Grazie alla segnalazione di Alberto Saracco, ho avuto modo di guardare il video La città di carta: è ambientato a Piegopoli, dove qualunque cosa – gli animali, le case, gli alberi – è realizzata tramite le pieghe, che determinano tutto, ovvero la forma, la grandezza, la simmetria… Nella città di carta valgono le sette leggi delle pieghe, che ci permettono di capire come sono stati realizzati tutti gli oggetti. Per capire di cosa sto parlando, dovete assolutamente guardare il video. Magari, come me, scoprirete che avevate già avuto modo di conoscere il canale Didattica della matematica Ornella Robutti: l’avevo conosciuto grazie al video Ombre e proporzionalità, nel quale, in modo molto originale, viene applicato il teorema di Talete.
Con i loro video, quelli di TAXI1729 hanno scelto di «parlare in maniera leggera di argomenti complessi, senza banalizzarli». Hanno fatto della risata un «ingrediente essenziale della comunicazione», ma non bisogna dimenticare che il tema trattato è da Nobel per l’economia (l’ha ricevuto Richard Thaler nel 2017). Per ora godetevi il video introduttivo, Vuoi perdere 10 kg con 200 euro e 1 Olmo?, che è già disponibile su YouTube; per la conclusione, se non l’avete vista nelle storie su Facebook, sarà disponibile (credo) il video su YouTube a breve. Il primo video dedicato all’economia è sul tema della cooperazione, Io o noi: questo è il dilemma, ma è bellissimo anche Pianeta 9, ultima chiamata: in esso il “rompicapo scientifico” è un «espediente per raccontare come la scienza indaga i suoi misteri, come la conoscenza scientifica evolve», in altre parole come funziona il metodo scientifico.
Donne e STEM
Il fatto che esista un’espressione apposita per definire il mancato riconoscimento delle donne nella ricerca scientifica ci dà la cifra di quanto spesso questo avvenga. Nel 1993, la storica della scienza Margaret W. Rossiter ha inventato l’espressione effetto Matilda, usando il nome di Matilda Joslyn Gage, femminista che nel 1870 pubblicò il saggio Woman as an inventor: in esso «raccontava come diverse scoperte scientifiche ed invenzioni fossero il risultato del lavoro di donne rimaste nell’anonimato». «Nel corso dei secoli, il cosiddetto “effetto Matilda” ha avuto come conseguenza la cancellazione delle scienziate dalla storia: questa “invisibilità” ha fatto passare l’idea ancora oggi molto radicata che la scienza sia una cosa da uomini». Nell’articolo troviamo la vicenda di Lise Meitner, Nettie Stevens, Alice Augusta Ball, Jocelyn Bell, Rosalind Franklin e Wu Jianxiong. Il Post si è già distinto, nei mesi scorsi, per la sua obiettività nella descrizione della pandemia e, ancora una volta, mostra la propria differenza rispetto ai giornali: questi, parlando di donne che si sono distinte in qualche modo, non riescono a nascondere il proprio sessismo, citando le protagoniste di certe scoperte solamente usando il nome. Avete mai sentito Mario Draghi nominato solamente come Mario? E soprattutto, perché Ursula von Der Leyen viene nominata solo come Ursula? Per sdrammatizzare, Stefano Pisani dalle pagine di MaddMaths! parla di Alfio, il bomber della matematica (si parla di Alfio Quarteroni). Ed è davvero geniale il tono dell’intervista: dovremmo però sentire lo stesso senso di fastidio anche leggendo interviste simili con le donne come protagoniste. (in questo caso, più che fastidio, visto che è fatto per ridere, io mi sono fatta una risata, ma devo dire che mi ha fatto molto riflettere!) Qualche piccolo segnale arriva anche dalla Rai, come dimostrano le pillole di tre minuti che racconteranno le storie di donne pioniere: La Prima Donna andrà in onda al pomeriggio su Rai Uno fino al 2 luglio. «“Ho pensato a ‘La Prima Donna che’ come a una goccia giornaliera che batte sullo stesso punto”, spiega l’ideatrice del format Alessandra di Michele Bragadin. “Un format per sgretolare le sedimentazioni secolari prodotte dagli stereotipi di genere e per rafforzare nelle giovani donne la consapevolezza di poter realizzare i sogni più ambiziosi”.» (Su RaiPlay sono a disposizione tutte le puntate realizzate fino ad ora)
Forse c’è bisogno di una donna per parlare con un’altra donna riconoscendole il ruolo che merita, come nel caso della chiacchierata di Andrea Delogu con l’astrofisica Marica Branchesi. Si parla di onde gravitazionali ed è bellissima e palpabile l’emozione che si sente nella voce di Marica Branchesi, anche a distanza di tempo. La sua passione è tale che non si può non restare coinvolti, come dimostra l’attenzione di Andrea Delogu durante l’intervista.
Iniziative matematiche
Per gli insegnanti, l’estate è il momento in cui si comincia a pianificare le attività per l’anno scolastico successivo: potreste quindi aver voglia di dare un’occhiata ai programmi dei corsi MathUp, che si svolgono on-line e sono rivolti agli insegnanti di ogni ordine e grado. La prossima sarà la settima edizione.
Il dipartimento di fisica dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata ci informa che il Caltech ha messo a disposizione le registrazioni audio delle lezioni di fisica impartite da Richard Feynman tra il 1961 e il 1964. «Le lezioni registrate comprendono sia la vera e propria lezione sia le discussioni tra il prof. Feynman ed i suoi studenti e/o colleghi al termine delle lezioni. Questo materiale, mai pubblicato in precedenza, è ora disponibile e consultabile» e «Ad ogni audio-lezione è associata una pagina web dove trovare informazioni sul materiale discusso nelle lezioni.» Nell’articolo è possibile trovare il link al materiale.
Consigli di lettura
L’ultimo libro di Paolo Alessandrini, Bestiario matematico, riesce a legare la matematica alla magia, i matematici a dei maghi che attraverso i loro incantesimi domano le bestie che popolano una “terra fatata”, ovvero il mondo della matematica. Ce n’è già abbastanza per incuriosire chiunque, ma c’è anche molto altro, visto che la matematica è presentata come una guerra, da combattere con le mani sporche di gesso, ma anche come una storia d’amore, perché i «duelli sono spesso schermaglie amorose: serve passione per quelle idee, occorre amarli quei concetti, altrimenti la guerra è persa in partenza». Questo libro è un inno alla bellezza della matematica: le bestie descritte «sono belle perché esibiscono proprietà inattese, legami strabilianti». Paolo ha realizzato una diretta su YouTube il 14 giugno per presentare il proprio libro, ma sarà possibile risentirlo durante il webinar programmato da Redooc, al quale è possibile iscriversi su Eventbrite oppure seguirlo in diretta sui canali social di Redooc (Facebook, Youtube e LinkedIn). Se volete un’anteprima, potete leggere l’intervista che gli hanno fatto quelli di Redooc.
Per riflettere un po’ sul ruolo del docente e sulla sua capacità di comunicare, per fare un po’ di aggiornamento e per migliorarsi, un libro a tre voci, Il corpo è docente. Gli autori sono la ben nota Daniela Lucangeli, professoressa ordinaria in psicologia dello sviluppo e Luca Vullo, autore e regista di cinema e teatro, perciò abbiamo da un lato il linguaggio della ricerca scientifica e dall’altro quello teatrale, più divulgativo. A questi due linguaggi si unisce quello grafico, con le vignette realizzate da Francesco Chiacchio, che sdrammatizzano e permettono di cogliere anche a livello emotivo ciò che viene abilmente espresso a livello razionale.
Per i più piccoli (dai 7 anni), l’ultimo libro di Germano Pettarin e Jacopo Olivieri: Il dottore dei numeri. Siamo nel paese di Borgo Intero Più, abitato solo dai numeri interi positivi e Uno è il Dottore dei numeri. A un certo punto si trova a dover combattere con un misterioso virus, che trasforma in negativi tutti i numeri positivi. La favola è un modo simpatico per introdurre i numeri negativi e per aiutare i bambini a prendere confidenza con loro, scoprendo come funzionano le operazioni. È una lettura interessante ed è consigliabile soprattutto alle maestre della primaria, che possono presentare il mondo dei numeri come umano e favoloso. Non solo: il riferimento all’epidemia è un modo per raccontare ai più piccoli in modo giocoso quanto abbiamo vissuto e stiamo tutt’ora vivendo.
Il 14 giugno è morto Tuono Pettinato, ovvero Andrea Paggiaro, un grande artista del fumetto, autore di Enigma, dedicato a Alan Turing, e delle illustrazioni del libro di Luca Perri Errori galattici. Ecco il bellissimo ricordo di Roberto Natalini per MaddMaths!
Buona matematica! Ci sentiamo tra TRE settimane!
Daniela
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